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ROMANZI DOPO LA GUERRA
• Roma: '53, romanzo dedicato alla città, celebrazione di Roma.
• Il Doge: '67 dedicato a Venezia.
• Stefanino, nel '69, storia bizzarra di un uomo che al posto della testa ha un
membro; ultimo sberleffo narrativo, favola messa in scena sulla paura del
diverso (sessuale ecc…).
Vicende di composizione
Si ritira a Settignano nei primi anni '30, butta giù, sospende, riprende nel '33 e
'34; nella primavera del '34 consegna alla redazione di Nuova Antologia la
prima puntata: la storia continuò fino ad ottobre. Escono quindi "In Appendice"
ai periodici (feullietone): questo significa dover tener vivo l'interesse dei lettori
delle 5 puntate. Dal carteggio con la rivista emerge anche che ci furono alcune
censure su tematiche sessuali che Palazzeschi dovette accettare.
LEZIONE 3
Si evince già dal carteggio col direttore di Nuova Antologia che Palazzeschi
intendeva scrivere un romanzo molto più leggibile e popolare dei suoi
precedenti come Il Codice di Perelà --> e infatti, grande successo.
Romanzo più venduto degli anni '30 (200.000 copie dopo la IIGM, grande
successo anche per i canoni dei giorni d'oggi). Ristampato più volte, negli anni
'60 passò a Mondadori (da Vallecchi). Inalterato fino all'edizione del '42; venne
poi modificato negli anni '40 da Palazzeschi che apportò alcune varianti
stilistiche: con il passare del tempo Palazzeschi si rende conto che una certa
"patina" toscana si faceva sempre più regionale (per secoli si era parlato il
dialetto). A partire dagli anni '50 con la TV il toscano, prima considerata quanto
più c'era di simile a una lingua nazionale, è sempre più stato respinto come una
varietà regionale, con alcuni termini che "uscirono di scena". [Lo stesso vale,
anche in misura maggiore, per Pinocchio]. Palazzeschi relativamente sobrio a
riguardo, fece solo alcune limature. Successo testimoniato anche da alcune
riduzioni tele/cinematografiche.
Sul titolo: mandò una lettera all'editore della rivista in cui lo rassicurava che
"Sorelle Materassi" non era un bordello. Altro titolo che decise di scartare era
"Le Zie": pone l'accento sul motore della storia, il nipote Remo. Sempre nella
lettera al direttore della rivista definisce questo libro un "romanzetto piccante,
nulla però che possa urtare la sensibilità di qualcuno, pur non essendo un
romanzo per educande": non voleva quindi tornare all'ordine e scrivere un
romanzo del tutto innocuo, ma mettere il provocatorio nel sostrato, ibrido tra
patetico e grottesco, ironia e comprensione. Sembra all'inizio una commedia
buffa per famiglie, e come tale venne letta e viene letta tutt'ora (ciò spiega il
successo), ma nasconde significati profondi su amore e sessualità, e una forte
drammaticità. Palazzeschi riscrive a modo suo una storia raccontata già molte
volte (prima lezione), ma con un tono particolare, non quello drammatico della
Deledda (che pur giunse al successo e addirittura al Nobel) ma con una
fortissima componente vitalistica, grottesca e carnevalesca. Molto spazio dato
ai colpi di scena e alle scene madri: forte per Palazzeschi l'influsso del teatro,
dato che le stesse protagoniste in molti luoghi del testo hanno l'impressione di
vivere in una rappresentazione scenica (fine del capitolo Giselda! Niobe!). Vita
e commedia, e lo vediamo nella parabola delle Sorelle: benessere, caduta,
benessere, caduta, nuovo tentativo di benessere/dignità: schema tipico della
narrativa naturalistica italiana di otto-novecento, declinato da Palazzeschi in
maniera personale; idea dell'eroe che deve creare il proprio destino tipica della
modernità (nelle lettere classiche ciò non c'è: tutto inscritto in un ordine più
grande), arriva con Faust, con Amleto, con Don Giovanni. Seconda tematica
fondamentale è sempre sottopelle, quella della sensualità. Sessualizzato anche
il paesaggio (incipit).
[Romanzo suddiviso in 8 grandi capitoli - Santa Maria a Coverciano - Sorelle
Materassi - Remo - Palle - Teresa e Carolina stanno a vedere, Giselda canta,
Niobe va a vendemmiare - Giselda! Niobe! - Peggy - Sepolte vive]
Santa Maria a Coverciano
Incipit è il capitolo musicale , che tratta la
campagna culla di tanta della nostra letteratura; e in particolare il circondario
di Coverciano. Descritto come un agglomerato di case, un paese non paese,
descritto sempre con metafore al femminile. Sessualizzazione del paesaggio
interessante perché prefigura ciò che avverrà nella storia. Collina regina,
principessa; e pianura che fa da serva (origine dantesca: il purgatorio è un
monte con ai piedi una valle di lacrime, la vita terrena). Moltissime
umanizzazioni, ma inizio tutto sommato tradizionale (visione di insieme, ci
ricorda Il Ramo del Lago). Con numerose "zoommate" poi ci si avvicina alla
casa delle Sorelle. Molti riferimenti nell'introduzione a Boccaccio, con cui
Palazzeschi vuole costruire una parentela (lunga citazione pg.11-12)
soprattutto nei suoi contenuti erotici. Boccaccio grande maestro di scrittori, non
solo di Palazzeschi e Chiara, che "novellando si danno buon tempo".
Nell'intreccio di Palazzeschi si incrociano tante tematiche di matrice
boccaccesca, tante storie parallele che paiono degli indugi descrittivi ma che
poi si ricollegano sempre al filone iniziale (episodio della direttrice).
