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Letteratura Italiana - Luigi Pirandello Pag. 1
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LUIGI PIRANDELLO

Vita

Pirandello nacque nel 1867 presso Girgenti, l'attuale Agrigento, da una famiglia di agiata

condizione borghese. Intraprese gli studi tecnici presso l'università di Palermo ma poi si trasferì a

Roma per studiare lettere. In seguito ad un contrasto sorto con un professore egli fu costretto a

lasciare Roma e così si trasferì all'Università di Bonn, dove si laureò in Filologia nel 1891. Nel

frattempo aveva già iniziato la produzione letteraria scrivendo poesie e una tragedia. Dal 1892,

grazie ad un assegno concessogli dal padre, si stabilì a Roma per dedicarsi interamente alla

letteratura. Dopo aver incontrato alcuni veristi italiani Pirandello si convertì dalla poesia alla prosa.

Nel 1893 scrisse il suo primo romanzo, l'Esclusa. Nello stesso anno sposò a Gigenti Maria

Antonietta Portulano, figlia di un socio in affari del padre, e si stabilirono definitivamente a Roma

dove collaborava a giornali e riviste. Iniziò, successivamente, come supplente l'insegnamento di

lingua italiana in una scuola superiore di Roma. Il 1903 fu però l'anno della rovina economica del

padre provocato da un allargamento della miniera di zolfo in cui aveva impiegato la dote della

moglie di Pirandello. Per Maria Antonietta questi eventi significarono il tracollo nervoso e una

mania di persecuzione e gelosia nei riguardi del marito che nonostante ciò non smise mai di

prendersi cura di lei. Morirà successivamente ricoverata in una casa di cura. Nel 1924 Pirandello,

dopo essersi iscritto al Partito Nazionale Fascista assume la direzione del Teatro d'Arte di Roma,

dove conoscerà Marta Abba con la quale stringe una relazione sentimentale. Nel 1934 gli viene

assegnato il premio Nobel per la letteratura. Nel 1936 si ammalò di polmonite e morirà nella sua

casa romana.

Pensiero

Il pensiero del Pirandello si fonda sul rapporto dialettico tra Vita e Forma. La vita, pur essendo

continuamente mobile, per un destino burlone tende a calarsi in una Forma in cui resta prigioniera

ed alla quale cerca di uscire , per assumere nuove forme senza mai trovare pace. Dal rapporto tra

vita e Forma deriva il relativismo psicologico, che si svolge, per così dire, in due sensi: in senso

orizzontale, che riguarda il rapporto dell’individuo con gli altri e in senso verticale, che riguarda il

rapporto dell’individuo con se stesso. Secondo Pirandello gli uomini non sono liberi; ma sono nelle

mani di un burattinaio invisibile e capriccioso: il caso. Quando noi nasciamo ci troviamo inseriti per

puro caso in una società precostituita regolata da leggi, abitudini, fissate in precedenza

indipendentemente dalla nostra volontà. Inseriti in un determinato contesto o società a noi stessi

assegnamo una maschera obbligandoci a muoverci secondo schemi ben definiti che accettiamo o

per pigrizia o per convenienza senza avere mai coraggio di rifiutarli. Sotto la maschera il nostro

spirito freme per la sua continua mutabilità, ma ci freniamo sia per non urtare contro i pregiudizi

della società sia per la nostra tranquillità perché nel mondo mutevole in cui viviamo, quella nostra

maschera fissa è l’unico punto fermo al quale ci aggrappiamo disperatamente per non essere travolti

dalla tempesta. Ma a volte capita che l’anima istintiva che è in noi esploda violentemente, in

contrasto con l’anima morale, facendo saltare i pudori e i freni inibitori. Ma anche in questo caso

non abbiamo motivo di rallegrarci perché una volta usciti dalla vecchia maschera il senso di libertà

che proviamo è di breve durata in quanto il nuovo modo di vivere ci imprigiona in un'altra Forma,

diversa dalla prima, ma altrettanto soffocante ed allora tanto vale entrare nell'antica Forma: un

ritorno che però si rivela impossibile per il continuo mutare della realtà. Secondo Pirandello quando

l'uomo scopre il contrasto tra la Forma e la Vita può reagire in tre modi:

Reazione passiva: è quella per i più deboli, che si rassegnano alla maschera che li imprigiona

perchè incapaci di ribellarsi; (Mattia Pascal)

Reazione ironico-umoristica: di chi non si rassegna alla maschera ma visto che non si può

ribellare sta al gioco con un atteggiamento ironico; (la patente)

Reazione drammatica: di chi nè si rassegna nè riesce a sorridere umoristicamente della vita e si

chiude in una solitudine che lo porta al dramma; (uno, nessuno e centomila)

La poetica dell'umorismo

L'umorismo è il sentimento del contrario che nasce dall'azione combinata di due forze: il

sentimento che crea le situazioni della vita e la ragione che interviene e le analizza

scomponendole nei loro elementi costitutivi che ne rivelano i meccanismi. Quando la

ragione si ferma alla superficie si ha l'avvertimento del contrario, quando invece penetra in

profondità si ha il sentimento del contrario. Tutto ciò indica la differenza tra comico (ride

solo, si ferma all'apparenza) e umorista (scompone il nostro animo, oltre a ridere riflette

anche...la riflessione diventa quindi un mezzo di giudizio). Pirandello riporta l'esempio di

una vecchia signora che si comporta come una giovinetta, truccandosi e tingendosi i capelli.

La prima reazione nel vederla così è quella di ridere, avvertendo il lato comico della

situazione, ma poi interviene la ragione che scopre che quel modo di truccarsi è un'arma di

autoinganno: la vecchia spera che nascondendo con il trucco le rughe riesca a trattenere

l'amore del marito più giovane di lei.

