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ALFONSO X EL SABIO

X el Sabio. ( : prima standardizzazione della lingua spagnola)

Come vediamo dai testi, troviamo una lingua che sta a metà tra il latino, con influenze

arabe, francesi, una lingua che si sta sviluppando anche oggi, in evoluzione.

Prime testimonianze in ibero-romanzo

Ibero-romanzo non è castigliano: è tutto l’insieme di lingue romanze che si parlano nella

penisola iberica.

I testi scritti sono il finale di una produzione, sono testimonianze di qualcosa che

oralmente si potrebbe essere diffuso anche cento anni prima, ma senza aver lasciato resti.

Il castigliano poteva essere che si stesse parlando già 200 anni prima delle fonti scritte che

abbiamo, ma non possiamo saperlo.

Le date che noi abbiamo sono testimonianze scritte, non di quando si parlava già in quel

modo quella lingua. Quando si scrive una lingua, la si sta già parlando, significa che è già

diffusa. I pastori che parlavano inizialmente il castigliano non lo scrivono.

E’ solo quando diventa lingua di cultura e comunicativa che si inizia a scrivere, e noi

possiamo vedere solo questa seconda parte.

-metà X/XI secolo: dei primi testi scritti sono sopravvissute delle Glosas, la glosas

emilianenses (monastero di san Millan de la Cogolla, Rioja) e la glosas silenses (monastero

di san Domingo de Silos, Burgos). Difficilmente collocabili in un contesto storico, ci sono

diverse dispute, perché i filologi cercavano di retrodatare i testi della propria lingua, come

in competizione con le altre lingue (per dire che gli spagnoli non erano così in ritardo).

Glosas = glosse (note a lato dei manoscritti, sono testi in latino in cui vengono poste note

in lingua romanza; frammenti non letterari). L’esistenza di glosse ci fa capire che all’epoca

il latino non era più compreso da tutti.

La lingua è prima orale (comunicazione verbale), poi ha forme scritte (comunicazione in

glosse o in documenti), poi si comincia a produrre letteratura (sviluppo linguistico ancora

maggiore), si usa la lingua per produrre arte. Tutte e 3 le fasi sono necessarie, una lingua

non può nascere con l’opera artistica.

Queste glosas vengono ritrovate in Castiglia, nei 2 monasteri sopra citati (che sono centri di

grande cultura, in cui si conserva la tradizione latina classica -tramandare testi del passato-

e dove si innova e ci si adatta alla lingua che viene parlata in quel momento, anche per la

diffusione del credo, visto che ormai il latino non si capisce più).

Non è casuale che le glosse vengano ritrovate in questi luoghi, dove per ragioni storiche il

latino era meno conservatore.

Tutta la letteratura medievale è fatta più per essere ascoltata che per essere letta (scritta

ma più per canti, recitazioni, narrazioni da parte dei giullari): la maggior parte della

popolazione era analfabeta. Perché i giullari hanno ruolo chiave nella diffusione linguistica?

Pensiamo ad esempio a quelli che accompagnano i pellegrini del camino de Santiago. Per

essere compresi devono parlare la lingua del popolo, non possono più cantare in latino.

Per andare incontro alle esigenze della situazione linguistica, i giullari si fanno promotori

della lingua castigliana.

12°-inizio 13° secolo: sorta di rinascimento culturale in Europa, nascono le prime

università (la prima in Spagna: Valencia). C’è una classe alta che vuole essere più colta, più

educata.

I temi della letteratura spagnola ed europea medievale sono l’amor cortese, la fortuna

(intesa come destino) e temi legati al filone religioso.

Dispensa p. 3-4

La letteratura medievale fino al ‘300 era anonima, non c’era il concetto di firmare i testi.

Un autore nel Medioevo era tanto più bravo quanto sapeva imitare quello che era stato già

scritto nel passato. Il tema dell’originalità è un concetto che si sviluppa dopo.

L’unico supporto materiale che tramanda questo testo è un manoscritto trovato a Toledo.

La grafia non standardizzata con la pronuncia, in base al metro riusciamo un po’ a capire

come venivano pronunciate le parole al tempo.

FENOMENI LINGUISTICI DELLA NASCITA DEL CASTIGLIANO:

- c e q oscillano (fino al ‘700)

- ch per k: “achesta”

- Primas (con la s per analogia con altri termini che terminano in -s)

- sedere > seere > seer > ser (sedere voleva dire stare)

- f diventa h in tutte le parole che iniziano per f latina (ferrum -> hierro)

- futuro scomposto molto frequente nel Medioevo (“aoralo è”)

- e accentata latina breve passa in castigliano a dittongo <ie>: terra -> tierra; lo stesso con

la o, che diventa <ue> porto -> puerto; ovum -> huevo (fenomeno più importante del

vocalismo tonico castigliano, grande differenza tra vocalismo occidentale e orientale, tra

quello spagnolo e quello italiano: la e in italiano non dittonga, in spagnolo sì)

- la grafia non è fissata, non c’è una norma, per questo si trovano differenze linguistiche

all’interno di uno stesso testo (es: “nocte” e “noche”). Magari in un monastero si scriveva

“nocte” e in un altro “noche”. Non c’è ancora una centralità, un controllo linguistico (nel

‘600 sarà ancora così, con la nascita delle stamperie: una stamperia di Madrid stampa

diversamente da una di Granada o addirittura da un’altra di Madrid).

