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Il decadentismo e l'attenzione all'Io interiore
Atteggiamento più pacato, invece, fu adottato dai poeti che seguirono la seconda direzione. Infatti questi sentirono l'esigenza di ripiegarsi nel proprio Io personale, per scrutarlo, capirlo, sondare il mistero intrinseco e per cercare una vita interiore autentica, a differenza della falsità della loro società.
I decadenti consideravano la poesia come l'unica forma di espressione simbolica del mistero del mondo e dell'Universo intero, che viene colta con frammenti rapidi e densi di significati misteriosi e simbolici, che solo spiriti sensibili, come i poeti decadenti, riescono a decifrare. La parola quindi diventa molto importante e assume un doppio significato: quello vero e proprio e quello simbolico, riuscendole ad attribuire varie sfumature e trasformarla addirittura in musica (Verlaine). Vengono applicate nuove tecniche espressive: il poeta, come un pittore che dipinge con veloci e decise pennellate, cerca di fissare velocemente e in modo preciso.
ciò che coglie dalla realtà. Il linguaggio è perciò ricco di simbolismi (il più delle volte misteriosi), metafore, sinestesie. Il Decadentismo in Italia In Italia questo movimento entrò all'inizio sotto la forma della corrente denominata "Scapigliatura", anche se questa non riuscì ad attuare un vero e proprio rinnovamento poetico, anche se ne furono precursori. Successivamente il Decadentismo sfociò in due importanti figure poetiche: il D'Annunzio e il Pascoli. Le caratteristiche di vita e della poetica del primo, come già detto in precedenza, erano imperniate sui sensi e rivolte all'estetismo, sviluppando un linguaggio raffinato, musicale, ricco di simbolismi. Il secondo, Pascoli, invece imperniò la sua poesia sulla sensibilità delle piccole cose, sul mistero che circonda l'uomo e sulla trasfigurazione della realtà in un sogno (spesso è presente la nebbia, elemento che rende alpaesaggio un senso di mistero e di irrazionale), sul costante utilizzo di simbolismi (il focolare domestico e il concetto del nido), sulla musicalità della poesia, sull' delusione per la modernità, sull'attrazione dell'irrazionale e sulla quasi continua presenza della morte. Molti poeti cercarono di seguire il Pascoli, trasformando però le "piccole cose" nelle "buone cose di pessimo gusto", poetando sulle cose quotidiane, in un ambiente di bassa borghesia (i più importanti poeti sono: Marino Moretti, Corrado Govoni, Guido Gozzano). La poetica del Pascoli Come già ricordato in precedenza questo scrittore interpretò la direzione più "tranquilla" del movimento decadentista. Infatti molte delle sue poesie prendono spunto dalle "piccole cose" della vita umile e comune, una vita avvolta nel mistero e nella sofferenza. Per il Pascoli comunque la vita non è un dramma, ma piuttosto una ricerca deldoppio significato delle piccole cose, un significato che lo può scoprire solo un poeta, che, con la sensibilità e lo stupore di un fanciullino che scopre per la prima volta il mondo, riesce ad intuire. Il linguaggio è molto veloce, espressivo, con ritmica denza che danno alla poesia un tono musicale. Ci sono varie note impressionistiche e il linguaggio è piuttosto ridotto all'essenziale, cosa che prelude alla letteratura del Novecento (ermetismo). Il lessico è un'alternanza di parole dotte a parole comuni, denotando però una profonda conoscenza in ambito botanico: infatti quando tratta di alberi e piante (ma anche di animali), chiama per il proprio nome specifico il soggetto in questione. Ma soprattutto il Pascoli cerca di evidenziare il doppio significato delle cose, la loro anima, adottando un linguaggio ricco di allusioni e analogie. Cura, inoltre, molto l'aspetto fonico, anche questo presente su due livelli: il primo livello si
Riferisce a quello diretto che si percepisce leggendo la poesia; il secondo, più profondo, lo si sente immergendosi nella poesia e cogliendone ogni suono come se fosse reale, riuscendo così a sentirsi in mezzo al contesto della poesia. Quindi ogni parola assume un significato fonosimbolico.
Le tematiche assunte dal Pascoli sono quelle della natura e delle piccole cose (la natura, la campagna, la poetica del fanciullino, cantati in opere come "Canti di Castelvecchio", in "Myricae", "Primi poemetti" o in "Poemetti nuovi"), la morte e il mistero (la morte consente, al poeta, il ricongiungimento con i propri cari morti. Vede in queste poesie l'umanità come un'ombra che vaga smarrita sulla Terra avvolta dal mistero, come nella poesia "Nella nebbia"), il ricordo e il dolore (il dolore nel ricordo del padre assassinato, il Male che vince nel mondo, atomo opaco del male, per colpa degli uomini, che esorta ad essere.
più buoni, e non per colpa della Natura, madre buona), ilcosmo (in quanto è un mare di mistero), impressioni ("Il tuono", "Il lampo", "Il temporale").
Dopo questo elenco delle tematiche del Pascoli, si può notare come i temi del Decadentismo sianoevidenti: il ripiegamento del poeta in se stesso e nelle piccole cose, l'attrazione, mista a paura, versol'ignoto e il mistero, il ricordo quasi continuo alla morte e la ricerca di un qualcosa al di là di questa.
Ma vediamo un po' più in dettaglio queste raccolte di opere.
