Lingua e Letteratura Spagnola - Cervantes e Don Chisciotte
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- ESERCITO PERMANENTE prima non esisteva, ma per la Spagna è molto importante
perché è sempre in guerra. Quindi la cavalleria perde di significato Don Chisciotte vorrà
resuscitare la cavalleria, che nella sua epoca non esiste già più, così come non c’è più l’eroe
solitario, che ormai è anacronistico.
- CORPO DIPLOMATICO STABILE (ad Aragona c’era già).
- ORGANI DI CONTROLLO FISCALE, per mantenere la regolarità nei finanziamenti dello
Stato.
- BUROCRAZIA AMMINISTRATIVA ORGANIZZATA.
Il Re è la figura più importante sul piano ideologico, rappresenta la nazione di fronte agli altri Stati
e fornisce un sentimento di comunità nazionale, è il garante della giustizia, emana leggi, rappresenta
Dio sulla terra, è una sorta di emanazione divina. Il suo regno diventa una comunità giuridica
territoriale.
Questo si vede bene nelle opere di Lope de Vega, che rappresenta il conflitto tra i signori locali che
non sanno organizzarsi e gli uomini che appartengono al loro territorio.
C’è un rapporto diretto tra l’autorità e il popolo, ed è normale che sia così, perché il Re ha un
contatto diretto con i suoi sudditi (oggi non è più così).
Gli obiettivi del Re sono:
- centralizzare il potere si può raggiungere solo eliminando le opposizioni (i nobili e le
comuneros).
- Recuperare Granada dopo che gli Arabi sono stati eliminati.
I Re si appoggiano alle classi medie (i LETRADOS = giuristi) e alla piccola aristocrazia; privano
l’alta aristocrazia del potere politico (di modo che non interferisca) ma non di quello economico,
anzi la compensano dandole il potere economico. Il potere politico passa così a nuove figure che
non detengono il potere economico.
Nei comuni viene instaurata una forma primitiva di democrazia autonomia, anche se dipendono
sempre dal Re.
Si sviluppa una progressiva rigidità, dal punto di vista del potere e dell’ordine sociale non ci
sono novità, non c’è flessibilità.
Torna il senso del provvidenzialismo anche in America i Re cattolici si sentono eletti da Dio e
iniziano a costruire il potere solo intorno alla loro figura. Quindi i nobili, per ottenere favori e
privilegi, devono spostarsi e seguire la corona a Castiglia corte itinerante. Questo provoca anche
lo spostamento di poveri e mendicanti, che vivevano dell’opera degli ordini dei mendicanti.
Il tutto contribuisce al fenomeno dell’inurbamento = l’esplosione delle città, che non sono pronte ad
accogliere i contadini in cerca di una nuova collocazione. Le risorse umane non usate, allora, vanno
ad incrementare le fasce periferiche della società nascono i PÍCAROS = quelli che tirano a
campare, che praticano l’arte dell’arrangiarsi, del sopravvivere, e sono nullatenenti.
I picari del ‘500/’600 che arrivano nelle città lavorano a giornata, ma nelle città ci sono povertà e
miseria assolute e il lavoro scarseggia. Queste masse non rispettano la legge, né le regole morali e
religiose rappresentano un contrasto con la rigidità della società che si sta configurando.
Un altro gruppo che si forma in questo periodo è quello dei JORNALEROS (= braccianti), che non
hanno né la terra né un padrone fisso, e il loro unico valore è quello di essere cristianos viejos.
Due sono i valori importanti (che ritornano spesso nel “Don Chisciotte”):
- l’onore asse importante e antico della cultura spagnola, recuperato e rafforzato dai Re
cattolici.
- la purezza di sangue concetto nuovo introdotto dai Re cattolici. Puro è colui che vanta di
non avere mai avuto in famiglia né Ebrei né Mori. “Tener la sangre limpia” diventa
un’ossessione. Solo i Cristiani sono attestati in fatto di purezza e possono così accedere alle
cariche pubbliche.
La popolazione si divide in due gruppi:
- Cristianos viejos sono sempre stati Cristiani.
- Cristianos nuevos vengono guardati con sospetto e avversione.
La differenza tra conversione sincera, conversione forzata e conversione di comodo proviene dalla
Spagna delle tre culture alcuni si sono convertiti per poter rimanere in territorio spagnolo.
