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Un altro gruppo che si forma in questo periodo è quello dei JORNALEROS (= braccianti), che non
hanno né la terra né un padrone fisso, e il loro unico valore è quello di essere cristianos viejos.
Due sono i valori importanti (che ritornano spesso nel “Don Chisciotte”):
- l’onore asse importante e antico della cultura spagnola, recuperato e rafforzato dai Re
cattolici.
- la purezza di sangue concetto nuovo introdotto dai Re cattolici. Puro è colui che vanta di
non avere mai avuto in famiglia né Ebrei né Mori. “Tener la sangre limpia” diventa
un’ossessione. Solo i Cristiani sono attestati in fatto di purezza e possono così accedere alle
cariche pubbliche.
La popolazione si divide in due gruppi:
- Cristianos viejos sono sempre stati Cristiani.
- Cristianos nuevos vengono guardati con sospetto e avversione.
La differenza tra conversione sincera, conversione forzata e conversione di comodo proviene dalla
Spagna delle tre culture alcuni si sono convertiti per poter rimanere in territorio spagnolo.
I Cristianos nuevos, prima, avevano un buon potere economico, per questo si sono convertiti: per
non perdere i loro beni e le loro attività. I Cristainos viejos, invece, sono poveri (come Sancho, un
contadino senza niente) dislivello nella società.
Si genereranno meccanismi di corruzione per produrre attestati falsi di purezza di sangue solo i
benestanti possono cercare di ottenerli.
L’onore, invece, non si può conquistare ma solo tramandare lettura moderna di un concetto
antico: l’onore è vincolato al sangue, quindi alla nobiltà di nascita. gruppo rigido.
HONOR 2 categorie:
- honor vertical = onore che ogni suddito ha nell’organizzazione sociale dello Stato, che è
organizzato come una piramide dove ognuno ha una sua propria collocazione: Re, nobiltà,
piccola nobiltà, (manca la borghesia), letrados, popolo. Quella dell’onore è una qualità
fisica, quindi chi nasce nel popolo, nel popolo deve rimanere inflessibilità delle fasce
basse, perché non possiedono le qualità morali che si tramandano. Nei Secoli d’Oro si vale
per il posto che si occupa nella piramide sociale. Esiste il codice dell’onore che tutti devono
conoscere per muoversi nella società e che ha un’importanza straordinaria perché regola tutti
i rapporti.
Cfr. Lope de Vega tema dell’onore fisico. Solo Calderón de la Barca tratterà l’onore
come una categoria dell’anima.
- honor orizontal (honra) = fama, prestigio all’interno di ogni fascia.
Perdere l’onore vuol dire perdere la vita, perché non si ha più un posto all’interno della società.
L’onore ha un aspetto maschile e uno femminile. Quello femminile risiede nelle donne e se una
donna viene disonorata, il padre/marito/fratello deve ristabilire l’ordine esiste un codice: nel caso
in cui si tratti di una figlia disonorata, il padre deve combinare un matrimonio con l’uomo che l’ha
disonorata; se il matrimonio non si può fare, allora il padre deve o ucciderla o chiuderla in convento
per farle riguadagnare l’onore. Bastano una semplice chiacchiera o false voci per far perdere l’onore
a una donna.
Anche per quanto riguarda l’onore maschile ci sono delle regole: un uomo appartenente ad una
fascia bassa non può sfidare a duello; all’interno dello stesso gruppo si deve sfidare a duello per
restituire l’affronto; ci si può sfidare solo con armi bianche, non con armi da fuoco (sarebbe una
vergogna).
Poco a poco anche l’onore inizia a diventare conquistabile, perché nascono due valori nuovi: il
denaro (con cui si possono comprare i titoli nobiliari e, quindi, ottenere l’onore) e il lavoro (con cui
si può ottenere denaro).
La militarizzazione costante della Spagna costa molto e la Corona ha bisogno di finanze. Ma il
sistema fiscale è poco equo, pagano solo i non nobili. I cristianos nuevos riescono a scalare la
piramide, invece i cristianos viejos restano ancora più incastrati e poveri.
Chi ha i soldi ha anche un titolo nobiliare, quindi non paga le tasse bancarotta dello Stato
allora si vendono titoli nobiliari per riuscire ad ottenere denaro a breve termine.
Prima le tasse erano collettive e ogni Paese aveva un tributo da pagare; ora, invece, ci sono sempre
meno contribuenti perché ci sono sempre più nobili, che per legge non possono lavorare ma solo
amministrare si crea una situazione insostenibile di disuguaglianza, perché la legge non è uguale
per tutti in Spagna.
C’è una gerarchia anche all’interno della nobiltà:
- Re
- Grandi di Spagna (sono poche le famiglie titolate nel ‘600 sono solo 12).
- Nobili titolati non sono in sintonia con la corona, ma separati da essa. Sono i nobili della
campagna, che gestiscono grandi appezzamenti di terreno, le señorias.
- Nobili non titolati, suddivisi in tre gruppi abbastanza mobili: i cavalieri, gli hidalgos (piccoli
nobili che non possono lavorare e che vengono caricaturizzati nella letteratura, ad es. nel
Don Chisciotte) e gli scudieri.
La nuova classe della campagna è quella dei VILLANOS, piccoli proprietari terrieri, non nobili, che
possono lavorare ma devono anche pagare le tasse acquistano sempre più importanza rispetto al
gruppo degli hidalgos.
