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MODULO II

Modulo di sociologia della letteratura. Questioni già incontrate sul piano della

prassi, ora analizzate dal punto di vista teorico.

Una teoria della letteratura è sempre profondamente radicata agli impianti

culturali di una certa area, in particolare alla branca filosofica dell'estetica

(bello artistico e naturale). Nel positivismo, ad esempio, si vedevano gli effetti

della fiducia nella scienza anche nella letteratura: si cercava di applicare le

idee Darwiniane alla letteratura e alla cultura; e quindi i generi letterari erano

delle forme che nascevano, si imponevano, crescevano e morivano. Idee non

più sostenibili in modo rigido, e che vennero poi sostituite da un periodo di

dittatura di Benedetto Croce: sue teorie applicate a ogni campo dello scibile.

L'Estetica (1902) La Poesia (anni '30) letti e tradotti in tutto il mondo. L'idea

centrale è che l'arte è una pura intuizione che si traduce subito in espressione.

L'artista è libero da ogni condizionamento della realtà, della storia e della

società; estremizzazione dell'idea romantica dell'artista creatore.

L'idea odierna è che l'artista crea profondamente influenzato dalla cultura della

sua epoca. A lungo invece in Italia sono circolate idee molto diverse. Croce era

un antifascista liberale, ma anche in anni fascisti le sue idee continuarono a

circolare. L'autarchia fascista veniva applicata anche al campo culturale:

scoraggiata l'importazione di libri e dischi stranieri. Jazz: espressione di arte

negroide. Freud: espressione di una perversione ebraica. Periodo di stasi, e

dopo il '45 entusiasmo per la possibilità di aggiornarsi e sprovincializzarsi:

boom di traduzione. Negli anni '40/'50 sono arrivate all'improvviso cose che

circolavano altrove da decenni, insieme alle novità degli anni '60: grande clima

di entusiasmo tipico della fine delle dittature (dopo Franco in Spagna). In

letteratura si possono distinguere metodi estrinseci e intrinseci per

ragionare di libri. I metodi estrinseci prevedono che si studi la letteratura in

relazione alla storia, alla società, alla psicologia ecc… Quelli intrinseci studiano

un libro solo dal punto di vista dello stile, della metrica… cose interne all'opera.

Diverse famiglie di metodi. Un corso come questo segue un metodo estrinseco:

critica, letteratura e società. Metodi spesso anche intrecciati tra loro:

riferimento alle strategie del racconto si lega agli effetti che si vogliono

raggiungere su una società. Lo studio di uno stile si intreccia con lo studio di

una società.

Diverse famiglie di critica letteraria e diversi tipi di approccio all'opera

letteraria:

• Approccio, tipicamente novecentesco, psicanalitico. Diagnosi dell'inconscio

autoriale. Ma che livello di inconscio ci può essere dietro un'opera codificata,

riletta, rifinita come un romanzo? E fino a che punto ci interessa leggere un

romanzo per indagare sull'inconscio dell'autore?

• Critica tematica. Tornata in auge negli ultimi 15/20 anni dopo un periodo di

eclisse. Catalogo di temi diffusi in una certa area e cultura. Nell'800 si

compilavano veri e propri cataloghi di temi, nel tentavo di creare un repertorio

di motivi standardizzati.

• Critica stilistica/formale, che affonda le sue radici nelle epoche antiche:

rapporti dell'autore con le fonti, note al testo ecc… fino al 1700 lo stile era una

categoria di tipo normativo e la bravura stava nell'emulazione e, se possibile,

sul miglioramento del modello. Prende piede nel romanticismo l'idea del valore

dell'originalità.

• Formalismo, principale nella cultura russa del 900: l'opera d'arte è

analizzata in sé stessa, anatomizzata, decontestualizzata e tolta dal rapporto

con l'autore e la società che l'ha generata.

• Strutturalismo, che accentua l'enfasi sulla struttura del testo, visto come

un'amalgama di livelli, codici e richiami da sviscerare. Intensa volontà di

scientificità: vuol'essere un metodo scientifico, un'analisi e non un giudizio di

merito o valore. Questo aveva delle ricadute pratiche importanti: in molte

università esistono tutt'ora dipartimenti di scienze della letteratura.

• Semiologia/Semiotica: origine autonoma rispetto a formalismo e

strutturalismo. Disciplina che studia i segni. Tra i segni usati dagli uomini ce ne

sono alcuni motivati e altri non motivati (le convenzioni, come lettere, cifre,

nomi ecc…). Studia tutti i fenomeni di cultura come sistemi di segni, le stesse

culture sono sistemi semiotici. Barthes scrisse negli anni '50 Miti D'Oggi, che

analizzava la lunghezza dei capelli della gente, le abitudini alimentari ecc…

Una parte di tutto questo è la semiotica letteraria, uno dei più famosi semiologi

mondiali è Eco.