I Cristianos nuevos, prima, avevano un buon potere economico, per questo si sono convertiti: per
non perdere i loro beni e le loro attività. I Cristainos viejos, invece, sono poveri (come Sancho, un
contadino senza niente) dislivello nella società.
Si genereranno meccanismi di corruzione per produrre attestati falsi di purezza di sangue solo i
benestanti possono cercare di ottenerli.
L’onore, invece, non si può conquistare ma solo tramandare lettura moderna di un concetto
antico: l’onore è vincolato al sangue, quindi alla nobiltà di nascita. gruppo rigido.
HONOR 2 categorie:
- honor vertical = onore che ogni suddito ha nell’organizzazione sociale dello Stato, che è
organizzato come una piramide dove ognuno ha una sua propria collocazione: Re, nobiltà,
piccola nobiltà, (manca la borghesia), letrados, popolo. Quella dell’onore è una qualità
fisica, quindi chi nasce nel popolo, nel popolo deve rimanere inflessibilità delle fasce
basse, perché non possiedono le qualità morali che si tramandano. Nei Secoli d’Oro si vale
per il posto che si occupa nella piramide sociale. Esiste il codice dell’onore che tutti devono
conoscere per muoversi nella società e che ha un’importanza straordinaria perché regola tutti
i rapporti.
Cfr. Lope de Vega tema dell’onore fisico. Solo Calderón de la Barca tratterà l’onore
come una categoria dell’anima.
- honor orizontal (honra) = fama, prestigio all’interno di ogni fascia.
Perdere l’onore vuol dire perdere la vita, perché non si ha più un posto all’interno della società.
L’onore ha un aspetto maschile e uno femminile. Quello femminile risiede nelle donne e se una
donna viene disonorata, il padre/marito/fratello deve ristabilire l’ordine esiste un codice: nel caso
in cui si tratti di una figlia disonorata, il padre deve combinare un matrimonio con l’uomo che l’ha
disonorata; se il matrimonio non si può fare, allora il padre deve o ucciderla o chiuderla in convento
per farle riguadagnare l’onore. Bastano una semplice chiacchiera o false voci per far perdere l’onore
a una donna.
Anche per quanto riguarda l’onore maschile ci sono delle regole: un uomo appartenente ad una
fascia bassa non può sfidare a duello; all’interno dello stesso gruppo si deve sfidare a duello per
restituire l’affronto; ci si può sfidare solo con armi bianche, non con armi da fuoco (sarebbe una
vergogna).
Poco a poco anche l’onore inizia a diventare conquistabile, perché nascono due valori nuovi: il
denaro (con cui si possono comprare i titoli nobiliari e, quindi, ottenere l’onore) e il lavoro (con cui
si può ottenere denaro).
La militarizzazione costante della Spagna costa molto e la Corona ha bisogno di finanze. Ma il
sistema fiscale è poco equo, pagano solo i non nobili. I cristianos nuevos riescono a scalare la
piramide, invece i cristianos viejos restano ancora più incastrati e poveri.
Chi ha i soldi ha anche un titolo nobiliare, quindi non paga le tasse bancarotta dello Stato
allora si vendono titoli nobiliari per riuscire ad ottenere denaro a breve termine.
Prima le tasse erano collettive e ogni Paese aveva un tributo da pagare; ora, invece, ci sono sempre
meno contribuenti perché ci sono sempre più nobili, che per legge non possono lavorare ma solo
amministrare si crea una situazione insostenibile di disuguaglianza, perché la legge non è uguale
per tutti in Spagna.
C’è una gerarchia anche all’interno della nobiltà:
- Re
- Grandi di Spagna (sono poche le famiglie titolate nel ‘600 sono solo 12).
- Nobili titolati non sono in sintonia con la corona, ma separati da essa. Sono i nobili della
campagna, che gestiscono grandi appezzamenti di terreno, le señorias.
- Nobili non titolati, suddivisi in tre gruppi abbastanza mobili: i cavalieri, gli hidalgos (piccoli
nobili che non possono lavorare e che vengono caricaturizzati nella letteratura, ad es. nel
Don Chisciotte) e gli scudieri.