Le Novelle

Pirandello scrisse le novelle per un anno durante tutto l'arco della sua vita, ma più

intensamente negli anni tra 1900 e il 1915. Vengono pubblicate in modo occasionale su

quotidiani e riviste, ma solo nel'24 Pirandello ne progetta una risistemazione globale in 24

volumi, dei quali scriverà solo quattordici. Le novelle vennero richieste dal quotidiano "Il

corriere della Sera" e il progetto era quello di scrivere 365 novelle, una per ogni giorno

dell'anno. Le novelle non hanno un ordine determinato; lo stesso titolo sembra alludere allo

sperpero casuale dei giorni e delle vicende. Il "corpus" delle novelle riflette le visioni di un

mondo non ordinato e non armonico.Si possono identificare tre filoni principali: quello delle

novelle siciliane, quello delle novelle romane e quello delle novelle surreali degli anni '30.

Nelle novelle siciliane non vi è, come poteva essere per il verismo, un'attenzione verso

l'indagine scientifica del mondo contadino. Pirandello mostra invece una particolare

attenzione per il sostrato mitico e folkloristico della terra siciliana, e per questo si dimostra

più vicino alle tendenze decadenti. Nelle novelle romane, invece, Pirandello descrive la

condizione meschina del mondo piccolo- borghese. Neanche in queste novelle vi è

un'intenzione di studio sociologico: esse sono metafora di una condizione esistenziale

assoluta. Il tema principale è quello della "trappola " che imprigiona l'uomo in un mondo di

monotonia. Vi è un rifiuto anarchico d'ogni forma di società che spegne la spontaneità della

vita. Pirandello usa l'atteggiamento umoristico che ben ha descritto teoricamente nel suo

saggio sull'umorismo: dalle deformazioni, dalle caricature, nasce il sentimento del contrario,

dal quale capiamo che non è possibile ravvisare nella vita alcun disegno coerente. Con le

novelle surreali degli anni trenta vi è un emergere della psiche, delle angosce, degli impulsi.

Pirandello scava nella dimensione dell'inconscio e sopperisce al proprio bisogno di

autenticità, di vitalità di ritorno alla natura, creando dei climi fantastici, surreali, allucinati.

Ciaula scopre la luna

Ciaula scopre la Luna è una novella del 1907 di Luigi Pirandello, contenuta nella raccolta Novelle

per un anno.

Riassunto: Ciaula è un povero minatore che lavora tutto il giorno sotto terra e ritenuto dagli altri

incapace di capire e provare sentimenti umani. La vicenda è ambientata in Sicilia e Cacciagallina,

colui che sorveglia il lavoro dei minatori, quando doveva prendersi uno sfogo, se la prendeva con

Zi’ Scarda. Quest’ultimo se la prendeva con Ciaula. Un giorno Zi’ Scarda dice a Ciaula che

avrebbero dovuto lavorare tutta la notte, ma lui ha paura del buio. Ha paura del buio da quella volta

che il figlio di Zi’ Scarda ebbe un grave incidente in seguito allo scoppio di una mina. A quello

scoppio tutti avevano smesso di lavorare ed erano andati sul luogo dell’incidente, tutti tranne

Ciaula, che atterrito era scappato a ripararsi in un antro noto soltanto a lui. Nella fretta di andare là,

gli si era spenta la lumiera che faceva luce e aveva cercato di trovare l’uscita dalla galleria. In quel

momento ebbe paura del buio.Il lavoro con Zi’ Scarda cominciò e quella notte, all’uscita dalla

galleria scopre l'esistenza della luna, perché non l’ha mai vista prima: la sua emozione è così grande

e intensa che scoppia a piangere. Ciaula rappresenta tutti gli uomini che, oppressi dall’oscurità

dell’angoscia, aspirano al chiarore delle certezze e che nella bellezza del mondo cercano il riscatto

della loro miseria.

Il treno ha fischiato

"Il treno ha fischiato" è stato tratto da "Novelle per un anno", scritto da Luigi Pirandello.

Riassunto:Il protagonista, Belluca, un contabile mansueto, metodico e paziente viene

sottoposto a pressioni sia nell'ambito familiare sia lavorativo. Al lavoro, infatti, è vittima dei

colleghi che cercano di provocare in lui reazioni violente, visto che è sempre controllato e

imbelle. In famiglia, deve mantenere la moglie, la suocera e la sorella della suocera - tutte e

tre cieche - più le due figlie vedove e sette nipoti. Belluca per mantenere la famiglia e poter

soddisfare le esigenze delle donne è costretto a intraprendere un secondo lavoro, il copista di

documenti, nelle ore notturne. Una sera, dopo aver sentito il fischio di un treno, che

precedentemente non aveva mai notato, si ribella alle angherie del capoufficio producendosi

in un imprecisato vaniloquio. Con queste reazioni, fuori dagli schemi della società e dal suo

modo di essere, i suoi colleghi lo ritengono pazzo e lo fanno rinchiudere direttamente

nell'ospizio. Solo un vicino di casa si rende effettivamente conto delle motivazioni che

l'hanno spinto a tale gesto ed è l'unico a capire che il protagonista non è diventato pazzo,

bensì il suo comportamento è stato una semplice reazione alla situazione diventata ormai

insostenibile. Nella novella l'ordine cronologico è invertito. Non si va dalla normalità alla

pazzia ma dalla pazzia dobbiamo risalire alle cause ch

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A.A. 2016-2017
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher laforgialoverz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Scienze letterarie Prof.