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Tacito: dice che è una razza pura perché nessuno ha voluto andare lì e che sono possenti ma bravi
solo a combattere. Si basa tutto su un voluto fraintendimento del testo. L’atteggiamento di Tacito è
di registrazione di dati, il 2 e il 4 sono stati ampliamente sfruttati dai teorici della razza Ariana.
11 I capi deliberano su questioni di minore importanza. Sulle questioni di maggiore importanza
prendono decisioni tutti quanti, tuttavia in modo che vengano trattate in precedenza presso i capi
anche quelle questioni che la cui decisione risiede presso la plebe. Anche le questioni il cui arbitrio è
demandato al popolo. Prima si riuniscono in giorni stabiliti, a meno che non capita qualcosa di
imprevisto e improvviso (verbi mediali passivi traducibili con avverbi) quando (cum temporale
indicativo) la luna o inizia o si riempie (ad ogni novilunio o plenilunio). Infatti ritengono che questo
sia il momento più felice alle cose da farsi (dativo finale, agendis gerundivo, per compiere
determinate iniziative). Né contano il numero dei giorni ma quello delle notti. In questo modo fissano
le date e così si accodano su di esse: la notte sembra accompagnare il giorno. Quello (illud prolettico
di quod dichiarativa) è il difetto che proviene dalla libertà, cioè che non si riuniscono nello stesso
tempo e così come è stato imposto loro (iubeo), ma un secondo e un terzo giorno si perde per l’attesa
di quelli che devono riunirsi (participio presente di coneo). Si insediano (cum+sedeo) armati come è
piaciuto alla folla. Viene imposto il silenzio per mezzo dei sacerdoti (complemento di mezzo) i quali
hanno (dativo di possesso) anche il diritto di imporre (co+arceo, mantenere nei limiti). Il re o il capo
vengono ascoltati secondo l’età di ciascuno e il valore militare più per l’autorità che avevano nel
persuadere (genitivi del gerundio) che per il potere di comandare (abl. di modo). Se l’opinione non è
piaciuta la respingono con un mormorio, se invece piace scuotono le lance. Approvare con le armi è
la forma di consenso più onorevole.
12
Presso questo concilio è lecito accusare e intentare un processo capitale. La differenza delle pene
è/dipende (costante ellissi del predicato verbale) dal tipo di delitto. Impiccano traditori e disertori,
immergono i vigliacchi e i deboli e gli infami quanto a corpo (modo per indicare gli omosessuali, abl
di limitazione), li immergono nel fango e nella palude (nel fango di una palude endiadi), un graticcio
essendo stato messo sopra (per non far riemergere i cadaveri). La diversità della pena mira a questo,
che sia opportuno che i delitti siano mostrati (infinitiva soggettiva con infinito presente che esprime
contemporaneità con la reggente) mentre sono puniti e sia opportuno che le colpe vergognose siano
invece nascoste. Ma anche (valore intensivo) una pena è secondo il tipo di delitto ai delitti più leggeri
(di quelli di cui si è parlato su sott.): coloro che hanno confessato/i rei confessi sono multati con un
numero di cavalli e di pecore, una parte della multa è pagata al re o alla comunità, un’altra parte è
pagata alla stessa (dat. Singolare, Di ipse ipsa ipsum) persona la quale è vendicata o ai suoi parenti
(se è morta la vittima). In questi medesimi consiglio sono scelti anche (et intensivo) i capi i quali
portano i diritti/amministrano la giustizia attraverso i pagi e i distretti (moto per luogo figurato);
cento collaboratori provenienti dal popolo assistono ciascun principe come consiglieri (cum+eo
“colui che cammina insieme a me) e garanti (2 complementi predicativi del soggetto, entrambi in
nominativo).
18 Non di meno lì i matrimoni sono una cosa seria (anche se le donne girano senza veli) infatti, quasi
unici tra i barbari ciascuno si accontenta di una sola moglie. Nell’orazione Contra Nera di Demostene
parla delle 3 tipologie di donne: la moglie legittima che vive nel gineceo, l’etera colta che vive nello
stesso nucleo familiare e la pornai prostituta vera e propria. Nel mondo romano era diverso.
(Inizio traduzione) Non è la moglie ad offrire la dote al marito ma il marito alla moglie. Genitori e
parenti stanno in mezzo e approvano i regali. Doni non richiesti per i piaceri femminili (complemento
di fine figurato), né con i quali la sposa novella si acconci, ma buoi, un cavallo bardato e uno scudo
con la framea (piccola lancia) e la spada. In cambio (acc. Di moto a luogo) di questi doni la sposa è
ricevuta e a sua volta lei stessa sposa porta al marito qualcosa di armi: ritengono che questo sia il
legame più grande, questi i segreti riti, questi gli dei coniugali (C’è la polemica mai esplicita e molto
forte rispetto ai matrimoni romani). Affinché la moglie non pensi (subordinata finale negativa) che
lei è fuori da pensieri di virtù e di vicende della guerra agli stessi inizi (compl. di tempo determinato)
del matrimonio cominciante e ammonita che lei entra nel matrimonio come compagna (compl.
predicativo) delle fatiche e dei pericoli e ammonita che soffrirà e oserà (infiniti futuri) la medesima
cosa in pace e la medesima cosa in guerra rispetto al marito: questo significano i buoi aggiogati
insieme, questo significa il cavallo bardato, questo significano le armi che si sono regalati e ammonita
che così deve vivere e così deve morire (gerundivi): ed è ammonita che lei riceve le cose che restituirà
inviolate e degne ai figli, che le nuore accetteranno e nuovamente le daranno ai nipoti.
