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Riassunto esame Letteratura Spagnola, prof. Liano, libro consigliato Yerma, Lorca Pag. 1
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Yerma

è un aggettivo di genere femminile che in lingua spagnola significa deserto, arido. La stessa parola è anche un nome di donna... non un nome tipico della cultura iberica, ma il nome che Federico Garcia Lorca ha deciso di assegnare alla protagonista della seconda opera che costituisce la trilogia rurale.

Il dramma, scritto tra il 1933 e il 1934, prende il nome dalla donna di cui racconta la storia; però, più che una narrazione, questa produzione può essere definita un poema tragico.

La figura femminile principale viene studiata e analizzata in ogni sua singola azione, pensiero, evoluzione interiore. Nonostante il personaggio di Yerma sia sempre bloccato e limitato in luoghi chiusi (ovunque Yerma si trovi sono presenti oggetti che limitano lo spazio: le pareti della casa, le mura del cortile e, anche all'aperto, mentre si dirige presso i campi dove lavora il marito, il tragitto è delimitato da filari di alberi), la sua psicologia interiore si presenta tutt'altro che statica, in continuo fermento.

Ma cosa rende inquieta questa donna? "No hay en el mundo fuera como la del deseo" diceva Lorca, ed è proprio il desiderio di un figlio ad animare Yerma, il cui nome, però, ne segna anche il triste destino.

L'opera trova il suo incipit in un'atmosfera onirica: Yerma addormentata sogna di un pastore con in braccio un bambino, oggetto di ciò che si rivelerà essere la sua ossessione.

Nonostante siano passati già 2 anni e 20 giorni dalla data delle nozze (la componente temporale è determinante), Yerma e suo marito Juan, un contadino della campagna andalusa dedito più al lavoro nei campi che alla vita coniugale, non hanno ancora avuto figli.

Il tema dell'opera, già racchiuso nel nome della protagonista, è dunque la sterilità nella coppia.

Yerma inizia a porsi domande, a mettere in discussione la sua femminilità e la sua capacità di procreare. Pressata da una società sempre pronta a giudicare l'individuo, Yerma sente venir meno il suo ruolo di donna come fautrice della vita. Il buon costume e i ruoli stereotipati imposti dagli ideali dell'epoca la portano a tramutare il desiderio di maternità in esigenza e, poi, in ossessione.

Tutta la vicenda viene commentata dai canti delle lavandaie, che costituiscono il coro in questa tragedia. Ruolo fondamentale di queste figure corali (come per i leñadores in "Bodas de sangre") è mantenere viva la narrazione, ricapitolando gli eventi e rendendoli chiari anche al più distratto degli spettatori. Le lavandaie sono anche lo specchio della società che circonda la coppia di contadini, la cui storia non rimane privata in nessun aspetto.

Nonostante le pressanti richieste della moglie (invano gli anni passati senza figli sono diventati 3), Juan non accenna ad esularla; si limita semplicemente a rifugiarsi nel lavoro per evitare l'argomento. La figura maschile presentata dall'autore non è forte (come quella di Leonardo in "Bodas de sangre"), appare mediocre e costruita in funzione di Yerma. Se la protagonista interpreta l'eroina che lotta contro un destino che ha già deciso per lei, Juan si

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Publisher
A.A. 2009-2010
3 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/05 Letteratura spagnola

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Kushikushi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura spagnola e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Liano Dante.