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Opere di Parini

Nel 1777 Parini scrisse "La laurea" e nelle odi aggiunse altri testi poetici come "La Tempesta", "Il Pericolo" e "Il Dono", "La Caduta", "La Magistratura" che sono dette le Grandi Odi, occasionali e scritte sempre in occasione di qualche evento. "La Caduta" è un'ode la cui occasione di scrittura viene data al poeta da una caduta e dal soccorso che un signore gli fornisce. È importante perché Parini instaura un dialogo pedagogico con il suo soccorritore, come aveva fatto nell'Educazione.

Nel 1757 Parini scrisse un'opera, su modello di Petrarca, Virgilio e Luciano di Samosata, con "Il Dialogo dei morti", il "Dialogo sopra la nobiltà". Nell'opera un nobile e un poeta si ritrovano a fianco nella tomba e parlano tra di loro. Parini vuole demolire il concetto stesso di nobiltà e proporre dei principi egualitari di sanità morale e unità sociale. Il narratore racconta di certe stravaganze e inserisce, quindi, l'elemento fantastico.

Totò nel 1964,

Su modello di quest'opera di Parini scriverò 'A livella, testo in cui l'autore non plagia Parini, ma ricalca e affida maggior efficacia al testo.

Confronto tra il Dialogo sopra la nobiltà di Giuseppe Parini e 'A livella di Antonio de Curtis (Totò):

- Dialogo sopra la nobiltà Giuseppe Parini

'A livella Antonio de Curtis (Totò)

Nobile: Miserabile! non sai tu chi io mi sono? Ora Marchese: Da Voi vorrei saper, vile carogna, con perché ardisci tu di starmi così fitto alle costole come quale ardire e come avete osato di farvi seppellir, per tu fai? [...] mia vergogna, accanto a me che sono blasonato! Cospetto! se io non temessi di troppo avvilirmi teco, La casta è casta e va, si, rispettata, ma Voi perdeste il io non so chi mi tenesse dal batterti attraverso del senso e la misura; la Vostra salma andava, si, cefalo questa trippa ch'ora m'esce del bellico che inumata; ma seppellita nella spazzatura!

Ancora oltreinfradicia. Io dicoti, che tu se’ una linguaccia, io. sopportar non posso la Vostra vicinanza puzzolente,fa d'uopo,quindi,che cerchiate un fosso tra i vostriPoeta: Di grazia, Signore, fatelo, se il potete; ché voi pari,tra la vostra gente [..]non vi avvilirete punto. Questo è un luogo ove tutti E cosa aspetti, oh turpe malcreato, che l'ira miariescono pari; e coloro, che davansi a credere tanto raggiunga l'eccedenza? Se io non fossi stato untitolato avrei già dato piglio alla violenza!”giganti sopra di noi colassù, una buona fiata che siengiunti qua, trovansi perfettamente appaiati a noi altracanaglia: non ècci altra differenza, se non che, chi Don Gennaro (netturbino): "Famme vedé..pigliapiù grasso ci giugne, così anco più vermi se ’l sta violenza..'A verità,Marché,mme so' scucciato 'e temangiano. Voi avete in oltre a sapere che quaggiùsenti; e si perdo 'a pacienza, mme scordo ca so'solo stassi ricoverata la verità. Quest'aria muorto e so mazzate!...Ma chi te cride d'essere...numalinconica, che qui si respira fino a tanto che ddio? Ccà dinto,'o vvuo capi,ca simmo eguale?...reggono i polmoni, non è altro che verità, e le parole, ...Muorto si'tu e muorto so' pur'io; ognuno comme ach'escono di bocca, il sono pure. 'na'ato é tale e quale"[...] Poeta: Riposatevi, Eccellenza, sul vostro Don Gennaro (netturbino): Tu qua' Natale...Pasca eletame. La lingua de' Poeti è sempre l'ultima a Ppifania!!! T''o vvuo' mettere 'ncapo...'int'a cervellaguastarsi. Beato voi, se colassù aveste trovato uno sì che staje malato ancora e' fantasia?...'A morte 'o ssajecoraggioso che avesse ardito di trattarvi una sola ched''e?...è una

