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Ariosto non si sentiva apprezzato come scrittore.

Nel 1417 Ippolito fu obbligato a trasferirsi in Ungheria per un mandato, ma Ariosto si rifiuta di

seguirlo per “salute e amore”. Così si trova disoccupato, e infine al servizio del duca Alfonso,

fratello di Ippolito.

Nel 1517 intraprende la scrittura delle Satire, nelle quali riversa molto di se stesso, soprattutto

scontentezze e lamentele.

Nel 1506 aveva cominciato a scrivere la sua opera più importante, l'Orlando Furioso.

Quest'opera è da considerarsi una giunta (ossia un cantare in rima che conclude le vicende di

Orlando iniziate da Boiardo). Ariosto scrisse una lettera in cui dichiara infatti la sua intenzione di

vole portare a termine l'opera del “conte Matteo Maria”.

1516 → 1a edizione, 40 canti.

Ariosto interviene subito sulla lingua con una koinè padana più stemperata di Boiardo per avere un

pubblico più ampio. Il suo progetto di revisione linguistica va di pari passo con quello di Bembo

(Le prose della volgar lingua → che prenderà a modello la poesia di Petrarca e la prosa di

Boccaccio). Ariosto non è da considerare uno scolaro di Bembo, bensì un amico con cui si

confrontava giungendo alle stesse conclusioni.

1521 → 2a edizione, 40 canti

Il piano narrativo non cambia ma scompare quasi totalmente la connotazione padana e i latinismi, la

lingua è fortemente indirizzata al modello di Bembo.

1532 → 3a edizione, 46 canti

Variazione del piano narrativo grazie all'aggiunta di nuovi episodi, grandiosa opera di assestamento

degli aspetti ritmici e metroprosaici. Inoltre venne aggiunto un elogio a Bembo, “colui che seppe

salvar la lingua italiana dal volgar uso tetro”. Mentre l'omaggio a Boiardo e all'Orlando Innamorato

è “tacito e scontato”, non serve che venga nominato nell'opera.

L'azione dell'Orlando furioso si sviluppa lungo tre linee fondamentali: 1) guerra tra i cristiani di

Carlo Magno e i saraceni che assediano Parigi; 2) l'amore di Orlando per Angelica che lo porterà

alla pazzia; 3) l'amore tra Ruggiero, capostipite degli Estensi, e Bradamante. Attorno a questi temi

ruotano una miriade di personaggi ed episodi secondari, anche magici e sovrannaturali.

L'epoca della controriforma

Con controriforma si intende il tentativo della chiesa cattolica di difendersi dall'espansione della

riforma luterana e le altre eresie. Tale periodo dura dal Concilio di Trento (1545) sino alla seconda

metà del 1600. Si possono distinguere due fasi: 1) 1545- 1600 → situazione relativa stabilità

economica, egemonia spagnola, tendenza del Manierismo (riflette la crisi del Rinascimento senza

uscirne totalmente; esaspera il tratto classicista dell'Umanesimo. L'artista manierista, fra cui Tasso,

è individualista e narcisista, psicologicamente malinconico, introverso ed esalta l'eroismo. Questi

caratteri derivano dalla situazione precaria degli artisti che sono subordinati e parte di un ambiente

artistico ristretto.)

2) 1600- 1680 → periodo crisi economica, decadenza Spagna, ascesa di Inghilterra e Francia, Italia

ha un ruolo secondario e provinciale.

Obiettivi del Concilio di Trento → riunificazione dei cristiani, purificazione della Chiesa corrotta.

Viene messa in atto un'organizzazione capillare della società, con lo scopo di controllarla

ideologicamente, uniformarla, organizzandone il consenso e proponendo un modello di vita.

La Chiesa attua una strategia complessiva sintetizzabile in 3 punti:

1) Normalizzazione o esclusione del diverso:

Non è ammessa la figura del deviante, incoraggiata la normalità. Le opere di beneficienza sono

comunque volte alla marginalizzazione in istituzioni chiuse dei diversi, come gli ammalati nei

lazzaretti o gli orfani negli orfanotrofi. Chi non poteva essere normalizzato veniva represso o

eliminato, vedesi persecuzione agli ebrei, caccia alle streghe.

2) Uniformazione e omologazione della cultura popolare e distinzione da quella delle classi colte:

Lo scopo era rieducare le masse eliminando i residui di cultura pagana (feste, riti) attraverso il

controllo religioso. Viene incoraggiato e spinto come modello il culto dei santi e di Maria; viene

introdotto il catechismo in lingua volgare per indottrinare più facilmente il popolo con concetti

elementari. Scompaiono le scuole pubbliche e laiche.

3) Formazione culturale dei ceti dirigenti:

Era necessario il controllo della cultura anche dei dotti e dei letterati, non solo quella del popolo;

questa esigenza sfocia nel fenomeno della censura con l'Indice dei libri proibiti, le edizioni purgate

(censurate) dei classici, nei processi agli eretici. Occorreva l'autorizzazione della Chiesa per ogni

libro stampato. Lo scrittore perde la sua libertà e la ricerca scientifica e filosofica perde autonomia e

originalità → conformismo ideologico imperante.

A fine secolo la corte cessa in Italia di essere un centro culturale divenendo centro di emanazione di

potere politico separato dal mondo della cultura. Il mecenatismo si sta per estinguere, l'intellettuale

è un “gentiluomo laico” i cui valori più importanti sono l'onore e la cavalleria mentre le virtù sono

pazienza, prudenza e capacità di dissimulazione → ruolo subalterno e frustrante

Torquato Tasso

Con la sua figura i turbamenti della psiche irrompono sulla scena della letteratura, la dimensione

estrema della follia appare come prima volta come possibilità di esperienze ed espressione.