C'è chi si oppose a tutto ciò, e chi ritenne che i testi letterari non siano un

sistema chiuso ma che presentino falli e incoerenze e non possano essere

analizzati scientificamente o strutturalmente. Di un testo esistono o possono

esistere moltissime interpretazioni. Siamo nell'ambito del Decostruzionismo,

teoria filosofica in auge soprattutto in Francia, che in campo letterario si

proponeva di decostruire un'opera per mostrare come le interpretazioni

possibili fossero infinite. Teoria dell'indecibilità dell'interpretazione giusta,

esiste quasi un libero gioco dei significati tra i quali sceglierne uno sarebbe

arbitrario: siamo in prossimità del nichilismo, l'interpretazione esatta non

esiste. Il dibattito contemporaneo insiste molto su questo termine,

interpretazione: ermeneutica. Molto spesso viene messo al centro dei

ragionamenti il lettore, l'utente, il fruitore. Noi ci concentriamo su questa

sociologia della ricezione.

Critica sociologica e sociologia della letteratura spesso vengono usati come

sinonimi: di solito però quando si parla di Critica sociologica si intende il

metodo: studio dei rapporti di una società con un'opera. Per Sociologia della

letteratura si intende invece ciò che organizza questo metodo, la disciplina che

si occupa della produzione, della circolazione e della fruizione delle opere

letterarie.

Produzione: occuparsi delle istituzioni, dell'editoria, della figura sociale

dell'autore.

Circolazione è il modo in cui un testo viene introdotto in una società (librerie

ecc…).

Fruizione è l'interazione col lettore.

La sociologia della letteratura non si concentra sui capolavori, come si fa dai

primi tempi della scuola, ma si occupa di tutti i tipi di testo, anche quelli di

infima qualità.

Questo vuol dire considerare la letteratura un fatto sociale, relazionale: da un

lato si guarda la società nel testo, dall'altro il testo nella società. Spesso le

opere letterarie sono state studiate come documenti sociali, come se

riflettessero lo Zeitgeist, lo spirito del tempo. La letteratura però non può

essere solo uno specchio del tempo in cui viene prodotta; inoltre la cosiddetta

"verità sociale" non necessariamente è un valore in campo artistico.

Un'altra tradizione che agisce sui testi è quella delle convenzioni formali:

quando Manzoni ha scritto i Promessi non ha fatto parlare Renzo in dialetto, ma

in toscano/italiano; sicuramente sconosciuto a un contadino lecchese del 1600.

Modello di Jakobson a 6 posizioni: emittente, messaggio, codice, canale,

ricevente, contesto: fattori che costituiscono ogni messaggio verbale e

processo linguistico, orale e scritto. Schema sviluppato nell'ambito dello

strutturalismo. E' possibile tradurre questo schema in ambito letterario:

scrittore, testo letterario, lingua, libro, pubblico.

E' un modello in movimento: non sempre la freccia ha la direzione verso destra

-->: a volte la committenza o l'attesa del lettore possono influenzare il processo

di produzione.

Fattori che differenziano la produzione letteraria e quella orale: quella orale ha

una simultaneità che non esiste nel caso della comunicazione letteraria. Questo

ha delle ricadute fondamentali: nella produzione scritta c'è asimmetria. Nella

comunicazione simultanea c'è un feedback che nella comunicazione scritta non

esiste: l'autore non può dare niente per scontato.

Tutti i 6 fattori possono essere studiati: studio del lettore, studio della società

ecc…

Autore: nesso fondamentale tra un testo e la società. Altro schema può essere

società--> autore-->testo-->società (il testo poi si socializza a sua volta).

L'autore è prima di tutto membro di una certa società con cui ha rapporti più o

meno importanti. La nozione di autore è a volte problematica (es. chi ha scritto

le favole? Alcune sono inventate, altre trascritte fedelmente, altre raccolte,

altre mediate e interpretate…). La casa editrice inoltre ha oggi spesso una

funzione maieutica, corregge, modifica, ecc… Esistono poi opere anonime o

pseudonime; ci sono i ghost writer, che introducono la distinzione tra autore e

scrittore; e il concetto di autore varia storicamente.

Se guardiamo dal punto di vista diacronico, dove c'è la tradizione orale l'autore

è una figura meno rilevante. Gli scrittori fino all'epoca di Dante, erano

fondamentalmente più che degli uomini degli auctores, delle auctoritates,

depositari di un sapere. E' con il romanticismo che l'autore-uomo assume

rilevanza, che nascono le autobiografie (Confessioni di Rousseau) in cui chi

scrive è anche protagonista e mette a fuoco le proprie esperienze di gioventù.

Fino al 1700 la nozione di plagio era ambigua: non esisteva il copyright, che

nacque in Europa a fine '700. Il riconoscimento della proprietà letteraria si lega

a una nozione di autore-individuo. In epoca antica esistevano i mecenati: oggi

il mecenate è il pubblico. Zola disse che è "il denaro a rendere libero uno

scrittore": quando la scrittura diventa un'attività remunerativa viene liberata

dai condizionamenti di chi l'ha finanziata. Il denaro crea la letteratura moderna.

Lo scrittore oggi si finanzia in genere grazie ai diritti d'autore, in epoca

premoderna l'autore si finanziava indirettamente grazie al mecenatismo o

direttamente inserendosi in istituzioni religiose, insegnando ecc… (i nobili

affrontando l'idea che ricevere uno stipendio fosse disonorevole). Siamo invece

ora in un clima di competitività borghese. Fino a fine dell'800 è raro che uno

scrittore vivesse di sola scrittura, soprattutto in Italia era molto difficile il

rispetto della proprietà i

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Publisher
A.A. 2012-2013
27 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher m.castel di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura e Cultura nell'Italia Contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Turchetta Giovanni.