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Estratto del documento

ANGELO FABRIZI:

Repubblichino: -detti per disprezzo i sostenitori della Repubblica di Salò

-Umberto Galosso, amico di Gobetti,studioso di Alfieri; i Trevis, colonnello

Stevens

-Alfieri chiamava repubblichini i francesi dopo la Rivoluzione francese

(Rivista, Lingua nostra, rivista di Storia della lingua italiana)

-Accademia militare di Torino: -ambiente internazionale

= trauma, non del tutto superato “ingabbiato” dice nella Vita =

per contro gli nasce un sentimento di claustrofobia

-sentimento che va a nutrire l’antitirannismo e il libertarismo

-e nasce l’avversione per la vita militare = forma di tirannia (considera la Prussia “universal

caserma”)

(la Vita spesso omette cose, ma non mente)

Conte Goloma: compagno belgio di Alfieri nel primo viaggio in Italia

-poi l’antitirannismo, il culto della libertà smette di essere elemento autobiografico e diventa

culturale = illuminismo -vd. abolizione dell’Inquisizione, dell’ordine dei Gesuiti (restaurato

solo nell”800)

-condivide i principi antitirannici della Riv. Fr. ma i mezzi usati per attuarla sono “Iniquissimi”

-Alfieri si stabilisce in Toscana per la questione della lingua, prima parlava francese (francese misto

con il dialetto piemontese) e dialetto astigiano

-per le tragedie il modello linguistico sono Dante, Petrarca (meno Boccaccio); il fiorentino parlato

lo userà solo nelle tragedie tarde

-paradosso del mondo alfieriano: la tirannide è necessaria alla nascita della libertà, il desiderio di

libertà, fa nascere la sua antitesi

-Virginia

-Bettinelli: “ A. è un politico che vuol fare il poeta”

-A. distingue 2 categorie dell’umanità chi ha “L’impulso naturale” e chi no

-A. è sempre uno che sta contro qualcosa, piuttosto che per qualcosa

-ansia di libertà ontologica

-

(Amiternum - provincia dell’Aquila)

-nelle Satire dice chiaramente che la religione è buona come Instrumentum regni

-lettera a Caruso: -

Lucio Mari: differenza fra comunismo storico e comunismo ideologico

28/11/2013

Terzo atto:

-infelicità di Adelchi, incapacità di trovare soddisfazione nella vita che vive = profondo pessimismo

nella figura di Adelchi

-A: “La gloria? il mio/ destino è d’agongarla, e di morire/ senza averla gustata”

-lunga battuta di Adelchi (Dubbiar ne pui?...); emerge la voce di Manzoni: questa è una guerra

ingiusta, “ancor ruine sopra ruine ammucchierem…ai più sleali e più temuti, il meglio/ toccherà

della preda”

-“su questa terra altro da far mi desse”: Adelchi vorrebbe altro = insoddisfazione

-contrapposizione fra cuore nobile e azioni inique a cui è costretto: “ei mi comanda/alte e nobili

cose; e la fortuna/mi comanda ad inique”

-similitudine dal vangelo: “e il mio cor s’inaridisce, come il germe caduto in rio terreno, e balzato

dal vento” (ma vedi anche canto XIII dell’Inferno: suicidi gettati nella selva come semi che poi

germogliano in rovi)

-Desiderio e le truppe longobarde sono presi di sorpresa due volte: attacco dei franchi e

ammutinamento dei duchi

-scena sesta: Carlo magno e duchi traditori con Svarto

-Carlo: non ce l’ho col popolo longobardo, ma solo con Desiderio e la sua stirpe che

aveva usurpato il trono

-“al vostro regno non fia mutato altro che il re”: anticipa ciò che dirà Manzoni nel

coro

-scena ottava: -Desiderio da solo con pochi prodi, c’è ancora Cuntigi, che sarà il traditore

-scena nova: -arriva Adelchi, tentativo di riorganizzarsi

-Adelchi dice che porterà con sé Gerberga: vedova del fratello di Carlo Magno, ma

Gerberga andrà a chiedere protezione da Carlo

-Adelchi a questo punto individua come suo ultimo conto: salvare il padre

Coro: -emergono gli elementi delle poesie

-“ai vostri tiranni”: davvero come se volesse rivolgere un appello

Atto quarto

-delirium pre mortem di Ermengarda

-personaggio inquadrato nella tradizione della donna dimidiata fra l’amore per la famiglia del padre

e un uomo che è nemico di quella famiglia : tradizione che avrà fortuna anche dopo Manzoni

-“sento una pace stanca”: è una pace che pone fine alle passioni, alle sofferenze, non è una pace

serena; cerca la morte come forma di riposo, riconciliazione

-“anima antica nel dolor”: un dolore che le sembra arrivare da chissadove

-“ineffabile strazio”: (già in Alfieri, poi in Leopardi) iperbato agg.+nome, l’agg. lungo surclassa il

nome

-ultimo desiderio: vuole che Carlo sappia che lei non le porta rancore

-“L’urna mia…ma porti/ di regina le insegne: Un sacro nodo/ mi fe’ regina: il don di Dio, nessuno/

rapir lo puote, il sai: come la vita,/ dee la morte attestarlo.”

