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I CANTI
CANZONI DEL 1824 (Bologna, Nobili)
Omogeneità linguistica (classicheggiante, dotto, metafore ardite) e tematica (soggetti tolti
dall'antichità portavoce del poeta, pessimismo storico). Accompagnate dalle Annotazioni, in
appendice: difesa dell'uso di alcune espressioni non presenti nel vocabolario della Crusca e note
storico-mitologiche con funzione di chiarimento. Autorecensione contro la polemica linguistica
pubblicata sul Nuovo Ricoglitore di Milano nel 1825.
VERSI DEL 1826 (Bologna, Stamperia delle Muse)
Debolezza editoriale, complementarità, promiscuità. Scala discendente nell'intensità
dell'investimento poetico per dare rilievo agli idilli. Confluenza di cognizione dell'arido vero e
piacere dell'immaginazione. Linguaggio del vago. Funzione di congedo dall'attività poetica
(L'epistola a Pepoli viene posta alla fine in quanto contiene l'addio alla poesia in funzione della
filosofia).
CANTI DEL 1831 (Firenze)
Nasce dopo la composizione dei pis-rec, inaugurano con A Silvia la canzone libera. Riassestamento
in base al carattere prettamente lirico (eliminazione dei Sonetti di ser pecora e delle traduzioni-
imitazioni dei testi comici greci), via i sottotitoli di genere, omologazione dei generi. Ordine di
successione con criterio tematico-ideologico: le canzoni hanno come soggetto il noi storico, gli idilli
l'io esistenziale. Pluralità di registri, diverse tecniche espressive, continuità dell'io lirico.
CANTI DEL 1835 (Napoli, Starita)
Introduzione del ciclo di Aspasia (potenziamento dell'io lirico, drammatica esaltazione dell'amore,
coesistenza di illusione vitale e ileniminabile coscienza del vero, fusione di stilnovismo e
pessimismo cosmico), delle due canzoni sepolcrali (considerazione impersonale e universale su
morte, vecchiaia, natura che crea e distrugge, morte come separazione o come distruzione del bello
e del n obile, struttura argomentativa, musica intellettuale), della Palinodia (unico testo satirico,
riassunto dei vari aspetti della riflessione leopardiana sulla condizione umana).
CANTI DEL 1845 (Firenze, pubblicati postumi da Ranieri)
Aggiunte la Ginestra e il Tramonto della luna (proseguono ispirazione universalistica e gnomica dei
canti napoletani
Le canzoni civili del 1818
Critica all'Italia della Restaurazione, contrasto tra gloria passata e decadenza moderna, temi presenti
nel Discorso di un italiano sopra la poesia romantica (1818), tema eroico-patriottico, pessimismo
storico, sfiducia nei valori della civiltà e nel progresso, atteggiamento di ribellione, missione
politico-sociale della poesia.
- All'Italia (1818, Recanati): 7 strofe di 20 versi ciascuna, frequenti enjambements, fluidità ritmica,
allontanamento dal modello tradizionale petrarchesco, frequenti esclamazioni retoriche, forte carica
sentimentale, introduzione del personaggio storico Simonide di Ceo per esprimere la propria visione
storica e la propria delusione.
Confronto tra italiani in russia e i trecento alle Termopili, condizione misera dell'Italia della
restaurazione presentata come una bella donna maltrattata e indifesa, nostalgia dell'antica civiltà
romana, immagine titanica del poeta difensore della patria, discorso fittizio di Simonide (poeta
greco e cantore delle imprese belliche greche, doppio dell'io lirico di Leopardi), funzione civile
della poesia, volontà di ricreare la poesia antica, delusione storica.
- Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze (1818, Recanati): 12 strofe di 17 versi
tranne la strofa-congedo di 13, pesante impostazione retorica, tocchi di identificazione
autobiografica danno sincerità alla poesia, lessico volto a dimostrare la miseria della condizione
italiana (misera, amari giorni, esuli ancora, vergogna, cener freddo, ossa nude, lacrime, mal,
sventurata gente, irale ruine, afflitta, meschina, asta inimica, schiavitude oltre l'alpe, acerbo fato,
spietato dolor, sangue nostro, moribonda Italia)
Ripresi e ampliati i temi di All'Italia: il ritratto dell'Italia contemporanea inerte, spopolata, piena di
codardi, dominata da uno straniero, la delusione storica e il rimpianto dei tempi antichi, uno
straniero cerca la tomba di Dante (esempio di fama e gloria antica, etrusco padre), tono sentimentale
con motivo autobiografico che dà sincerità alla poesia, giovani italiani costretti a morire nella
campagna di Russia per gli stranieri sono il simbolo dell'infelicità umana, identificazione dell'io
lirico con essi (motivo autobiografico in quanto il poeta è giovane).
Le canzoni del 1820-1822
Il pessimismo storico e il suo progressivo incrinarsi verso il pessimismo sensistico-psicologico-
esistenziae, linguaggio ipotattico, arcaismi, allusioni erudite, stile differenziato dalla tradizione ma
tendente al modello dantesco, argomenti anticonvenzionali, complessa tessitura
Edizione delle canzoni del 1824, Bologna. 1825: Annuncio delle dieci Canzoni (autorecensione
ironica)
- Ad Angelo Mai (1820): 12 strofe di 15 versi, asimmetrie sintattiche, distico a rima baciata con
funzione gnomica a chiusura di strofa, struttura regolare. Lessico vago e indefinito. Tre livelli di
discorso: motivo encomiastico (esaltazione dell'impresa del cardinale), motivo civile-patriottico (la
probabile opinione degli antichi sui contemporanei), denuncia dello snaturamento del genere umano
nelle epoche vicine (scoperta del taedium vitae e del nulla dell'esistenza, gli italiani disonorano il
loro stesso sangue latino, nessuno stimolo a ricercare la gloria passata, tedio).
