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Lasciando un "dove"
È un testo del 48 su un viaggio in Inghilterra compiuto in quell’anno in cui il poeta visitò Ely, una città famosa per la sua cattedrale gotico-normanna; il "dove" è il nome di un aereo inglese, la parola in italiano significa colomba. La poesia allude ad una fase di trapasso: il poeta che ha amato Clizia alla luce del sole ora preferisce il bruno, la tomba, l’eros, essa è rivolta ad una donna conosciuta in quell’anno in Inghilterra, le cui iniziali sono G.B.H. Una colomba bianca mi ha fatto scendere in una città fra lastre di pietra sotto cuspidi in cui si insidia il cielo (le stele e le cuspidi sono le mura e le guglie della cattedrale). Vedo l’alba e le sue luci; finora ho amato il sole, il colore del miele (Clizia), ora cerco l’oscurità, il fuoco che cova nascosto anziché l’aperto splendore del sole. L’idea del paesaggio è già...
Presente nel titolo “dove” che in italiano indica invece un avverbio di luogo: si crea quindi un’ambiguità perché il titolo lascia intravedere il transito da un luogo ad un altro.
La quinta sezione del libro si chiama “silvae” e contiene le poesie più impegnate del libro, quasi tutte legate alla crisi del dopoguerra, perché le speranze nate dalla liberazione durano poco e nascono i primi dubbi sulla sorte della poesia che non è più in grado di contrastare la massificazione. Il titolo silvae suggerisce una varietà di temi e motivi e l’abbassamento del tono e del linguaggio con versi più lunghi e strofe ampie e complesse; il linguaggio è ricco, aperto a parole quotidiane e anche dialettali. Nella sezione si scorge un preciso percorso narrativo con chiari punti di partenza (la poesia Iride) e di arrivo, l’anguilla. Iride è la donna angelo, Cristofora si annulla in Dio perché
L'anguilla ormai vuole celebrare solo la carne e il terreno.
L'ANGUILLA: è posta a conclusione di Silvae perché come abbiamo appena detto è il punto di arrivo del percorso di Montale, non solo quindi per la sua qualità estetica ma anche per il suo significato allegorico; il poeta vuole reagire alla crisi della speranza indicando, come accade anche in un'altra poesia, Gallo Cedrone, un nuovo valore: la forza biologica della vita. La poesia può sopravvivere solo se si identifica con esso, se impara a vivere nel fango della società contemporanea. Il testo si divide in due parti, nella prima descrive il viaggio che l'anguilla, la sirena dei mari freddi, compie dall'oceano al mediterraneo e poi dal tirreno agli Appennini lungo il corso di un fiume; nella seconda parte prevale l'aspetto invincibile degli animali capaci di sopravvivere e riprodursi anche in condizioni di estremo disagio. Nella poesia si alternano versi lunghi.
fino a 14 sillabe, ad altri brevi per far assomigliare il testo all’anguilla nei suoimovimenti zigzaganti. Tutta la poesia è formata da un’unica domanda retorica fatta da un sololungo periodo e l’ultima parola, sorella, fa quasi rima con la prima, anguilla per avvicinare ecompattare tutto il testo. Tanti sono anche gli enjambement dal verso 20 al 25 per dare uneffetto semantico alle parole; nelle poesia di Montale anche in un contesto alto si trovanoespressioni comuni e questa unione tra alto e basso, vuole mettere in rapporto l’umile el’elevato, il sacro e il profano. Anche in questo testi viene affrontato il tema della morte dellapoesia costretta ad assistere al trionfo dei partiti di massa.La sesta sezione è madrigali privati: già il titolo caratterizza un genere diverso rispetto aSilvae, in un aspetto erotico e individuale; l’aggiunta dell’aggettivo privati sottolinea il suoripiegamento e dalla salvezza per tutti
espressa nella poesia "la primavera Hitleriana", si passa alla salvezza solo privata e le otto poesie contenute nella sezione sono tutte dedicate a Volpe. È anche presente la tematica religiosa dell'incarnazione e del sacrificio ridotto però a passione privata; l'esperienza amorosa è più concreta e sensuale rispetto a quella con Clizia. Volpe non è una Cristofora e i suoi simboli preferiti sono quelli di animali e piante, quindi legati ad una realtà naturale. La salvezza solo privata è per Montale però una sconfitta e il fatto che si senta scoraggiato fa sembrare normale il ritorno in questa sezione del tema dei morti.