livella.volta da sciocco! Se io avessi a risuscitare, io per me, 'Nu rre,'nu maggistrato,'nu grand'ommo, trasenno stuprima d’ogni altra cosa, desidererei d’esser uomo canciello ha fatt'o punto c'ha perzo tutto,'a vita e puredabbene, in secondo luogo d’esser uomo sano, dipoi 'o nomme: tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?d’esser uomo d’ingegno, quindi d’esser uomo ricco, Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo,e finalmente, quando non mi restasse più nulla a suppuorteme vicino che te 'mporta?desiderare, e mi fosse pur forza di desiderare alcuna Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmocosa, potrebbe darsi che per istanchezza io mi serie...appartenimmo à morte!"gettassi a desiderar d’esser uomo nobile, in quelsenso che questa voce è accettata presso lamoltitudine.

31. Vittorio Alfieri (1749-1803) :Alfieri nasce ad Asti da

famiglia di antica nobiltà savoiarda, rimane orfano di padre da piccolo e la madre Monica Maillard de Tournon si risposa con Carlo Giacinto Alfieri, un cadetto di un altro ramo del casato. Vittorio segue la madre nella nuova casa del patrigno e compiuti i primi studi sotto la guida di un sacerdote, viene mandato dal 1758 al 1766 all'Accademia Reale di Torino e là Benedetto Alfieri, cugino del padre, facilita le sue frequentazioni mondane. Entra nell'esercito nel 1766 e compie un lungo viaggio per tutta l'Italia accompagnato dal suo assistente fedele Elia, che considera come un suo doppio, un suo alter ego, che lo compensa. Con Elia si reca in viaggio a Milano, Firenze, Venezia, Torino, Roma, Napoli, Marsiglia, Parigi, Londra, Vienna, Austria, Ungheria e Germania. Nella sua autobiografia, la Vita parla molto delle sue esperienze di viaggio che furono molto significative, soprattutto perché aveva frequentato molto le corti e il mondo cortigiano gli era.apparso molto deludente. Frequentò anche la corte napoletana di Ferdinando di Borbone e poi quelle internazionali. Nel 1773 scrisse un componimento satirico in francese che è un esercizio impostato secondo la tecnica settecentesca del dialogo dei morti, in cui vengono chiamati di fronte a un tribunale divino molti personaggi. In seguito Alfieri decide di sceneggiare la vicenda della regina d'Egitto Cleopatra e scrive in endecasillabi sciolti la tragedia Antonio e Cleopatra che va in scena al teatro Carignano e riscuote grandi successi, essendo l'unica opera rappresentata in una sala pubblica. Per la scrittura del dramma l'autore prende a modello Le vite parallele di Plutarco, le opere di Racine e Shakespeare. Successivamente Alfieri organizzò una prima raccolta di edizioni teatrali e scrisse la tragedia il Filippo, il cui testo sarà riscritto dall'autore per quindici anni. L'abbozzo della tragedia Il Filippo è in francese, masarà scritto in italiano. Il dramma prende spunto dalla Novella storica del Don Carlos scritta nel '600 dall'abate di Saint Réal da cui in seguito si era ispirato anche Racine. L'autore scrisse anche opere ispirate al ciclo tebano, di cui un'opera importante è il Polinice, su modello della Tebaide di Stazio, del XXVI canto dell'Inferno di Dante in cui si parla della lotta fratricida tra Eteocle e Polinice e l'opera di Racine I fratelli nemici, in cui si avverte lo scontro fratricida che regna su Tebe e gli eccessi di una furia incontrollata. Nel teatro di Alfieri c'è l'essenzialità del mito antico, infatti dal Polinice parte un ciclo di tragedie come l'Antigone, l'Agamennone, l'Oreste. Dalla lettura molto attenta e interessata delle opere di Machiavelli, scaturisce il soggetto dell'opera di Alfieri Congiura dei Pazzi e la scrittura del trattato Della Tirannide. L'autore affronterà un

Intenso momento di riflessione sulla storia passata e contemporanea da cui nederiverà il ciclo delle Tragedie della Libertà, La Congiura dei Pazzi, il Timoleonte e la Virginia, opere composte tra il 1767 e il 1779.

