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4 GIORNATA. RE: FILOSTRATO. TEMA: AMORI AD INFELICE FINE

Parla Boccaccio, che si difende dalle critiche ricevute di amare troppo le donne, e che dicono che

starebbe meglio con le Muse in Parnaso. Racconta una novella per difendersi: novella di origine

orientale ripresa anche da La Fontaine che ne trae il conte:

Firenze:Filippo Balducci, non nobile ma ricco, ha una moglie e un figlio di due anni, ma morta la moglie,

decide di ritirarsi al servizio di Dio col figlio sul Monte Asinaio. Un giorno, quando il figlio è già grande e

il padre vecchio, i due vanno a Firenze per delle commissioni, e si imbattono in un gruppo di ragazze. Il

ragazzo, non avendo mai visto delle creautre simili, chiede al padre cosa sono, che gli dice di non

guardarle e per non chiamarle col nome di “femine” le chiama “papere”. Il ragazzo chiede al padre di

portarle a casa, tanto belle e piacevoli sono.

Boccaccio ammette che gli piacciono le donne e che fa di tutto per piacere a loro. Anche con l’età

avanzata (capo bianco) si può ancora sentire l’impulso d’amore. Anche andando in Parnaso con le

Muse vedrebbe le Muse che somigliano alle donne. Lo hanno aiutato a comporre versi. Necessitano

troppe forze per contrastare il desiderio, e lui queste non le vuole avere, e se le avesse le darebbe

volentieri a qualcun altro.

1° novella. Tancredi uccide l’amante della figlia Ghismunda. Narratore: Filomena

Tancredi ha una figlia alla quale è molto legato, e che non vuole maritare con nessuno. Lei, capito tutto

questo, e non volendo sposarsi per fare un dispetto al padre, vuole però un amante. Conosce un

giovane, Guiscardo, e tramite una lettera lo invita a casa sua spiegandogli di entrare in camera sua

attraverso una grotta. I due si trovano molte volte e sono felici. Ma un giorno capita che Tancredi, solito

ad andare nella camera della figlia, non trovandola si corica e si addormenta. Poco dopo nella stanza

avviene un incontro amoroso tra i due, ignari di tutto. Il giorno dopo Tancredi fa imprigionare Guiscardo

e rimprovera la figlia, che gli fa notare che Guiscardo è un buon ragazzo e dall’animo nobile. Ma

Tancredi fa strangolare il ragazzo e mettere il suo cuore in una coppa d’oro che manda alla figlia.

Questa, disperata, beve un infuso di erbe e radici velenose e aspetta la morte col cuore dell’amato in

mano. Muore sotto gli occhi del padre pentito della sua crudeltà. L’ultimo desiderio di Ghismunda è

quello di essere seppellita vicino all’amato, e così sarà.

2° novella. Frate Alberto fa credere ad una donna che l’agnol Gabriello è innamorato di lei.

Narratore: Pampìnea.

Imola: un uomo dalla vita scellerata, Berto della Massa, va a Venezia e qui, pentito della sua vita,

decide di diventare frate minore, facendosi chiamare frate Alberto da Imola. Grazie alla sua ipocrisia

ottiene subito la fama di sant’uomo. Un giorno va a confessarsi da lui Lisetta da ca Quirino, moglie di

un mercante in Francia per affari. E qui, avendole chiesto il frate se avesse un amante, lei risponde

lodando la sua bellezza, e lui se ne innamora. Ma non volendolo mostrare, la rimprovera di vanità.