Il rapporto conflittuale fra intellettuale e potere viene interiorizzato e vissuto come lacerante.

In Tasso per la prima volta si manifestano gli effetti della cultura della Controriforma: il controllo

del potere culturale, religioso e delle coscienze.

Tasso non cessa di ribellarsi in nome della libertà, ammirando la cultura umanistica, ma percepisce

questa ribellione come una colpa fino ad arrivare ad autodenunciarsi all'Inquisizione che lo

assolverà.

Nasce a Sorrento nel 1544, nel 1560 si trasferisce a Venezia col padre e comincia la stesura del

poema Gierusalemme sulla prima crociata. Dopo studi a Padova e Bologna entra a servizio del

cardinale Luigi d'Este a Ferrara nel 1565. Qui inizia effettivamente la Gerusalemme liberata che gli

sottrasse dieci anni, vissuti in totale serenità alla corte. Dopodichè l'equilibrio viene a mancare,

Tasso è vittima di frequenti crisi e manie di persecuzione per le quali viene ricoverato all'ospedale

Sant'Anna per sette anni.

Nel 1593 pubblica la Gerusalemme Conquistata e muore nel 1595 a Roma.

Nei Discorsi dell'arte poetica Tasso afferma che la sua Gerusalemme liberata è come un piccolo

mondo che ricalca il mondo reale creato da Dio. Come quest'ultimo ha creato il mondo vario ma

unito, il poeta che è come lui, ha riunito elementi molto diversi in un unico unitario testo.

Gerusalemme liberata

L'argomento del poema è la prima crociata indetta da papa Urbano II nel 1095 che si svolse fra il 96

e 99 sotto la guida di Goffredo da Buglione. L'esito sarà la conquista di Gerusalemme sottratta

all'impero musulmano. Il tema è riproposto da Tasso in quanto l'avanzata dei Turchi minacciava

l'Italia e in parte per un fanatismo religioso successivo alla Controriforma.

La stesura va dal 1565 al 1575. Il primo titolo provvisorio fu Goffredo dal nome del condottiero

cristiano protagonista. Tasso fu subito scontento dell'opera in quanto stile e tematiche religiose,

anche a causa delle sue iniziali crisi psichiche. Egli cede a molti manierismi nella Liberata, che sarà

priva di revisione finale per via dell'aggravarsi della sua malattia → ne abbiamo prova nell'opera

(smarrimenti, gelosia, pazza). L'opera sarà pubblicata senza il suo consenso e godrà di grande

successo. Di ritorno dall'ospedale scrisse la Gerusalemme Conquistata, che stilisticamente viene

considerata inferiore alla prima.

Ciò che la contraddistingue dai poemi cavallereschi di Boiardo e Ariosto è la componente da lui

definita “impegnata”, ossia l'insegnamento dei principi cristiani che l'opera doveva trasmettere

aldilà della guerra e degli amori. Inoltre Tasso pensa che serva un personaggio guida su cui si

concentri l'opera (ovvero Goffredo da Buglione, che non è il più nominato ma è il capo della

spedizione da cui tutto parte e a cui tutto torna nel finale) a differenza delle opere policentriche

come l'Orlando di Ariosto.

I personaggi devono essere reali ma con alcuni elementi inventati per essere più piacevoli al

pubblico → sovrannaturale cristiano (i cristiani sono buoni, gli altri cattivi).

Anche Tasso, come la Controriforma, cerca di subordinare ogni aspetto della sua poetica a un ideale

rigido uniforme e coerente. Giudica superato e improponibile il modello del poema cavalleresco

ferrarese soprattutto in 3 punti: 1) unità aristotelica che Tasso vuole rispettare per donare organicità

e compattezza al testo; 2) il verosimile, ossia rimanere fedeli alla verità storica limitando il

fantastico e il meraviglioso; 3) prospettiva cristiana e non più laica. Il ricorso al meraviglioso deve

essere giustificato in un'ottica religiosa cristiana.

Così facendo nasce un nuovo genere, il poema epico-cristiano.

Niccolò Machiavelli

Nasce a Firenze nel 1469; di famiglia borghese, ebbe una formazione umanistica fondata sui

classici latini e orientata in senso materialistico (es. De rerum Natura di Lucrezio). Della tradizione

fiorentina Machiavelli riprende il filone dell'Umanesimo civile che sollecita l'intellettuale

all'impegno politico in prima persona.

Dopo Lorenzo il Magnifico, la penisola italiana diventa terreno di conquista, anche per via di un

susseguirsi di sovrani incapaci. Nel 1494, con la discesa di Carlo VIII in Italia, venne instaurata a

Firenze una repubblica da parte del frate Savonarola e i Medici vengono cacciati per quasi dieci

anni dalla città.

Dopo la caduta di Savonarola (1498), Machiavelli non si identificava né con i sostenitori del frate,

né con i sostenitori dei Medici e fu nominato responsabile della seconda cancelleria (attività militare

e diplomatica) e successivamente divenne collaboratore personale di Pier Soderini, partecipando a

missioni diplomatiche anche all'estero. Questi incarichi erano dovuti in parte a delle sue importanti

conoscenze, ma anche alla sua grandissima competenza in materia politica.

Nel 1512 i Medici ritornano a Firenze e Machiavelli è convinto di poter continuare con i suoi

incarichi, ma alla famiglia giunge voce che abbia organizzato una congiura, in seguito poi sventata.

Così Machiavelli viene arrestato e torturato, in seguito rilasciato e parzialmente esiliato da Firenze.

Nella sua scrittura si combinano le sue competenze pr

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
17 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ange(: di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana nei secoli XII-XVII e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Zampese Cristina.