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Datazione, struttura e genere
Gli anni della composizione risalgono tra il 1293 e il 1295. Si suddivide in 42
capitoli e alterna parti in prosa e parti in poesia (25 sonetti,5 canzoni e 1
ballata).
La narrazione
Viene raccontato l’amore per Beatrice e quindi l’opera è l’autobiografia della
giovinezza di Dante. In realtà molto scarsi sono i riferimenti a fatti concreti, in
quanto ogni momento della narrazione è inserito in un sistema simbolico.
Fonti e modelli
La struttura del prosimetro si incontra in alcune opere latine e provenzali. Ha
avuto funzione di modello il De consolatione philosophiae di Boezio, nel quale è
esaltato il potere della ricerca filosofica. Dante ha avvertito l’incoraggiamento
del più noto modello di opera autobiografica: le Confessioni di Sant’ Agostino
da cui ha desunto la tendenza all’introspezione soggettiva e all’autoanalisi. Ad
esse, Dante affiancò la lettura del De amicitia di Cicerone, in cui si afferma
l’importanza dell’amore come manifestazione della soggettività, disinteressata
e nobile. L’opera risente anche di due generi letterari provenzali: la vida(“vita”,
breve narrazione biografica contenuta in alcuni canzonieri di trovatori) e la
razo( “ragione”, commento ed esposizione delle occasioni di testi poetici).
Caratteristica di questi generi è l’alternanza di dati reali e dati immaginari.
Inoltre fa riferimento a procedure tipiche dell’agiografia, cioè la “vita dei santi”
infatti al modello francescano dell’alter Christus(nuovo Cristo) è avvicinabile
l’esaltazione di Beatrice come allegoria di Cristo.
Una nuova poetica e un nuovo pubblico
Assai pronunciata è l’influenza di Guinizzelli( per l’identificazione di amore e
nobiltà, per la tendenza all’angelicazione della donna) e di Cavalcanti( per la
teatralizzazione del mondo interiore). Ma nella Vita nuova Dante acquista una
posizione originale all’interno dello schieramento stilnovista. Egli riusa gli
insegnamenti dei maestri costruendo una nuova poetica: al centro
dell’attenzione non sta più la descrizione degli effetti dell’amore sull’interiorità
del poeta, ma la rappresentazione della donna. Inoltre l’immagine della
donna-angelo assume un senso teologico: Beatrice è colei che da beatitudine e
quindi il tramite tra mondo terreno e divino.
Simbolismo e allegorismo
La vita nuova comincia simbolica e finisce allegorica. La parte “in vita” di
Beatrice rappresenta il simbolismo medievale, secondo il quale esiste una
corrispondenza diretta tra il mondo dei valori e il mondo dei fenomeni. Beatrice
è appunto la manifestazione del modello di conoscenza; la sua morte non
distrugge la possibilità di creare una corrispondenza tra i due mondi, ma
implica la necessità di ridefinizione dei fenomeni che permettono il contatto. La
rielaborazione del lutto culmina nella stesura di un sonetto (“Era venuta nella
mente mia”), nel primo anniversario della morte dell’amata, introdotto con due
inizi diversi. Questa diversità rappresenta il passaggio dalla dimensione
simbolica alla nuova allegorica, che richiede maggiore razionalizzazione.
Le Rime
E’ l’insieme delle composizioni poetiche attribuite a Dante non incluse ne nella
Vita nuova ne nel Convivio. Il titolo, la selezione dei testi e il loro ordinamento
non sono dovuti a Dante. Proprio per questo contengono componimenti di
argomento e stile assi vari, assegnabili a fasi diverse e lontane della
produzione dantesca. Si tratta di 54 testi di sicura attribuzione, cui si
aggiungono 26 liriche di attribuzione incerta e 26 di poeti corrispondenti che
dialogavano con Dante. Le rime più antiche risalgono al 1238 e le più tarde al
1307. Nella grande varietà di stili e poetiche, due sono le costanti di fondo:
un’inesauribile ricerca sperimentale e una tendenza alla definizione realistica
della materia. E’ possibile suddividere le rime in 5 gruppi:1) rime stilnovistiche,
di argomento amoroso; 2) Tenzone con Forese Donati, comprendente 3 sonetti
di Dante e 3 di Forese, appartenenti al genere comico; 3)rime allegoriche e
dottrinali; 4)rime petrose, dedicate all’amore sensuale per donna Petra; 5) rime
dell’esilio di interesse civile.
Le rime stilnovistiche
E’ il gruppo più numeroso risalente al periodo tra il 1283 e il 1293, il tema
amoroso domina secondo i modelli della poesia cortese e dei Siculo-toscani.A
questo clima si aggiungono rime segnate dal modello guinizelliano e cavalcanti
ano nelle quali l’amore è ammirazione disinteressata della donna e bisogno di
lodarla.
Le rime petrose
La composizione risale a dopo il 1296. Dedicataria è una donna sensuale e
crudele, indifferente all’amore del poeta e anzi lieta di conquistarlo con il
proprio fascino; il temine-chiave petra è senhal allusivo alla durezza della
donna. Carattere originale è la corrispondenza coerente tra materia e modo
della rappresentazione; così alla violenza della passione corrisponde uno stile
violentemente realistico,irto e brutale.
