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La Spartizione pubblicata da Mondadori nella collana Tornasole, ebbe varie
ristampe e subito grande successo, attirò subito il successo del cinema, del
regista Lattuada che poi lo mise in scena e di attori come Mastroianni e
Tognazzi che poi interpretò Emerenziano.
All'inizio Chiara pensò di chiamare il romanzo Emerenziano o Emerenziano,
parla!, ma poi decise di insistere sul tema della spartizione del maschio
(comune alle Sorelle Materassi). Libro composto di 27 capitoli brevi e in varie
stesure dattiloscritte vediamo diverse varianti: in una versione il finale traeva
diretta ispirazione dalle Sorelle Materassi; immaginando che nel finale le
Tettamanzi si ritirassero in casa sdegnate dalla maldicenza del paese.
LEZIONE 3
Il protagonista della Spartizione è Emerenziano Paronzini, oscuro archivista di
mezza età, che da Cantevria finisce a Luino. All'inizio è Emerenziano ad essere
osservato, in seguito è lui che osserva: va alla caccia di una donna da sposare.
Il padre delle tre sorelle Tettamanzi che Emerenziano nota un giorno in chiesa,
Mansueto; aveva una perversione per la bruttezza e la coltivava con amore
nell'orto sperimentando sui vegetali. Le tre sorelle sono tutte orribili, ma
ognuna di loro ha un particolare che la salva: Tarsilla le gambe, Fortunata i
capelli e Camilla le mani.
Tarsilla è la sorella più "sensibile ai richiami dei sensi", tanto da fare l'occhiolino
al fannullone Paolino. Emerenziano, invitato dalle sorelle a bere il caffè la
domenica, si presenta a casa Tettamanzi e si presenta abbastanza enigmatico.
Non dice nulla di sé oltre a ciò che sappiamo già tramite il narratore. Torna più
volte a "visitare" la proprietà, poi incontra Fortunata per strada e le dà
appuntamento nella biblioteca in cui lavora. Si racconta poi del rendez-vous
con il "demonico" Paolino. Emerenziano chiede la mano di Fortunata, continua
a frequentare la casa e durante un pranzo si verifica l'emblematica scena del
"taglio della mela". Tarsilla prende il posto di Fortunata alla biblioteca e
comincia a utilizzare il convento retrostante la biblioteca per i suoi incontri
erotici con Paolino. Siamo al centro del romanzo, capitolo XIII che da la svolta
"romantico-erotica" al romanzo, in cui c'è la descrizione del convento
abbandonato e l'annuncio del matrimonio alle altre due sorelle. Viene celebrato
il matrimonio, e al ritorno dal viaggio di nozze Fortunata è talmente indisposta
da dover chiedere al marito di dormire sul divano. Paolino, desideroso di
sposare Tarsilla per motivi economici, la vede sfuggirgli perché insidiata dal
cognato e scrive una lettera per denunciare al parroco i loro incontri segreti e
costringerla a procedere a un matrimonio riparatore. Il capitolo in cui il parroco
nascosto nel confessionale assiste all'accoppiamento tra i due è il più lungo e
boccaccesco del romanzo. Tarsilla si rifiuta di sposare Paolino e comincia ad
accogliere il cognato nel proprio letto. Emerenziano insidia anche Camilla, e le
sue notti sono scandite con estrema precisione tra le tre sorelle; tutto ciò
osservato dall'inorridita serva Teresa.
Siamo negli anni del fascismo, e nel paese cominciano a trapelare voci sul
ménage à quatre di casa Tettamanzi. Una notte Emerenziano le visita tutte e
tre e viene trovato moribondo; le sue ultime parole sono "la camicia!" (invito a
spogliarsi che soleva rivolgere alle tre sorelle nell'entrare nelle loro rispettive
stanze) ma che vengono interpretate come "voglio essere sepolto con la
camicia nera" --> Emerenziano si trasforma in una specie di grottesco
martire/eroe del fascismo: Chiara passa dalla satira di costume alla satira
politica.
Emerenziano come Remo ha portato la vita nel cuore spento del paese e delle
sorelle zitelle.
Tema importante è quello della caccia (abbondano le metafore legate al
mondo venatorio): Emerenziano non è particolarmente ricco né avvenente, le
sue doti per raggiungere i suoi turpi scopi sono calcolo, furbizia, discrezione;
capacità di "discernere" la persona, il luogo e il tempo giusto per poter porre in
atto i propri piani.
Costruendo un eroe di questo tipo, senza doti apparenti, Chiara fa sì che nei
lettori maschi non scatti l'invidia o la competizione ma una sorta di sorridente
ammirazione nei confronti di questo oscuro impiegato di Cantevria che
raggiunge il suo trionfo.
Per quanto riguarda le donne, c'è il tema della liberazione dalla gabbia
ristretta della propria moralità.
Nei libri di Chiara questo "risveglio dei sensi" e del desiderio sembra colpire un
po' tutti i personaggi; ma chi si abbandona ad esso viene colpito solitamente
da una punizione, con una sorta di dualismo ερος/τθανατoς dai risvolti
freudiani.
[Chiara tradusse in lingua corrente un po' di novelle del Boccaccio]. Il romanzo
ha un'epigrafe tratta da Boccaccio.
