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TRAMA

Siamo a Milano tra l'ottobre '59 – '60. i protagonisti sono Giovanni Marini ed

Emma. Lui proviene dalla Toscana, ha poco più di 20 anni, è approdato a Milano

negli ultimi mesi del '46 non appena finite le scuole (si presume abbia un

diploma) [protagonista, diplomato, impiegato, giovane. Vive però in una casa

non sua in una stanza in affitto con altre 4 persone (indice di miseria)]. Dopo

vari lavori tra cui anche in un giornale di sinistra, nel '49 lo vediamo nella

direzione tecnica di una piccola ditta tipografica, Alessandri dal cognome del

fondatore e proprietario. Emma è poco più giovani di lui, viene dall'Umbria,

viene assunta come operaia in una grande industria si suppone siderurgica la

Zanini. Arriva a Milano nel marzo '49 mandata dalla famiglia per miseria (a

differenza di Giovanni che ci va per scelta), che è imparentata con la vedova di

Paolo. Paolo è un capo operaio della Alessandri, che accoglie Emma in casa sua

dove vive il suo collega Giovanni e la figlia di Paolo, Caterina fidanzata con Aldo

(operaio specializzato alla Zanini). È qui che Giovanni ed Emma si conoscono.

Danno vita a una relazione. Allo stesso tempo Giovanni è attratto anche da

un'altra donna, Teresa, ricca borghese molto ben inserita nella società

milanese, probabilmente toscana come lui, tipica borghese inquieta perché

coltiva questo rapporto con Giovanni fuori dal matrimonio. Queste vicende si

svolgono sullo sfondo principale del libro, ovvero il lavoro nelle due fabbriche in

cui ci sono dei problemi specifici per ciascuna. Ci sono altri personaggi

colleghi all'Alessandri

• marito di Teresa e altri industriali

• colleghe della Zanini

I protagonisti non arrivano alla fine del romanzo come erano all'inizio.

Titolo → doveva intitolarsi “Schiene di vetro” ma non piaceva all'editore. Era

una sorta di insulto per definire chi non voleva piegarsi al lavoro, schiena dritta

e fragile I tempi stretti sono quelli dell'industria che negli anni '50 vivevano un

momento particolare. Una modernizzazione fuori dall'Italia portava all'aumento

della velocità delle macchine. L'operaio doveva quindi realizzare lo stesso

numero di pezzi in tempi sempre più stretti. Si veniva cronometrati e se non si

rispettava i tempi era molto facile venire licenziati.

NARRATORE

Extradiegetico → fuori dalla narrazione

Onnisciente → sa tutto sulla vicenda, entra nella testa di tutti, consce la loro

storia.

Non intrusivo → non c'è mai la voce del narratore che ci spiega cosa dobbiamo

pensare

Ci fa vedere la storia dal punto di vista di Emma e Giovanni (focalizzazione) →

frequenti focalizzazioni su Giovanni e in seconda battuta su Emma (discorso

indiretto legato, introdotto ad es. dalla parola “pensiero”).

Entra anche nella testa di Alessandri.

Uno degli obiettivi del libro è restituire la difficoltà, la monotonia e la tristezza

della vita operaia. Il narratore per non prende una posizione precisa. La

tragicità della vita operaia non proviene da una presa di posizione del narratore

ma da ciò che viene rappresentato anche perché le focalizzazioni sono su dei

personaggi che subiscono la fabbrica, la focalizzazione stimola empatia nei loro

confronti. Al di fuori della cornice narrativa, l'unico momento nel quale l'autore

prende posizione è l'epigrafe (tristezza operaio che non guarisce se non con la

partecipazione politica).

QUANDO

Ottobre '49 – Ottobre '50

Il libro si apre col festeggiamento del 25° anniversario dell'Alessandri. Viene

citato spesso il mese in cui si svolge la vicenda. C'è un flash back/analessi in

cui viene informato il lettore della storia di Giovanni e poi dell'arrivo di Emma

(pp. 50-59). Vengono raccontati i loro rapporti durante l'estate. Nel capitolo III

poi si ritorna al tempo zero della narrazione, fine ottobre. Per scoprire l'anno

bisogna arrivare a p.188, “per celebrare l'inizio dell'anno nuovo, il 1950”. Il

libro finisce l'ottobre dello stesso anno, una domenica nella quale Emma

lasciata sola da Franco incontra Giovanni.

DOVE

Il testo è ambientato a Milano. Si svolge maggiormente in periferia, il centro è

citato quando Giovanni incontra Teresa. In periferia c'è l'Alessandri (Sesto), la

Zanini (opposta all'Alessandri), casa di Paolo (vicino alla Zanini), casa di Anna

Fusi (Navigli).

Perché le industrie sono a Sesto?

i terreni costavano poco ed erano meno umidi e paludosi

• era molto semplice il collegamento non solo con Milano, ma anche Como,

• Varese, Bergamo, Brescia e anche oltralpe. La merce o i lavoratori non

passavano per la 'città'

vicino a Cassano D'Adda, elettricità

Dall'ambiente e dalla parabola dei personaggi si può estrapolare una

descrizione “implicita” della Milano negli anni '50.

(forme e volumi)

Dalle descrizioni dei paesaggi di Milano e dintorni emergono dei punti

fondamentali incombono

gli edifici

• ammassate

le case

• distrutta

la campagna

• soffoca

l'aria la città

• infinite

strade

L'effetto di soffocamento dato dalla città è dato dall'uso di superlativi (es. case

altissime; anche in senso lato, la campagna non viene sostituita dalla città ma

la distrugge). La Milano di Ottieri sembra rappresentata tramite una descrizione

iperbolica ed enfatizzante.

