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L’affermazione della civiltà comunale: i rapporti sociali e
l’immaginario, gli intellettuali e l’organizzazione della cultura
Dopo il mille riprende la vita nelle città. In Italia si crea un sistema
• economico unitario città-campagna, con la netta subordinazione del
contado all’economia cittadina e l’influsso in città sia di contadini liberati
dai vincoli di servaggio feudale,sia di rappresentanti del ceto nobiliare.
Nasce una nuova classe dedita ai commerci, all’artigianato e alle attività
finanziarie: la borghesia. Con essa si afferma una diversa concezione
della ricchezza,legata non più al possesso della terra ma al denaro.
Espressione del vasto fenomeno di laicizzazione della cultura è lo
• sviluppo, nella realtà dinamica delle città comunali, delle Universitates,
centri di istruzione superiore per la prima volta autonomi alle strutture
ecclesiastiche. Le attività del mercante, i suoi viaggi, i suoi traffici
modificano l’idea dello spazio e del tempo. Lo spazio e il tempo del
mercante sono misurabili, ad essi corrisponde un controvalore in denaro.
A partire dall’età comunale l’intellettuale, che prima era quasi sempre un
• chierico,diventa un laico. Le nuove figure di intellettuale sono il maestro
di scuola, il professore universitario e il notaio. Alla nascita di una nuova
figura di intellettuale corrisponde la nascita di un nuovo più vasto
pubblico formato dal ceto mercantile,dall’elite politico-amministrativa
cittadina,dalle donne degli strati sociali più elevati, che ignora il latino ma
aspira ad una crescita culturale.
La letteratura religiosa: la poesia narrativa e didattica e la poesia
lirica e drammatica
Il XIII secolo è attraversato da una forte corrente di spiritualità e da
• radicali esigenze di rinnovamento a carattere popolare. La chiesa, di
fronte alla crescita di un’opposizione spesso radicale,reagì in due modi:
innanzitutto con la repressione(è il caso dei càtari, contro cui venne
scatenata una crociata),poi cercando di controllare e ridurre al proprio
interno i movimenti di protesta. La reazione ideologica e il recuprero
all’ortodossia fu affidato ai frati predicatori degli ordini
mendicanti,domenicani (1216) e francescani (1223).
I due generi poetici prevalenti della letterature religiosa in volgare sono il
• poemetto narrativo e didattico e la lauda.
La lauda, che canta le lodi di Maria, di Cristo e dei santi, ha come centro
• di diffusione l’Umbria, a partire dal 1223. L’originaria lauda lirica tende a
diventare drammatica.
Con Francesco d’Assisi(1182-1226) nascono un nuovo modo di vivere
• l’esperienza cristiana e una poesia nuova. Francesco rilancia l’idea
evangelica della fratellanza umana come rapporto armonioso e gioioso
dell’uomo con la natura, con l’universo,con Dio. Al Cantico di Frate Sole,
il primo testo artistico della letteratura italiana,Francesco affida il suo
messaggio ottimistico e insieme rivoluzionario.
In Jacopone da Todi la tensione che in san Francesco trovava un punto di
• equilibrio nel rapporto fiducioso con Dio e le sue creature resta irrisolta,
anzi tende ad una esasperazione drammatica. Il laudario iacoponico è la
testimonianza di un rabbiosa irrequietezza nei confronti della condizione
umana e della ricerca di un Dio che resta nascosto,irraggiungibile. Solo il
Pianto della Madonna sembra segnare la possibilità d’incontro tra
condizione umana e altezza divina: nella Passione di Cristo e negli
accenti dolenti e teneri di Maria il conflitto di Jacopone pare rasserenarsi.
La poesia lirica dai Provenzali allo Stil novo
Furono i Siciliani per primi ad usare un volgare italiano nella lirica
• d’amore,alla corte di Federico II di Svevia. I temi della loro poesia sono
ripresi dalla lirica trobadorica ma il differente ambiente politico e sociale,
il fatto cioè che essi vivono in una realtà cortigiana e non feudale,
determina significativi cambiamenti.
