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CONTESTO STORICO-CULTURALE
La Scuola Siciliana
● Iacopo Mostacci e gli altri poeti appartengono alla Scuola Siciliana, un
movimento culturale e poetico nato alla corte di Federico II.
● Federico promuoveva la cultura laica (sapere volto esclusivamente al diletto
e non a una conoscenza volta a diventare potenti) come strumento di
coesione politica e intellettuale, utilizzando il volgare per rafforzare l’unità
del regno.
● Federico II investì molto nel sapere e nella conoscenza, celebre esempio è la
fondazione dell’Università di Napoli
● Poesia in volgare: La scelta di scrivere in volgare siciliano invece che in
latino o in altre lingue ufficiali del tempo (latino, greco, ebraico) era una
strategia per dare coesione culturale e politica al regno.
Confronto con i Provenzali
● I poeti siciliani si ispiravano alla tradizione provenzale, in particolare alla
figura dei trovatori.
Differenze:
● I siciliani abbandonano i temi politici presenti nella poesia provenzale, poiché questi
erano già affrontati da Federico II.
● Scelgono di trattare l’amore in termini filosofici e razionali, distaccandosi
dall’enfasi sensuale e sensibile (concreta) della tradizione provenzale.
● Nella lettura provenzale la poesia era accompagnata da musica, in quella siciliana
no
Innovazioni Siciliane:
● Sonetto: I poeti siciliani sono i creatori del sonetto, una forma poetica che sarà poi
perfezionata in Toscana.
● Tenzone: La tenzone siciliana si caratterizza per il dialogo tra poeti, che si
confrontano su temi come l’amore, ma senza la componente aggressiva tipica delle
tenzoni toscane—> se questa risposta prevede l’utilizzo delle stesse rime del sonetto
di partenza, allora la risposta viene definita “risposta per le rime” (nella tenzone di
Jacopo non è presente la risposta per le rime)
IL DOLCE STILNOVO
Identità tra i poeti dello Stilnovo
● Esistono elementi di identità tra i poeti stilnovisti, il che porta il rischio di
un’omogeneità poetica. I poeti aderiscono a una ideologia comune, sentendosi
parte di uno stesso gruppo. Tuttavia, ogni poeta aspira a distinguersi dagli altri
attraverso la propria espressione individuale.
La battaglia di Campaldino (11 giugno 1298)
● La battaglia di Campaldino vide lo scontro tra i Guelfi di Firenze e i Ghibellini di
Arezzo.
● Si racconta che il vescovo di Arezzo, a causa della sua miopia, vedendo un grande e
compatto schieramento, pensasse fosse una città, ma in realtà erano gli scudi dei
nemici. I Fiorentini vengono attaccati ma resistono, riuscendo infine a vincere.
● La vittoria dei Guelfi porta all’espulsione dei Ghibellini.
● Dante partecipa alla battaglia, ed è lo stesso Dante che scrive lettere d’amore per
Beatrice. Le sue opere, infatti, contengono anche idee politiche.
Analisi della parola “DOLCE STILNOVO”
● Gli stilnovisti fanno un atto sia poetico che civile: sentono di poter contribuire
politicamente e culturalmente. Il “dolce” del Dolce Stilnovo è una novità (dolce è un
modo di essere nuovo), ma prima di portarla bisogna affermare questa novità come
un nuovo modo di fare poesia—> la battaglia di Campaldino segna una nuova
generazione di poeti che sentono di poter cambiare qualcosa.
● Lo Stilnovo nasce come un movimento che dura circa un decennio, tra il 1290 e il
1300, e porta un nuovo modo di fare poesia con una forte attenzione alla novità,
dal punto di vista sia poetico che culturale.
Il volgare e Dante
● Nel 1293, Dante, in un suo scritto, afferma: “E lo primo che cominciò a dire sì…
d’amore”, riferendosi all’uso del volgare nella poesia d’amore. Il primo a usare la
poesia in volgare lo fa per farsi comprendere dalle donne, simbolo di un pubblico
più ampio che non conosce il latino.
● La Scuola siciliana rappresentava un’élite colta che operava nella corte imperiale,
ma con il tempo la nobiltà diventa non più solo di sangue, ma anche di animo. Lo
Stilnovo sostituisce questa élite con una nobiltà d’animo, enfatizzando la superiorità
morale rispetto all’origine nobiliare.
● La cultura provenzale e la Scuola siciliana restano come i precursori dello Stilnovo.
GUITTONE D’AREZZO (poeta rinnegato)
● Dopo la Scuola Siciliana, in Toscana, emerge la figura di Guittone d’Arezzo (anni ‘40
del 1200 - 1265). Guittone è un poeta importante, ma Dante e Cavalcanti lo
rinnegano, sebbene lui abbia lasciato un’influenza.
● Guittone scrive poesie d’amore e nel 1265 vive una svolta politica e morale, che
condiziona la sua poetica
● Stile: il trobar clus, caratterizzato da suoni duri e aspri, in contrapposizione con la
dolcezza dello Stilnovo, che si allontana dallo stile chiuso e ermetico di Guittone, sia
dal punto di vista fonetico che sintattico.
BONAGIUNTA ORBICCIANI
● Bonagiunta, citato da Dante nel Purgatorio, appartiene alla generazione precedente
allo Stilnovo. Si pone in conflitto con Guido Guinizzelli, considerato il padre dello
Stilnovo.