Lettera dedicatoria al conte Trissino.
Sentimento esistenziale di una frattura, condanna del presente, scoperta del nulla e conseguente
vuoto dell'esistenza (vedi crisi del 1819), incrinamento del pessimismo storico.
Parte iniziale patriottica, il ritorvamento della Repubblica ciceroniana come momento di confronto
tra antichi e moderni: anime prodi del passato non esistono più, ora ci sono i vili e oziosi plebei
(motivo critico civile-patriottico).
Nella seconda parte riflessione filosofica più ampia, pessimismo accentuato, riflessione sul nulla e
sulla caduta delle illusioni.
Evocazione di grandi italiani del passato allo scopo di delineare gradualmente il processo secolare
di dissoluzione delle illusioni antiche: Dante (più fortunato dei contemporanei), Petrarca (la noia
esistenziale), Colombo (figura presente anche in altre canzoni e nell'operetta tra Colombo e
Gutierrez, la sua impresa dimostra lo svanire delle illusioni degli antichi, simbolo della ragione che
rivela il nulla e il tedio; "infiniti flutti" in enjambement), Ariosto, Tasso (identificazione,
sdoppiamento del poeta, alter ego, anticipatore della condizione moderna, il tema dell'ultimo amore
presente nel ciclo di Aspasia, tema del nulla, della noia, dell'indefinito espressi nel lessico, contrasto
tra i felici errori degli antichi e l'arido vero moderno), Alfieri (allobrogo feroce; si ripresenta il tema
del secol di fango non adatto ad animi sensibili).
- Nelle nozze della sorella Paolina (1821, Recanati, pubblicata a Bologna nel 24): la corruzione
dell'Italia contemporanea che non permette pronostici favorevoli a una futura sposa, femminilità in
funzione patriottica, le donne insegnano ai figli le virtù civiche, esempi di donne romane, affinità
con le canzoni civile, intonazione retorico-celebrativa.
- A un vincitore nel pallone (1821, Recanati): linguaggio classicistico. Esaltazione dello sport, del
gioco, della forza virile come specchio della gloria passata, affinità con le canzoni civili,
intonazione retorico-celebrativa, compresenza di taedium vitae e incitamento all'azione
- Bruto Minore (1821, Recanati): 8 strofe di 15 versi, più endecasillabi che settenari per consentire
più estensione di pensiero e dare solennità al discorso, rarefazione delle rime (3 per strofa),
numerose assonanze e latinismi (statuarietà alla figura e alle parole), poesia priva della celeste
naturalezza degli antichi, riferimento all'antichità classica comune alle altre canzoni, identificazione
Bruto-poeta, Bruto come simbolo della condizione moderna (novità).
Segue la Comparazione delle sentenze di Bruto minore e di Teofrasto vicini alla morte (1822).
Riferimento allo Zib. del 1821 (citazione dello storico romano Floro secondo cui Bruto ha detto che
la virtù non eiste come sostanza ma solo come concetto).
Dopo che la virtù degli italiani nella guerra civile viene abbattuta sul campo di battaglia (dei Filippi,
42 aC) l'Italia è preparata alla rovina per mano di potenze straniere. Bruto accusa le divinità,
soprattutto quelle infere, e invano pronuncia una feroce orazione contro la vanità della virtù; se la
virtù è inutile è inutile anche la vita umana nella storia, giustificazione del suicidio.
L'inconsistenza della virtù (intesa nell'accezione antica di virtù civile) come suprema illusione
dell'uomo, l'inutilità della vita umana nella storia, la caduta delle ilusioni e la rivelazione
dell'infelicità umana, la forza del destino, il suicidio come unico modo per sottrarsi al fato, il
titanismo di Bruto e il rifiuto della tomba, la morte di Bruto come fine dell'epoca d'oro della Roma
repubblicana e quindi fine dell'antichità, picco massimo del pessimismo storico, distacco definitivo
dal tema civile-patriottico, esempio maturo della conversione del 1819. Bruto come doppio dell'io
lirico di Leopardi, spazio idillico di apostrofe alla luna come spettatrice della tragedia esistenziale
dell'uomo. Animali, piante, giovani senza ideali possono vivere felici e sereni.
- Alla primavera o delle favole antiche (1822, Recanati): pendant del Bruto, rimpianto di un passato
antico in cui regna l'illusione, esaltazione della santa natura, favole antiche come simbolo delle
belle immagini dell'antica poesia
- Inno ai patriarchi (1822, Recanati): 117 endecasillabi sciolti, no strofe, no rime. Contiguità
tematica con Alla primavera, rimpianto del tempo passato, il contrasto tra miti antichi e
civilizzazione, i patriarchi biblici come esempio della possibile felicità illusoria, l'importanza dello
stato di natura originario ormai distrutto, la felicità dei primitivi indiani d'America.
- Ultimo canto di Saffo (1822, Recanati): 4 strofe di 18 versi, tutti endecasillabi tranne il penultimo
settenario della penultima strofa, primi 16 versi quasi tutti sciolti, quasi totale rarefazione delle rime
tranne il distico finale a rima baciata, molte assonanze.
Posposta all'Inno per l'affinità di quest'ultimo con Alla Primavera e perchè è ormai fuori dalla
tematica antichi-moderni e si avvicina al pessimismo psicologico-esistenziale.
Riflessi autobiografici, suicidio, condizionamento della bruttezza fisica, protesta psicologico-
esistenziale contro la crudeltà