Le principali strutture metriche della poesia siciliana sona la canzone,la
• canzonetta e il sonetto. La lingua usata è il volgare siciliana, reso illustre
da prestiti latini,provenzali e di altri dialetti italiani. L’esponente più
rappresentativo della scuola è Giacomo da Lentini.
Il tramonto della civiltà letteraria siciliana coincide con il suo trapianto
• in Toscana. Chiamando Siculo - toscani i nuovi poeti, si vogliono
sottolineare sia gli elementi di continuità che quelli di novità rispetto alla
tradizione siciliana. Tra questi autori un ruolo di primo piano spetta a
Guittone d’Arezzo. La sua lirica d’amore deriva dai siciliani, ma anche dai
provenzali, dai quali riprende la tendenza al trobar clus. L’apporto più
originale di Guittone va individuato nella canzone politica.
Il Dolce Stil novo è una poetica che si affermò tra il 1280 e il 1310 a
• Firenze: precursore fu il bolognese Guido Guinizzelli (1230-1276);
massimi esponenti fiorentini furono Dante (1265-1321) e Guido
Cavalcanti (1259-1300), il cui canzoniere ha come tema unico l’amore,
vissuto come opportunità di nobilitazione ma soprattutto come
devastante esperienza che determina sbigottimento e angoscia e
conduce alla disgregazione dell’io.
L’originalità della nuova poetica è innanzitutto tematica e riguarda due
• punti essenziali: che cos’è e come agisce l’amore. Per gli stilnovisti
l’amore non è semplice corteggiamento, ma nobilitazione
interiore,adorazione di una donna che non è più come un angelo, ma è
un angelo. Amore,poesia ed elevazione spirituale sono tre aspetti di un
unico valore supremo: la gentilezza,cioè la nobiltà. Sul piano stilistico la
novità riguarda l’amalgama linguistico,metrico,sintattico, che deve
risultare “dolce” , cioè elevato e puro e insieme musicale e melodioso. Il
pubblico delle “nuove rime” è quello di un’elite che proviene dalla nobiltà
feudale e dagli strati intellettuali più elevati della borghesia cittadina.
La poesia “comica” e la poesia allegorico – didattica
Dopo il 1260 si diffonde in Toscana una linea di poesia “comica” che si
• contrappone, con intenti parodici, a quella elevata e tragica dei
Siculo-toscani e degli stilnovisti. La poesia “comica” offre un orizzonte
tematico interamente laico e mondano. I motivi più frequenti sono
l’amore sensuale per una donna che è il malizioso rovesciamento della
donna-angelo stilnovista, i piaceri del gioco e del vino, il bisogno di
denaro.
Folgore da san Gimignano(1270-1332) e Cecco Angiolieri(1260-1313)
• sono gli esponenti più rappresentativi del genere.
Se il mondo di Cecco Angiolieri è il rovescio di quello della tradizione
• poetica illustre,questo non autorizza a considerare realistica o
autobiografica la sua poesia. La sua opera è frutto di un’operazione
intellettuale e di una costruzione letteraria.
Nella seconda metà del 200 e sino al primo decennio del 300 fiorisce in
• Toscana una poesia didattica a carattere allegorico. Lo scopo divulgativo
è prevalente in questo genere e lo collega alla borghesia mercantile che
sentiva il bisogno di istruirsi, differenziandosi dalle rozze classi popolari e
rivaleggiando con quelle del vecchio mondo feudale. Lo stile del genere è
quello medio o comico, più adatto alla narrazione e accessibile a un
pubblico più vasto; la forma della poesia allegorico - didattica è il
poemetto;la metrica varia dai ritmi giullareschi, al settenario,
all’endecasillabo.
Tra le opere più significative del genere va ricordato il Trésor di Brunetto
• Latini e la sua versione ridotte in volgare fiorentino, chiamata Tesoretto.
La prosa: cronache di città e di viaggi
La prosa in volgare nasce e si sviluppa dopo la poesia in volgare. Questo
• ritardo è dovuto, da un lato, al prestigio di lingue di cultura come il latino
e il francese, dall’altro al fatto che il pubblico a cui si rivolgeva la prosa
era più selezionato di quello della poesia,conosceva il latino o il francese
e quindi poteva fare a meno di scrivere in volgare. L’area di diffusione