Pochi giorni dopo va da lei e le chiede di scusarlo per quanto detto, e che è venuto l’angelo Gabriele a

punirlo a bastonate perché ha trattato male la donna da lui (l’angelo) amata. Il frate le dice che l’angelo

gli ha confidato che lei gli piace molto e vuole giacere con lei. Vuole sapere proprio tramite il frate

quando possono incontrarsi e sotto quale forma lo vuole, con la sola condizione di vedersi di notte. Il

frate le chiede che l’angelo possa venire da lei col suo corpo, in modo che la sua anima vada in

paradiso. La notte quindi, il frate vestito con dei panni bianchi da angelo va dalla donna e insieme

giacciono. La donna, ingenua, crede ancora che il frate non abbia nulla a che vedere con questo e gli

racconta ingenuamente ciò che ha fatto con l’angelo sottoforma del corpo di lui. Ma la donna, ingenua,

racconta di essere amata dall’angelo ad un’amica e in poso tempo s sparge la voce, finchè i cognati di

lei decidono di scoprire chi è costui. Una notte arrivano fino all’uscio della camera di lei per prenderlo,

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ma lui si butta nel Canal Grande. Un uomo lo trova e lo ospita, me sentendo delle voci, capisce che il

suo ospite è il ricercato. Gli chiede dei soldi per tenerlo nascosto,e poi dice che l’unico modo per

scappare è andare con lui ad una festa vestito o da uomo selvatico e da orso dove si fa una caccia. Gli

mette una maschera e lo porta a San Marco, piena di gente perché aveva mandato a dire che chi

voleva vedere l’agnol doveva venire lì. Qui gli toglie la maschera e lo svela, tutti lo disprezzano e dei

monaci lo portano in carcere, dove muore.

3° novella. Tre giovani amano tre sorelle. Narratore: Lauretta

Marsilia, Provenza: N’Arnald Civada, mercante, ha tre figlie, due di 15 e una di 14: Ninetta, Maddalena

e Bertella. Ninetta Restagnone. Maddalena Folco. Bertella Ughetto.Il primo aveva già una

 

relazione con Ninetta, gli altri se ne innamorano dopo. Restagnone propone agli altri due di condividere

con lui i loro soldi e di andare a vivere con le tre sorelle. Ninetta accetta anche per le sorelle, e

decidono di andare a Creti. Le tre sorelle prendono delle ricchezze del padre e in barca giungono a

Genova dai loro amanti. Qui comprano grandi possessioni dove vanno a vivere. Ma col tempo l’amore

di Restagnone per Ninetta va scemando, e il giovane ad una festa si innamora di una ragazza. Ninetta,

sopraffatta dalla gelosia, decide di ucciderlo facendo fare ad una maga un infuso velenoso. Dopo pochi

giorni viene arrestata per un’altra cosa la vecchia che aveva fatto l’infuso a Ninetta, che confessa

quanto accaduto e il duca vuole far giustizia bruciando Ninetta. Ma Maddalena corrompe il duca con

una notte d’amore e fa liberare la sorella (da tempo lei era stata desiderata dal duca).Il duca finge di

aver gettato in mare Ninetta, ma una volta che Folco torna a casa la vede, e, sapendo che Maddalena

era stata corteggiata dal duca, capisce. Folco, colto dall’ira, la uccide e scappa con Ninetta. Trovata

Maddalena morta, alcuni che avevano odio contro Ughetto lo accusano. Il duca, che amava

Maddalena, costringe Ughetto e Bertella a confessare di essere colpevoli. Ma riescono a corrompere

con soldi coloro che li sorvegliano e riescono a fuggire a Rodi dove vivono in povertà.

4° novella. Gerbino combatte contro la nave del re di Tunisi. Narratore: Elissa.

Guglielmo II Costanza e Ruggeri (figli) Ruggeri Gerbino (figlio). Gerbino, giovane molto bello,

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ha una grande fama che arriva anche alla figlia del re di Tunisi, ragazza bellissima. Sentendo le sue

opere e immaginandoselo, si innamora di lui senza nemmeno vederlo. Allo stesso modo era giunta la

fama della sua bellezza anche a Gerbino che se ne innamora. Tramite un amico di Gerbino, i due

cominciano una corrispondenza e prendono anche accordi sui modi per vedersi. Ma il re sposa sua

figlia al re di Granata, e prepara la nave sulla quale dovrà farla salire per mandarla a Granata.

