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L'ULTIMA FASE E GLI INTERESSI LINGUISTICI E FILOLOGICI (1827-1873)

A partire dal 1827 la sua attenzione per i problemi letterari diminuisce. Manzoni si va sempre più convincendo dell'impossibilità di conciliare nel romanzo storico invenzione e storia. I suoi interessi tendono a diventare di tipo linguistico e di tipo filosofico. Si dedica alla revisione linguistica dei Promessi sposi, e già nel 1827 si reca a Firenze per "risciacquare i panni in Arno", cioè per impossessarsi del toscano vivo, l'unica lingua d'uso che fosse comprensibile in tutta Italia e quindi l'unica che potesse servire come base unitaria per una lingua letteraria non più separata dalla lingua comune.

A estinguere l'entusiasmo creativo sono anche i lutti: muore nel 1833 l'amata moglie, stremata dai parti; due anni dopo muore la primogenita Giulia, che aveva sposato d'Azeglio; muoiono poi diversi altri dei dieci figli, la madre (nel

1841) e l'amico carissimo Fauriel (1844). Un breve periodo di ripresa di entusiasmo e di attività creativa si ha dopo il secondo matrimonio, nel 1837, con Teresa Borri. Per tre anni Manzoni lavora soprattutto alla revisione linguistica del romanzo, che comincia a uscire a dispense nel 1840. È la redazione definitiva, nota come la "quarantana", dove la soluzione toscana diventa radicale, e dove emerge la convinzione di una lingua nazionale che può essere costruita prendendo a fondamento non la lingua letteraria del passato ma il toscano vivo parlato dalla borghesia di Firenze, l'unico in quel tempo comprensibile in tutta l'Italia. In questa edizione aggiunge l'appendice alla colonna infame, già presente in Fermo e Lucia. Poche le date significative dopo questa: nel 1844-45 pubblica Opere varie; nel 1847 un frammento dell'Ognissanti, "inno sacro" rimasto incompiuto; nel 1860 è nominato senatore. Comesenatore, nel 1864 vota a favore del trasferimento della capitale da Torino a Firenze in attesa della liberazione di Roma, sollevando le proteste dei cattolici reazionari. Nel 1868 scrive una relazione, come presidente della commissione parlamentare sulla lingua, intitolata "Dell'unità della lingua e dei mezzi di diffonderla". Muore nel 1873 a Milano, all'età di ottantotto anni.

IN MORTE DI CARLO IMBONATI

I maestri della prima produzione poetica giovanile del Manzoni furono Monti e Parini; siamo dunque nell'ambito del neoclassicismo. Di questa produzione spicca il componimento in endecasillabi sciolti "In Morte di Carlo Imbonati", scritto subito dopo la sua morte; il carme è una sorta di dialogo morale col defunto (che aveva avuto come precettore Parini). La sua figura è molto importante per il giovane poeta che lo identifica come maestro di vita e di letteratura, non diverso dal Parini stesso. Manzoni esprime per mezzo di Imbonati i termini

essenziali del proprio credo morale e la propria poetica, già ora strettamente congiunte, ai quali resterà poi sempre fedele: “Il santo Vero mai non tradirà”.

INNI SACRI

Li Inni Sacri furono la prima opera scritta dopo la conversione. Manzoni ripudia la sua attività letteraria precedente e si dedica appunto alla celebrazione delle principali festività cristiane del calendario liturgico. Egli quindi rifiuta il culto del mondo antico, sentendolo come qualcosa di "falso" e si propone di cantare temi vivi nella coscienza contemporanea, rivolgendosi, non ad una casta aristocratica, ma ad una vasto numero di persone.

Il Manzoni aveva stabilito di comporre dodici inni sacri che celebrassero le festività maggiori del calendario liturgico, ma ne compose solo cinque:

  1. La Resurrezione
  2. Il nome di Maria
  3. Il Natale
  4. La Passione
  5. La Pentecoste

Gli Inni Sacri nascono dalla volontà di un rinnovamento tematico e linguistico. La religione non

ècantata nel suo mistero come simbolo arcano da esprimere in modo lirico o allusivo, ma è una storia insieme umana e divina, determinata storicamente.

Con i primi quattro una tra le problematiche più ardue con cui si scontrò fu di ordine linguistico, cercò di sperimentare una soluzione originale che potesse rifarsi sia alla tradizione popolare del melodramma sia all’ode pariniana e agli schemi classicisti, solo con La Pentecoste raggiunge questo equilibrio linguistico e stilistico.

La descrizione che nasce è quella di valori cristiani profondamente radicati nel rito liturgico, che si rifanno a eventi sacri realmente accaduti nel passato, ma che vengono considerati dai fedeli come un eterno presente nella vita di ogni persona. Una caratteristica originaria di eternità che testimonia la grandiosità di tutto l'operato cristiano, che non si rivela in personalità eroiche o aristocratiche, ma nella gente comune.

Nell'insieme collettivo del popolo, e nei suoi riti antistorici. Negli Inni Sacri Manzoni mette in luce l'importanza e gli effetti della fede nella vita degli uomini; del cristianesimo isola il filone evangelico, democratico ed egualitario, testimoniando così la continuità tra i valori illuministici della sua formazione e quelli nuovi, frutto della conversione. Il motivo della redenzione è sempre presente negli Inni e rappresenta un fatto storico, ma anche perennemente attuale, poiché si rinnova ogni volta nella celebrazione liturgica.

