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LA POETICA: IL FANCIULLINO

Il fanciullino è un ampio saggio pubblicato sul ” marzocco” del 1897, è un discorso programmatico che

rivela la sua poetica. Pascoli vede il poeta come un fanciullino, un poeta in grado di capire la realtà delle

cose attraverso i sensi ma non un poeta portatore di ideologie come era il poeta dell’800

L’idea centrale del fanciullino è che il poeta coincide col fanciullo che sopravvive in fondo ad ogni uomo,

che vede tutte le cose come la prima volta con ingenuo stupore e meraviglia.

Anche il poeta fanciullino da il nome alle cose come un bambino che le vede la prima volta attraverso un

linguaggio diverso da quello che si ritrova nella comunicazione abituale.

L’atteggiamento irrazionale ed intuitivo del fanciullino consente al poeta una conoscenza profonda della

realtà, il poeta appare come un veggente dotato di una vista che gli permette di spingere lo sguardo oltre le

apparenze e gli permette di esplorare il mistero.

Vediamo quindi come la visione del mondo e la sua poetica rientrino in un ambito decadente .

In Pascoli la figura retorica più usata è la sinestesia ovvero 2 sensi in contrapposizione: il fanciullino vive

anche dentro l’uomo adulto ma solo i poeti sono in grado di sentirlo e lo lasciano esprimere liberamente

mentre gli altri uomini non hanno questa capacità.

All’interno delle opere pascoliane ritroviamo 2 temi:

- Il nido inteso come la casa

- I lutti che hanno percorso la sua vita

Tali temi sono affrontati con i canoni del simbolismo. Per pascoli la poesia non deve avere fini pratici, il

poeta non si propone obbiettivi civili, morali e pedagogici ma la poesia assolutamente spontanea e

disinteressata di avere obbiettivi può ottenere effetti morali e sociali.

Dando voce al fanciullino si induce alla bontà e alla fratellanza l’uomo e si placa il desiderio di accrescere i

propri possessi , vediamo quindi nella poesia pascoliana un implicito messaggio SOCIALE.

Pascoli ritiene che gli elementi più elevati della poesia siano quelli più umili.

L’IDEOLOGIA POLITICA

Pascoli ha una concezione socialista affida alla poesia la missione di diffondere l’amore e la fratellanza.

Durante gli anni universitari, subì l’influenza delle ideologie socialiste di un suo amico, ANDREA COSTA.

Pascoli senti il bisogno di cambiare la propria ideologia a causa delle ingiustizie , dei lutti, e vedeva la

piccola borghesia rurale declassata che cercava di migliorare la propria condizione attraverso la lotta fra le

classi.

Per questo motivo aderì all’internazionale socialista. Nel 1879 pascoli subì un processo e sempre in

quell’anno il partito socialista cambio ideologia, passando da una ideologia utopistica ad una ideologia

basata su quella Marxista. Il socialismo marxista si basava sul concetto della lotta fra classi e per questo

pascoli non rinnegò gli ideali socialisti ma la dottrina marxista e per questo trasformò tali ideali in una

generica fede umanitaria, cioè per lui il socialismo è un appello alla bontà, amore, solidarietà fra gli uomini

e diffondere la pace.

Alla base di tutto questo c’era la convinzione che la vita umana è dolore e sofferenza e la terra è dominata

dal male. Questo si riconduce a molti temi delle poesie di Pascoli, quando per esempio parla dei lutti e più

precisamente della morte del padre che lo ha segnato in maniera indelebile.

Un opera molto importante di Pascoli è il fanciullino scritto per la prima volta nel 1897 e pubblicato sul

Marzocco, una rivista fiorentina; in seguito una seconda stesura è stata fatta nel 1903.

Il fanciullino è un discorso programmatico.

In Pascoli troviamo il rapporto tra impressionismo e simbolismo dove ogni particolare ha un significato

universale e simbolico. Per il poeta ideologia e poetica coincidono, infatti ritiene che la poesia abbia una

funzione di educazione sociale e debba essere utilizzata per arrivare ad una pacificazione delle tensioni

sociali, come sostenuto da ZOLA.

Questo tipo di simbolismo pascoliano è un simbolismo più intimistico il quale deriva dalla cultura classica

al contrario del simbolismo di D’Annunzio il quale risulta più moderno perché influenzato da una cultura

europea. La poetica del fanciullino è la poetica delle piccole cose che esalta il poeta perché solamente lui

è in grado di sentire il fanciullino che è in lui. Pascoli quindi mette il poeta in una condizione privilegiata

rispetto agli altri uomini comuni. Questo sembrerebbe l’esatto opposto del mito del SUPERUOMO di

d’Annunzio ma in realtà questi due miti apparentemente diversi sono complementari perché entrambi

mettono il poeta in una posizione privilegiata. MITI

Tra i miti troviamo:

- FANCIULLINO: il quale è in fondo ad ogni individuo e rappresenta la nostra parte più ingenua e

buona.

- NIDO: il quale rappresenta il nucleo familiare caldo e protettivo nel quale possiamo ritrovare riparo

dalla realtà esterna.

- Collegandosi al nido il mito dei MORTI i quali accompagnano spesso la poesia pascoliana, con

l’utilizzo di questo mito all’interno delle poesia possiamo vedere il suo intento predicatorio e

pedagogico infatti esso con l’assassinio del padre vuol rimandare al male presente negli uomini.

Pascoli con le sue opere va a rappresentare le ideologie della piccola borghesia e dei ceti più bassi andando

a descrivere i temi che riguardano l’intera umanità per questo pascoli assume la funzione di poeta VATE.

