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Letteratura latina - Età di Nerone Pag. 1
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Nerone

nel 54 muore Claudio, ucciso dalla moglie Agrippina, figlia di Germanico, che desiderava far salire

al potere il proprio figlio Domizio,che regnerà col nome adottivo di Nerone (a discapito del figlio

maschio di Claudio Britannico). Agrippina aveva fatto in modo che Nerone fosse adottato da

Claudio e avesse in moglie la figlia di questo Ottavia. Così Nerone ottenne in modo frodolento e si

guardò poi sempre da chiunque potesse avere la stessa intenzione ai suoi danni. Viene così eretto a

sistema il delitto dinastico: uccidere chiunque,per ragioni di sangue o prestigio,si riteneva potesse

ispirare alla successione. Vittime di Nerone: Britannico, Ottavia e la stessa madre Agrippina.

Atmosfera cupa da regime orientale. Nerone si comportò da tiranno fino a che non isorse

l'opposizione politica. Nel 65 una congiura fallì, facendo sì che Nerone inasprisse ancora di più la

repressione, il tiranno sospettava di tutti: furono costretti a darsi la morte Seneca, Lucano,Petronio e

altri intellettuali. Nel 68 un'insurrezione sostenuta da ampie forze militari porterà alla morte di

Nerone e all'epilogo della dinastia giulio-claudia e della stessa discendenza di Augusto. Si scatenava

una nuova guerra civile, da cui emergerà il solido potere dei Flavi.

All'inizio però Nerone prometteva bene. Claudio aveva preso a perseguitare e uccidere molti

cavalieri e senatori nelle ultime fasi del suo regno, e aveva dato molto potere ai suoi liberti, urtando

con gli interessi del senato. Nerone prometteva di ritornare alla politica augustea di equilibrato

rispetto delle prerogative del senato. Diminuì la reoressione. L'uccisione di Britannico era stata

giudicata un atto normale nella lotta per la supremazia e un fatto essenzialmente interno alla

famiglia. Secondo la storiografia antica (senatoria) la perversione di Nerone era,in questo periodo,

tenuta a freno dalla madre Agrippina, dal filosofo Seneca suo istitutore e dal prefetto del pretorio

Afranio Burro. Poi liberatosi di loro diede il via alla sa natura tirannica.

In realtà tutti i giulio-claudi iniziarono a governare con le migliori intenzioni,seguendo il modello

auguteo; poi,però, si accorgevano che era impossibile che una monarchia trovasse accordo e

consenso nel senato. Nerone si rifugiò in un ideale monarchico simile a quello adottato nelle corti

orientali, nel modello assolutistico. E da qui la svolta data proprio da Nerone i rapporti tra potere e

cultura. Tiberio e Claudio non si erano preoccupati di coltivare una letteratura connivente al regime.

Nerone rilancia la cultura a questo invece, seppur ancora la letteratura sia per tutti da relegare al

momento dell'otium. Incentiva la letteratura e le arti, è artista e poeta egli stesso. Cosa atipica e

sconveniente per un romano, che vi si deve dedicare solo nell'otium, Nerone arrivò ad esibirsi in

pubblico: come auriga cantore. In ciò simile all'idea di sovranità orientale. Edonista, formò una

corte che lo celebrasse, sperando forse in un cambiamento in tal senso si tutta la società romana, del

costume, dell'elite. La sua fu una proposta edonistica, vissuta come liberatoria rispetto ai costrittivi

modelli morali tradizionali, e per questo la plebe romana lo amò e lo rimpianse a lungo.

All'inizio del suo regno vi fu forte ripresa della produzione letteraria. Molti intellettuali frequentano

la corte dell'imperatore e rifiorisce il mecenatismo non imperiale. I poeti vedono avvicinarsi una

nuova età dell'oro. Fu una stagione fertile per la letteratura. Ma i frutti maggiori nasceranno in

polemica o in opposizione a Nerone, e lo stesso Nerone farà strage dei suoi intellettuali di corte.

Opposizione degli intellettuali a Nerone

il modello proposto da Nerone era troppo lontano dagli ideali repubblicani a cui erano solidali

invece gli intellettuali. Legava la sua figura di principe-artista alla rivalutazione del mondo edonista

e ludico, alla fastosità e lusso delle corti corti orientali, all'atteggiamento violento e tirannico. Ben

presto perse la fiduci di nobilitas e ceti emergenti. Dimostrò che non c'erano più speranze nel

principe che governa secondo le regole delle istituzioni rpubblicane e le salvaguarda e mostrò che

poteva capitare al governo un incompetente e un violento che andava sopportato fino ad una

eventuale rivoluzione congiura che lo spodestasse.

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Publisher
A.A. 2012-2013
2 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ErikaErika di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Caldini Roberta.