vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
L'Europa e le sue idee
L'Europa idee sono elaborate in ambito germanico quindi l'idea è il Cristianesimo. si divide. Questedi modernità non può partire dalla Grecia o da Roma, si ferma agli anni del medioevo. Dal medioe-C'è unavo sentono che ha avuto origine la loro stirpe, la loro cultura. lotta di modelli: mondo ro-mano contro mondo medievale: per questo si formano queste opposizioni. I tedeschi e gli inglesinon possono vantare quello che gli italiani vantano. La storia romana era fino ad allora la nostra sto-di un'altra nazione. Non è stata pacifica l'assimilazione totale. Il nostroria, non era la storia roman-ticismo è stato in parte diverso perché le idee elaborate non potevano trovare tutti concordi. C'erauna gran parte di letterati molto legata a quella che era l'idea dell'antico, di Roma, del classicismoclassicismo non era solo espressione dell'antico regime). Tra le accuselibertario e repubblicano.
(ilc'erano: il teatro classicista francese di Racine ( di corte, non libero). Per gli italiani però il teatro classicista era anche quello di Alfieri che non aveva niente a che vedere con il teatro francese. Erano entrambi basati sull'antico all'interno ma era una declinazione completamente diversa perché del distinguere quello legato alla cultura dell'antico regime classicismo dobbiamo e quello legato all'espressione di valori libertari e repubblicani. La rivoluzione francese e il nostro giacobinismo è fatto all'insegna del classicismo repubblicano. Scrivere una tragedia su Bruto, su Appio Claudio, sul periodo repubblicano di Roma e scrivere una tragedia su Ottaviano Augusto o la clemenza di Tito sono espressioni di realtà politiche e di valori romani completamente diversi. Una cosa era la Roma repubblicana, un'altra la Roma imperiale. Rifarsi alla Roma repubblicana anche nei valori e nei modelli era completamente diverso.
Di qui il recupero del Cristianesimo e della religione diventa il fattore che recideva: dirsi cristiani e cattolici andava ad influire su un tipo di pensiero. Manzoni romana "Histoire Romaine" (commenta una storia scritta nel 700 da Charles Rolin, che tutti conoscevano, lo stesso Alfieri. Ci sono tanti scrittori di storia romana, soprattutto gesuiti. Leggere il commento di Manzoni è più istruttivo che leggere le altre opere perché in questo commento si vede chiaramente qual è il suo punto di vista, la sua posizione) afferma che tutto ciò che è legato alla religione pagana, quindi romana, è posto sotto il segno della negazione, di qualcosa di completamente negativo. Quando Rolin parla delle virtù dei personaggi, Manzoni replica dicendo che non è possibile avere un'ammirazione "bestia verso l'antichità: rifiuta l'idea che un monacobile e pedantesca" settecentesco potesse provare.Ammirazione per le virtù degli antichi romani. Quando Manzoni com-menta gli apprezzamenti positivi li ritiene frutto di atteggiamento pedante e afferma che è impossi-bile provare ammirazione per l’antico, in qualunque sua forma, anche nelle virtù perché gli antichierano pagani, rappresentanti di un culto che noi cristiani non potevamo accettare. Il Cristianesimodiventa una chiave di interpretazione dei tanti modelli possibili, anche politici. Tutto ciò che è pri-ma del Cristianesimo va rifiutato. Tutto il teatro settecentesco, che non ha fatto altro che presentaresulla scena eroi che si ispiravano a virtù greche e romane, va rifiutato perché questi personaggi sonofittizi, falsi, esprimono una virtù così eccessiva che non si trova nella realtà. Bisogna costruire carat-teri simili a quelli della vita di ogni giorno. Nella vita reale un uomo non pensa di suicidarsi se unoscopo politico è fallito ma
Continua a vivere. Invece questi eroi fittizi, che il teatro classicistico ci ha dimensione (l'uomo cristiano si è presentato), hanno proiettato tutta la loro vita in una sola che la vita è un passaggio e non si può pensare di spendere la propria vita per la politica che è una cosa terre-plutarchiano, perché era un gesto presentato sot-na). Manzoni rifiuta il gesto virtuoso, dell'universo to il crisma della magnanimità, presentato dal teatro come virtuoso. Questo elevare a magnanimità un gesto, che un uomo nella vita reale non compie (che compiono questi personaggi fittizi, allegorici, che non hanno niente di umano) era, secondo Manzoni, rischioso per il pubblico perché era come l'uomo è comunque se si potesse sprigionare un contagio perché catturato dalle idee sublimi: l'uomo quando sente parlare di libertà e di virtù se ne innamora e quindi si rischiava di fare proselitismo molto pericoloso per l'uomo.
