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L'elemento comune a tutti i componimenti è soprattutto quello autobiografico
Ungaretti stesso definiva L'allegria un diario. "Poesia e biografia" sono strettamente collegate. Il poeta ha bisogno di nuovi mezzi espressivi per descrivere adeguatamente l'esperienza della guerra. Tutte le poesie sono datate e riportano il luogo in cui sono state composte, con uso molto frequente di dimostrativi e possessivi. Ungaretti sceglie di comporre liriche sempre molto brevi e "scarne":
- Rinuncia quasi del tutto alla punteggiatura e alle rime, per mettere in evidenza i singoli vocaboli (poche parole, ridotte all'osso o come dice l'autore "sillabate").
- I versi liberi sono brevissimi e il loro ritmo è spezzato dalle pause soprattutto dagli spazi bianchi.
La spezzatura del verso non rappresenta una volontà di distruzione (come quella dei futuristi). Per Ungaretti la parola è lo strumento per arrivare a rappresentare la
verità riducendo quel divario esistente tra poesia e realtà. La poesia deve rappresentare le cose essenziali, quelle che davvero contano per l'esistenza umana.
Utilizza l'analogia (una figura retorica che consiste nell'accostare e comparare parole simili tra loro per significato). L'Analogia si può considerare una similitudine a cui è stato soppresso il primo termine di paragone (es: Da "È furbo come una volpe" a "È una volpe").
A livello fonico Ungaretti sfrutta al massimo l'allitterazione (una figura retorica che consiste nel ripetere un suono o di una serie di suoni, acusticamente uguali o simili fra loro all'inizio di due o più vocaboli successivi).
La poetica di Giuseppe Ungaretti ha ridefinito la poesia italiana del Novecento ed è il principale riferimento per comprendere la corrente dell'Ermetismo.
Poesie di guerra Molte liriche dell'Allegria richiamano direttamente
La drammatica esperienza della guerra carsica vissuta dal poeta. Si tratta infatti di un diario poetico che serve a trasmettere l'esperienza della guerra in modo vero, crudo e violento; smascherarla per ciò che è.
Veglia - Riassunto
L'insensata brutalità della guerra; l'amore della vita malgrado tutto. Il tema della lirica è racchiuso nel titolo. La veglia è sia il tempo che il poeta trascorre accanto al corpo del compagno ucciso e sia la fraterna partecipazione a quello strazio ("veglia funebre"). Pur avendo di fianco il compagno massacrato, il poeta scrive lettere piene d'amore e dichiara un sentimento di attaccamento alla vita, non solo alla propria vita personale, ma a quella che è un bene comune, un diritto fondamentale di tutti gli uomini.
Le immagini utilizzate sono crude, realistiche, poche parole spesso isolate su un verso. L'uso dei participi e delle allitterazioni creano un ritmo secco.
La poesia Fratelli, viene composta durante la Prima Guerra Mondiale, il 15 luglio del 1916. Il componimento si apre con una domanda che viene rivolta ai soldati che, nell'oscurità della notte, non sono immediatamente riconoscibili al poeta e ai suoi commilitoni. Quest'ultimi infatti desiderano conoscere il reggimento d'appartenenza dei militari che si ritrovano di fronte.
Nel componimento si parla della fragilità umana, della precarietà della vita e il senso della fratellanza. Non ci sono amici e nemici, vinti o vincitori, ma solo fratelli.
Sono una creatura
Il poeta si paragona alla dura e fredda pietra del monte S. Michele. Come la roccia del monte è prosciugata e senza anima, così il pianto del poeta fatica a trovare sfogo nelle lacrime. Egli sa ancora piangere, ma si tratta di un pianto nascosto, intimo. Il dolore non è sparito; è solo penetrato nell'anima e non lascia
tracce all'esterno. "La morte si sconta vivendo": si muore un poco ogni giorno; le sofferenze quotidiane sono il prezzo da pagare per ottenere un poco di pace e riposo alla fine della vita, oppure la pena da scontare per aver ucciso altri uomini.
La prima strofa è costruita su un'unica similitudine (pietra). Ma anche dall'anafora "cosi" che si ripete molte volte.
Soldati - Riassunto
Con la poesia Soldati, Ungaretti vuole mettere in evidenza le sensazioni che condivide con i suoi compagni, ossia angoscia e precarietà.
La precarietà della vita umana viene descritta attraverso la metafora della caduta delle foglie in autunno, volendo significare che la vita umana è fragile come le foglie.
In questo componimento Ungaretti non ricorre alla punteggiatura, descrivendo dunque un flusso di tempo continuo che sembra quasi comunicare come, durante la guerra, il tempo si sia fermato.
Vita Quasimodo
Salvatore Quasimodo è il
Rappresentante dell'Ermetismo italiano. Mentre Ungaretti è considerato il precursore per la sua sperimentazione poetica messa in atto nel "L'Allegria", Quasimodo è l'esponente più importante.
Salvatore Quasimodo nacque a Modica, in provincia di Ragusa nel 1901, da padre ferroviere. Frequentò l'Istituto per geometri a Messina e dopo il diploma si trasferì a Roma dove pensava di terminare gli studi di ingegneria ma, subentrate precarie condizioni economiche, dovette abbandonarli per praticare diversi lavori tecnici (es. disegnatore tecnico presso un'impresa edile).
