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Desiderio e Adelchi: la lotta per il potere
Desiderio e sorella di Adelchi, ritorna dal padre alla corte di Pavia dopo che il marito Carlo Magnol'ha ripudiata; proposito di vendetta di Desiderio, contro cui si oppone Adelchi, contro il papato,favorevole ai Franchi; battaglia in val di Susa e sconfitta Longobardi a causa di tradimenti interni;l'opera si conclude con la notizia della caduta di Verona, dove si era rifugiato Adelchi, e suo ultimoincontro con il nemico Carlo e il padre Desiderio; nel passaggio dai dominatori longobardi a quellifranchi, resta immutata l'oppressione delle genti latine;
- Il realismo politico di Carlo: la vittoria dei Franchi, chiamati dal Papato a difesa contro la prepotenzalongobarda, pur perpetuando lo stato di sottomissione delle genti latine, rappresenta uno sviluppopositivo che si lega, nella figura di Carlo, a uno spregiudicato realismo politico e ai compromessiconnaturati all'esercizio del potere, e si scontra con la virtù incontaminata dei due principilongobardi.
Ermengarda e Adelchi, non responsabili delle ingiustizie commesse dalla loro stirpe e condannati alla sconfitta proprio perché 'puri'; l'attenzione e la partecipazione dello scrittore va ai due eroi puri e sconfitti; il loro dramma sta tutto nel loro rifiuto dei rapporti di potere e dello stesso divenire storico: immobilità dal punto di vista teatrale;
- Ermengarda: condizione di vittima remissiva, di sposa ripudiata, che vede affiorare i ricordi di un passato superbo e felice, e si proietta nello stesso modo verso la consolazione e la pace della morte cristiana; ricerca di non essere, di oblio e di annullamento di sé; squarci traumatici che si manifestano nel suo delirio: interesse per la vita terrena riemerge con i ricordi della sua passata esperienza di regina, con i segni di un 'amor tremendo' che si ostina a persistere nonostante tutto; al delirio segue l'attesa della pace nella morte, con il coro 'Sparsa le trecce'
- La « provvida sventura »: risorgere con la morte in una freschezza incontaminata, nella purezza originaria di chi non partecipa alla forza e al potere: la «provvida sventura» la riscatta dalla colpa di appartenere alla stirpe degli oppressori; tramonto del sole e la morte diventano segni di rinascita, di una nuova vita serena e priva di conflitti;
- Adelchi: tende a proiettarsi al di fuori dello spazio teatrale; appare eroe tragico tradizionale, la cui virtù si esalta in imprese limpide e pure, ma le sue vere aspirazioni non hanno alcuna possibilità di dar prova di
- Una scelta di verità e universalità: esigenza di illuminare i legami tra la sua opera artistica e una concezione unitaria - insieme morale, religiosa e storica - dell'uomo, si presenta qui come saggista, si confronta con punti di vista diversi, con critiche e confutazioni rigorose, disposto anche a mettere in questione se stesso, secondo un ideale di precisione, di verità, di universalità spinto sempre oltre, con lucida consequenzialità;
- "Le osservazioni sulla morale cattolica": '18, scritte sotto suggerimento di monsignor Tosi, durante stesura del Carmagnola; risposta alle accuse rivolte dal Sismondi alla Chiesa cattolica, indicata come responsabile della corruzione e della decadenza italiana; rivendica
impegno della Chiesa nelladifesa dei deboli e degli oppressi, nella concretizzazione e conservazione di valori universali; stessaesigenza di universalità della ragione illuministica possa trovare una piena realizzazione soloaccettando una verità sicura e immutabile come quella cristiana, garantita e trasmessa dalla Chiesa;
• «Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia»: scritto per chiarire lo sfondo storicodell’ «Adelchi»; vuol essere una correzione dell’aspetto troppo «romanesque»;
• Difesa del ruolo della Chiesa: all’impegno di ricerca e di documentazione si collega l’intentoapologetico di rivendicare la funzione positiva del Papato nella storia dell’Italia medievale: critica lastoriografia laica e giurisdizionalista, che attribuiva alla presenza dello Stato della Chiesa la mancataformazione di uno spirito nazionale italiano e afferma che il suo limite va cercato nella
concezionedella storia come scontro tra potenze, tra forze statali;
- Una storia dalla parte dei popoli: storiografia preoccupata dei destini delle masse, funzione della Chiesa è stata quella di rendere meno disperata la loro esistenza, di offrire loro un po' più di giustizia; la difesa del ruolo storico della Chiesa si lega a un atteggiamento antiaustriaco e alle speranze in un Papato che si ponga come guida nella liberazione dell'Italia;
