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Letteratura e Cultura nell'era delle conquiste
Nel 201 terminò la seconda guerra punica, che aveva permesso a Roma di liberarsi dell'avversario che poteva ostacolare il dominio incontrastato sul Mediterraneo. I 50 anni successivi sono una sequenza di progetti di espansione territoriale: a. Seconda e terza guerra punica; b. Conflitto con Antioco; c. Disfatta di Perseo a Pidna; sono le conquiste che segnano l'ascesa di Roma.potenza mondiale.
Questo processo può dirsi concluso nel 146, anno in cui viene rasa al suolo Cartagine e messo al sacco Corinto.
Questa data è stata interpretata come il segno dell’allontanamento dai costumi austeri che avevano fatto la grandezza della città.
Questa progressiva espansione condusse ad una modificazione profonda dell’assetto socio – economico e culturale, che la storiografia
descrive nei termini solo parzialmente.
Si assiste in questo momento ad una divaricazione del corpo civico:
a. La classe dirigente si arricchisce con i proventi delle guerre di conquista;
b. I ceti intermedi partecipano a questo processo di accumulazione, che permette loro di sfruttare la possibilità di una rapida ascesa sociale;
c. L’antico ceto di piccoli proprietari agricoltori va incontro al fenomeno di proletarizzazione. Accede poi che
le
terre
si
concentrino
in
poche
mani
e
si
intensifichi
lo
sfruttamento
delle
terre
attraverso
l’utilizzo
delle
immense
masse
di
schiavi.
A
partire
dalla
fine
della
seconda
guerra
punica,
la
cultura
e
la
letteratura
registrino
la
comparsa
di
nuove
esigenze
e
di
nuovi
conflitti.
Uno
dei
problemi
centrali,
diventa
quello
del
rapporto
con
le
tendenze
del
modello
culturale
greco,
la
cui
importazione
viene
interpretata
come
una corruzione dei costumi romani.
Questo processo scaturì dall'affermazione del dominio romano sulla Grecia, circa attorno agli inizi del II secolo. Questo condusse a lungo andare ad un'intensificazione dei rapporti culturali e politici. In 19 questo contesto si colloca la battaglia di Catone contro la corruzione dei costumi e a favore di una riaffermazione dei costumi del MOS MAIORUM. Oggi si tende
vedere la battaglia di Catone come una vittoria, almeno dal punto di vista culturale, perché egli tentava di proporre soltanto una accurata selezione di ciò che proveniva dal mondo ellenico. In questo particolare momento, emerge anche il personaggio di Ennio, che aveva avuto il merito di far conoscere la teoria evemeristica. Ennio e Pacuvio, nel loro teatro tragico, davano spazio a discussioni sui valori etici, che avolte ereditavano lo spirito delle antiche antilogie sofistiche. Il dibattito sui modelli etici continua con il teatro di TERENZIO, che propone al pubblico romano i modelli menandrei dell'ideale di philanthropia. Il protettore di Terenzio era SCIPIONE EMILIANO, che faceva parte di un gruppo di persone, spesso individuato come un circolo intellettuale. Il gruppo scipionico vedeva nell'apertura alla cultura ellenistica unfattore decisivo di sprovincializzazione della classe dirigente romana, che l'avrebbe messa in grado di assolvere alla sua vocazione imperiale. Panezio, in questo caso, fornì un importante supporto culturale, elaborando una teoria giustificativa dell'imperialismo romano nei confronti degli altri popoli. A questo circolo venne spesso associato anche LUCILIO, personaggio singolare nella realtà del suo
tempo:
a. È il primo letterato proveniente dall’aristocrazia;
b. Propone modelli di comportamenti dotati di carica innovativa, perché rifiuta i meccanismi di ascesa sociale fondati su falsi valori e rigetta una vita politica che si avvale di questi metodi.
c. Possiamo veder affiorare alcuni degli ideali catoniani.
20 ENNIO (239 – 169)
Vita:
Nasce a Rudiae, area occupata dalla civiltà messapica; Ù Ama esaltare
la
sua
natura
trilingue
(latino,
greco,
osco);
Ù Si
forma
nel
raffinato
ambiente
di
Taranto;
Ù Giunse
a
Roma
in
età
matura,
condotto
da
Catone;
Ù A
Roma
fu
un
insegnante,
ma
si
afferma
presto
come
autore
scenico;
Ù 189
–
187
accompagna
MARCO
FULVIO
NOBILIORE
in
Grecia,
per
illustrare
la
campagna
Ù militare
che
culmina
con
la
vittoria
di
Ambracia;
protetto
dal
circolo
degli
Scipioni;
Ù tenore
di
vita
modesto e riservato, come riportato dalle fonti;
Non si sposò mai;
Non ebbe figli, e la sua eredità fu accolta da PACUVIO;
Opere:
La cronologia è molto incerta, perché dei suoi testi possediamo solo alcuni frammenti di tradizione indiretta;
Di lui ci restano:
Una ventina di titoli di cothurnate;
Un numero considerevole di brevi citazioni;
Due praetextae (AMBRACIA, SABINAE), una di
Argomento contemporaneo, una legata alla leggenda della fondazione di Roma. Delle commedie ci rimangono due titoli, CAUPUNCULA e PANCRATIASTES e pochissimi versi.