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Storia dell'arte Einaudi 136R - Kaiserhauses, 1896

pp. 13 sgg.xvii

Cfr., ad esempio, l'epitaffio di Andrea Bregno in Santa Maria sopra Minerva (h. in Festschrift für Julius von Schlosser, Zürich egger, 1927, tav. 57) e i corrispondenti esempi tedeschi, ovviamente di data posteriore, studiati in Schaffende Arbeit und Bildende Kunst cit., brandt, vol. II, pp. 137 sgg.

Anche il tipo dell'"Eros carpentiere" conobbe una rinascita nell'epoca umanistica, sia pure con un significato più raffinato in senso intellettuale e satirico; cfr. il putto circondato da simboli dei mestieri che si sforza di volare verso il cielo, impedito però da necessità terrestri, che spesso compare in edizioni del Rivius, ma è già sotto l'influenza della Melencolia I di Dürer. Che questa influenza ci sia stata lo mostra un confronto col suo modello negli Emblemata di Alciato.

cheancora non presenta simboli dei mestieri (cfr. Bildersch-l. volkmann,riften der Renaissance, Leipzig 1923, p. 44). Dell’uso di utensili per indi-care un’occupazione si hanno, naturalmente, esempi innumerevoli neilibri degli emblemi; essi possono tenere luogo di lunghe narrazioni obiografie. Un buon esempio ne è il retro del medaglione per Tomma-so Ruggieri, riprodotto in Die Medallien der italienischeng. habich,Renaissance, Stuttgart 1922, tav. 4.lxx,Cfr. La Cathédrale de Reims, Paris s. d., p. 33.94 e. moreau-nélatonL’Aia, Mus. Meermanno-Westreenianum, Ms 10 D 1 (il «picco-95lo» manoscritto di Aristotele-Oresme di Carlo V), fol. 110r (cfr. a.Les principaux manuscrits à peintures de la Bibliothèque Roya-byvanck,le et du Musée Meermanno-Westreenianum à La Haye, Paris 1924, p.114; repliche in Les principaux manuscrits à peintures duj. meurgey,Musée Condé à Chantilly, Paris 1930, tav.

e pp. 46 sgg., con biblio-liigrafia). A sinistra, accanto all'Arte, c'è la Scienza in atto di leggere; adestra c'è la Prudenza con tre teste (per il motivo delle tre teste, Cfr.Hercules am Scheidewege cit., pp. 1 sgg.; è notevole tutta-panofsky,via il fatto che qui le tre teste sono sostituite da teschi); sotto stannol'Intelletto in un atteggiamento pensoso, e la Sapienza illuminata dalladiretta visione di Dio Padre e dei suoi angeli. Dobbiamo alla cortesiadi B. Martens la conoscenza di questa miniatura. L'Arte in aspetto difabbro compare nel manoscritto di Aristotele-Oresme di Bruxelles,9505, fol. 115v, che è legato a questo sia per il tempo che per lo stile.Cfr. e Anzeiger für schweizerische96 e. breitenbach t. hillmann,Altertumskunde, vol. XXXIX, 1937, pp. 23 sgg.Londra, Brit. Mus., Ms Add. 15 692 (De septem artibus liberali-97bus), fol. 29V.Monaco, Staatsbibliothek Cod. gall. 15. Su questo argomento cfr.98 Notice sur

Les Douze Dames de Rhétorique (dal Mscomte de rosanbo,fr. 1174 della Bibliothèque Nationale), in "Bulletin de la Sociétéfrançaise de reproductions de manuscrits à peintures", vol. XIII, 1929.

Nella storia dei tipi queste dame (e anche, ad esempio, "Dame Elo-quence") si avvicinano molto alla Melencolia di Dürer. 137Storia dell'arte Einaudi R. Klibansky - E. Panofsky - F. Saxl - Saturno e la melanconia.

"Que rient n'y reste trou ne fente". Un'allegoria "metaforica" o99"doppia" simile si ritrova anche nelle serie delle Artes e probabilmen-te proviene dall'Alsazia (Schreiber, n. 1874, riprodotto in Ein-heitz,blattdrucke des 15. Jahrhunderts cit., vol. LXIV, n. 6, e in Derreicke,Gelehrte in der deutschen Vergangenheit cit., figg. 27-29). Queste raffi-gurazioni, nonostante i loro titoli astratti, come Arismetica, ecc., sono,se si considerano come tipi,

rappresentazioni pienamente realistiche dimestieri: a tal punto, infatti, che, ad eccezione di una, esse ci mostrano non gli esponenti paradigmatici delle varie scienze, ma dei semplici contadini e artigiani, la cui attività si riferisce alle arti liberali o pervia di metafora (come nel caso della Déduccion loable), o anche alludendo alla loro applicazione pratica. La sola Aritmetica è rappresentata da un uomo che effettivamente fa di conto; la Grammatica, la Retorica e la Logica, per contro, sono rappresentate da un seminatore, un mugnaio e un fornaio (in quanto Aristotele fece il pane dal seme che Prisciano aveva seminato e Cicerone macinato) e l'Astronomia da un pittore, una figura nota dalle immagini dei figli di Mercurio o della Madonna di Luca, solo che qui egli sta dipingendo stelle nel cielo. La Geometria invece non è rappresentata da un geometra, ma da un appareilleur che sta misurando una pietra in un posto e il distico che

L'ac-compagna suona: "Ich kan pawen vnd wol messen, | Darumb wili ichEclides [sic] nit vergessen". La differenza, rispetto alla Déduccion loa-ble, è, come in altri casi, che là una dama facilmente riconoscibile comepersonificazione siede in una bottega di carpentiere, mentre qui comu-ni contadini e lavoratori stanno realmente seminando, macinando ecuocendo il pane.