Le opere del Pascoli
La prima raccolta del Pascoli uscì nel 1891 con 22 liriche (la 4° edizione del 1897 ne conteneva ben156) con il nome di "Myricae". Questo nome, preso dalla 4° bucolica (componimento poeticospesso in forma di dialogo) di Virgilio. La raccolta si caratterizza dalla presenza di argomentisemplici e modesti, che spesso ricadono sul tema della famiglia e della
vissuto una vita di fatica e sacrificio. Le due poesie sono esempi significativi della poetica di Pascoli,che si caratterizza per la descrizione dettagliata della natura e per l'uso di simboli e metafore. In entrambele poesie, il paesaggio assume un ruolo centrale, diventando lo specchio dell'animo del poeta e delle sueemozioni. La vita campestre rappresenta per Pascoli un rifugio, un luogo di pace e di serenità, ma anche di solitudinee di malinconia. Le tamerici, simbolo di umiltà e semplicità, rappresentano la poesia stessa, che si presenta senzaarti né pretese, ma che riesce a trasmettere emozioni profonde e autentiche. La morte del padre, narrata in"X agosto", è un evento doloroso che segna profondamente il poeta, il quale trova conforto nell'immensità delcielo stellato e nella bellezza della natura. In "Lavandare", invece, Pascoli descrive l'atmosfera misteriosa enebbiosa del mese di novembre, creando un'atmosfera sospesa tra sogno e realtà. L'aratro abbandonato inmezzo al campo diventa il simbolo della fatica e del sacrificio della lavandara, che rappresenta tutte le donneche, come lei, hanno vissuto una vita di duro lavoro. Le poesie di Pascoli, con la loro profonda sensibilità e laloro capacità di evocare immagini suggestive, ci invitano a riflettere sulla vita, sulla morte e sulla bellezza dellanatura.persol'affetto che dava un senso alla propria vita. E' chiaro che nella solitudine della donna il poeta riflette la propria.
Nel 1897 esce la raccolta "Primi poemetti", nel 1903 quella dei "Canti di Castelvecchio" e nel 1909 una nuova raccolta, i "Nuovi poemetti". Entrambe queste raccolte sono legate ai temi trattati in "Myricae". Infatti anche qui sono frequenti i collegamenti alla vita dei campi e alla vita trascorsa in famiglia. In queste raccolte le impressioni e i simboli si fanno ancora più presenti, vengono utilizzate anche forme dialettali prese dal mondo contadino e, specie nei poemetti vengono descritte fasi importanti della vita agricola, come la mietitura e la vendemmia.
La poesia più importante presente nei "Primi poemetti" è certamente "Nella nebbia", dove viene descritto un paesaggio avvolto nebbia e nel mistero, dal quale emerge un'ombra, simbolo dell'umanità.
vaga smarrita sulla Terra avvolta anch'essa dal mistero.
Della seconda raccolta, invece è da nominare certamente la poesia "La mia sera" (la sera sicuramente è un tema ricorrente dei poeti, come il Foscolo nel sonetto "Alla sera" che gli fa dimenticare le tristezze della vita e lo fa meditare sulla morte e come nel Leopardi, nella poesia "La sera del dì di festa", dove pensa alla giornata di festa ormai trascorsa e al ritornare, quindi, di pensieri tristi e malinconici).
Nella poesia "La mia sera" che descrive la sera del poeta, si ricollega alla parabola della vita che vede, al suo calare (appunto nella sera della vita), un po' di pace dopo le sofferenze subite nel corso della vita e nella quale sera il poeta si immerge nel mistero della morte. La poesia è ricca di fonosimbolismi, di analogie, metafore, onomatopee, sinestesie (percezione contemporanea di due sensi), assonanze, ossimori (forte contrasto di significato).
di due parole vicine)...Nei "Nuovi poemetti" invece la poesia più famosa è "Il naufrago", dove il Pascoli afferma che la vita, attimo fuggente, è in balia del destino, come lo è la vita di un'onda, e che poco può l'uomo per contrastarlo. Un'altra raccolta, "Poemi conviviali", uscita nel 1904, traggono ispirazione dal mondo classico latino e greco. Un'altra raccolta uscì, nel 1906, sotto il nome di "Odi e inni", nei quali veniva cantato l'eroismo e il patriottismo, la fraternità umana e la giustizia sociale. Altre raccolte ("Poemi italici", "Canzoni di re Enzio", "Poemi del risorgimento", "Carmina", "Testi in prosa"), invece, vogliono sottolineare come la poesia deve avere una funzione sociale, per invitare l'uomo ad essere più buono. Quindi, dopo tutto ciò, si può sottolineare ancora una volta come ilPascoli cercò di analizzare i diversi significati delle "piccole cose", a valorizzare la famiglia e la semplice vita contadina, il mistero e la morte e cercò, visto la sua esperienza piuttosto negativa nei confronti della vita viste le sciagure familiari, a raddrizzare l'umanità malvagia (che in nome del progresso rifiuta addirittura la religione), esortandola ad essere più buona. La meteorologia ed il Pascoli Varie poesie del Pascoli hanno come sfondo, se non addirittura come tema principale, elementi atmosferici, come la nebbia, i tuoni, i fulmini… Questo discende dal fatto che il Pascoli fa parte di quei poeti decadenti che si ripiegano nel proprio "io", nelle piccole e semplici cose e nelle scene legate alla natura (quindi sia scene campestri che scene legate più direttamente alla natura, come appunto un evento atmosferico). In poesie come "Lavandare" (Myricae), "Nella nebbia" (Primi poemetti) o