Sul piano letterario, Quasimodo è un autodidatta, appassionato di poesia e di lirici greci. Diventato cognato di Elio Vittorini, Quasimodo soggiornò a Firenze, dove poté avvicinarsi agli scrittori (fra i quali Eugenio Montale) del gruppo "Solaria":
- pubblica Acque e terre (1930)
- nel 1932 Oboe sommerso, capolavoro
Dell'Ermetismo.
Trasferitosi a Milano pubblica Erato e Apòllion (1936) e la traduzione dei Lirici greci (1940).
Nel 1942 uscì il nuovo libro di versi Ed è subito sera (il tema centrale di questa poesia è la solitudine dell'uomo; emergono l'ermetismo di Quasimodo e l'influenza di Ungaretti).
Seguito, dopo la fine della guerra, da Giorno dopo giorno (1947- Alle fronde dei salici), opera che segna una svolta rispetto al Quasimodo precedente: il poeta nel dopoguerra, si allontana dall'Ermetismo per calarsi nella storia, nella realtà.
Scrive in modo meno oscuro, affrontando temi civili. Si avvicina perciò a quello che sarà negli anni futuri, il Neorealismo, in cui la parola d'ordine era "impegno sociale", dove tutti gli artisti si dedicarono a denunciare l'orrore della guerra.
La poesia era composta da pochi versi liberi e l'uso dell'analogia.
Vinse il premio Nobel per letteratura
nel 1959, anche se ci furono polemiche poiché non era uno scrittore di professione. Muore a Napoli nel 1968. L'ermetismo L'ermetismo è una corrente letteraria che si è affermata in Italia nel corso dell'Ottocento e che ha come esponenti principali autori come Giuseppe Ungaretti e Eugenio Montale, considerati i capiscuola del movimento letterario. Poetica Le principali tematiche trattate sono il senso della solitudine, il dolore, il dramma e il tormento dell'esistenza. I poeti dell'Ermetismo perseguono l'ideale della "poesia pura libera", libera cioè da qualsiasi finalità pratica e celebrativa ma anche dalle forme metriche e retoriche tradizionali. Essa non deve descrivere o rappresentare, bensì evocare. Deve essere l'espressione del proprio io più segreto e profondo. I poeti ermetici non hanno più miti e certezze in cui credere, perciò cercano nuove forme che possano rispecchiare il loro.Lo stato d'animo e le trovanonelle parole essenziali, in un linguaggio oscuro, così da rendere veramente interessante un'opera, che deve suggerire ed evocare una realtà.
Il tema centrale della poesia ermetica è il senso della solitudine disperata dell'uomo moderno, che ha perduto fede nei miti della civiltà romantica e positivista, negli antichi valori e non ha più certezze a cui aggrapparsi tenacemente.
Il termine "ermetico" fu coniato nel 1936 dal critico Francesco Flora per indicare un tipo di poesia caratterizzata da un linguaggio volutamente difficile, a volte ambiguo e misterioso, rivolta quasi solo a lettori esperti.
Alcune riviste ermetiche come "Il frontespizio" e "Campo di Marte" diedero molto spazio alle poesie ermetiche, così come alcuni critici, come Carlo Bo.
Il saggio di Carlo Bo "Letteratura come vita", pubblicato nel 1938, è oggi considerato il manifesto dell'Ermetismo.
Bo sottolinea che la letteratura non va intesa come un semplice mestiere ma come uno strumento prezioso, per conoscere al meglio sé stessi. Perciò la letteratura esprime la "purezza" dell'esistenza e per questo è "una missione" e non un mestiere.
Dove e quando L'Ermetismo si sviluppò a Firenze negli anni '30; una città che divenne un punto di riferimento per i poeti che erano soliti ritrovarsi nel caffè delle Giubbe rosse.
A livello storico-artistico siamo in un momento particolare: in tutta Europa si assiste a quello che viene definito "un ritorno all'ordine", cioè ad un progressivo declino delle avanguardie e ad una regressione sia in ambito sociale che letterario.
In Italia, in quegli anni, governa il fascismo di Mussolini e i rapporti fra il regime e i poeti non potevano che essere complessi: non potendo contestare apertamente il regime, molti scrittori trovarono rifugio nella letteratura.
Manifestando così un atteggiamento diacquiescenza/accettazione.
Novità dell'Ermetismo
Le novità più importanti riguardarono sicuramente il linguaggio che è oscuro e difficile.
Uso delle figure retoriche.
La similitudine viene sostituita con l'analogia, cioè l'accostamento di due immagini, situazioni, oggetti che sono tra loro lontani.
Altre figure retoriche utilizzate sono la metafora e la sinestesia (es. "urlo nero"; si accostano due percezioni, quella visiva e quella uditiva).
I termini utilizzati sono colti e rari.
La metrica e la punteggiatura
Si assiste ad un recupero dei metri classici (endecasillabo e settenario) e di forme poetiche chiuse come il sonetto. I componimenti sono brevi, mirati all'essenzialità e i versi vengono chiamati "versicoli".