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Vita, opere di pulci: cultura e poetica: nasce a firenze da una famiglia nobile afflitta da debiti. Entrò nella
casata dei medici al loro servizio e acquistò subito simpatia. In opposizione alla nencia di barberino di
lorenzo scrisse la beca di dicomano, insistendo su aspetti comici e parodici già presenti nel primo libro.
Scrisse il morgante, in 23 canti. Dopo una vittoria alla giostra di lorenzo scrive la giostra di lorenzo de
medici, ripreso da poliziano. Tuttavia negli anni 70 avvenne una frattura con i medici, mantenendo una
linea burlesca e averroismo, mutuato da cecco d’ascoli. Passò al servizio di roberto sanseverino, ma
rimanendo ancora fuori dal clima culturale. Durante un viaggio col suo nuovo padrone muore e verrà
pubblicato solo postumo il Morgante. Pulci si interessò molto anche agli studi linguistici e stilistici e anche di
poetica e di cultura, come testimonia la sua raccolta Vocabolista. La sua poetica e la sua cultura per certi
aspetti furono antiumanistici, in quanto entrò in collisione con la dottrina platonica, anche se è anche
umanista per il suo amore per la parola.
Le fonti, i personaggi e la trama del Morgante: il morgante è in 28 cantari per un totale di oltre trentamila
versi. È l’accostamento di due poemi scritti in momenti diversi e sono collegati tra loro con un certo sforzo,
anche perché rivelano ispirazioni diverse. I primi 23 cantari sono comico-grotteschi, mentre gli ultimi 5 seri
ed eroici. Le fonti di Pulci furono l’orlando di autore anonimo, la Spagna da cui riprende i temi linguistici. Il
titolo rimanda al protagonista, il gigante Morgante, che però muore nel XX canto. L’azione del poema nasce
e si esaurisce ad ogni episodio, in modo da essere lette volta per volta in diverse occasioni. Alla fine di ogni
episodio si riprende l’azione precedente, ed è quasi sempre messa in moto dal traditore gano. Gano infatti
tenderà sempre nuovi tranelli e ingranni ai due eroi principali rinaldo e orlando. La trama comincia con
orlando calunniato da gano che lascia sdegnato parigi per andare in Pagania. Durante il viaggio libera
un’abbazia minacciata da tre giganti, uno dei quali, Morgante diventerà suo scudiero. Morgante è una sorte
di ercole (carattere mitologico) che accompagna orlando verso oriente. Lottano contro gli infedeli. Rinaldo
intanto cerca orlando e alla fine lo trova. Però gano tradisce di nuovo la sua gente e questo porterà parigi
ad essere assediata dai pagani. I paladini ritornano e sconfiggono i nemici riportando la corte sotto Carlo.
Carlo bandisce rinaldo che diventa ladrone di strada ma ritorna a parigi e sottrae il trono a carlo. Ma rinaldo
sa che orlando è prigioniero in persia così restituisce il potere a carlo e va in aiuto del cugino. Ora viene
inserito il tema amoroso: orlando si innamora di chiarella figlia del suo carceriere e rinaldo invece si
innamora di antea, figlia di del Soldano che poi rifiuta di combattere. Il soldano intanto viene sconfitto e
babilonia conquistata grazie anche a Morgante, accompagnato da un mezzo gigante Marguette. Questo
muore ridendo vedendo una scimmia che si infila i suoi stivali. Morgante invece muore morto da un
granchio portando in salvo la nave dei paladini, guidandola fino al porto. Questi sono i primi 23 cantari.
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Negli ultimi 5 orlando difende la Francia da una nuova invasione ma gano si mette d’accordo per far cadere
in trappola orlando a Roncisvalle, che sarà assalito dai saraceni. L’aiuto arriva dall’egitto con i diavoli
Astarotte e Farfarello che viaggiano su cavalli incantati insieme a Rinaldo, ma però non riescono a non far
morire Orlando. Il re si rende conto finalmente del tradimento di gano e lo caccia. Intanto morgante aspetta
in cielo l’arrivo di orlando. La trama è tipica dell’andamento cantaro, con colpi di scena e un legame tenue
tra un episodio e l’altro.
L’umanesimo alla corte degli estensi: la tradizione cavalleresca a Ferrara: il massimo splendore della
corte estense si ebbe con Ercole I, con un ducato forte e ampiamente esteso. Importantissimo sulla scena
nazionale, nel ducato estense figure importantissime furono soprattutto due donne: isabella e beatrice
d’este, essenziali per lo sviluppo culturale della corte ferrarese in grado di creare un carattere unitario nel
campo della cultura e delle arti fra le varie corti italiane. Una caratteristica comune fra tutte è la diffusione
degli spettacoli teatrali. A ferrrara comunque non mancava anche una produzione lirica e anche una poesia
latina come quella di strozzi. Ferrara ebbe però un ruolo di primo piano nella produzione cavalleresca che
gli Estensi coltivarono ampiamente grazie ad una politica culturale basata sull’esaltazione attraverso le
vicende cavalleresche della cortesia e di nobiltà che dovevano forgiare la corte, e anche la piccola nobiltà
feudale che circondava il duca.
Vita e opere di Boiardo; la formazione e la produzione in latino: emiliano di nascita Boiardo, ricevette
una formazione culturale di alto livello. Era cugino di pico della mirandola. Dopo la morte del padre divenne
posseditore del feudo di scandiano. Della sua formazione di stampo umanistico sono a testimonianza i suoi
testi in latino come Carmina de laudibus Estensium, dove riprenderà come modello virgilio. L’umanesimo di
Boiardo è un umanesimo cortigiano, rivolto al recupero dei testi antichi per renderli fruibili al pubblico della
corte. In seguito abbandonerà il latino per il volgare, come testimonia Amororum libri tres in cui descrive
l’amore per Antonia Caprara, incontrata a Reggio Emilia. Comincia poi l’orlando innamorato una volta
stabilitosi pressi gli estensi. Scriverà poi Egloghe volgari con argomento personale e amoroso e anche
politico; la commedia Timone per le esigenze di festa della corte e Capitoli del giuoco dei tarocchi, testi
scritti sulle carte da gioco e ispirati al simbolismo.
