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Estratto del documento

Sturm und Drang che vide riunirsi nel 1770 una serie di pensatori e

scrittori tedeschi, uniti dalla ribellione verso la società e dalla

rivendicazione degli istinti primitivi e naturali. L’esponente di punta è

indubbiamente Johann Gottfried Herder, ma il più celebre è

sicuramente il giovane Goethe che nel 1774 pubblicò I dolori del giovane

Werther: l’aspirazione a un’esperienza assoluta e totale dell’Io, la ricerca

del genio si scontravano nel libro con una realtà limitata e ostile.

Di fronte allo choc causato dalla Rivoluzione francese, questa

sensibilità si amplifica e si espande in più complesse visioni del mondo

e sistemi ideologici o politici. Sotto l’etichetta di Romanticismo cadono

anche ideologie e posizioni tra loro contrastanti, dall’esaltazione

dell’ordine costituito al liberalismo. In ogni caso i caratteri del

Romanticismo possono essere riassunti in alcune espressioni principali:

l’esaltazione del valore assoluto della libertà dell’individuo

• la concezione dell’arte e della poesia come esperienza privilegiata ed

espressione vitale del genio individuale

l’altezza del genio artistico misurata con la capacità di sapersi fare

portare dello spirito di un popolo

la rivendicazione del carattere della nazione contro il cosmopolitismo

illuministico

l’esaltazione della superstizione come forza che costituisce saldi legami di

vita collettiva e il valore della religione come forza capace di conferire un

senso non effimero alla vita.

il titanismo visto come gesto di rivolta assoluto (dal mito dei Titani,

relativo ai sei giganti figli di Urano e Gea che cercarono di assalire Zeus sul

monte Olimpo e furono sconfitti) contro la natura indifferente, sebbene

destinato a essere sconfitto.

In effetti il rapporto dei romantici con la natura non è solo quello

dell’amore per il paesaggio naturale, ma anche per l’idea della natura

come organismo vivente o specchio delle passioni umane. Nella natura

l’individuo può scoprire corrispondenze con l’animo umano, cosicché la

poesia simbolica e l’analogia (rapporto di somiglianza tra immagini e

parole basato su associazioni di pensiero piuttosto che su nessi logici o

sintattici) diventano lo strumento principale per mettersi in

comunicazione con lo spirito del mondo. Ma il Romanticismo introduce

anche un senso di autentica fiducia nella storicità, intesa come continua

evoluzione del mondo, frutto di rivoluzioni e mutamenti incessanti:

dalle opposte tensioni nasce la dialettica storica, vista come fulcro e

motore della vita. Infine non è da dimenticare il rapporto con l’amore,

visto come forza divina ostacolata continuamente da convenzione

sociali e ostacoli minacciosi, al punto che il desiderio è costretto a

trasformarsi costantemente in ideali sentimentali. Non è un caso che il

Romanticismo prediliga tutte le manifestazioni del negativo: la notte, la

morte, i fantasmi del sogno, la rovina, la follia e la distruzione.

2. L R

E FASI DEL OMANTICISMO EUROPEO

Spesso il Romanticismo è associato a una categoria generale

dell’animo umano, magari sovrastorica, tendente all’esaltazione del

negativo e dell’irrazionale. In realtà esso trova inizio nei vari paesi

europei in momenti differenti e la sua spinta creativa si esaurisce verso

metà del secolo: al Romanticismo aderiscono ceti sociali e intellettuali

di estrazione totalmente diversa e per questo è difficile stabilirna una

connotazione intimamente borghese, sebbene è chiaro che la nuova

sensibilità nasce in reazione al disorientamento creato dalla rivoluzione

politica e da quella industriale. Ciò che resta comune alle varie

tendenze romantiche è l’idea dell’arte come rottura radicale con il

passato e la tradizione classicista, nonché esperienza assoluta di vita.

Fondamentale guida per l’inizio del Romanticismo tedesco è l’opera

di Friedrich Schiller Sulla poesia ingenua e sentimentale (1795), in cui si

pone una distinzione fondamentale tra la poesia ingenua degli antichi,

nata a diretto contatto con la natura in maniera oggettiva e dai

contorni precisi, e la poesia sentimentale dei moderni, basata su una

frattura tra l’Io e la realtà, tra gli ideali e gli oggetti indefiniti del

mondo esterno. A partire da questa distinzione il gruppo di Jena –

raccoltosi sul principio dell’Ottocento intorno ai fratelli Friedrich e

August Schlegel, Ludwig Tieck, Novalis e alla rivista «Athenaum» – si

autodefinì romantico e insisté soprattutto sulla tensione totalizzante,

sulla libertà dalle regole, sul ruolo della fantasia creatrice che si

contrappone alla più inferiore immaginazione (facoltà di tipo classico,

che consente di rappresentare la realtà solo nei suoi risvolti esteriori).

A partire da questo impulso, la Germania dei primi decenni

dell’Ottocento vide un’enorme crescita della produzione teorica e

filosofica, basti pensare solo alla filosofia idealistica di Fichte e a quella

dialettica di Hegel, nonché alla loro critica da parte del pessimismo

irrazionalistico di Schopenhauer e dell’esistenzialismo del danese

Kierkegaard. I poeti romantici tedeschi d’altronde coltivarono le forme

più irrazionali di arte, speso attestandosi su posizioni estreme sia in

senso reazionario e nazionalista, sia in senso rivoluzionario come nel

caso di Heinrich Heine.