La scena della mela è fortemente significativa: la mela richiama alla scelta di
Paride tra tre dee, ed è legata alla dimensione dell'erotismo e del peccato dal
simbolismo biblico. Verso la fine del romanzo ci viene data dal narratore
un'altra chiave di lettura: ad attrarre il Paronzini sarebbero state in realtà le
parti marce delle mele. Anche lui gusto dell'orrido come Mansueto (paragone
tra gli orridi vegetali che coltivava e le figlie: "ottenere una cosa davvero brutta
è difficile come ottenere una cosa davvero bella"). Il "maleficio dell'orrido"
colpisce tutti, anche Paolino; che all'inizio mira a Tarsilla per i suoi beni, ma poi
cambia idea e si rende conto di essere stato stregato da lei e dalla sua
mancanza di grazia.
Troviamo il grottesco nella Spartizione nei nomi, nei personaggi e anche
nell'ambito politico. Si dice all'inizio della Spartizione che il fascismo non era
riuscito a influenzare veramente la vita e i costumi della provincia; ma nella
seconda parte del libro quando le tre sorelle abbandonano un po' l'ambiente
clericale si avvicinano alla cultura fascista, spesso in diretta concorrenza con
quella religiosa (ambiti di organizzazione del tempo libero, dell'educazione…). Il
grottesco politico arriva soprattutto nel finale con la storia della camicia, in
chiave buffa e non cupa. Emerenziano diventa simbolo della fede fascista:
personaggio grottesco diventa simbolo di questa ideologia grottesca e legata
spesso al "travestimento".
In precedenza Gadda in "Eros e Priapo" aveva dato una specie di
interpretazione psicanalitica del fascismo, come incarnazione mitica della
virilità.
Nella comicità di Piero Chiara non c'è solo il grottesco: c'è anche il comico di
situazione (equivoci, incomprensioni, incidenti…) che denotano una sorta di
concezione teatrale della vita. Presenza importante qui come nelle Sorelle
Materassi del coro del paese.
LEZIONE 4
Il narratore non è interno: osserva il mondo in modo disincantato e lo conosce
bene, nei particolari. Commenta la vicenda senza dare giudizi diretti, ma
guardando gli effetti delle scelte dei personaggi: sua caratteristica è la
discrezione. Non tratta il peccato sotto forma di scandalo perché per lui non lo
è: lo è solo agli occhi della comunità. Non si comporta da giudice e non insiste
sul patetismo. Fondamentale è il comico: ciononostante, non c'è il lieto fine
(morte di Emerenziano). [Il comico era una scelta abbastanza forte ai tempi di
Chiara.] Narratore: può essere definito "uomo di esperienza", capisce come
vanno le cose e insistenza con espressioni generalizzanti: "sempre", "come
sempre accade", ecc…
Ci sono anche dei "narratori nascosti": coro di voci che corrono in paese (tipico
della narrativa di Chiara). Il lettore diventa quasi parte del coro di voci, un
esempio è all'inizio: la serie di domande del primo paragrafo generano
l'interesse per il nuovo arrivato anche in chi legge.
Il narratore mescola onniscienza e "mistero": in alcuni casi, tra le due opzioni,
preferisce affidarsi alle voci e alle interpretazioni della gente. Il pubblico ha una
cattiveria di fondo: c'è una prevalenza di voci maligne riguardo ai personaggi.
Ma le sorelle sono fondamentalmente indifferenti ai pensieri della gente (pag.
66): esse hanno un'evoluzione nel tempo.
A pag. 144 c'è un esempio del contrasto tra "ciò che è ufficiale" e "ciò che è
vero".
Nel finale prendiamo coscienza della "morale" di questo romanzo, molto
moderna (diversa da quelle della letteratura antica): ci può essere un eroe
anche in un piccolo paese; e questo permette al lettore di riconoscersi nel
personaggio principale del romanzo.
Personaggi: sistema simile a quello delle Sorelle Materassi. Ci sono tre sorelle
la cui vita è sconvolta da un personaggio, che qui viene sdoppiato in
Emerenziano e Paolino; c'è una serva, un padre presente all'inizio; dei
personaggi buffi e né giovani né anziani che però sono quasi reclusi rispetto
alla comunità, nella quali tutti le conoscono.
Spesso nei romanzi di Chiara tutto nasce dal ritratto fisico a cui spesso
corrisponde un ritratto morale (lunghe descrizioni). La vicenda nasce dal
ritratto e coincide con la parabola del personaggio (la vita di Emerenziano).
Non ci sono personaggi inetti o malinconici: Chiara era attratto dal vitalismo.
Emerenziano sa scegliere meglio di Paolino, e per questo trionfa: dote
fondamentale della discrezione.
Nel caso delle donne, le descrizioni vanno quasi a finire nell'orrido (sono rare le
bellezze classiche in Chiara).
Personaggi e nomi buffi che ripetono la dinamica del personaggio: ad esempio
il nome Emerenziano, come il personaggio che lo porta, è normale ma appare
buffo al lettore. Alcuni nomi inducono all'equivoco (tipico in Chiara): Mansueto
è un personaggio rabbioso. Chiara scherza anche sulla toponomastica, con
allusioni (Due Cogliani); nomi però realmente esistenti. Mansueto: padre delle
sorelle. Una delle sue passioni è la caccia (patrocinatore legale dei bracconieri):
nella casa del cacciatore, entra un "cacciatore", Emerenziano, come una volpe.
Ma i ruoli vengono rovesciati: le sorelle tengono in balia e "uccidono" il loro
cacciatore.
Determinismo biologico: passioni per i frutti orridi trasformata e tramandata
geneticamente nella bruttezza delle figlie (solo un particolare le salva).
Mansueto fa loro da tutore fino a un momento prima dell'inizio della vicenda e
dell'arrivo di E