- e posta prima della s in posizione iniziale: la s all’inizio di parola in spagnolo non c’è mai

(fenomeno costante quando si sviluppa il castigliano scritto); a tutti i termini latini che

cominciano per s si inserisce la e davanti (stellam > estrella).

- sum > soy (so + ubi) ubi > y sto qui, quindi sono. Poi per analogia anche gli altri verbi

irregolari si costruiscono così alla prima persona.

- hominem > homine > omine > omne > omre (dissimilazione di m e n, per economia

linguistica) > ombre > hombre (aggiunta dell’h è del ‘700/’800, che gli accademici fanno

recuperando l’etimologia classica, cioè: poiché la parola deriva da hominem che comincia

con h, allora si aggiunge l’h).

- senior: ni > ñ

Chierico colto (chiuso nei conventi a copiare testi) VS giullare (che va nelle piazze a

rallegrare il popolo). Due figure contrastanti, ma l’uno influenza l’altro e viceversa.

Entrambi hanno molto chiari la diffusione sia della cultura che della lingua.

Ruolo dei giullari, secondo Pidal, è anche più importante di quello dei chierici, in quanto i

giullari devono divertire e per questo deve esercitarsi nella lingua, per avvicinarsi il più

possibile alla lingua parlata (perché funzioni il gioco).

Serie di ripetizioni che troviamo nell’epica: perché? Per orientare l’ascoltatore, come se

fosse un ritornello, una formula che ritorna. Per una funzione in piazza, per attrarre

l’attenzione del pubblico.

Testi medievali di Chretien de Troyes (ciclo bretone): descrizione dei vestiti delle dame,

delle armature, della spada perché ascoltarlo era piacevole, era quello che il pubblico

voleva. Queste parti non hanno alcun interesse narrativo, ma erano fatte per essere

ascoltate, non lette. Questioni che oggi sono antinarrative (la narrazione non va avanti).

Stiamo parlando di poesia, fino al ‘200, la prosa è molto più lenta a svilupparsi. Primeggia il

verso, perché è più efficace, più facile per essere cantato.

Poesia soprattutto epica. Perché? Perché è quella fatta di lotte, guerre, conquiste, in un

periodo di guerre.

Dialogo: rende l’azione viva e più vivace.

Anche le ripetizioni come “è vero/non è vero”: strumento retorico per convincere il

pubblico.

Si tratta, perciò, di letteratura di intrattenimento e orale.

13° secolo il Castigliano è la lingua:

-dell’amministrazione

-lentamente della prosa

-dell’epica (quindi imitazione delle chanson francesi).

Per la lirica (poesia d’amore, poesia religiosa) ci sarà da aspettare ancora (per ora è in

lingua galaico-portugues, gallego-portoghese, quindi la lingua che si parla in Galizia e

Portogallo, la quale ha una lunga tradizione letteraria, più antica di quella castigliana,

perciò perché il castigliano la soppianti bisogna aspettare il secolo successivo).

EPICA SPAGNOLA

11° secolo: si fomenta piccola nobiltà castigliana e sorge il feudalesimo spagnolo.

Questa piccola nobiltà castigliana è quella di cui appartiene il Cid.

Metà 11° secolo: la Castiglia inizia a unificare le altre regioni in questo momento

nasce l’epica.

L’epica nasce in questo momento perché è letteratura di propaganda, come se fosse

pubblicità contro i mori, gli arabi, contro il concetto di Al Andalus.

Letteratura militante, serve ad animare alla guerra e a creare le leggende e le figure

di eroi.

Francia: nazione dell’epica, situazione parallela alla Spagna, per questo: epica

precoce in Spagna. In Italia si comincia a parlare di epica verso il ‘400, molto più

avanti, perché non c’è il contesto in cui la letteratura appoggia la lotta.

CARATTERI DELL’EPICA SPAGNOLA

Tutti gli studi effettuati sono parziali, si basano su pochissime testimonianze

ritrovate. Letteratura fino a oggi (questa lezione): tutta anonima.

La grossa difficoltà è parlare di una letteratura che era orale ma studiandola

attraverso testi scritti, soprattutto testi scritti successivamente, quindi giunti a noi

attraverso riscritture e copie successive a quando furono composti.

Caratteri:

-anonimato. Gli autori dell’epica generalmente sono i giullari, i cantastorie, che

raccontano le gesta epiche e soprattutto le conquiste degli eroi castigliani.

E’ anonimato per questioni “ideologiche”: l’epica nasce come manifestazione

popolare, non del singolo, è come se tutti fossero parte di questi testi. E’ letteratura

in parte popolare, anche se vedremo che ci sono elementi colti, ma nasce come

espressione collettiva del popolo, non singola dell’autore, come se fosse la voce

della Castiglia. Letteratura idealizzata, come strumento del popolo: non è una

cronaca, ma è esaltazione di una parte (Castiglia).

-orale: recitata, in ambienti pubblici, come le strade. Probabilmente era anche

accompagnata da musica, il ritmo probabilmente era più importante del metro.

-temi consueti dell’epica, temi eroici: si narrano le imprese dei condottieri, le

vicende degli eroi e generalmente le vicende di quella piccola nobiltà guerriera, che

è quella più vicina all’ascoltatore e di facile identificaz

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Publisher
A.A. 2016-2017
91 pagine
5 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/05 Letteratura spagnola

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sere.mu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura spagnola I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Bresadola Andrea.