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La vicenda: piuttosto scabrosa, in cui la sessualità ha un ruolo importante ed è
declinata in chiave grottesca e sinistra. 8 capitoli in totale. Tutti i romanzi di
Montalbano e buona parte dei romanzi storici di Camilleri cominciano con una
scena ambientata all'alba. Il fatto che questo libro sia più cupo lo si vede anche
dal fatto che l'inizio è in piena notte: Michelino viene svegliato dalle urla dei
genitori insieme alla cripta. Scena vista dal punto di vista del bambino,
intuiamo subito questa scelta di Camilleri: scene viste e "filtrate" dal punto di
vista di un bambino, uso di un punto di vista di qualcuno che non comprende
tutto quello che succede (tipica strategia del '900), mentre noi adulti dai
dialogati ci rendiamo subito conto della questione. Il piccolo viene mandato
dagli zii: anche qui, dialoghi che noi comprendiamo e il bambino no. "Dote" di
Michelino sta a simboleggiare la proporzione e eccessivo peso che il fascismo
da al tema della virilità: idea dell'uomo sano, maschio adulto che domina sulla
donna. Il padre regala a Michelino un revolver giocattolo (importanza del gioco
della guerra nella militarizzazione dell'infanzia fascista) e alla mamma di
Michelino regala una radio, "La Voce del Padrone". Rimasto solo, Michelino
"gioca agli indiani". Segue un riassunto di quello che succede in estate, 1935,
guerra di Etiopia. Camilleri ci racconta della cugina e del segreto fidanzato
Balduzzo che la umilia. Michelino va dai nonni materni e riesce finalmente ad
"ammazzare un indiano": scena condotta dal suo punto di vista: il lettore
comincia ad insospettirsi, vede qualcosa che non va nella crudeltà di Michelino.
Arriva la divisa dei Figli della Lupa (descritta nei particolari), che indosserà a
settembre all'ingresso nelle Scuole Elementari; gli arriva anche il moschetto dei
Balilla da cui resta affascinato. In quei giorni si comincia a sentire alla radio la
canzone Faccetta Nera. Anche sui giornali a fumetti cominciano a vedersi
strane illustrazioni: Michelino smette di giocare contro gli indiani e comincia a
dare la caccia agli abissini. Salito in solaio, uccide un "abissino" (colomba).
Viene poi portato in Chiesa: si ferma a osservare la statua di San Calogero,
nero; Michelino molto religioso gli sputa addosso. Balduzzo parte per la guerra
d'Etiopia; si avvicina settembre e Michelino va a scuola: tra i suoi compagni c'è
il figlio di un sarto comunista (che accompagna il figlio a scuola e fa una
battuta che fa imbestialire il maestro). Tornato a casa Michelino fa una nuova
domanda ai suoi: cosa sono i comunisti? Michelino a scuola è bravissimo, e ai
genitori viene consigliato di fargli fare delle lezioni private per farlo passare
direttamente in seconda. Michelino va dal maestro Gorgerino, anche presidente
dell'ONB; e il padre viene fatto segretario (uomo di rilievo nell'apparato fascista
locale, tiene discorsi tra cui uno contro l'embargo italiano). Michelino viene
iniziato alla disciplina spartana (obbedienza, virtù, disciplina): il bambino non si
rende conto di essere oggetto di molestie. Durante una visita in chiesa arriva a
perforare la statua di San Calogero col moschetto. I rapporti della madre col
parrino Burruano prendono una strana piega, e Michelino dopo aver fatto la
comunione si sente in colpa per aver "mangiato Gesù": Michelino è un
burattino, prende tutto alla lettera, è una cartina di tornasole che mostra cosa
sarebbe successo se tutti gli insegnamenti del fascismo e della chiesa fossero
stati presi davvero sul serio. Anche un'amica vedova della madre si approfitta
di Michelino, ma lui conserva la sua paradossale innocenza. Nell'autunno viene
presa Macallé. Il padre torna da un viaggio a Roma ed è orgoglioso più che
turbato della storia della vedova: sguardo beffardo di Camilleri all'idea fascista
di virilità. Michelino viene mandato poi a lezione da una vecchia maestra.
Balduzzo muore nella presa di Macallé e lascia sola la zita Marietta. Michelino
comincia a frequentare i sabati fascisti e si allena per mettere in scena la
presa: ragazzi divisi tra abissini e balilla, Michelino si confronta con Alfio e
decide di ucciderlo. Il padre, dicendogli che i comunisti non sono uomini, risolve
il dubbio di Michelino sul fatto di compiere peccato mortale o meno. Michelino
riceve un altro moschetto e cominciano i sogni deliranti in cui a Michelino
compare Gesù: espediente reso celebre da un film, Marcellino Pane e Vino e
Don Camillo. Si avvicina il momento della Cresima, con cui si diventa Miles
Christi: incontra un cappellano infervorato dal fascismo che gli spiega che i veri
nemici sono i comunisti e che bisogna indottrinare i selvaggi abissini. Dopo
molti appostamenti, Michelino agisce per ammazzare Alfio tenendo a mente il
punto 8 del Decalogo del Balilla: Mussolini ha sempre ragione. Pianta il coltello
nel polso di un depravato che tenta di molestarlo al cinema. Vede la madre in
atteggiamenti equivoci col parrino ma non capisce. La madre rimane incinta di
un bambino il cui secondo nome doveva essere Macallé. Michelino rivede la
cugina e confessa la storia dell'ammazzatina (falso amico, significa
semplicemente assassinio, non ha il connotato diminutivo) ma viene preso
come uno scherzo. Ma il segreto confessionale viene infranto: Michelino
continua a venire turbato nel vedere che gli adulti non rispettano le loro stesse
regole. Il padre scopre il tradimento (in questo libro TUTTI tranne Michelino
tradiscono), Michelino va a dormire con la cugina (uniche scene burlesche del
romanzo). Il padre regala a Michelino il libro Cuore che emoziona Michelino.