L’ambiente ferrarese, il sincretismo e la produzione lirica di Boiardo: gli Amororum libri: ferrara è
caratterizzata da un sincretismo culturale e letterario che farà conoscere a Boiardo varie tradizioni (Roman
de la rose ecc) che lo influenzeranno. Soprattutto nella sua opera Amororum libri. Il titolo del canzoniere è
classicistico, ma la sua costruzione è tardogotica e petrarchesca. La storia d’amore è divisa in tre libri,
organizzati uniformemente. Nel primo si canta l’amore per Antonia, nel secondo il tradimento di lei e il
dolore, nel terzo nostalgie e ricordi e un pentimento religioso. Le poesie più giovani sono influenzate
sicuramente dai classici e anche da un fusto petrarchesco. Il tema centrale del libro è l’amore, ripresi dalla
tradizione trovadorica e riprende dall’epicureismo la gioia e l’energia che trasmette l’amore stesso. La
struttura metrica si rifà a quella petrarchesca, ma anche al recupero dei trovatori. La lingua è il risultato di
una mediazione tra forme toscane, latinismi, lingua cortigiana e forme dialettali pagane. Non manca poi il
tema cavalleresco della cortesia e della gentilezza, come volevano gli estensi.
L’orlando innamorato: la composizione, le fonti, la poetica, la struttura e la trama: L’orlando lo inizia
scrivere nel soggiorno pressi gli este sotto sollecitazione del duca a cui è dedicato. È divisa in due libri uno
di 29 l’altro di 31 canti. Fu stampata direttamente da Ercole d’este che se ne servì per aumentare il suo
prestigio. Avviò un terzo libro ma venne interrotto a causa dell’arrivo in italia di carlo 8 e della conseguente
crisi italiana. L’opera quindi è incompiuta, carattere che accomuna molte opere di questo periodo. Boiardo
si rifà alla materia dei cantari, unificando il ciclo bretone con il ciclo carolingio e dichiara più volte di rifarsi a
Turpino, ma lo fa in modo scherzoso o per allargare i confini fiabeschi della narrazione. Fra le fonti
spiccano virgilio con l’Eneide e ovidio insieme alla letteratura epica francese. La poetica dell’autore emerge
immediatamente dalle prime battute, particolarmente in quelli del canto 1 e 18 del secondo libro: mostrano
il modo con cui boiardo unisce i due cicli, il motivo eroico perseguito sempre, la nostalgia per i cavalieri
antiqui, quindi per una nobiltà e cortesia ormai persi e l’intento edonistico di raccontare una bella istoria al
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pubblico della corte. La trama non è molto casuale, anzi il tema della fortuna domina, ma l’intreccio è ben
costruito dall’autore. La vicenda comincia con l’apparizione di angelica alla corte di carlo magno,
accompagnata dal fratello argalia. Ella si promette in sposa a chi sconfiggerà il fratello a duello. Tutti i
cavalieri presenti, pagani e cristiani, si innamorano di lei e accettano la sfida. ma quando Ferraguto
sconfigge il fratello, lei scappa inseguita da Ferraguto, orlando e rinaldo. L’amore è quindi la molla di tutto.
Rinaldo beve dalla fontana del disamore, mentre angelica da quella dell’amore. Così angelica insegue
rinaldo, ma è inseguita da orlando. Alla fine angelica è assediata in una città asiatica, albraca, da un
grande esercito guidato da Agricane, re dei tatari, anche lui innamorato di lei. Ma orlando difende angelica
e uccide il re. Ma anche rinaldo, che odia angelica, si schiera contro di lei, così i due cugini si trovano in
duello. Quando orlando sta per vincere rinaldo, angelica interviene facendo allontanare il primo, salvando il
secondo che lei continua ad amare. Qui finisce il primo libro. Nel secondo la scena inizia a parigi, assediata
dai musulmani di agramante. Uno dei capi di questo esercito è Rodamonte, grande guerriero. Gli
assedianti per vincere hanno bisogno di ruggiero, che il mago Atlante tiene nascosto per sottrarlo ad un
destino di morte certa se combattesse. Grazie al ladro brunello, che ruba ad angelica un anello magico che
rende invisibili, ruggero viene liberato e si unisce ai saraceni. Nel frattempo alla fonte del mago Merlino,
rinaldo beve alla fontana dell’amore, angelica da quella del disamore per cui si inverte la situazione del
libro precedente. Ciò porta di nuovo i cugini a duello, che viene interrotto da Carlo Magno che vuole i due
cugini al suo fianco per l’imminente battaglia con i saraceni. Anzi, carlo promette angelica al più valoroso in
battaglia. La battaglia ha inizio con i due eserciti, cristiani e pagani, schierati. Nel terzo libro una fanciulla-
guerriera, la cristiana Bradamente, si reca a parigi per portare aiuto a Carlo assediato e viene assalita da
Rodamonte, saraceno. Accorre in sua difesa Ruggiero che la salva e fra i due nasce un idillio. Il poema si
interrompe, ma da come si può capire Ruggiero si converte al cristianesimo e sposa Bradamante. Nella
trama sono inserite novelle, messe in bocca a qualche personaggio, anche con vicende fantastiche e
meravigliose, insieme a storie comiche