Sentendo dell’amore di Gerbino, il re di Tunisi manda un messaggio a Guglielmo, chiedendogli di fare

in modo che Gerbino non costituisca un problema (sicurtà), e lui accetta. Ma lei manda a dire a Gerbino

che di lì a pochi giorni passerà da lì, e Gerbino prepara due galee e va in Sardegna. Gerbino incoraggia

i suoi uomini ad aiutarlo nell’impresa, per amore della donna amata. Le navi combattono, e i Saracini

gettano in mare la donna sotto gli occhi di Gerbino. Gerbino recupera il suo corpo e torna in Sicilia e lo

fa seppellire. Il re Guglielmo, saputo quanto successo dagli ambasciatori del re di Tunisi, fa tagliare la

testa al nipote.

5° novella. Lisabetta da Messina. Narratore: Filomena

A Messina vivono tre fratelli con la loro sorella, Lisabetta, ragazza giovane e bella non ancora maritata.

Lisabetta si innamora di Lorenzo, un giovane che aveva a che fare coi fratelli, e dopo poco tempo i due

vanno insieme. Ma un fratello di lei li vede, e insieme agli altri due uccide Lorenzo seppellendolo in una

località sperduta. Lisabetta, non sapendo nulla dell’omicidio, intanto si dispera perché Lorenzo non

arriva, finchè una notte le appare in sogno e le dice dove si trova. Arrivata in quel luogo con una fante,

Lisabetta scopre il corpo dell’amato, gli taglia la testa e la porta con sé a casa. Qui la mette in un vaso

di basilico e la innaffia con le sue lacrime. Ma i fratelli, vedendola sciupare dalla disperazione, le rubano

il vaso e nascondono la testa perché non si sapesse che era di Lorenzo, e se ne vanno a Napoli.

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Lisabetta muore piangendo.

6° novella. Andreuola e Gabriotto e i sogni. Narratore: Pànfilo

Brescia: Negro da Pontecarraro ha una figlia, Andreuola, che si innamora di un giovane chiamato

Gabriotto. I due si incontrano in un giardino e segretamente si sposano. Una notte Andreuola sogna di

essere con Gabriotto e dal suo corpo esce qualcosa di nero che lo sprofonda sottoterra. Spaventata dal

sogno, fa n modo che l’amante il giorno dopo non venga a trovarla, e venuto una sera, le chiede il

perché. Lei gli racconta del sogno, e lui le dice di averne fatto uno simile: teneva una capriola in

grembo e questa lo stava trafiggendo. Poco dopo Gabriotto muore. Andreuola e la sua fante lo

avvolgono in un drappo e lo portano verso casa sua. Sulla strada incontrano la famiglia del podestà:

Andreuola viene interrogata dal podestà, che poi tenta di usare la forza. I dottori constatano che

Gabriotto è morto per lo scoppio di una postema. Arrivato Negro, padre della ragazza, il podestà dice di

aver tentato violenza su di lei per accusarsi prima lui, e raccontata la storia a Negro, questo perdona la

figlia (si era sposata senza il suo consenso). Gabriotto viene posto nella corte del podestà e qui tutti gli

rendono onore, mentre Andreuola si fa monaca.

7° novella. Simona, Pasquino e la foglia di salvia. Narratore: Emilia

Firenze: una giovane di bassa condizione sociale, Simona, è una filatrice di lana, che si innamora di

Pasquino, un giovane che distribuisce lana da filare per conto di un suo principale. Una domenica si

trovano in un giardino lei e la sua amica Lagina e Pasquino con un suo amico di nome Puccino (detto lo

Stramba). Pasquino si strofina sui denti una foglia di salvia, e dopo poco muore. I suoi amici e gli altri

sopraggiunti accusano Simona di averlo avvelenato, portandola dal podestà. Il podestà le chiede di

portarli nel luogo dell’accaduto, dove lei gli mostra, schernita da tutti, come lui è morto. E fregandosi la

foglia sui denti, muore sotto lo stupore di tutti. Il cespuglio di salvia viene tagliato e sotto di questo si

scopre una botta molto grande per il cui velenoso fiato la salvia era diventata velenosa. I due amanti

vengono se

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Publisher
A.A. 2013-2014
36 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Brethil di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Viola Corrado.