Sorelle Materassi
L'azione non comincia né nell'incipit né nel capitolo ;
l'azione comincia dopo. Nel capitolo 2 si passa dall'esterno all'interno della
casa, seguendo i clienti che vanno a trovarle. Nel secondo paragrafo si parla
delle sorelle Teresa e Carolina zitelle intorno alla cinquantina che
appartenevano a una buona famiglia mandata in rovina dagli sperperi del
padre. Loro si risollevano grazie a una ferrea religione del lavoro. Sono cucitrici
di bianco, (coprono, nascondono) e abilissime nella loro arte si sostengono a
vicenda e hanno compiti diversi. Mettono in piedi un buon avviato laboratorio
con una clientela distinta, che le eleva un po' dai paesanotti della zona. In casa
loro c'erano altre due donne: la sorella minore, Giselda, che ha sperimentato la
vita ed era stata delusa dal marito e odia l'universo maschile; e Niobe, la serva,
agli antipodi rispetto alle sorelle, una specie di archetipo letterario fin dall'800,
un cuore semplice delusa anche lei dagli uomini che l'hanno messa incinta più
volte. Rito della vestizione in cui comico e patetico si intrecciano.
Remo
E' nel capitolo che incomincia l'azione. Veniamo a sapere che un tempo
le sorelle erano 4, Augusta era la terza (schema: tre sorelle + una lontana).
Arriva lui, l'elemento perturbante, da cui sono tutte affascinate (tranne
Giselda). Si parte quindi da una situazione di autarchia e staticità; per poi
arrivare all'ingresso dell'uomo-sterminatore, che non uccide le zie ma uccide le
loro vecchie personalità. Schema di creazione di un luogo chiuso, isolato,
ordinato, contesto realistico in cui l'imprevisto esplode con maggior forza
(anche nell'horror imponderabile esplode con la stessa strategia). Viaggio in
treno e ritorno, raccontato nei minimi particolari: viaggio in cui loro turbate da
questo elemento estraneo studiano il nipote e sono affascinate dalla sua
straordinaria avvenenza. Noi non abbiamo mai il punto di vista di Remo, non
conosciamo i suoi pensieri riguardo alla situazione. Paradigmatico il viaggio:
loro sono prese dall'esigenza di dare e Remo si dimostra vorace. Turbamento
anche tra coloro che visitano la casa delle donne: porta scompiglio tra i telai, e
iniziano le sue assenze da casa (non sappiamo dove va). Scena della visita
della signora Squilloni, direttrice, che arriva agghindata a far visita alle Sorelle
e rimane coinvolta dal fascino di Remo, che riesce piano piano a farsi benvolere
Palle
e a farsi fare regali come la bicicletta. Stringe una grande amicizia con , a
cui viene dedicato il capitolo più corto del romanzo, quasi una scheggia
staccata dal capitolo Remo. Questa amicizia nasce da una scazzottata; lui ha
un'altra estrazione sociale, è poverissimo, vive solo con la madre proletaria che
ama molto. Teresa e
Il capitolo successivo ha un titolo lungo ed è il più lungo del romanzo:
Carolina stanno a vedere, Giselda canta, Niobe va a vendemmiare :
Remo continua a non combinare niente e a sperperare i soldi delle zie. Ha
un'unica grande passione, la meccanica; dalla bicicletta passa alla moto,
spesso torna a casa con amici e chiede a Niobe di imbandire grandi tavolate. Le
due sorelle grandi fingono di dormire e Giselda lo odia sempre di più. Palle,
odiato dalle zie, gli fa da cavaliere; a un certo punto Remo si presenta con una
bella auto (probabilmente dono di una contessa russa ricchissima che lo aveva
adocchiato). Le sorelle si lasciano trasportare in macchina per il paese, come
"scimmie ammaestrate". La malefatta maggiore di Remo è la necessità di
sposarsi con una poveraccia, con un'ortolana, la bellissima Laurina; che lui
mette incinta. Niobe va "a vendemmiare" un giovane delle colline che per
moltissimi soldi sborsati dalle zie si decida a sposare Laurina. Nel capitolo
"Giselda! Niobe!" Remo costringe le zie a firmare una cambiale per saldare i
suoi debiti: si ritrovano a fronteggiare i debiti come il padre nonostante la loro
fortissima religione del lavoro. Remo le chiude in dispensa per far loro cambiare
idea: apparentemente leggero, il romanzo presenta scene di violenza familiare
Peggy
come questa. Infine nel capitolo , che si apre con un'ellissi (Remo è
partito, 24 anni, ne sono passati 2) le zie si rigirano tra le mani una cartolina
che annuncia il matrimonio con un'americana, Peggy; di cui non è innamorato
ma lei è molto ricca (questo placa le gelosie delle zie e mostra come si sia
attaccato ad un nuovo filone d'oro una volta esaurito quello delle zie). Si
racconta la visita a Coverciano della stereotipata Peggy, coi capelli corti, fuma,
beve e scandalizza (americana era così vista negli anni '30). Matrimonio: le zie
anzianissime si presentano vestite da spose. Partenza oltreoceano di Remo.
Sepolte Vive
Ultimo capitolo, , mostra una situazione di rovina: non escono
più, vedono solo cenere attorno a loro, non lavorano più e non hanno quasi più
nulla da mangiare; le salva infine Remo. Salvataggio paradossale: non le salva
lui, ma il suo ricordo, le sue fotografie, tenute come delle reliquie che fanno
riprodurre in maxiformato. Si scopre infine che anche Niobe si è dilapidata per
dargli tutti i suoi risparmi, e