ANNIVERSARIO: è una poesia scritta tra il 49 e il 50 e posta a conclusione di Madrigali privati; l'anniversario a cui si riferisce è quello della nascita di Maria Luisa Spaziani nel 24; nello stesso periodo nascono anche le prime poesie di Montale con ossi di seppia. La poesia ruota
Attorno al tema dell'incarnazione del valore, del suo possibile farsi terreno e umano, ma misurandosi col fango quotidiano il valore rischia di smarrirsi nel suo messaggio universale e calarsi invece nel particolare. La poesia è vissuta come la forma di vita sostitutiva di chi permanente non vive e nasce da una totale disarmonia con la realtà; è sicuro che le cause storiche e politiche abbiano influito molto nella pratica di scrittura di Montale e di questo lui ne è perfettamente consapevole; sa che la poesia sarà più chiusa, triste e aristocratica. Egli infatti realizza una poesia realistica nel metodo e nella forma e da un lato lotta contro l'ermetismo e si avvicina al neorealismo, dall'altro lotta contro lo stesso neorealismo perché sostiene la necessità di una poesia fondata su motivi esistenziali ma anche fisici e metafisici in cui tende ad unire registri alti e bassi, con accanto termini tecnici ad altri dialettali.
e popolari. In una dichiarazione poetica del '51 Montale chiarisce il motivo profondo da cui nasce la sua poesia: il senso di una lacerazione profonda, di un senso di isolamento e estraneità dal mondo, l'argomento della sua poesia è quindi il considerare la condizione umana e non solo gli avvenimenti storici. Se avverte una totale disarmonia con la realtà, l'argomento delle sue poesie non poteva che essere questa disarmonia; in altri brani, pubblicati su "l'intervista immaginaria" nel '46, Montale definisce in modo molto chiaro le differenze tra la bufera e la poesia delle occasioni. La guerra mondiale è considerata come emblema della lotta eterna tra bene e male e la poesia di quel tempo doveva essere necessariamente chiusa e concentrata; dopo la fine della seconda guerra mondiale invece scrive poesie di ispirazione più immediata che sembrano un ritorno all'espressionismo. Franco Fortini, in un suo saggio del '68 parla diMontale dicendo che forse la scrittura di quellevicende è un metodo per rimuoverle dalla sua coscienza e le bufere del fascismo e della guerra sono quindi simbolo di un'unica potenza malvagia, l'esistenza. La tendenza all'allegorismo e al simbolismo già presenti nella occasioni confermano nella bufera che con la nascita di partiti di massa gli intellettuali non possono più restare isolati nella loro città delle lettere e viene meno quindi l'allegorismo umanistico delle occasioni, tipico di valori elitari e di un isolamento aristocratico. Il terzo libro è anche la crisi dell'allegorismo cristiano; la Cristofora è un simbolo rigido, estraneo alla realtà terrena, che non va più bene perché ora siamo di fronte ad allegorie più complesse e articolate di animali in grado di unificare cielo e terra e che rappresentano oltre alla vitalità, il valore stesso della poesia: questa infatti
potrà sopravvivere solo se interpreterà la stessa ambiguità degli animali. Nella bufera c'è da dire anche che il tempo è più romanzesco, lineare, con un preciso filo narrativo che protende indietro verso la memoria dei morti: il passato è un polo positivo come anche il futuro, contrapposti invece al presente negativo. Alla fine sarà proprio la negatività del presente a trionfare distruggendo tutte le speranze proposte; nei due libri precedenti trionfavano gli spazi chiusi invece nella bufera prevalgono i luoghi aperti di città e campagna, con i giardini, i laghi svizzeri, le grotte, gli alberi... sono luoghi in cui il pubblico e il privato si incontrano. A poco a poco i valori tendono a invertirsi e il divino si ritrova nella terra e non più nel cielo, o meglio nel sottoterra dove alla fossa dell'anguilla corrispondono le fosse dei morti; tornano ad affacciarsi le ideologie aristocratiche che per unPo' erano venute meno quando nel dopoguerra sembrava più forte l'aspettativa e più solido il rapporto con gli altri uomini; invece il pessimismo trionfa e l'unica soluzione possibile è l'estinzione come si vede anche nella distruzione della civiltà occidentale: non esistono più i valori e la poesia sta per scomparire.
FARFALLA DI DINARD: dal 38 al 48 mentre lavorava al corriere della sera, fece molte traduzioni riportate proprio nel "quaderno di traduzioni" e sceglie testi in cui l'elemento lirico si accompagna sempre alla riflessione. Contemporaneamente scrive anche una serie di prose e raccontini che vennero pubblicati nel 56 col titolo "farfalla di Dinard", una località della Normandia, in Francia: la stessa materia di Silvae è trattata in modo prosastico. È un libro suddiviso in quattro sezioni, il primo con ricordi di infanzia ed episodi di villeggiature giovanili; nella seconda