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Le sorelle Brontë (CHARLOTTE, EMILY, ANNE)

A differenza di quanto si pensi, in origine i fratelli Brontë erano 6 (5 sorelle e 1 fratello). Le due sorelle Maria ed Elizabeth (le maggiori) muoiono di tubercolosi, rispettivamente a 11 e a 9 anni; il fratello Branwell (quartogenito, dopo Charlotte) condivide con le altre sorelle l'amore per la letteratura e per l'arte, ma condurrà una vita dissoluta che lo porterà ad una forte depressione, morendo poi anche a causa degli effetti dell'alcol e dell'oppio. Emily morirà tre mesi dopo a causa della tubercolosi. Sei mesi dopo morirà anche Anne. Charlotte morirà all'età di 39 anni, probabilmente a causa di diverse complicazioni dovute ad una gravidanza. Charlotte fece da istitutrice a tutti i fratelli alla morte della madre. Le tre sorelle, lontane dalla città, nel vicariato paterno in mezzo alle brughiere, portate naturalmente alla fantasticheria.

dall'isolamento e pressoché prive di una scolarizzazione istituzionale. L'anticonformismo paterno (il reverendo Patrick Brontë) le espone fin da bambine alla discussione di questioni politiche e sociali. Emily e Charlotte si recarono a Bruxelles a perfezionare il loro francese nel 1844. Le tre sorelle pubblicano "Poems of Currer, Ellis and Acton Bell" (1846), una raccolta poetica sotto pseudonimi maschili (Currer, Ellis e Acton Bell), le cui iniziali dello pseudonimo coincidono con quello delle scrittrici. Anne viene ricordata per l'opera "Agnes Grey". CHARLOTTE BRONTË (1816 - 1855) Volitiva, indipendente, visionaria e soggetta a frequenti crisi depressive, Charlotte fu l'unica delle sorelle a conoscere il successo in vita, con un romanzo quasi autobiografico, "Jane Eyre" (1847) pubblicato sotto il pseudonimo maschile di Currer Bell. "Jane Eyre" ottenne un successo autentico, figlio anche dello scandalo: raccontando in prima persona l'educazionesentimentale di un'orfana che, dopo un susseguirsi di malversazioni nell'infanzia e nella prima adolescenza a causa della zia, si impiega successivamente, dopo essere stata trattata in maniera dura in un istituto scolastico, come istitutrice (governess) presso la misteriosa dimora di un gentiluomo byroniano dal torbido passato, di cui finisce con l'innamorarsi. Il suo scopo è quella di educare la figlia di Rochester, Adele, avuta da una relazione clandestina con una ballerina francese. Jane rifiuta di omologarsi allo stereotipo dell'angelo del focolare. Come se non bastasse, Jane, che viene descritta come poco attraente, è dotata di una passionalità senza dubbio ritenuta al tempo poco appropriata a una donna onesta. In una fra le scene più contestate della narrativa vittoriana, la vediamo addirittura dichiarare il proprio amore al suo datore di lavoro. I due decidono di sposarsi, ma scoppia un incendio, il quale si scoprirà essere stato.

appiccato da Bertha, la moglie di Rochester ritenuta pazza e rinchiusa in soffitta. Jane, sconvolta, scapperà via da Rochester. Non molte pagine dopo, sconcertando ancora una volta i lettori benpensanti, Jane rifiuterà anche l'offerta di matrimonio di un irreprensibile ministro di Dio, che le propone di unirsi a lui nell'impresa missionaria, in nome del servizio e del dovere, ma senza alcuno slancio erotico. Il finale è ambiguamente lieto: Jane, ormai donna di successo, sposa un Rochester rimasto menomato e cieco, nel tentativo di salvare Bertha da un incendio scoppiato dopo. Bertha sale su una torre e si getta. Al lettore non resta che domandarsi se si trovi di fronte a un tripudio di amore infermieristico o all'estremo riscatto della donna che, emancipata economicamente, rifiuta di occupare, anche fisicamente, una posizione subalterna all'uomo. Chi esce sconfitta dalla vicenda è la prima moglie di Rochester, la folle Bertha rinchiusa in soffitta.

Figura della diversità estrema e dei suoi pericoli: di origine caraibica, Bertha incarna lo stereotipo del soggetto coloniale deviante e lussurioso, da tenere opportunamente confinato nella sua lontananza. Jane rappresenta l'opposto di Rochestar: lei rappresenta l'umiltà, purezza e la semplicità, lui invece è un uomo molto arrogante, sebbene nel tentativo di salvare dalle fiamme Bertha ha un riscatto e viene redento dai suoi peccati. Il romanzo intreccia non solo elementi.

In origine il cognome non era Brontë, ma Brunty. Decise di cambiare successivamente il suo cognome, dando vita a diverse teorie: per coprire le origini umili; per l'ammirazione che provava per l'ammiraglio Horatio Nelson, insignito del titolo di Duca di Bronte dal Re Ferdinando III di Sicilia. Mise le dieresi sul cognome, affinché gli inglesi non ne storpiassero la pronuncia.

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Publisher
A.A. 2021-2022
2 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dario_kat di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Persico Gemma.