Riprodotto in Deutsche Altertümer im Rahmen deut-100 o. lauffer,scher Sitte, Leipzig 1918, tav. 5.

Cfr. Nuptiae Philologiae et Mercurii, libro VI,101 marziano capella,575 sgg., in particolare 580-81 (pp. 286 sgg. nell’ed. a cura di A. Dick,Leipzig 1925). Le ancelle della Geometria qui recano una «mensula»coperta di una polvere verdastra, «depingendis designandisque oppor-tuna formis»; l’autore descrive la stessa signora come una «feminamluculentam, radium dextera, altera sphaeram solidam gestitantem».

Le premesse di tutto questo erano

già state poste dalla descri-102zione di Marziano Capella. La Geometria indossa un «peplum», «inquo siderum magnitudines et meatus, circulorum mensurae conexio-nesque vel formae, umbra etiam telluris in caelum quoque perveniensvel lunae orbes ac solis auratos caliganti murice decolorans inter side-ra videbatur»; e «in usum germanae ipsius Astronomiae crebrius com-modatum, reliqua vero versis illitum diversitatibus numerorum, gno-monum stilis, interstitiorum, ponderum mensurarumque formis diver-sitate coloruni variegata renidebat» (ed. Dick, p. 289). Un tale indu-mento poteva naturalmente esserle evitato dal nostro artista, in quan-Storia dell’arte Einaudi 138R. Klibansky - E. Panofsky - F. Saxl - Saturno e la melanconiato i fenomeni astrali potevano essere rappresentati direttamente, ben-ché la penna di pavone sul copricapo della Geometria non manchi diun significato allegorico; il pavone secondo il Ripa, sotto il titolo

Notteseconda parte (citazione da Pierio Valeriano), significa «la notte chia-ra, e stellata, vedendosi nella sua coda tanti occhi, come tante stelle nelCielo».

Già nell’edizione del 1512 della Margarita philosophica di Gre-103gor Reisch (fol. o 1r) la figura è semplificata in questo senso; la Geo-metria tiene essa stessa il sestante, e sta misurando una botte con uncompasso (una notevole anticipazione della Stereometria doliorum diKeplero), mentre una riga sta a terra e una nave passa in lontananza.

Cosí nella miniatura della Déduccion loable.104 Non c’è ragione di dubitare che questo oggetto sia in realtà105nient’altro che un completo per scrivere portatile, composto di uncalamaio con coperchio e con un astuccio per le penne attaccato ad essomediante una striscia di cuoio, ma purtroppo tagliato dal margine sini-stro della figura. Tuttavia dopo che («Die christlichei. a. endresKunst», vol. IX, 1913,

(diverse puntate) l’aveva interpretato come unatrottola e Der Kristall auf Dürer’s Melancholie, Nürnbergf. a. nagel,1922, come un filo a piombo, (“Mitteilungen der Gesell-w. bühlerschaft für vervielfältigende Kunst”, 1925, pp. 44 sgg.) ha detto trat-tarsi di un barattolo di colore con una bacchetta e con un filo avvoltointorno a spirale, per rendere più facile tracciare una linea retta (inrealtà questi effetti di spirale altro non sono che cuoio intrecciato, comesi vede non solo in altri astucci per penne ma anche in foderi di col-telli, si veda, ad esempio, il disegno di Bruegel, Tolnai n. 77); mentresecondo (“Die Umschau in Wissenschaft und Technik”,p. brandtvol. XXXII, 1928, pp. 276 sgg.) fu perfino supposto che si trattassedi un filo a piombo di forma conica, con un astuccio per il filo appog-giato a un piattino! Per porre fine a ogni dubbio possiamo ricordare icasi analoghi in opere dello stesso

Dürer già indicati dal Giehlow e anche da (in "Zeitschrift für christliche Kunst", vol. XXVI, 1913, col. 323) – la xilografia B60 e il libro di preghiere di Massimiliano I, tav. 14, entrambi raffiguranti san Giovanni a Patmos, e la xilografia B113 di san Girolamo – e aggiungere qualche altro esempio, che facilmente potrebbe moltiplicarsi: 1) la visione di san Giovanni dei fratelli Limbourg a Chantilly (Les très riches heures de Jean de France, ed. P. Durrieu, Paris 1904, fol. 17r, tav. 14); 2) la visione di san Giovanni nella Bibbia di Coburgo; 3) la xilografia B70 di Dürer; 4) la medaglia di Ruggieri già ricordata (cfr. p. 291, nota 13), una raffigurazione di sant'Agostino, del 1450 circa, in un manoscritto delle sue Confessioni conservato a Utrecht (riprodotta da ea. w. byvanck g. j. 14 La miniature hollandaise et les manuscrits illustrés du ,ehoogewerff, au 16 siècles aux Pays-Bas septentrionaux, vol. II.

La Haye 1923, tav.e 139

Storia dell'arte Einaudi

R. Klibansky - E. Panofsky - F. Saxl - Saturno e la melanconia187);

6) una xilografia satirica in Sünden desgeiler von keisersperg,Munds, Strassburg 1518 (riprodotto in Der Gelehrte cit., fig.reicke,99);

7) il san Girolamo del Ghirlandaio in Ognissanti;

8) la xilografia di Hans Döring (cfr. pp. 314 sg. e tav. 112) che è tanto più importante in quanto riprende tutto l'insieme degli utensili direttamente dall'incisione di Dürer. L'interpretazione del 1904, p. 76 delgiehlowcalamaio come un geroglifico simboleggiante le sacre scritture degli Egizi non ci sembra sostenibile perché il geroglifico che indica le "sacrae litterae Aeg"

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A.A. 2010-2011
207 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Gigliucci Roberto.