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Letteratura Italiana – Pascoli Pag. 1
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Le metafore ossessive nella vita di Giovanni e Maria

Quando tenderà di fidanzarsi con la cugina, Imelde: Maria però riuscì a far fallire il progetto. Giovanni e Maria vivranno una vita di intensi e ambigui affetti. Il richiamo persistente è per "le metafore ossessive" della "casa-nido", la "siepe", la "presenza dei morti". Il non vedere volumizza il sentire e un vago altro da sé convive con il disadattamento. Il fanciullo è per lui geneticamente innocente perché il suo discorso è ingenuo e senza malizia ed è di "colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detto. Il fanciullino, prima di diventare un termine della poetica pascoliana, fu qualcosa che ebbe realtà e vita nel regime psicologico e affettivo. Per Freud l'analisi della personalità di un'artista può chiarire molti aspetti della sua produzione; il comportamento creativo è associato alle esperienze del vissuto.

soprattutto a quelle infantili e all'ambiente familiare. Ogni fantasia si ricollega al ricordo che risale all'infanzia e le fantasie interagiscono con i sogni. Il fanciullino non conosce la realtà così com'è, ma come la sente. La vecchiaia sa dire e la fanciullezza sa vedere. La "siepe" delimita la propria inadeguatezza. Un'altra fonte d'ispirazione è il Leopardi, egli rileva parallelamente al Leopardi il suo vissuto di dolore: Sully è una delle fonti principali di Pascoli. La sua opera principale è Etudes sur l'enfance è un trattato di psicologia infantile, che affronta la conoscenza dell'universo psichico del bambino e delle sue dinamiche. Per tutto l' '800 la cultura europea aveva riservato un particolare interesse per il mondo dell'infanzia, in senso pedagogico e culturale e, poi, in una prospettiva psicologica. I romantici avevano paragonato la condizione infantile allo stato primordiale "di

La "natura" dell'umanità. Dopo gli anni '80 dell'Ottocento, si comincia ad analizzare in modo più scientifico la psicologia dell'infanzia focalizzando l'attenzione sul fanciullo come un'autonoma realtà di riferimento. Un punto rilevante del pensiero platonico è l'valutazione positiva della mania o delirio, il momento irrazionale, che ispira i poeti. Per lui, la reinfetazione è rappresentata dall'incesto, dal mondo dell'infanzia e dalla "regressione infantile". Queste pulsioni convergono verso un unico esito: lo sdoppiamento della personalità e il suo annullamento nella disidentità. Per Pascoli l'elaborazione del lutto è una condizione necessaria per uscire definitivamente da un universo dominato da angosce psicotiche, che determinano disagi e squilibri. Negando il dolore la perdita dell'oggetto d'amore, egli regredisce alla fase infantile. La spinta alla riparazione è data dalla sua espressione.

creativa e dalla formazione dei simboli. L'identità del Pascoli è scissa in due; il nemico interiore non ha solo paure immotivate, ma anche gioie innocenti. La poesia del Pascoli è in linea diretta con il suo "romanzo familiare": perfino la simbologia ha una stretta interdipendenza con la sua storia familiare. La famiglia è per il Pascoli la causa di tutti i disagi; la famiglia-nido diventa così una famiglia-prigione. L'atteggiamento di disagio verso l'esterno prova il rifiuto del poeta verso la vita adulta e una propensione alla non-vita, scelta attraverso la sicurezza del nido. La ritualità ossessiva nasce da "una diade" affettiva segreta e gratificante, ma colpevolizzante, perché incestuosa. L'ipotesi di una sua mascherata omosessualità sembra sostenibile, se si pensa che ogni individuo nella propria infanzia prende coscienza della propria sessualità, per meglio conoscere e padroneggiare il.

proprio corpo. Il mancato bisogno di autonomia lo porta verso un percorso d‟identificazioni secondarie. La percezione distorta del proprio sé è accompagnata da sensi di colpa. Il bambino impara a credere a un sacco di cose. Cioè, impara. Per esempio, a agire secondo questa credenza. Poco alla volta, con quello che crede, si costruisce un sistema e in quest‟ultimo alcune cose sono ferme e incrollabili. L‟"amore" pascoliano è fatto "di sentimenti infantili". Stadio infantile vuole dire non arrivare al confronto vero, diretto tra uomo e donna. L‟identità pascoliana diventa un‟entità centrifuga, una doppia personalità che attiva uno sdoppiamento tra realtà e immaginazione, tra vita quotidiana e sogno poetico. L‟accidia è per Pascoli una malattia dell‟anima, che comporta disgusto per la vita (accidia --> pigrizia). La depressione è al di là del principio di piacere,

un‟identificazione con la morte. La morte è un ritorno al tuttoindistinto, attraverso un sentimento di alienazione che è in funzione della non-vita. I sogni, racchiusi nelle immagini, sarebbero riconducibili a desideri erotici repressi, anche quando nel sogno non vi sia alcun riferimento ad atti o immagini sessuali. Le idee deliranti sono anche legate al mancato sviluppo della personalità o al meccanismo psicodinamico della proiezione. L‟uomo non è veramente uno, bensì due (alla fine dell'800): Stevenson inaugurò, con "Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mr. Hyde", la psicologia del profondo. Ed è proprio a questa idea di sdoppiamento, di incontro con la propria ombra cui è necessario rifarsi, per prendere in esame la personalità di Giovanni Pascoli. Questa tematica avvicina testi e autori tra i più diversi dell'Ottocento e del novecento e affascina tra gli altri, anche Pascoli, che s'interessò anche alla