Questo è di diffondere un modello, come il suicidio, è uno degli aspetti '700 del rifiuto della tragedia classicistica (Manzoni non dice mai del ma è sottinteso). Gli stessi modelli che lui porta, Voltaire per esempio, lo dicono chiaramente. Non si confronta con il teatro '500: '700 classicistico del non è questo il suo obiettivo polemico. Egli polemizza con il teatro del anche perché si trattava di un mondo non lontano in cui Manzoni era fortissimamente implicato. (E-ra nato nella Milano pre-restaurazione, nel regno italico, respirando una cultura post-rivoluzionaria. Non ci sono più le repubbliche giacobine ma in fondo i letterati sono sempre quelli, dopo la fase più eroica giacobina vengono a patti con i giacobini ma in fondo erano filo-francesi. Non prevedevano la monarchia e l'impero, però ne condividevano la svolta verso i valori. Erano oppositori. Le partitdu silence, fra cui si può annoverare Foscolo.è uno degli esempi più tipici di questo momento tra‘700 ‘800. Questi fine inizi erano filo francesi ma non per come la situazione politica era andata). Di tutti i vari letterati che erano dovuti andare via da Napoli (sotto l’impero Milano era piena del fra-tello di Napoleone nel 1808); era un centro vivace; tutti quelli che avevano appoggiato la Repubblica o la democrazia sono a Milano. Foscolo stesso aveva avuto insegnamenti a Pavia anche se perè l’ambiente Infatti il suo primo poemetto “Il poco nel 1805. Questo del giovane Manzoni. trionfoè un poemetto anti-religioso della libertà” contro la religione cattolica, contro i tiranni. È un inno alla rivoluzione cattolica, a Bruto. Prima che avesse la conversione anche lui partecipava di questa Quando c’è cultura. il salto questo discorso diventa il suo problema.‘800 Per il nostro teatro, per la nostra letteratura del primo (la diffusione anche inItalia delle idee dil'adesione anche al romanticismo non è indolore, comporta degliShlegel, di Madame de Stael) a caso nasce il giornale "il perchéscontri tra classicisti e romantici molto forti. Non Conciliatore"vuole conciliare opposte direzioni.La "Francesca di Pellico, è l'esempio piùda Rimini" che viene rappresentata qualche anno prima,evidente della commistione di più tendenze: Pellico da un lato scopre Shakespeare e se ne innamoraprofondamente ma da un'altra conosce e ama Alfieri che per i giovani letterati rappresentava unatendenze. È l'argomentosorta di vate. La Francesca da Rimini è un incrocio tra tutte queste medie-vale in omaggio alla nuova tendenza (anche se già a fine 700 si era andati in quella direzione):l'amore Da un'altra parteacquista una funzione rilevante e quindi il significato politico è mediato.c'è il rispetto delle
unità quindi non è del tutto romantico. I personaggi richiamano alla mente Alfieri quindi c'è questa sovrapposizione di modelli. Questi giovani letterati che entreranno nella Carboneria (molti scrittori erano cospiratori, partecipano ai moti. Questa tendenza era nata precedentemente con il giacobinismo. Si pensa che la Carboneria sia nata dai raggi, che vuol dire ramificazione, che già nel 1798 volevano l'unità d'Italia. c'era la Nasce in Emilia dove Repubblica Cispadana). Il teatro nelle repubbliche giacobine (durano poco 1796-1800 tra Repubblica Cisalpina, Cispadana e era già stato considerato l'attività educativa permanente e il mezzo di educazione Partenopea) alla rivoluzione più alto e più efficace. Infatti nel repertorio della Repubbliche Giacobine Alfieri era rappresentato: non solo i letterati avevano questa idea ma gli stessi governi provvisori avevano istituito nella loro
municipalità premi per chi scriveva le tragedia migliori; si erano aperti teatri pubblici, si organizzano spettacoli pubblici. In questo clima di fervore il genere più rappresentato era la tragedia. In questa centralità del teatro, che in questi anni conosce una grande fortuna (Foscolo), non c'è letterato che non si esprima attraverso la tragedia che si basa su quella di Alfieri. Manzoni nasce in questo clima. Leggendo le sue tragedie ci accorgiamo che non è riuscito ad agganciarsi all'aspetto romantico europeo, lui come gli altri. Il classicismo viene rifiutato nelle regole (rifiuto delle all'interno di una tradizione, quella di azione in parte resta), si riallaccia a Shakespeare. In Alfieri, i versi, il linguaggio sublime, l'uso di figure retoriche, avevano una sua coerenza classicistica, una sua coerenza. Non si riesce a staccare dai versi. Non c'è il coraggio di passare alla prosa co-za. Adesso da un lato Con la prosa si.cambia registro. Non c'è la capacità di usare vari regi-me era successo in Germania. '900stri (tragedia e commedia). I nostri autori sono incapaci. Bisogna aspettare il per vedere unaÈ un'altracommistione di generi cosa che però non ha più niente a che vedere con il romanticismo.italiane in cui si nota l'argomento moderno (medievale,storia. (Abbiamo tragedie ottocenteschedante diventa un serbatoio, corrisponde a situazioni politiche pre-risorgimentali italiane. Tutto ildell'antica Greciapensiero di dante corrisponde), (classicismo=valori contro cultura nordica cheporterebbe con sé superstizioni legate a un eccessivo peso assunto dalla religione)).L'aspetto più importante della tragedia di Manzoni riguarda il finale che diventa un banco di provadel cambiamento in quanto, come si è accennato, Manzoni rifiuta il suicidio. Secondo lui non occor-re più rappresentare personaggi che si tolgono
al vita. Il personaggio di Adelchi verrà mostrato, quando viene tradito d