Le rime dell’esilio
Le rime composte nei primi anni dell’esilio, sono dominate da temi civili; Dante
si presenta come “cantor rectitudinis”(poeta della rettitudine), cioè della
giustizia e libertà. Egli riprende e radicalizza la critica alla civiltà comunale e ai
suoi valori. In questo senso le rime dell’esilio rappresentano il bisogno di
collocare la propria vicenda entro le coordinate della storia contemporanea.
Il Convivio
E’ un ‘enciclopedia incompiuta del sapere medievale, scritta in volgare e
strutturata in trattati contenenti temi fra loro affini, organizzati in forma di
commento.
Titolo,destinatari,struttura,datazione
Con il titolo l’autore intende apparecchiare un banchetto metaforico, in cui al
posto delle vivande siano serviti agli ospiti gli argomenti del sapere. La sua
intenzione è quella di condividere con quante più persone possibili. Il Convivio
doveva comprendere 15 trattati, dedicati al commento di 14 canzoni ma il
piano è rimasto incompiuto. La composizione risale al 1304 circa per poi essere
interrotta nel 1308 con la stesura della Commedia.
Riassunto dell’opera
Il trattato I, formato da 13 capitoli, ha funzione introduttiva. In esso Dante
spiega qual è lo scopo dell’opera e ne giustifica il titolo. Spicca la scelta di un
pubblico nuovo per un’opera di carattere dottrinario, composto da tutti coloro
che ne abbiano sincero desiderio di conoscere e animo nobile. Collegata a ciò
l’adozione del volgare. Nel trattato II viene commentata la canzone “Voi che
‘ntendendo il terzo ciel movete”. L’autore fornisce i dati anche biografici
necessari alla sua spiegazione letterale. Dante informa che dopo la morte di
Beatrice egli cercò di consolarsi con lo studio della filosofia; fu appunto lei con il
suo amore, a consolare Dante per la scomparsa di Beatrice. Nel trattato III è
commentata la canzone “Amore che ne la mente mi ragiona”, anch’essa
collegata al tema della donna gentile,esaltata con la lode. Il trattato IV è
dedicato al commento della canzone “Le dolci rime d’amor ch’i solia” e si
distende per 30 capitoli; al centro dell’attenzione sta la definizione della
nobiltà, che è un dono divino dal quale il soggetto deve rendersi degno con la
virtù.
Temi fondamentali: difesa del volgare,esaltazione della filosofia,
nobiltà e Impero
I tre temi fondamentali del Convivio sono dunque la difesa del
volgare,l’esaltazione della filosofia, la discussione intorno alla nobiltà, cui si
riconnette la proposta della monarchia universale rappresentata dall’Impero. In
particolare la scelta del volgare è tutt’uno con la scelta di un nuovo pubblico,
nel quale si designa un nuovo ruolo per l’intellettuale. Esso è concepito come il
risultato sia della tradizione classica che di quella comunale, ma influenzata dal
modello religioso cristiano; egli ha l’obiettivo di diffondere la cultura e di offrire
un modello eticamente consapevole e ragionato.
Il De vulgari eloquentia
Fu composto tra il 1303 e il 1304, tema dell’opera è la definizione del volgare
illustre, capace di affiancare il latino.
Struttura,materia e stile dell’opera
E’ incompiuto poiché doveva articolarsi in 4 libri, ma l’autore non finì neppure
la stesura del secondo. Il primo libro dimostra la nobiltà del volgare illustre,
superiore persino al latino, in quanto lingua naturale, che viene appresa dalla
nascita senza studio. Dante ricostruisce una storia universale delle lingue: Dio
ha infuso nei primi uomini una lingua sacra, conservata nell’ebraico, dopo che
con la costruzione della torre di Babele si era generata confusione delle lingue.
Nell’Europa meridionale si stabilirono parlanti di 3 lingue diverse: la lingua d’oil,
la lingua d’oc e la lingua del sì. Dante ne definisce le caratteristiche dei 3
volgari e in particolare si sofferma sul volgare del sì, cioè il volgare d’Italia. I
requisiti del volgare erano: illustre,cardinale,regale e curiale. Illustre perche
luminoso in sé, capace di dare lustro a chi ne fa uso nei suoi scritti; cardinale
perché costituisce il cardine al quale fanno riferimento tutti gli altri volgari;
regale perché se in Italia esistesse una reggia esso vi troverebbe la sua
collocazione più ovvia; curiale perché risponde alla norme stabilite dagli italiani
più prestigiosi, rappresentanti una corte. Il secondo libro comincia a definire gli
usi possibili del volgare illustre: solamente i poeti di cultura e di ingegno elevati
sono degni di fare uso del volgare illustre e solamente nella trattazione di temi
elevati. La forma più degna del volgare illustre è quella di maggiore nobiltà,
cioè la canzone.
Teoria linguistica e ricerca poetica
Dante vuole dare autorità al volgare trasformandolo in una lingua
convenzionale come il latino e per questo propone un modello linguistico
formato con il meglio delle varie parlate italiane. Egli riconosce a ognuna di
esse le potenzialità di identificarsi con il volgare illustre, a patto di liberarsi dai
limiti “provinciali”.
La Monarchia
La Monarchia è l’unica tra le opere teoriche di Dante a essere stata completata.
Essa è scritta in latino e raccoglie le idee politiche dell’autore; è divisa in 3 libri,
ognuno dei quali è dedicato ad un aspetto diverso dal tema centrale. Il primo
libro sostiene la necessità di un mona