- "Lettre à Monsieur Chauvet": riflessione manzoniana su generi e su forme letterarie; numerose lettere private + materiali frammentari; scritta in francese a Parigi nel '20, affidata a Fauriel e pubblicata a Parigi nel '23;
- Contro le unità poetiche: manifesto di poetica, precisa il senso del suo rifiuto, comune a tutti i romantici; una tragedia moderna deve fondarsi sulla storia, adeguarsi alla complessità degli eventi reali, mai riassumibili in una concentrazione
artificiosa del tempo e dello spazio;
- I sentimenti e la storia: la poesia tragica deve indagare sui sentimenti con cui gli uomini vivono gli avvenimenti e su quegli aspetti della storia che sfuggono alla storiografia vera e propria, ma per farlo deve rifiutare ogni elemento falso e artificioso, e puntare alla più piena oggettività;
- La lettera a D'Azeglio: sintesi delle idee romantiche in una lettera inviata al marchese Cesare Taparelli d'Azeglio del 1823, pubblicata nel '46; distingue nel Romanticismo una parte negativa, rivolta contro la mitologia, l'imitazione, le regole classicistiche, e una positiva, riassumibile nel principio "che la poesia e la letteratura in genere debba proporsi l'utile per iscopo, il vero per soggetto e l'interessante per mezzo"; nelle idee romantiche egli vede un liberazione della comunicazione artistica da tutto ciò che è oggettivamente falso e una essenziale tendenza
religiosa. "Il Cinque Maggio".
- Stesura e diffusione: composto di getto, alla notizia della morte di Napoleone, avvenuta il 5 maggio 1821 a Sant'Elena; censurata, l'ode circolò manoscritta, in Italia e fuori, ed ebbe numerose edizioni, non controllate dall'autore, fuori dal Regno Lombardo-Veneto;
- Metrica e stile: settenari sdruccioli, piani e tronchi, respiro sinfonico più sonoro e superbo, continue sfasature tonali, fratture e pause, oscurità sintattiche, ardite scelte lessicali;
- Napoleone - dalla gloria alla sconfitta: fascino del personaggio, guardato sempre con sospetto da Manzoni, riemerge sotto il segno della sconfitta e della morte; il poeta abbandona la sua ricerca di valori storici collettivi e guarda alla vicenda di un individuo, che nella vita ha dato prova di un eroismo tutto indirizzato alla ricerca del potere e della gloria; ma è la sconfitta a riscattare questo eroismo individualistico di Napoleone,
A inserirlo nel più ampio e inconoscibile piano della Provvidenza: Manzoni lo proietta nella speranza della morte cristiana. "La Pentecoste" e gli inni sacri incompiuti.
- Le redazioni della "Pentecoste": tre edizioni diverse, la definitiva nel '22;
- La forza vivificante dello Spirito Santo: 18 strofe di settenari, alternanza sdruccioli e piani, eco dell'antica innografia cristiana, mentre si attenuano conflittualità e asprezza;
- Seconda redazione: la discesa dello Spirito Santo pareva annunciare l'affermazione di un più vigoroso spirito di libertà, in vista di una liberazione anche terrena degli oppressi;
- La redazione finale pone l'accento sulla conciliazione e sulla solidarietà che lo Spirito annuncia all'umanità;
- Il carattere democratico della comunità ecclesiastica si riconosce nella coscienza del riscatto a tutti garantito da Dio e nell'annullamento di ogni conflitto.
ritmo dolcemente liturgico, perfetto equilibrio, in cui il linguaggio esprime l'universalità e l'organicità; Manzoni lavorò ancora a due altri inni sacri, rimasti però incompiuti, in una direzione completamente diversa, portando i segni di un profondo turbamento interiore;
- «Il Natale del 1833»: frammenti di dolore e di fede, la parola interroga Dio sulle ragioni della sofferenza e della distruzione, ma continuando ad affidarsi alla volontà divina; è un confronto del poeta, afflitto per la perdita della moglie, con un Dio terribile, che manda la morte e promette patimenti, nel momento stesso in cui annuncia dolcezza e pietà: un Dio che ascolta le preghiere degli uomini ma le cui decisioni sono assolutamente insondabili;
- «Ognissanti»: '47, ampio frammento in quartine di ottonari, tema della santità solitaria, priva di comunicazione col mondo; movimento simbolico; pare dar voce a
fratture più sotterranee, aqualcosa di oscuro e non razionalizzabile.Gli scritti di teoria e di educazione linguistica.
- Durante stesura "PS": riflessioni, progetti, tentativi di intervento teorico su questione linguistica, datra