La Pentecoste è l'ultimo degli inni sacri. Cominciato nel 1817; finito nel 1822, esprime una fase artistica più matura rispetto ai precedenti; il componimento si divide in tre parti:

  • Vv. 1-48 dove si descrive l'episodio della discesa dello spirito santo e la capacità degli apostoli di farsi capire qualunque fosse la lingua degli ascoltatori. Tutto è al passato.
  • Vv. 49-80
dedicata alle conseguenze di quell'avvenimento e al rinnovamento dell'umanità che esso ha aperto.

Vv. 81-144 è una preghiera allo spirito santo perché discenda di nuovo sugli uomini.

L'autore assume un linguaggio e un tono meno realistico e più astratto rispetto ai precedenti inni. Vi è l'uso di un tempo storico quale il passato remoto, vi sono straordinarie similitudini, come quelle del vv. 41-48 e 103-112 che somigliano alle similitudini del paradiso dantesco.

L'ideologia religiosa espressa mostra due aspetti fondamentali, quello della chiesa militante, che obbedisce ad un Dio consolatore ma anche visto come bufera, e quello della democrazia o dell'uguaglianza degli uomini in quanto tutti figli di Dio. Il primo aspetto unisce all'immagine del Dio mite e pacificatore (cattolicesimo) quella tragica di un dio giustiziere e del mondo scisso tra bene e male (giansenismo); il secondo ricollega il cristianesimo allacultura illuminista e ai suoi ideali di eguaglianza, sottolineando però il lato spirituale e morale del rinnovamento e della liberazione prodotta dalla discesa dello Spirito Santo. GLI SCRITTI DI POETICA: Il più importante scritto teorico sulla letteratura è la Lettera a Chauvet sull'unità di tempo e di luogo nella tragedia scritta nel 1820, riprende i temi e gli argomenti già presenti nella Prefazione al Conte di Carmagnola, tragedia pubblicata nello stesso anno. In essa Manzoni sostiene di rimanere fedele all'arte, in quanto contrario a coloro che considerano l'arte come un assoluto a cui tutto sacrificare. Egli sostiene che gli interessi della poesia sono piccoli e che sbagliare nel dare giudizi estetici è uno dei più piccoli mali che possono accadere in questo mondo, perché occorre porre le attività pratiche e tutto ciò che può giovare agli uomini al primo posto. Come Schleghel sostiene che

L'unità di tempo e di luogo non ha fondamenti in Aristotele che si limitava a constatare la realtà e non a dettare una rigida regola, dunque è impossibile che uno spettatore che non si è mosso di posto possa in poco tempo osservare un'azione che si svolge in diversi luoghi e per un lungo tempo.

Confuta l'idea tradizionale del dramma che se è interessante ed esteticamente riuscito è considerato moralmente dannoso, se invece è noioso ed esteticamente fallito allora è moralmente utile. Secondo Manzoni è possibile ideare un dramma che susciti un grado di interesse tuttavia che abbia un risultato morale.

Riprendendo ancora Schleghel secondo lui bisogna ridare importanza al coro, che è il "cantuccio riservato al poeta" in cui può esporre le sue considerazioni restando all'esterno.

A queste considerazioni generali sull'arte Manzoni fa seguire le sue riflessioni specifiche.

sullatragedia nella lettera a Chauvet, che lo aveva criticato per il mancato rispetto delle unità aristoteliche nel Conte di Carmagnola:

Contro l'unità di tempo e di luogo egli si rifà al modello di Shakespeare in quanto l'unità d'azione è indipendente dalle altre due, dovendo rispettare le dinamiche reali dell'episodio descritto.

Lo scrittore non deve inventare ma attenersi ai fatti accaduti e poi ricostruire quegli aspetti che ne restano fuori, quali i sentimenti. Insomma, la letteratura integra e completa la storia, anche se il romanziere deve essere uno scrittore realista.

Altra testimonianza della sua poetica la troviamo nella Lettera a D'Azeglio sul Romanticismo (L'utile, il vero, l'interessante). D'Azeglio considerava superate le ragioni del romanticismo ma Manzoni difende il movimento, nelle forme che aveva assunto in Lombardia, in quanto più ragionevole ma prende le distanze.

Dall'irrazionalità diffusa in Germania ed Inghilterra. Critica inoltre le posizioni del neoclassicismo respingendone i punti fondamentali:

  • L'uso della mitologia assurda e falsa
  • Il concetto di imitazione e le regole classiche
  • La fede in un ideale immobile della bellezza sottratto alla storia

Accettando le proposte positive del romanticismo che riassume nella formula "L'UTILE PER ISCOPO, IL VERO PER SOGGETTO, L'INTERESSANTE PER MEZZO"

L'arte insomma deve avere:

  • per "iscopo" l'utilità morale degli uomini
  • per "soggetto" il vero storico e la realtà
  • per "mezzo" deve servirsi di una materia e di argomenti che interessino il maggior numero possibile di persone.

ODI CIVILI

Marzo 1821: segue con passione le vicende politiche italiane. Le sue poesie civili nascono "acaldo", appena si apre uno spiraglio di speranza, per incoraggiare un movimento.

er attaccare l'Austria.
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A.A. 2008-2009
41 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Sole Antonino.