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In Italia dopo l’esperienza neorealista c’è la ripresa economica: gli anni ’60 del
boom economico, gli anni ’70-’80 del terrore a causa della crisi del governo,
negli anni ’90 sale al potere Berlusconi con una sorta di calma e il ritiro delle
brigate rosse.
A livello letterario ritorna il romanzo storico, ma se intorno al ’74 non c’è il
problema del boom editoriale, negli anni ’80 torna l’interesse per la lettura.
Quando sta scemando questa cose esce “Il nome della rosa”, uno dei primi
best seller italiani.
Viene chiamato ‘Il caso letterario’ perché lui è già un insegnante, giornalista,
critico e ne viene fatta un’enorme pubblicità.
Ora non abbiamo più bisogno di sapere che la storia è fallita perché è appena
finita la Guerra Fredda, inizia la stagione del romanzo neo-storico.
L’editoria incomincia a contare tantissimo: se il libro non vende, non vale
niente, e il problema della storia. I romanzi storici ora vengono scritti per
rifugiarci in un passato che sicuramente è migliore del presente.
Elsa Morante
La storia
Ha avuto una vita che la condiziona molto. Elsa è figlia di un padre sterile, così
decide di far fare dei figli alla moglie con un amico di famiglia. Da piccola, una
contessa la prende per farla educare. Si sposa con Moravia, già famoso
all’epoca, quindi si sente sempre molto inferiore a lui. A New York conosce Bill
Morrow con cui ha un’amicizia molto stretta, ma ben presto muore. Tenta il
suicidio, ma si rompe un femore e muore successivamente.
Nel ’74 decide di scrivere un romanzo ambientato durante la seconda guerra
mondiale. Si sottrae sempre alla moda del momento. Parla di umili, Ida, una
maestra elementare, che viene violentata da un soldato tedesco così ha un
secondo figlio che soffre di crisi epilettiche. La macro storia (seconda guerra
mondiale) è vera, ma i personaggi sono inventati.
La protagonista del romanzo è completamente incapace di badare al suo
bambino. Ci sono somiglianze tra questo romanzo e i Promessi Sposi, come
l’episodio in cui Renzo e Ida rubano il pane. Mentre il primo non è consapevole
di rubare ma Manzoni lo condanna lo stesso, Ida sa che sta rubando per il figlio
ma Elsa Morante la giustifica. Ha fatto la tripartizione di romanzo che aveva
fatto Manzoni: lui aveva fatto la premessa del manoscritto ritrovato, mentre lei
fa delle rubrichette sui fatti storici reali.
A un certo punto viene introdotto il personaggio di Davide Sedre: all’inizio Ida è
principale, mentre Davide secondario, dopo la seconda guerra mondiale i ruoli
si invertono. Lui è amico di Nino, figlio di Ida che è stato nelle brigate
partigiane, ed è ebreo. Finita la guerra, morto Nino dopo essere diventato
contrabbandiere, Davide comincia a drogarsi perché non crede in niente. In un
suo discorso dice “E’ il potere che ha bisogno della colonna infame”. Qui parla
in un bar e afferma che tutti quelli che durante il fascismo non si sono opposti,
sono dei collaborazionisti, hanno collaborato con i fascisti. Questo è l’ultimo