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Ignazio Silone
Lo scrittore abruzzese Ignazio Silone (pseudonimo di Secondo Tranquilli) nato a Pescina, L'Aquila, nel 1900 è tra i fondatori del partito comunista nel 1921. Dopo un'adolescenza angustiata da lutti familiari e dure strettezze economiche, stabilitosi a Roma nel primo dopoguerra svolse intensa attività pubblicistica e politica aderendo al partito socialista e, dal 1921, al partito comunista. Nel 1930, dopo un'aspra polemica sulle degenerazioni dello stalinismo, è protagonista di un clamoroso distacco dal PCI; nello stesso anno, per sottrarsi alla persecuzione fascista, era espatriato stabilendosi in Svizzera, dove rimase sino al 1945.
Con la crisi politica ebbe inizio la sua attività di narratore, e negli anni dell'esilio videro la luce i primi, e forse i più significativi, romanzi: Fontamara (1930), Pane e vino (1936, in ingl.; 1937, in it., ristampato nel 1955 col titolo
Vino e pane), Il seme sotto la neve (1942, in ted.; 1945, init. ed. riveduta, 1961), pubblicati all'estero durante la dittatura.
L'opera di Silone seguì, soprattutto agli inizi, un itinerario atipico, perché scritta in tedesco e pubblicata fuori dei confini nazionali; essa quindi restò a lungo poco nota e isolata nel quadro complessivo della letteratura italiana, anche se rispecchiava fedelmente la concreta realtà nazionale. I suoi motivi essenziali, già espressi in Fontamara, ritorneranno costantemente anche nei romanzi successivi.
Rientrato in patria dopo la Liberazione, Silone aderì al partito socialista, diresse per qualche tempo l'Avanti!, fu eletto deputato alla Costituente e assunse nel 1956 con Nicola Chiaromonte la direzione della rivista Tempo presente.
Fontamara, libro di grande impegno civile, è un testo che, come Gente in Aspromonte di Alvaro, si incentra sulla condizione di vita della gente del Sud; in esso, insieme ad
Un'appassionata partecipazione alle sorti delle classi popolari, è presente l'aperta condanna del fascismo e della sua prassi di violenza e sopruso. Tutta improntata al profondo senso di giustizia caratteristico dello scrittore e animata da un ideale evangelico di cristiana solidarietà, l'opera ritrae e denuncia con commossa efficacia l'avvilimento e la miseria in cui viveva la Marsica, terra d'origine di Silone, condannata.