Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CANZONE AD ANGELO MAI
Fu scritta in una decina di giorni, nel 1820, secondo l'indicazione dell'autografo leopardiano.
Originariamente si intitolava Ad Angelo Mai, poi il titolo divenne Ad Angelo Mai quando ebbe trovato i libri di Cicerone della Repubblica.
La canzone sarebbe dovuta uscire a stampa con le due canzoni patriottiche e con le due canzoni funerarie (cronaca), in un opuscolo a cura dell'amico Brighenti (spia degli austriaci e editore); ma per l'opposizione del padre (ideologia contraria al patriottismo + non vedeva di buon occhio le canzoni con argomento di cronaca) l'operazione non riuscì.
Dunque Leopardi pubblicò la canzone da sola, preceduta da una lettera dedicatoria al conte Trissino, erudito di nobile famiglia che grazie a Giordani era entrato in contatto con lui.
Angelo Mai: filologo, gesuita, si dedica per decenni alla pubblicazioni di testi che erano fino a quel momento ignoti. Fu uno dei più grandi promotori dello studio dei.
palinsesti (manoscritti in cui c'è un testo originario cancellato e sostituito con un altro, per utilizzare di nuovo la carta, che era preziosa), grazie ai quali fu in grado di scoprire testi classici (il testo sotto cancellato), come di Cicerone o Frontone. Proprio per Cicerone, Leopardi lo celebra in questa canzone che, apparentemente sembra una lode, ma che nasconde fanatismo e patriottismo. Ciò è deducibile anche dalla lettera a Brighenti. C'è ancor di più della tematica patriottica e civile, la canzone ha vari livelli: uno di lode dell'impresa di Mai, uno patriottico di elogio di coloro che hanno fatto grande l'Italia, in contrasto con i personaggi presenti; e uno più profondo, una dichiarazione della diversità fra gli antichi e i moderni. C'è nella canzone una rassegna dei grandi italiani, da Dante ad Alfieri, che ricalca in parte I sepolcri di Foscolo; ma il richiamo più diretto è
al romanzo Corinne di Madame de Stael progressiva infelicità del genere umano. Tra gli italiani celebrati c’è anche Cristoforo Colombo, che permette di capire in che termini viene declinata questa infelicità: scopre l’America, ma la scoperta non è positiva, viene vista come qualcosa che è stata nociva per l’immaginazione degli uomini una volta che abbiamo esplorato tutto il mondo, esso non diventa più grande, ma più piccolo, non più sufficiente per noi e la nostra immaginazione. Ancora, abbiamo Tasso, anch’egli centrale nella canzone, celebrato come poeta, ma Leopardi si sofferma a descriverne soprattutto l’infelicità. Infine, abbiamo Alfieri, che rappresenta una eccezione in questo quadro di progressiva decadenza, perché autore dalle tematiche politiche: in questo modo Leopardi si ricollega al tema patriottico e chiude la canzone. Leopardi mette in versi qui una visione del mondo e diinfelicità dall’antico al moderno e dal fanciullo all’adulto: l’ontogenesi dell’essere umano replica, per lui, la filogenesi dell’uomo.
Filogenesi: serie degli stadi attraverso i quali sono passati gli organismi nel corso del tempo.
Ontogenesi: serie degli stadi attraverso i quali passa l’embrione dalla sua formazione all’età adulta.
Entrano quindi in gioco vari fattori nella stesura di questa canzone, tra cui la crisi filosofica del 1819, il motivo dell’infinito, della noia e del nulla (che avevano tormentato Leopardi).
C’è quindi delusione per il presente, privo di patriottismo; riflessione sull’infelicità dell’uomo moderno; abbonda il lessico di carattere negativo (invidia, ozio, viltà, male, tedio, angoscia), con immagini d’ispirazione funebre.
Mentre nei Sepolcri le tombe sono oggetto di culto, qui coincidono con l’idea della morte e della decadenza.
Dell'età contemporanea. La lingua è pervasa di arcaismi e latinismi, la sintassi è elaborata, ci sono molti enjambements (mancata coincidenza tra l'unità sintattica e il limite del verso, ad esempio con sostantivo e aggettivo, uno alla fine del primo verso e uno all'inizio del secondo, ecc..)
Endecasillabo: verso più importante della tradizione poetica italiana, che troviamo in ogni epoca e che ha come ultima sillaba tonica la decima; anche se la parola vuol dire 11 sillabe: se termina con una parola piana avrà 11 sillabe, se termina con una parola sdrucciola avrà 12 sillabe, ecc... Avremo quindi endecasillabi tronchi, piani, ecc...
Il tipo che si dice canonico ha tonica, oltre alla decima sillaba, almeno la quarta o la sesta: nel primo caso si avrà un ritmo a minore (il ritmo è minore rispetto al resto dell'endecasillabo), nel secondo caso a maiore (ritmo di un settenario). Se sono toniche entrambe
Il verso sarà di tipo non canonico, molto raro. Emistichio = prima o seconda parte del verso.
CANZONE è una forma metrica di origine provenzale, originariamente dedicata all'esecuzione accompagnata dalla musica. La caratteristica essenziale è l'uguaglianza delle strofe tra di loro, dette stanze, per lo stesso schema di rime e forma sillabica.