La Virginia inizia con i versi del Trionfo della Pudicizia di Petrarca ed è un'opera importante perché viene citata dal Leopardi nella canzone Nelle nozze della sorella Paolina come esempio della virtù femminile.

Virginia, concupita da Appio, era un'eroina romana che preferì darsi la morte piuttosto che diventare vittima di una doppia violenza, personale, perché Appio voleva stuprarla, e politica. Il suicidio rappresenta una grande virtù e una possibilità di riscatto contro il tiranno.

Il Filippo aveva una chiave di incubo e claustrofobica, invece il tema che anima la Virginia è più aperto e ottimistico sebbene poi si concluda con un suicidio. Alfieri animò il teatro del '700 ed ebbe

molte avventure amorose, di cui una con Luisa Stolberg, moglie del pretendente al trono di Inghilterra Carlo Stuart, e su suo suggerimento scrisse la Maria Stuarda. L'autore stesso criticherà quest'opera perché vedeva un'eccessiva debolezza nel personaggio femminile. Con quest'opera Alfieri si pone alla ricerca di un sentimentalismo più morbido, con la possibilità di sconfinare nel dramma borghese. 32. L'età napoleonica (1800) : Tra il 1796 e il 1815 (Congresso di Vienna) l'Italia attraversò una delle epoche più travagliate della sua storia moderna: quella dell'invasione subita da parte delle armate rivoluzionarie francesi, delle guerre e dell'impero napoleonico. Fra gli ultimi anni del '700 e gli inizi del '800 la società e la cultura italiane risentono della radicale frattura storica aperta dalla Rivoluzione francese del 1789. L'Europa è sconvolta dalla guerra tra la Francia.repubblicana e le coalizioni delle monarchie di Austria, Inghilterra, Prussia e Russia che cercano difrenare i moti rivoluzionari. L'Italia è in questo scenario una delle aree di scontro e un nuovo corso si aprenel 1796, quando Napoleone Bonaparte a capo di una grossa armata francese occupa nord e centro dellapenisola italica. Gli italiani in un primo momento pensavano a Napoleone liberatore e ad un idealedemocratico. La pace di Campoformio del 1797 sancisce un accordo territoriale fra la Francia e l'Austria estabilisce, per quanto riguarda la penisola, l'assegnazione della Lombardia ai Francesi e dello Statoveneziano agli Austriaci, termina così la vita secolare della Repubblica di Venezia. Tra il 1796 e il 1799l'occupazione napoleonica favorisce l'instaurazione di repubbliche amministrate da notabili fedeli aNapoleone. In questi Stati si aboliscono tutti i privilegi ecclesiastici e i titoli nobiliari, si sancisce la libertàdi stampa e diono miglioramenti significativi nelle loro condizioni di vita, mentre l'aristocrazia e la borghesia continuano a prosperare. La libertà di parola e di stampa è limitata e i dissidenti politici sono perseguitati e imprigionati. La Chiesa cattolica viene messa sotto stretto controllo governativo e molte istituzioni religiose vengono chiuse o secolarizzate. La cultura e l'identità italiana vengono soppiantate da una forte influenza francese. Nonostante ciò, alcuni progressi vengono fatti nel campo dell'istruzione e dell'infrastruttura, ma questi benefici sono riservati principalmente alle classi più alte. In generale, il periodo della dominazione francese in Italia è caratterizzato da un forte senso di oppressione e sfruttamento.
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A.A. 2020-2021
76 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher annapalumbo92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Sabbatino Pasquale.