La nuova classe della campagna è quella dei VILLANOS, piccoli proprietari terrieri, non nobili, che
possono lavorare ma devono anche pagare le tasse acquistano sempre più importanza rispetto al
gruppo degli hidalgos.
I PODEROSOS hanno un podere che permette loro di affermarsi nella società, e iniziano così ad
ottenere incarichi che prima erano della piccola nobiltà.
I LABRADORES (come Sancho) rappresentano l’80% della popolazione e ricevono un salario di
51 maravedìs; la loro cultura è patrimonio orale e fra ‘500 e ‘600 assumono importanza come figura
(infatti Sancho non è caricaturale).
Gli artigiani ricevono un salario di 200 maravedìs.
In Spagna la prima istituzione è la famiglia, che è di stampo patriarcale: il padre ha tutti i diritti sui
figli.
Non esiste attività politica. Il municipio è il luogo deputato alla gestione delle piccole necessità di
questo tipo; la corona non ha potere su questo organismo, ma ovviamente subisce l’autorità dei
nobili. I correjidores hanno il compito di indebolire il potere dei municipi.
Nel 1504 sorge un nuovo problema: muore Isabella di Castiglia la Spagna è proiettata verso il
futuro, però è anche frenata dai limiti posti dal problema della successione. Castiglia vuole
nominare erede la figlia Juana la loca (una donna! quindi vorrebbe dire forzare di nuovo le leggi di
successione. Fra l’altro non è ritenuta adatta da molti consiglieri), sposata con Felipe el Hermoso
(Filippo il Bello), l’erede della casa degli Asburgo, la prima dinastia che governa la Spagna fino al
‘700 (poi ci saranno i Borboni) Filippo il Bello non ha il potere, ma introduce la sua stirpe in
Spagna. Però alla morte di Ferdinando nel 1516 viene nominato Re Carlos I, il figlio di Juana
(quindi Juana viene saltata) gli Asburgo ora entrano di diritto in Spagna.
Però sorgono nuovi problemi: Carlos I è visto come uno straniero ed è guardato con diffidenza,
perché non è cresciuto in Spagna ma nelle Fiandre e non sa lo spagnolo.
Gli Asburgo vedono in lui il successore dell’Imperatore Massimiliano, ma la Spagna legge il suo
operato come indirizzato verso gli Asburgo; in seguito verrà accettato.
I nobili, che vogliono riprendersi i diritti persi con i Re cattolici, si propongono come alternativa al
re straniero rivolta delle comuneros (1520-21), che non sono organi della corona, ma hanno
diritti e autonomia. Ma Carlos I sa organizzarsi bene e arriva a Madrid con la sua corte: i suoi
ministri e consiglieri sono tutti fiamminghi e creano malcontento, però riescono anche a trovare
alleati locali questo verrà denunciato dagli ordini mendicanti.
Nel 1519 Carlo I di Castiglia diventa Imperatore con il nome di Carlo V d’Asburgo il
malcontento cresce finché scoppia la rivolta, che parte da Salamanca (a Ovest di Madrid): le
comuneros (classi medie) vogliono avere voce in capitolo e partecipare al governo.
Carlo V ha bisogno di denaro per le spese dell’incoronazione, quindi aumenta le tasse. Parte dei
tributi erano delle comuneros, ma Carlo V consegna tutto ai suoi esattori gli interessi degli
Asburgo vengono visti male, come se la Spagna fosse una colonia dell’Impero e non il nucleo
centrale. Ma la Spagna, soprattutto dopo la conquista del Messico nel 1519, si vede come un
Impero, come una potenza conquistatrice, e non può accettare di essere una colonia degli Asburgo.
Le condizioni che le comuneros vorrebbero imporre sono:
- Un sistema fiscale più leggero rifiuto di nuove tasse.
- Volontà di affermare i diritti della Spagna, contro le ambizioni dinastiche del Re.
- Castiglia non può essere trattata da colonia, perché è il centro progettano di staccarsi
dall’Impero se il Re non accetta queste condizioni.
