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Letteratura italiana - Carducci e la fine dell'Ottocento Pag. 1
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S L I

TORIA DELLA ETTERATURA TALIANA

Giosuè Carducci

Con Carducci il classicismo venne recepito dal pubblico come supremo modo di co-

municazione poetica poiché associato all’orizzonte del nazionalismo: la sia esigenza

fu quella di un realismo seppur mediato da forme classiche. Giosuè Carducci nasce

il 1835 a Valdicastello in Versilia, nella Maremma toscana, abitando tra Bolgheri e

Castagneto e dedicandosi a scorazzare per i campi oltre che a leggere i classici. Si

laureò in filosofia e filologia e nel 1857 pubblicò le prime Rime ma ebbe difficoltà

familiari per la morte del padre e del fratello. Nel 1860 insegnò presso l0università di

Bologna ma si accostò anche alle idee repubblicane e giacobine di Garibaldi, con toni

spesso accesi e polemici: ma nel 1876 le sue idee tesero sempre più verso la monar-

chia, data anche la corruzione della sinistra al governo, al punto che si proclamò vate

dell’Italia umbertina contrastando il socialismo e avvicinandosi alla politica di Crispi.

La prima raccolta dopo i componimenti giovanili fu Levia gravia, quindi scrisse Ju-

venilia e dunque le Rime nuove e le Odi barbare: le ultime raccolte furono Giambi ed

Epodi e Rime e ritmi. Il classicismo carducciano si schiera contro la vaporosità ro-

mantica all’insegna di una poesia fiera e vigorosa: i ricordi nostalgici della sua Ma-

remma lo fanno scattare contro la desolazione e lo squallore del mondo contempora-

neo. Già l’Inno a Satana scritto dopo l’unità italiana si libera dalla superstizione reli-

giosa, esplicita il suo realismo e mira al progresso pur ricavandone spesso goffaggini

lessicali. Eppure proprio il suo continuo tentare di unire classicismo a realismo finirà

per dare l’idea di una poesia professorale e dunque una prospettiva chiusa e provin-

ciale, senza il respiro arioso d’un Leopardi. La virtù antica è riproposta continuamen-

te come modello, e Carducci non esita a volervi porre anche molte citazioni erudite

dei suoi studi sottoforma di repertorio: le immagini poetiche migliori risultano quelle

della Maremma irrecuperabile come persa nel passato dell’adolescenza, immersa in

un mondo arcaico e genuino che però viene distrutto dal moto della natura. Nelle Odi

barbare si tenta di adattare il metro antico latino alla poesia moderna, ma questo rie-

sce meglio in Rime nuove laddove il grigiore e la malinconia sono rese in immagini

elementari di natura. L’ultima raccolta di Rime e ritmi invece è più stanca e la poesia

perde peso divenendo una serie di immagini erudite.

La prosa carducciana è ricca di scatti e si basa su un lavoro quotidiano sul toscano

popolare: un primo gruppo di opere sono i lavori critici su Dante, Parini, Petrarca, A-

riosto e Tasso, e Carducci è attento al fare dei poeti nell’utilizzo dei generi letterari

oltre ché alle concrete situazioni storiche; il secondo e il terzo gruppo invece sono i

suoi interventi polemici e il suo epistolario.

Narratori di fine Ottocento

Carlo Lorenzini si firmava con il nome di Collodi ed è autore dell’intramontabile Le

avventure di Pinocchio, intessuto di richiami fiabeschi con intenti pedagogici e picco-

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
2 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher canerabbioso di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Colaiacomo Claudio.