I PODEROSOS hanno un podere che permette loro di affermarsi nella società, e iniziano così ad
ottenere incarichi che prima erano della piccola nobiltà.
I LABRADORES (come Sancho) rappresentano l’80% della popolazione e ricevono un salario di
51 maravedìs; la loro cultura è patrimonio orale e fra ‘500 e ‘600 assumono importanza come figura
(infatti Sancho non è caricaturale).
Gli artigiani ricevono un salario di 200 maravedìs.
In Spagna la prima istituzione è la famiglia, che è di stampo patriarcale: il padre ha tutti i diritti sui
figli.
Non esiste attività politica. Il municipio è il luogo deputato alla gestione delle piccole necessità di
questo tipo; la corona non ha potere su questo organismo, ma ovviamente subisce l’autorità dei
nobili. I correjidores hanno il compito di indebolire il potere dei municipi.
Nel 1504 sorge un nuovo problema: muore Isabella di Castiglia la Spagna è proiettata verso il
futuro, però è anche frenata dai limiti posti dal problema della successione. Castiglia vuole
nominare erede la figlia Juana la loca (una donna! quindi vorrebbe dire forzare di nuovo le leggi di
successione. Fra l’altro non è ritenuta adatta da molti consiglieri), sposata con Felipe el Hermoso
(Filippo il Bello), l’erede della casa degli Asburgo, la prima dinastia che governa la Spagna fino al
‘700 (poi ci saranno i Borboni) Filippo il Bello non ha il potere, ma introduce la sua stirpe in
Spagna. Però alla morte di Ferdinando nel 1516 viene nominato Re Carlos I, il figlio di Juana
(quindi Juana viene saltata) gli Asburgo ora entrano di diritto in Spagna.
Però sorgono nuovi problemi: Carlos I è visto come uno straniero ed è guardato con diffidenza,
perché non è cresciuto in Spagna ma nelle Fiandre e non sa lo spagnolo.
Gli Asburgo vedono in lui il successore dell’Imperatore Massimiliano, ma la Spagna legge il suo
operato come indirizzato verso gli Asburgo; in seguito verrà accettato.
I nobili, che vogliono riprendersi i diritti persi con i Re cattolici, si propongono come alternativa al
re straniero rivolta delle comuneros (1520-21), che non sono organi della corona, ma hanno
diritti e autonomia. Ma Carlos I sa organizzarsi bene e arriva a Madrid con la sua corte: i suoi
ministri e consiglieri sono tutti fiamminghi e creano malcontento, però riescono anche a trovare
alleati locali questo verrà denunciato dagli ordini mendicanti.
Nel 1519 Carlo I di Castiglia diventa Imperatore con il nome di Carlo V d’Asburgo il
malcontento cresce finché scoppia la rivolta, che parte da Salamanca (a Ovest di Madrid): le
comuneros (classi medie) vogliono avere voce in capitolo e partecipare al governo.
Carlo V ha bisogno di denaro per le spese dell’incoronazione, quindi aumenta le tasse. Parte dei
tributi erano delle comuneros, ma Carlo V consegna tutto ai suoi esattori gli interessi degli
Asburgo vengono visti male, come se la Spagna fosse una colonia dell’Impero e non il nucleo
centrale. Ma la Spagna, soprattutto dopo la conquista del Messico nel 1519, si vede come un
Impero, come una potenza conquistatrice, e non può accettare di essere una colonia degli Asburgo.
Le condizioni che le comuneros vorrebbero imporre sono:
- Un sistema fiscale più leggero rifiuto di nuove tasse.
- Volontà di affermare i diritti della Spagna, contro le ambizioni dinastiche del Re.
- Castiglia non può essere trattata da colonia, perché è il centro progettano di staccarsi
dall’Impero se il Re non accetta queste condizioni.
Ma Carlo V non presta attenzione a queste richieste e va a farsi incoronare. Allora le città (Toledo,
Valencia, …) iniziano a mobilitarsi tutta la penisola vede comuneros che si ribellano. I ribelli
vogliono coinvolgere tutti i gruppi sociali, anche la grande nobiltà, delusa dal nuovo Re perché non
è riuscita a riavere il peso politico precedentemente perso è una rivoluzione trasversale. Il
comando della rivolta, però, non viene dato alla nobiltà, che quindi non si schiera apertamente dalla
parte delle comuneros, perché non sa dove la rivolta andrà a finire. La piccola nobiltà, invece, non
appoggia la rivolta perché teme delle ripercussioni dalla parte del Re fallimento della rivolta,
perché l’appoggio della piccola nobiltà era fondamentale.
Carlo V alla fine prende la decisione di cedere alle pressioni dell’aristocrazia, così la grande nobiltà
ottiene alte cariche politiche la rivolta è spaccata: comuneros VS caballeros (nobiltà).
Poi anche città forti e importanti iniziano ad abbandonare le comuneros, come ad esempio la città di
Burgos (zona Centro-Nord), che commercia nei mari del Nord ed ha interessi nelle Fiandre, quindi
preferisce la protezione della Corona e non si espone nella rivolta. Alla fine la rivolta delle
comuneros viene sedata nel 1521 questa sconfitta rappresenta un passo indietro per quella che
sarebbe potuta diventare la borghesia, ma un passo in avanti per l’aristocrazia.
La casa de los Austrias (gli Asburgo) s