personalità isterica. Maria riveste il ruolo della malata, s’identifica con i sintomi e con le belle indifférence la propria esistenza come fuga dal mondo. Il fantasma di Giovannino da uno stato di felicità, passa a uno “stato di miseria”, due momenti che delimitano la condizione della perenne infelicità umana. Tra il principio di realtà e il desiderio di regressione è anche il colloquio del fantasma con la madre, che evoca l’affanno dei defunti e rivive la loro voce nella poesia. Ida e Maria diventeranno spose-sorelle, per supplire alla mancanza della madre naturale. La pulsione di morte in Pascoli è sempre autodistruttiva e ha un impasto pulsionale, che vede l’odio temperato dall’amore. Il fanciullino pascoliano non scorge nella donna un’amante, ma una sorella da consolare, perché in lui si ode il bisbiglio di due voci di fanciulli, quello che è dentro l’uomo innamorato dell’amore e quello che ama

Passionalmente la donna amata. Il pianto del fanciullino essenziale e primitivo per liberare la tensione distruttiva del poeta. Per Pascoli il complesso di Edipo comporta anche un sentimento di colpa associato a sentimenti che per ambedue i sessi può definirsi il culmine della sessualità infantile. La follia, per un eccesso di ragione, sconfina nel patologico.

Capitolo II: Il tradimento di Ida: "una passione segreta"

Ognuno si chiede se ci sia stata una "relazione proibita" tra Giovanni e la sorella Ida. L'ombra delle due sorelle è sempre presente nella sua mente. Le sorelle sono "le sue bambine"; questo ménage à trois rimarrà in piedi, per 10 anni, fino al 1985, anno in cui Ida si sposa. Quando Ida convolerà a nozze, l'amore proibito s'interromperà, con la complicità di Maria, perché era lei che controllava questa relazione con la sua nevrotica ossessività e con la vigile

Attenzione di un'isterica. La fragilità psichica ha, nell'assunzione continua dell'alcol, il suo epilogo, perché la dipendenza etilica gli causerà prematuramente la morte, nel 1912. La morte, inconsciamente desiderata, sarà una scelta obbligata, dopo la separazione da Ida. La "diade affettiva" Ida-Maria si sposta sulla "gentile Ignota", la moglie del pittore Corcos, Emma Strozzi, un'infatuazione di poca durata. Le inquietanti testimonianze di alcune lettere confermano quello che era un semplice sospetto: le due sorelle sono state sacrificate dall'egoismo di Giovanni, perché il poeta si rifiutava di crescere. Il poeta tenterà un escamotage con il "presunto" fidanzamento con la cugina Imelde, che si rivelerà inefficace e pretestuoso. Altri autori hanno vissuto esperienze analoghe, come J.W. Goethe, di un anno più grande della sua sorella Cornelia, con la quale condivise legami compromettenti e discutibili.

Cornelia trova marito, a 23 anni: Goethe travolto dalla passione che si stava spingendo oltre ogni limite, non le perdonò questo tradimento e scomparirà per sempre dalla sua vita. La gelosia e un sentimento morboso di ossessività pervadono l'animo di Pascoli, che vive una condizione di profonda depressione. Quando un giudizio poco favorevole alle sue "Myricae" fu espresso da Pirandello, il suo stato di salute peggiora ulteriormente. È da escludersi una relazione d'amore fisico tra il poeta e Maria. L'esclusivo affetto per le sorelle, lo sollecita a severe lettere struggenti d'amore, per la loro lontananza. Per Pascoli si è parlato anche di omosessualità latente, in quanto deviazione dell'oggetto d'amore. Il poeta, secondo Freud, è un introverso, non molto distante dalla nevrosi. Maria è il benefico angelo custode, che rende onnipotente il suo narcisismo smarrito. Con la regressione il poeta esaudisce le fantasie.

inconsce.Il delirio si è sovrapposto, come una specie di rammendo, dove in origine si era prodotta una lacerazione nel rapporto dell‟io con il mondo esterno. Il riferimento più diretto per Pascoli è la teoria sistematica del doppio legame: l‟intensa relazione con le due sorelle ha per lui un valore di sopravvivenza fisica e psicologica. Lo scenario del delirio pascoliano è statico, senza possibilità di cambiamento. Come risposta al soddisfacimento dei bisogni istintivi, egli cerca una risposta delirante alle continue manie di persecuzione. La maniacale attesa della morte e le persistenti immagini ossessive rendono reversibile il binomio vita/morte, attivando un ordine simbolico, inteso "come naturale termine della vita". Pascoli non vive la morte come destino della condizione umana, ma come disagio che interiorizza la tristezza e il lutto, in seguito al sentimento di perdita. La perdita, appunto, di Ida. Ciò lo porta a proiettare su

Maria le sue attenzioni. Il lavoro del lutto interagisce con il lavoro della castrazione; in Giovanni è caduta una parte essenziale di sé: l'oggetto d'amore perduto non può essere degnamente sostituito. La condizione psicologica, tormentata dall'ossessione dei drammi familiari, esprime un malessere e un'inettitudine a vivere. Il poeta-fanciullo, con il riaffiorare
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Villani Paola.