-non vuole mentire a Dio: non si sente sposa di Cristo, lei si sente ancora legata a Carlo = emerge la

passione di Ermengarda e il desiderio di restare legata a quella passione anche dopo morta

-speranza ultimissima: di poter essere posta nella tomba reale, in modo da poter restare vicino a

Carlo una volta morta

-da qui in poi ci sono in Ermengarda parole prese dalla Fedra (linguaggio della passione) = la sua

morte non è più affatto una pacificazione, ma avviene in pieno delirio

v.145 -sorta di crisi di gelosia fortissima

-solo nel coro la figura di Ermengarda viene sublimata, nel dialogo invece prevalgono gli accenti

della passione terrena

-settenari che alternano rima sdrucciola con piana (stesso schema metrico del Cinque maggio)

-idea di una memoria consolatrice v.43-44 = visione della memoria felice

-“provida sventura”: ossimoro, il disegno divino non è mai volto al male, ma non sempre l’uomo

può comprenderlo - idea di Deus absconditus (Sant’Agostino - sia nel De civitate dei, sia nel libello

sulla felicità)

-(quando morirà Enrichetta Blondel scriverà Natale 1831 - testo non così pacificato, non sa darsi

ragione dei disegni di Dio, emerge l’idea di un Dio crudele)

Seconda scena: -il quarto atto è diviso in due (morte di Ermengarda e tradimento di Cuntigi),

spezzato dal coro

-il tradimento avviene di notte

(Amri a Spoleto aveva già tradito i suoi, aveva chiesto pietà ai vincitori)

-monologo di Guntigi: il tradimento (diverso da quello di Svarto) di chi vuole

mantenere il proprio potere, non ottenerne uno

-Guntigi contrappone la sua scelta a quella di chi resta fedele fino in fondo

-tirata lunga, concitata = accumulo di giustificazioni (scarsità di

punteggiatura)

-unico monologo in cui si presuppone un accordo col pubblico (elemento

contraddittorio)

-secondo Guntigi le relazioni umane sono guidate da Menzogna e Invidia (=

pensiero di Machiavelli = inutilità della morale)

“crollante vecchio”?

Atto quinto: -riflessione di Adelchi sul suicidio

“Va, vivi, invecchia in pace”: -tono di disprezzo

-simile al Carmagnola si sente legato ad un codice dell’onore che ormai è fuori

tempo

-“Fortunata Ermengarda”: si insinua il tema della morte

-ribaltamento rispetto ad Alfieri e la tragedia classica: per Adelchi il suicidio è una

viltà (cristianesimo: condanna del suicidio, vd. ancora Agostino, che ad esempio

critica la figura di Catone Uticense, invece figura euforica per la tradizione che parte

da Dante)

(Hegel: Nuova forma di tragedia cristiana, che ammette la morte, ma non più il

suicidio)

Starobinskj: Storia del trattamento della malinconia

(e quindi della tendenza all’autoannientamento)

-2 tipi: di Catone e di Ofelia

-confrontare il suicidio mancato di Amleto con quello mancato di Adelchi

29/11/2013

A: “ Se nulla/ ti resta a far quaggiù, non puoi tu solo morir? nol puoi? sento che l’alma in questo

pensier riposa alfine…”

-dopo si riprende - riscossa che si rifà al codice dell’onore del guerriero

= si deve morire con onore, e quindi combattendo

-affinità di Adelchi con Amleto: -tutti e due si pongono delle domande

-la responsabilità di Amleto è privata, personale; Adelchi

invece è posto in una situazione di comunità: difesa del regno

Amleto: riflessione metafisica = lui non sa cosa c’è dopo

-si preoccupa del regno fino all’ultimo; nomina Fortebraccio

Adelchi: riflessione di tipo sostanzialista cristiano = lui sa cosa c’è dopo

(si definisce empio nel caso del suicidio: “Empio pensier…”)

-non si preoccupa del regno, ormai è tutto proiettato su un piano metafisico cristiano

-poi c’è ancora un repesache shakespeariano nelle ultime parole di Adelchi, = riflessioni davanti al

teschio di Yorik

-differenza Shak./Manzoni: Shak. = contaminazione fra tragicità e comicità; Manzoni: linea

integralmente tragica

(Auerbach - saggio su Amleto)

-Adelchi muore in battaglia (non è figura christi come il Carmagnola)

(l’ho deserto = abbandonato, da desero latino)

Scena quinta: -scontro fra Carlo e Desiderio = due forme di potere

-Carlo: “decisa il cielo/ ha la nostra contesa” = è il personaggio più attaccato alla convenzione

-Desiderio cerca di difendere Adelchi: “Quanto è concesso a pio figliuol, rampogne/ mai sempre

oppose: indarno!”

Scena settima: -incipit lirico di Desiderio: “Oh! come grave/ sei tu discesa sul mio capo

antico, mano di Dio!”

Scena ottava: -Desiderio = convenzione melodrammatica nell’espressione del dolore: “Oh

fronte/ balda e serena!...”

-Adelchi risposta contrastiva, quasi un’imprecazione, = lontananza di Adelchi

da tutti questi orpelli

-volontà di Adelchi di interrogarsi sul piano metafisico

“Gran segreto è la vita, e nol comprende che l’ora estrema” = o solo nell’ora

estrema si capisce che la vita è inconoscibile nella sua teleologia

o …

-“non resta che far torto o patirlo”

-“feroce/ forza”: allitt., feroce in fine di verso, agg. lungo che precede il sost.

-(Carlo) è un uom che morrà : -visione metafisica, la morte equipara tutti

Adelchi rispetto al conte è più complessa, perché emergono più voci dissonanti, mentre il

Carmagnola attraeva tutti nella sua orbita, ed emerge una riflessione metafisica più esplicita sulla

vita

Manzoni pre-romanzo = (Contini) Manzoni europeo

LEOPARDI(-1803)

-Leopardismo alfieriano: -la critica lo ha ritrovato soprattutto nel Leopardi filosofo (vd. Ultimo

canto di Saffo, Bruto minore) - impatto forte con l’idea del suicidio

-Leopardi inizia con due tragedie: la prima non ce l’abbiamo, la seconda &e

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Publisher
A.A. 2013-2014
58 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Karenina3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Guidotti Angela Flora.