In Inghilterra non nasce un vero e proprio movimento che si

autodefinisce romantico, sebbene la poesia di Wordsworth e Coleridge

si avvicina a un linguagigo chiaramente romantico, così come quella di

Keats e Shelley, che si colora di sfumature tragiche. Ma forse il

principale autore che infarcisce la sua opera di personaggi eroici,

ribelli, pirati e violenti e verrà imitato in tutta Europa è Lord Byron.

La Francia invece vede i suoi autori attestarsi su posizioni anti-

illuministiche e conservatrici, come quelle di Chateaubriand; sebbene

Victor Hugo, da monarchico e cattolico si sposta su posizioni sempre

più democratiche e repubblicane, soprattutto con il romanzo realistico I

miserabili (1862) e con la prefazione al suo dramma Cromwell (1827), in

difesa di un teatro drammatico e storico, ostile alle regole canoniche e

proiettato verso il grottesco.

Nel cercare la più libera rappresentazione il Romanticismo rompe

con i generi letterari tradizionali: unica legge è il genio creativo

individuale, che ai classici Virgilio, Orazio e Petrarca predilige i poeti

dalla eccezionale densità storica quali Omero, Dante e Shakespeare. La

poesia romantica non cerca l’equilibrio ma la densità narrativa o

l’accensione sentimentale, aspirando all’indefinito, a una sensibilità che

va oltre le parole scritte. Il Romanticismo in ogni caso non procede

come le avanguardie novecentesche che distruggono totalmente il

carattere comunicativo della letteratura: piuttosto, si tratta di una

riformulazione delle consuete categorie che uniscono le innovazioni ai

codici tradizionali. Per esempio, nella poesia lirica entrano in crisi le

forme chiuse della tradizione petrarchesca (ballata, canzone) ed

entrano in voga le forme libere, come ad esempio la canzone

leopardiana adattata alle proprie esigenze espressive. Nella narrativa

invece il posto centrale spetta al romanzo che si sovrappone ad altri

generi e crea le sperimentazioni più varie, dal romanzo storico al

romanzo di formazione (in tedesco detto Bildungsroman, una

narrazione che descrive il percorso di crescita e formazione di un

giovane eroe attraverso il rapporto con se stesso e con il mondo). Il

romanzo storico ad esempio è fondato su rappresentazioni di fatti e

personaggi appartenenti a epoche storiche ben definite: soprattutto in

seguito alla curiosità romantica per il Medioevo, i numerosi romanzi di

Walter Scott (tra cui Ivanhoe, del 1819) ebbero un grande successo in

tutta Europa e stimolarono una moda crescente anche in Italia. Il

romanzo d’appendice si chiama così perché pubblicato appunto in

appendice ai giornali quotidiani e settimanali: in Francia ebbe

particolare successo negli anni Trenta il feuilleton, detto così da feuillet,

cioè foglietto ovvero spazio nella parte bassa che compare

regolarmente e non è di cronaca immediata. Si tratta di romanzi basati

su schemi narrativi convenzionali, ricchi di contrasti ed esagerazioni,

improntati su schemi semplificati e ideologici. Ricordiamoci

innanzitutto di Alexandre Dumas padre con I tre moschettieri (1844) e

Eugéne Sue con I misteri di Parigi (1840), ma anche i nostri Francesco

Mastriani con La cieca di Sorrento (1852) e I misteri di Napoli (1858). Una

nuova forma letteraria è la novella in versi, che abbandona gli aspetti

comici per abbracciare i nuovi temi storici, esotici, sentimentali e

avventurosi (dal Byron al Grossi, all’Edmenegarda del Prati), nonché la

romanza, ovvero un componimento lirico che all’effusione sentimentale

associa motivi romanzeschi e narrativi.

3. L A POLEMICA TRA CLASSICI E ROMANTICI

Di Romanticismo in Italia si comincia a parlare solo con la polemica

suscitata nel 1816 dalla pubblicazione dell’articolo di Madame de Staël

sul primo numero della rivista «Biblioteca italiana» intitolato Sulla

maniera e l’utilità delle traduzioni, che conteneva un invito ai letterati a

guardare oltralpe, a cercare una letteratura filosofica a contatto con la

nuova sensibilità europea. Il gruppo che difese l’articolo e le idee della

Staël avviò un confronto con le esperienze tedesche e intraprese una

battaglia per affermare anche in Italia le idee romantiche. In realtà, il

Romanticismo italiano presenta prospettive più limitate, determinate

dalla cautela e dalla moderazione di un paese in cui si sente forte il

peso della tradizione classica. I nostri primi romantici si sentono legati

più ad alcune esperienze settecentesche che anticipano le idee

romantiche, quali quelle di Foscolo e Alfieri, e vedono la letteratura nel

loro legame con la società, capace di attrarre a sé non solo i dotti ma di

raggiungere i sentimenti del popolo e della borghesia. In sostanza il

Romanticismo italiano agisce come operazione di svecchiamento della

cultura nazionale: questo perché gli intellettuali e la cultura sono alla

ricerca dell’identità nazionale e dell’indipendenza piuttosto che farsi

abbracciare ai grandi sviluppi del Romanticismo europeo. Eppure,

l’Italia si presenta come paese intimamente romantico, che attrae

visitatori da ogni parte d’Europa per via dei suoi

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher canerabbioso di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Colaiacomo Claudio.