● Bonagiunta critica Guinizzelli nella sua poesia: nella seconda quartina lo accusa di
aver creato una poesia troppo complessa e oscura, tanto che nessuno la può
comprendere. Paragona la nuova poesia a un lume che illumina le parti scure, ma
non dove splende il sole, indicando che la complessità non è una vera innovazione.
GUIDO GUINIZZELLI
“Guido Guinizzelli a Bonagiunta Orbicciani"
● Guinizzelli, bolognese, non respinge l’accusa di Bonagiunta. Accetta che la sua
poesia sia sottile e complessa, ma sottolinea che ogni poeta ha il diritto di
esprimersi nel modo in cui preferisce.
● L’uomo saggio non agisce in fretta: si prende il suo tempo prima di parlare e non si
mostra superbo, ma riconosce i propri limiti.
● Guinizzelli utilizza un paragone con gli uccelli per descrivere la varietà della natura
e la legittimità della diversità nella poesia: alcuni uccelli volano più in alto, altri più in
basso, ma ognuno ha il suo modo di agire. Dio ha creato un mondo vario e, allo
stesso modo, l’uomo può legittimamente esprimersi in modi diversi, compreso uno
stile ermetico che richiede un’intelligenza particolare per essere compreso.
“Al cor gentile reimpara sempre amore”
Temi
● Al cuore gentile ritorna sempre amore—> indica il rapporto tra amore e cuore
gentile
● Similitudini: come l’uccello ritorna nel verde delle fronde, il fuoco non può esistere
senza calore come amore non esiste senza gentilezza d’animo (nobiltà d’animo)
● Cuore e amore come unità: la natura non fece prima amore del cuore gentile mi
creò il cuore gentile prima dell’amore (sono un tutt’uno, sono nati insieme)
● Funzione della donna: la donna è colei che attiva il cuore nobile
● Ultima stanza: congedo—> Dio rimprovera il poeta in quanto egli ha confrontato
l’amore terreno con quello divino (“Tenne d’angel sembianza che fosse del Tuo
regno”); in questo caso la funzione della donna non è salvifica perché ella non è
identificata in un angelo ma viene paragonata a un angelo, infatti il poeta dice che la
sua donna SEMBRAVA un angelo
Lo vostro bel saluto e l’gentile sguardo
● Amore come sofferenza—> “il vostro per saluto e il gentile sguardo che fate quando
vi incontro mi uccide”
● Amore è crudele ed è come una freccia che mi trapassa il cuore
● Metafore belliche: (m’assale, dardo…)
● Similitudine con il tuono (fulmine)
● L’amore annulla e trasforma in una statua d’ottone e (non è una bella statua d’avorio,
vale poco)
GUIDO CAVALCANTI
● Guido Cavalcanti (1259-1300) viene definito da Dante “primo de li miei amici”.
● Nella poesia Voi che per li occhi mi passate ’l core, Cavalcanti sviluppa il tema
dell’amore come un’esperienza dolorosa e angosciosa, contrariamente alla visione
beatificante della donna.
● In questa poesia, Cavalcanti rappresenta gli spiriti che abitano il corpo umano come
attori di un teatro interiore, un principio della fisiologia medievale ripreso anche nella
Vita Nova di Dante. L’amore, nel suo immaginario, sconvolge e svuota l’uomo,
lasciandolo svuotato e devastato (ricorda la statua d’ottone)
● Anche Guinizzelli affronta il tema della parola, ma per Cavalcanti la parola serve per
esprimere il dolore. L’amore ha distrutto l’uomo attraverso una forza che viene dagli
occhi della donna, raffigurata come un arco che scaglia una freccia precisa, colpendo
l’anima e il cuore.
Chi è questa che vèn
● In questa poesia, Cavalcanti descrive una donna che tutti guardano con ammirazione
e che, con il suo splendore, fa tremare l’aria. La sua bellezza è tale che nessuno
riesce a parlare, se non con sospiri.
● La sua bellezza è ineguagliabile: è l’incarnazione della virtù nobile e della bellezza
stessa, tanto che tutte le altre donne al confronto sembrano di poco valore. La mente
umana, afferma Cavalcanti, non è in grado di comprendere appieno la sua
grandezza, tanto è divina e perfetta.
● In questa poesia emerge il concetto di salute come salvezza: la donna, con la sua
bellezza e virtù, porta una sorta di redenzione e salvezza spirituale, pur nella
consapevolezza che la sua vera essenza resta in parte inconoscibile all’uomo.
LEZIONE 3
Salvezza= andare in paradiso, nell’idea cristiana è raffiungere e vedere dio quindi
raffiungere la conoscenza suprema
Salute—> colmo della conoscenza
La conoscenza ultima suprema non la possiamo raffiungere in terra, ci sono dei limiti
Nessuno ha così tanto conoscenza da poter raggiungere lei
Sinonimia tra salvezza e conoscenza
significato del dolce stilnovo dato da Dante dopo l’esperienza conclusa (pensando al suo
modo di fare poesia)
Purgatorio scritto forse tra 1310-1313
Purgatorio XXIV
Incontrò Dante con bonagiunta
Bonagiunta chiede a Dante: sei tu quello che ha scritto donne che avete intelletto d’amore?
Sta riconoscendo in Dante il portatore di un nuovo modo di fare poesia, Dante di presente
come portatore di una novità
(Dante si sta riferendo a donne che capite cos’è amore)
Dante risponde che è lui e che è uno che quando amore lo ispira prende appunti e in quel
modo che egli (amore) detta dentro di me esprimo—> Dante dice che è uno che scrive sotto
dettatura dell’amore (è merito dell’amore)
Concetto di tirare fuori qualcosa che ha dentro<