Vigilia di Natale del 1935, viene fatto un presepio moderno dai nonni con aerei
e abissini. Notte di Capodanno, lui e Marietta vanno a letto insieme, comincia a
venirgli il dubbio di fare cose vantasse, Michelino si arrabbia con Marietta.
Nell'ultimo capitolo Michelino sospetta che il padre e la cugina abbiano una
storia, decide di suicidarsi per aver perso la purezza; non ci riesce e gli viene
un altro sogno delirante in cui gli appaiono la madre e Gesù. Il bambino scrive
una lettera anonima al padre in cui gli dice "Ti sei messo in casa il diavolo" (con
la cugina è guerra aperta): lettera anonima era un'altra tipica situazione nel
costume dell'epoca. Per vendetta la cugina mette continuamente in casa i
dischi di Mussolini per far provare dolore a Michelino. Continuano i sogni
deliranti in cui gli sembra di vedere il padre e la cugina insieme; poi si rende
conto di non sognare, Michelino smette di mangiare e dimagrisce e si fa
sempre più chiara la struttura a climax, sempre più febbrile del libro, ritmata
da sogni e deliri. Una notte si sente chiamato da una voce ultraterrena che gli
intima di fare il suo dovere ed è la conclusione drammatica del libro.
Sfumatura freudiana nella mancanza della madre e l'omicidio del padre.
LEZIONE 5
A che genere appartiene il romanzo? Probabilmente più che di un romanzo
storico o giallo dobbiamo parlare di un romanzo di formazione, politica e
religiosa. Esistono comunque elementi riconducibili al giallo "sicilianamente"
connotato (omicidio con la tanica di benzina, lettere anonime…). Tale libro non
può essere considerato autobiografico sebbene Camilleri stesso fu balilla, egli
voleva semplicemente mostrare come agiva l'educazione.
Il narratore è esterno ma non è narratore onnisciente: come il tipico narratore
ottocentesco, non giudica né commenta. Il punto di vista di questo libro è
sempre quello di Michelino - questo concorre a dare ossessione, un'atmosfera
sinistra. Michelino capisce sempre male, e noi ce ne rendiamo conto: il suo
punto di vista è inattendibile, e il lettore è chiamato a fare uno sforzo in più. Il
fraintendimento a volte è usato in chiave tragica (pag. 22, 81, 144…), talvolta
in chiave comica (sfera della sessualità). Avviene una regressione alla
mentalità del bambino.
L'infanzia è dunque il tema centrale, qui trattato in maniera non idilliaca. Il
bambino in questione è innocente e omicida al tempo stesso. Anche Michelino
è gettato in un mondo adulto, tra inganni; ed è quindi una sorta di burattino: la
lettura che egli ha del mondo è una lettura ingenua. Accetta gli ordini e
comandamenti come gli vengono proposti: qui sta la sua innocenza, che lo
guida verso l'omicidio seriale e il rogo finale. L'innocenza è il tratto principale di
Michelino, a cui egli rimane aggrappato per non tradire i suoi valori. Solo alla
fine Michelino si rende conto, quando vede il padre con la cugina.
In questo libro realtà e immaginazione sono sempre mescolati: es, a pag. 136
quando uccide Alfio dice "pum" con la voce, come durante i suoi giochi.
L'antipatia per Alfio: Michelino era stato deriso da Alfio durante la messa in
scena della presa di Macallé: egli lo uccide colpendolo da dietro, come ogni
nemico indegno. Il comunista era dopotutto considerato un animale.
L'universo dei personaggi: è difficile trovare un personaggio realmente positivo,
tutti sono sopraffatti dalla sessualità, dalla carnalità e tutti sembrano pazzi agli
occhi di Michelino, anche all'interno della famiglia.
Quella di Michelino è una famiglia perfettamente inserita all'interno del regime
fascista e nella morale pubblica, eppure anche dietro alle sue mura di casa e in
sacristia accade di tutto.
"La presa di Macallé" è molto diverso dal libro Cuore. Esso è tutt'altro che
edificante, è disadatto ai bambini. Esistono tuttavia degli elementi simili:
-punto di vista di un bambino
-disgusto per il dialetto a scuola
Michelino è di classe sociale superiore e ciò è dimostrato in diversi modi:
-potere del padre (è la figura che conta, il centro della famiglia)
-acquisto della radio
Questo libro è un perfetto insegnamento della mentalità dell'epoca, e Camilleri
insiste proprio sugli aspetti quotidiani, ad esempio le canzoni: "Voglio vivere
così" (pag. 206), L'inno dei Balilla, "Faccetta nera": essa faceva capire
l'atmosfera ai tempi della guerra d'Etiopia, parlava di un mescolamento tra
italiani e neri. Questa canzone fu dopo poco tempo proibita. Questo rapporto
felice non fu mai realizzato e ciò dà alla situazione una chiave grottesca. Perché
cantare "Faccetta nera" se si odiano i neri?
La radio era un importantissimo strumento di propaganda per comunicare le
vittorie di Mussolini. Anche i martiri di guerra erano degni di memoria: riti per
ricordarli. Messa in scena della presa, anche se spesso si finisce per
trasformare la tragedia in farsa.
Ruolo