Enfasi violenta, aggressiva nelle descrizioni. Milano aggredisce chi finisce nella

sua rete, chi vi abita è circondato da un contesto enfaticamente aggressivo.

(colori)

Grigio uniforme, aria nera e gialla, oscurità, nebbia, fumo, coltre, agglomerato

di ferro, lucido acciaio, plumbea, senza sole. La Milano di Ottieri oltre ad essere

soffocata e soffocante è quasi sempre plumbea, grigia e scura anche d'estate.

(descrizione della fabbrica)

Monotonia, rumore, macchine a perdita d'occhio (come le case su Viale Monza),

noia degli operai, tempi sempre più stretti, persone legate alle macchine come

con una corda, nera e intricata, gesti a scatti degli operai.

Lo spazio è vasto e pieno di macchine, di gente in fila una affianco all'altra

come le macchine, il panorama al di sopra delle macchine era occupato da fili

penzolanti (lampadine e fili elettrici), ambiente con luce fioca, alcune zone buie

e scure. Queste caratteristiche generano spavento.

Altra costante è il rumore, causato dal vibrare e dal sussultare delle macchine.

C'è una chiusura autoreferenziale di ciascuno su di sé. Ottieri restituisce

l'incapacità da parte degli operai che lavorano alle macchine di seguire un

pensiero, l'unico è il dubbio se rimarrà in quel posto per sempre. L'unica

eccezione per le donne che riescono a pensare all'amore. Ottieri ritrae le

fabbriche (Alessandri, Zanini, Smai) nel gesto del licenziamento, come gesto

tipico della fabbrica.

C'è un buon accordo tra la rappresentazione della città e della fabbrica. Di

entrambe spaventa e sorprende la vastità e la forza che generano una

sensazione di aggressività e violenza, assedio. Il semi buio/semi luce

caratterizza entrambi i luoghi. La monotonia, la tristezza, la ripetitività esistono

sia dentro che fuori la fabbrica. Ottieri ha ritratto un’osmosi tra ciò che avviene

fuori o dentro la fabbrica. Non si capisce se la fabbrica è così perché è a Milano

o se Milano è così perché invasa dalle fabbriche.

VICENDA DEI PERSONAGGI

1° distinzione → maschi – femmine

Nella società milanese del 1950 c'è una netta differenza di ruoli tra uomini e

donne.

Donne: Emma, Caterina, Anna Fusi, la Dell'Orto, Teresa

Tutte sembrano perseguire un unico scopo, avere un'unica priorità ovvero

amare ed essere amate.

Sono gli uomini a comandare, sono proprietari delle aziende, giovani manager,

operai che si interessano di politica che hanno in mano le sorti della classe

operaia. Le donne sono prese molto poco sul serio in fatto di politica. Non è

Ottieri ad essere misogino ma è la società di allora che redistribuisce i ruoli in

questo modo.

2° distinzione → borghesia imprenditoriale – classe lavoratrice (operai –

impiegati)

I personaggi minori non vengono presentati come veri personaggi ben costruiti,

sembra che Ottieri gli abbia usati come manichini, abbia creato degli emblemi,

incarnazioni vuote di un sistema sociale senza sviluppare la realtà individuale.

Ci sono tanti tipi sociali più che personaggi ben riusciti (operaio riformista

[Paolo], giovane rivoluzionario [Aldo], imprenditore e papà [Alessandri],

direzione tecnica tecnologica della Zanini molto anonima, giovani manager che

vogliono scalare la carriera, borghese inquieta [Teresa], donne del popolo che

pensano solo all'amore o al sesso)

Borghesi: Alessandri, Prasca, Teresa e il marito e i loro amici.

Sono accomunati dal loro essere volubili e imperiosi/dispotici, abituati a

comandare e a far valere la propria volontà.

Classe lavoratrice

impiegati:

Carli (collega di Giovanni) prototipo dell'impiegato anni'50 → individualista,

indifferente alla condizione degli altri lavoratori, disinteressato a ogni tipo di

rivendicazione nei confronti del padrone, suo obiettivo principale è difendere la

propria diversità dagli operai.

Nonostante sia fedelissimo all'Alessandri rimane fregato, dopo un loro litigio è

costretto ad andarsene dall'azienda, è una fine ambigua. Incarna l'ambigua

condizione dell'impiegato ovvero lavoratore sfruttato come gli operai che può

essere licenziato in qualsiasi momento ma che allo stesso tempo vuole

distinguersi dagli operai.

operai

Ottieri fotografa il momento preciso in cui la questione operai si distingue da

quella contadina perché non più rappresentata dalla fatica fisica ma da una

prevalenza di fatica nervosa. Gli operai non sono alienati dalla fatica pura ma

dal fatto di svolgere azioni sempre identiche per ore e ore, muoversi a scatti. Il

cronometrista impone all'operaio di seguire il ritmo sempre più veloce della

macchina, che non è al servizio dell'operaio ma viceversa. Anche se la

produzione cresce, non crescono i salari. Compiono dei gesti il cui processo

produttivo complessivo è oscuro (focalizzazione su Emma, non capisce cosa sta

producendo). Non agiscono sulla base di necessità proprie. Per questo la loro

individu

Dettagli
A.A. 2018-2019
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliapuricelli12 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura e cultura nell'Italia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Daino Luca.