Affrontando questi temi in poesia, pascoli interpretava la visione della vita e i sentimenti di gran parte della

popolazione italiana mentre D’Annunzio si riferiva solamente alla borghesia dandogli solamente un sogno

di lusso e di gloria. LE SOLUZIONI FORMALI

il nuovo modo di Pascoli di percepire il reale si traduce in soluzioni formali, fortemente innovative.

- SINTASSI: l’aspetto che colpisce maggiormente è quello sintattico.

La sintassi di Pascoli è ben diversa rispetto alla tradizione italiana, infatti nei suoi testi poetici le

coordinate prevalgono sulle subordinate, di modo che le frasi si frantumano in una serie di brevi

frasi allineate tra di loro senza rapporti gerarchici.

Sono frequenti inoltre le frasi ELLETTICHE, le quali sono frasi prive di soggetto e del verbo.

La frantumazione delle frasi operata da Pascoli rivela il rifiuto di una sistemazione logica

dell’esperienza, egli opera una sintassi che rispecchia perfettamente la visione del mondo, ovvero

una visione fanciullesca senza logica.

- Il LESSICO: Pascoli non usa un lessico normale: egli mescola linguaggi diversi, allinea a fianco

termini dai significati e dai settori più disparati.

Tutto questo è un principio formulato all’interno alla logica del fanciullino, infatti come

il poeta vuole abolire la lotta tra le classi sociali, vuole anche abolire la lotta tra li oggetti e le parole.

Troviamo nei suoi testi inoltre, termini ben diversi tra di loro: lingue dotte o ricavate da modelli

antichi, termini gergali o dialettali e più in genere linguaggi tratti dai contadini.

Ritroviamo inoltra parole provenienti da lingue straniere come avviene nell’opera ITALY dove

ritroviamo espressioni inglesi.

- ASPETTI FONICI: sono in prevalenza riproduzioni onomatopeiche come per esempio i versi di

uccelli, CHIU CHIU, o i suoni di campane DON DON.

Al di la delle onomatopee i suoni usati da pascoli possiedo un valore FONOSIMBOLICO, ovvero i

suoni si caricano di un significato proprio.

- METRICA: la metrica di pascoli è apparentemente tradizionale, ma in realtà il tutto viene

rielaborato personalmente dal poeta.

Con un sapiente gioco di accende, pascoli riesce a creare cadenze ritmiche inedite, anche il verso è

frantumato all’interno, interrotto da numerose pause segnale con la punteggiatura.

La frantumazione è accentuata dal frequento uso delle ENJAMBEMENT che spezzano la frase nel

punto soggetto verbo.

- FIGURE RETORICHE: a livello di figure retoriche Pascoli utilizza largamente il linguaggio ANALOGICO

attraverso la METAFORA, o la sostituzione del termine proprio con uno figurato (come ad esempio

“nere nubi”, accostamento tra concreto e astratto) che ha con il primo ha un rapporto di

somiglianza.

La sua analogia accosta in modo impensato e sorprendente due realtà tra loro diverse, eliminando

inoltre passaggi illogici intermedi ì, costringendo il lettore all’immaginazione.

Un procedimento affine ala alla analogia è la SINESTESIA che fonde insieme in un tutto indistinto

diverse sensazioni. RACCOLTE

Le tre raccolte redatte da Pascoli sono:

- MYRICAE: una raccolta in cui lavora dal 1877 al 1903. I primi componimenti pubblicati sono 15 ma

nel corso delle 5 edizioni sono stati integrati altre poesie fino ad un totale di 150 componimenti.

Il titolo in latino significa TAMERICI, piccoli arbusti, tale titolo è ricavato dalla IV bucolica di Virgilio.

Gli arbusti sono piccoli e di poco conto ad indicare la poesia delle piccole cose. Il titolo in latino

indica la scelta di una poetica bassa ma tale titolo innalza la poesia e sottolinea il classicismo.

L’organizzazione della raccolta è molto rigida, sono presenti all’interno di essa due temi

fondamentali:

 NIDO: cioè la famiglia distrutta dalla morte invendicata del padre che comporta il dolore

per tale lutto.

 NATURA: il quale rappresenta la vita e fa da contrasto al tema dei lutti. Tale tema ha un

valore AMBIVALENTE, sembra infatti che la natura rappresenti la vita con valori positivi ma

molte volte porta con se qualcosa di funebre e mortuario che si ricollega al lutto e ha valore

negativo. La raccolta inizia con “il giorno dei morti” dove lui immagina che i morti della sua

famiglia abbiano formato una unità familiare nuova e profonda nell’aldilà. Questo è visto

dal poeta come una sorta di ESCLUSIONE o ESPIAZIONE ed egli ha quasi un senso di colpa

nell’essere l’unico sopravvissuto alla sua famiglia.

Tale opera si conclude con il componimento “l’ultimo sogno dove qui” finalmente il poeta

raggiunge la felicità attraverso il riconoscimento con la madre morta.

La pace dal poeta viene raggiunta solo con la rinuncia alla sua vita perché per lui la pace

significa ricongiungersi con i suoi morti.

C’è in lui un ritorno all’infanzia perché in quel periodo lui era felice.

- CANTI DÌ CASTELVECCHIO: per scrivere tali canti riprende i canti pisano-recanatesi scritti da

leopardi nel 1828. Pascoli aveva letto attentamente queste opere e prende spunto da essi. I temi

che sono presenti in questo componimento sono il nido e la natura, il linguaggio è più elevato e

sublime con poesie più lunghe.

- POEMETTI POESIE MYRICAE

- X agosto: tale poesia rievoca l’uccisione del

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
19 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Filippo8 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Tulli Mauro.