Ma Carlo V non presta attenzione a queste richieste e va a farsi incoronare. Allora le città (Toledo,
Valencia, …) iniziano a mobilitarsi tutta la penisola vede comuneros che si ribellano. I ribelli
vogliono coinvolgere tutti i gruppi sociali, anche la grande nobiltà, delusa dal nuovo Re perché non
è riuscita a riavere il peso politico precedentemente perso è una rivoluzione trasversale. Il
comando della rivolta, però, non viene dato alla nobiltà, che quindi non si schiera apertamente dalla
parte delle comuneros, perché non sa dove la rivolta andrà a finire. La piccola nobiltà, invece, non
appoggia la rivolta perché teme delle ripercussioni dalla parte del Re fallimento della rivolta,
perché l’appoggio della piccola nobiltà era fondamentale.
Carlo V alla fine prende la decisione di cedere alle pressioni dell’aristocrazia, così la grande nobiltà
ottiene alte cariche politiche la rivolta è spaccata: comuneros VS caballeros (nobiltà).
Poi anche città forti e importanti iniziano ad abbandonare le comuneros, come ad esempio la città di
Burgos (zona Centro-Nord), che commercia nei mari del Nord ed ha interessi nelle Fiandre, quindi
preferisce la protezione della Corona e non si espone nella rivolta. Alla fine la rivolta delle
comuneros viene sedata nel 1521 questa sconfitta rappresenta un passo indietro per quella che
sarebbe potuta diventare la borghesia, ma un passo in avanti per l’aristocrazia.
La casa de los Austrias (gli Asburgo) si può dividere in due dinastie:
- los Austrias mayores (XVI sec.): Carlos I (1516-1556) e Felipe II (1556-1598)
espansione, crescita, sviluppo. Cervantes nasce nel 1547, quindi scrive sotto il Regno di
Felipe II.
- Los Austrias menores (XVII sec.): Felipe III (1598-1621), Felipe IV (1621-1665) e Carlos II
(1665-1700) sviluppo e crescita minori lasciano un segno meno importante. Nel 1700,
poi, arrivano i Borboni.
LOS AUSTRIAS MAYORES (1516-1598)
Nel 1522 Carlos I torna dopo l’incoronazione e mette in atto una riorganizzazione politica: non
vuole che tutta la nobiltà acceda a cariche politiche dopo le concessioni da lui fatte. Allora dà più
potere ai consejos specializzati, che fanno riferimento direttamente al Re e si occupano di un settore
particolare della vita pubblica i letrados ottengono quindi un riconoscimento.
Poi Carlos I ricostruisce la monarchia attorno a Castiglia era ciò che volevano gli Spagnoli, così
li accontenta.
Tra la popolazione si diffonde il sentimento del “querer ser más” = voler essere di più.
Sul modello del Consejo Real di Castiglia (che si occupa dell’amministrazione interna) e del
Consejo de Aragon di Aragona, Carlos I e suo figlio costruiscono i nuovi consigli:
- Consejo de Indias (1524), che si occupa dei rapporti con i territori americani, dello
sfruttamento delle risorse e del problema della colonizzazione.
- Consejo de Italia (1555), che si occupa dell’amministrazione dei possedimenti italiani
(Napoli, Sicilia, Milano, …).
- Consejo de Portugal (1580) tra il 1580 e il 1668 il Portogallo viene annesso alla Spagna
ora la Spagna ha tutta la penisola iberica.
- Consejo de Flandes (1588).
- Consejo de Hacienda (1593), che si occupa delle imposte e della riscossione.
L’organizzazione dei consejos crea una macchina burocratica molto complessa. Sotto Felipe II
questo sistema polarizza il regno. Si crea anche una certa difficoltà nell’attribuire le responsabilità:
in caso di problemi non si sa dove trovare il fallo.
È una monarchia autoritaria, che centralizza il potere attorno a Castiglia è il territorio più esteso
e più popolato della penisola iberica e dell’Impero (perché non sanno ancora quanto è grande
l’America), è il principale porto da cui partono le navi per mettersi in contatto con il resto
dell’Impero, è la terra migliore, più fertile, più mite (non ci sono più state ribellioni dopo quella
delle comuneros) e vi si parla la lingua parlata in tutto l’Impero ha grande prestigio.
Dal punto di vista della politica interna, Carlos I mette in atto un progetto di “reconquista” che
porterà il Regno di Castiglia ad estendersi nel Mediterraneo. Nel 1571 Felipe II sconfiggerà la flotta
turca a Lepanto (anche Cervantes partecipa a questa battaglia, nella quale perde l’uso di una mano).
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