Nella poesia italiana la stanza presenta un'articolazione più complessa, con versi di varia misura nella poesia antica, o solo endecasillabi (stanze più solenni) e settenari nella tradizione petrarchesca. Ogni stanza è solitamente divisa in tre parti, le prime due sono dette piedi e sono perfettamente corrispondenti fra di loro per numero di versi e ordine; la terza è detta coda e ha uno schema di versi e rime indipendente. È questo il tipo praticato da Petrarca. La divisione tra le due parti principali è detta da Dante diesis (piede - coda). Non ci devono essere nei
piedi versi non rimati, possibilità invece ammessa nella coda; la canzone può ancheterminare con una strofa più breve detta congedo.
Leopardi rielabora questa forma, fino ad arrivare ai Canti, in cui la canzone cambia, è quella libera (o leopardiana).
LEZIONE 7 – 29 aprile
CANZONE AD ANGELO MAI
Si tratta di 12 stanze di 15 versi, che hanno tutte lo stesso schema metrico (le prime canzoni di Leopardi cambiavanotra strofe pari e dispari).
Si ha una semplificazione metrica e maggior importanza alle rime + viene adottata una clausola strofica, una chiusuradi ogni strofa a rima baciata fra gli ultimi due endecasillabi, che sancisce anche il tono funebre della canzone.
La scoperta degli scritti di Cicerone era stata in realtà già elogiata da Leopardi in una lettera a Mai.
Quando Leopardi poi andrà a Roma e leggerà il testo, il suo entusiasmo sarà ridimensionato, sia per il contenutodell’opera, che non diceva molto in
più rispetto a ciò che si sapeva di Cicerone, sia nei confronti di Angelo Mai, che comincia a vedere con occhi diversi.
Italo ardito, a che giammai non posi Italiano coraggioso, per quale scopo non cessi mai di svegliare dalle tombe i nostri antichi padri, e li conduci a parlare a questo secolo, i nostri padri? ed a parlar gli meni morto, spiritualmente per l’inettitudine, sul quale pesa tanta nebbia dia questo secolo morto, al quale incombe noia? 1)tanta nebbia di tedio? E come or vieni E come mai ora, voce antica dei padri, muta per così lungo tempo, arrivisì forte ai nostri orecchi e sì frequente, così forte ai nostri orecchi e così frequentemente?voce antica de’ nostri, E perché adesso avvengono tanti risorgimenti, cioè tanti ritorni a nuova muta sì lunga etade? e perché tanti vita delle opere antiche, mediante le molte scoperte del Mai?risorgimenti? In un balen feconde In un
baleno le antiche carte sono diventate feconde di voci uscite daivenner le carte; alla stagion presente palinsesti; le biblioteche dei chiostri, polverosi per l'abbandono,i polverosi chiostri tennero nascoste le nobili e sante parole degli avi a beneficio dell'etàserbaro occulti i generosi e santi / presente.detti degli avi. E che valor t'infonde, E che forza, o egregio italiano, ti infonde il destino?italo egregio, il fato? O con l'umano O forse anche il destino contrasta invano con l'umano valore? 2)valor forse contrasta il fato invano?1) Il nostro secolo è minacciato da una nebbia di tedio, tema presente anche nello Zibaldone.Si parla delle tombe degli antichi e di secolo morto, primo riferimento al tema funebre (il secolo è mortoproprio perché invaso dalla noia, incapace di percepire le forti illusioni, quali ad esempio l'amore per lapatria). Il tedio porta alla sensazione del nulla e della morte.L'italiano
è detto ardito perché sfida lo spirito del secolo, che tende verso la morte, mentre lui vuole riportare in vita gli antichi. Sarà definito ardito anche Colombo = affinità tra l’eroismo di Angelo Mai e Colombo, entrambi scoprono qualcosa di nuovo. Il tema del secolo morto tornerà poi in una operetta morale, in cui la moda dice alla morte di aver dato al mondo tali costumi, che la vita stessa è più morta che viva.
Il destino è avverso al valore umano: il fato avverso infonde valore, oppure pur non essendo benigno al nostro secolo il valore umano prevale. Egregio = epiteto, latinismo, di stampo foscoliano. Certo senza de’ numi alto consiglio Sicuramente non è senza un autorevole decisione degli dei avviene che, non è ch’ove più lento quando la nostra disperata dimenticanza è più pigro e grave, sempre grave è il nostro disperato obblio, torni ogni momento a scuoterci un nuovo.
grido dei padri.a percoter ne rieda ogni momento Il cielo dunque è ancora pietoso verso l'Italia; ancora ha cura di noi nuovo grido de' padri. Ancora è pio qualche divinità: poiché, essendo questa l'ora, e mai se ne presenterà dunque all'Italia il cielo; anco si cura un'altra simile, di ripristinare il valore arrugginito degli Italiani, vediamo di noi qualche immortale: che la voce dei morti è grande e nobile, e che la terra fa quasi uscire gli eroi dimenticati per vedere se in questa epoca così tarda ancora til'ora da ripor mano alla virtude piaccia, o patria, essere vile. 3)rugginosa dell'itala natura,veggiam che tanto e tale è il clamor de' sepolti, e che gli eroi dimenticati il suol quasi dischiude,a ricercar s'a questa età sì tarda anco ti giovi, o patria, esser codarda.3) Due suggestioni: quella foscoliana, presente
Nell'idea che il suolo liberi gli eroi dimenticati e che l'esempio degli uomini forti defunti risvegli le coscienze, l'idea che le scoperte umanistiche e rinascimentali degli antichi codici riportino alla