19
L’occhio di Tacito è quello di colui che guarda alle virtù del passato e vede in questo mondo
primitivo e selvaggio le virtù che tanto vorrebbe praticate nella Roma del su tempo (fine I inizio II sec.
d.C) e si registra il momento di massima emancipazione della donna. Le donne dei Germani sono
fedeli e non usano sotterfugi per creare relazioni, non frequentano luoghi che possono corrompere
i propri costumi. Conducono la vita in una condizione di castità essendo stata difesa/ben difesa
(abl.assoluto saepio significa cingere), non sono state corrotte (perfetto passivo da corrumpo) dalle
lusinghe degli spettacoli e da nessuna tentazione dei banchetti. Sia uomini che donne ignorano i
segreti delle lettere (non esiste la possibilità di scambiare messaggi segreti). In un popolo così
numeroso pochissimi sono gli adultèri, la punizione dei quali è immediata e permessa al danneggiato
(sott.est): i capelli essendo stati tagliati il marito caccia di casa (moto da luogo) nuda (sott.la moglie)
davanti ai parenti il marito la spinge a frustrate per tutto il villaggio (moto per); nessun perdono
(esiste) infatti la donna che ha perso la pudicizia (a Roma la donna pubblica è la prostituta) non potrà
trovare un marito (congiuntivo perfetto potenziale) non grazie alla sua bellezza, non grazie alla sua
giovinezza, non grazie ai soldi (il punto ideale degli autori anche nell’epoca imperiale è quello arcaico:
della donna sposatasi solo una volta e fedele). Nessuno lì ride dei vizi, né lì è chiamato moda
corrompere qualcuno e farsi corrompere (poliptoto corrumpo all’infinito attivo e poi passivo, il primo
riferito all’uomo e il secondo alla donna, topos e modulo di pensiero). Ancora meglio sono poi quelle
città nelle quali si sposano soltanto le vergini (relativa propria perché ha il verbo al modo indicativo
e non apparente) e con la speranza e il voto nuziale di sposarsi una volta sola (espressione del lessico
giuridico). Così prendono un solo marito nel modo in cui hanno (sott.habent) un solo corpo e una
sola vita, affinché non ci sia (finale negativa) alcun pensiero oltre né un desiderio più lungo
(comparativo di maggioranza) rispetto al primo marito, affinché non amino tanto il marito, ma
piuttosto il matrimonio. (Lo stile nervoso di Tacito si coglie nell’ellissi del predicato verbale, la velocità
nell’abbondanza di ablativi assoluti, numerose le figure retoriche, que enclitici). È ritenuta un’infamia
limitare il numero dei figli o uccidere qualcuno fra i nati, lì le buone abitudini valgono più che altrove
le buone leggi (se i mores di un popolo sono corrotti indipendentemente dalle leggi non verranno
cambiati i mores).
20 In ogni casa (sogg.sott. i bambini) vengono su nudi e sporchi (predicativo del soggetto) fino a questi
arti (moto a luogo figurato), fino a questi corpi che noi ammiriamo (relativa). La propria madre nutre
ciascuno col suo latte né i bambini sono affidati ad ancelle e nutrici. Tu non riconosceresti il padrone
e il servo da nessuna raffinatezza dell’educazione (quando sono piccoli sono tutti uguali e da un certo
momento in poi è la loro virtus) trascorrono la vita tra le medesime pecore, sulla stessa terra fino a
quando l’età separi i liberi dagli schiavi e la virtù li faccia riconoscere. L’attività sessuale (Venus intesa
come fatto fisico) dei giovani è (sott.est) lenta/comincia tardi e perciò la virilità/maturità sessuale è
inesauribile. Neppure le fanciulle hanno fretta, quando si sposano medesima è la giovinezza, simile
la statura (si sposan avendo la stessa età, essendo ugualmente nel pieno della capacità sessuale a
differenza di Roma dove potevano sposarsi anche a 8 anni), si uniscono pari e forti e i figli riportano
le forze dei genitori.
03/10/2018 Ciccarelli
- Analizzare la possibilità di conciliazione tra epica (illustre, impiegato per opere connesse al potere)
ed elegia (genere tenute, produzione poetica disimpegnata). Ma il genere epico e quello elegiaco
possono accogliere i reciprochi aspetti. Es. Virgilio nel quarto libro riprende specificità dell’elegia
d’amore nel dialogo tra Enea e Didone, che tenta di trattenere l’eroe a Cartagine, mentre Enea per
dovere deve partire.
- Elegia: carmen mixti generi (accoglie in sé molteplici generi).
- Ovidio fu mandato in esilio per la pubblicazione dell’Ars amatoria e nel secondo libro dei Tristia si
giustifica ad Augusto dicendo che dell’Eneide il pubblico preferisce il quarto libro, degradando
l’Eneide e dicendo che Virgilio ha condotto Arma virumque nel letto di Didone. Il tutto fu eclissato
dall’organicità del componimento e dall’intento propagandistico. Ovidio forza i confini tra epica ed
elegia già dagli Amores, dove si descrive non come un poeta innamorato, ma come un poeta che
compone poesia epica: diceva che aveva a disposizione la materia e il metro quando Cupido per
scherzo comincia a sottrarre un piede a versi alterni (in questo modo giustifica il distico elegiaco).
Quindi prima forza l’aspetto formale e poi la materia. I poeti elegiaci si dicono sempre impreparati
per la poesia epica, Ovidio quindi forza i confini dei generi ed elabora in maniera fittizia l&