Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Capitolo XVII
di fretta, perché sa che a Milano è ricercato. Prendendo alcune strade secondarie, inizia a riflettere. Si fa buio, e inizia a sentire freddo. Inoltrandosi in una boscaglia è preso dalla paura. A dargli sollievo è infine il rumore dell'Adda. Finalmente Renzo è arrivato alla riva del fiume. Decide di fermarsi in un capanno e ringrazia la Provvidenza, recita le proprie preghiere e viene colto dal pensiero di personaggi incontrati nelle ultime ore. A dargli sollievo sono solo le immagini di Lucia, Padre Cristoforo e Agnese.
Si risveglia al suono delle campane e ripercorre la strada del giorno prima per arrivare al fiume. Qui vede un pescatore e questi accetta di portarlo all'altra sponda del fiume per una piccola ricompensa. Dopo aver chiesto la strada verso il paese del cugino Bortolo ad alcuni passanti, inizia a vedere i segni della carestia. Colto dalla fame entra in un'osteria, dove spende la maggior parte dei soldi.
Sulla porta ci sono tremendicanti, un'anziana, una donna che regge un bambino e un uomo: impietosito fa loro la carità e dona i suoi ultimi risparmi. Pur ormai al verde il ragazzo confida per il suo futuro nella Provvidenza. Arriva nel paese del cugino e riconosce il filatoio in cui lavora Bortolo. Il cugino lo accoglie con affetto, pur riconoscendo che si tratta di un periodo critico per la produzione della seta. Renzo racconta la sua storia, e Bortolo non può che rincuorarlo. Bortolo ricorda con piacere sia Agnese che Lucia e confida a Renzo che le cose nel Bergamasco, in termini di carestia, vanno meglio che a Milano. Inoltre, lo informa che i bergamaschi sono soliti chiamare i milanesi "baggiani", sciocchi: un'abitudine che Renzo non gradisce ma alla quale dovrà abituarsi. Infine, Bortolo lo fa incontrare al padrone, e questi lo sistema dignitosamente.LA SOCIETÀ E LA CULTURA
IL DARWINISMO
Nel 1859, Darwin pubblicò L'origine
Della specie, un libro annientava il racconto biblico della creazione: la specie umana si era evoluta e questa evoluzione non dipendeva da segni divini. Parla di lotta per l'esistenza; solo così si capiva la scomparsa e la comparsa di specie diverse. Nella lotta sopravvivono gli individui adatti. Riconosce anche l'influenza dell'ambiente, ma ridimensiona la portata attribuita nella teoria di Lamarck: per Darwin contava la capacità di adattamento dell'animale all'ambiente, attraverso variazioni spontanee favorevoli (l'adattamento non avviene in maniera diretta). Il darwinismo portò a condanne e fraintendimenti.
LA QUESTIONE SOCIALE: DONNA, INFANZIA, POVERTÀ
I diritti della donna
Nel 1792 uscì Rivendicazione dei diritti della donna di Wollstonecraft, madre di Mary Shelley. Un altro libro è La servitù delle donne (1869) di John Stuart Mill. Ci volle molto tempo prima che le rivendicazioni venissero tradotte in riforme.
Le suffragette erano le attiviste impegnate nella lotta per il diritto di voto.
Infanzia e analfabetismo
Nel mondo dell'infanzia, l'analfabetismo era alto, nonostante le numerose riforme. Le leggi che avevano reso obbligatoria e gratuita la scuola elementare non aiutavano contro la povertà che spingeva i bambini a lavorare in fabbrica. Lo sviluppo dell'industria e la crisi agricola gravarono sulle città. Il sovraffollamento e la disoccupazione portavano malavita, malattie ed emarginazione.
LA LINGUA DELL'ITALIA UNITA
ANALFABETISMO E SCOLARIZZAZIONE
Diffusione disomogenea dell'analfabetismo
Nel 1961, la percentuale degli analfabeti in Italia era del 75%. Ma la situazione era diversa nelle varie zone: dal Piemonte con il 46% alla Sicilia con l'85%. Nelle campagne era più diffuso. La situazione era diversa per gli uomini e le donne, per le quali era ritenuta un lusso superfluo: in Piemonte 50% e in Calabria 5%.
Italiano scritto, dialetto
Il nuovo Stato unitario si impiegò moltissimo per aumentare la scolarizzazione: nel 1911 gli analfabeti erano 40%. Ma c’erano difficolta maestri poco pagati e poco preparati, due anni non erano abbastanza. In queste condizioni, era difficile imparare l’italiano, una lingua scritta. Nel parlato si usava il dialetto.
Da dialettofoni a italofoni
Per essere italofoni (parlare italiano) occorreva essere scolarizzati, cioè fare molti anni di scuola. Nel 1861 solo il 10% erano italofoni: la competenza passiva (capire una lingua) era più diffusa, ma la competenza attiva era riservata ai benestanti. Oggi quasi tutti sono italofoni: in poche generazioni siamo passati dal 90% al 9%.
LA POLEMICA TRA MANZONI E ASCOLI
La mancanza di una lingua comune era un problema per i commerci, l’industria, l’esercito…
La proposta di Manzoni
Il ministro della Pubblica istruzione affidò a Manzoni l’incarico di proporre i modi per diffondere la lingua italiana.
Manzoni presentò una relazione: Dell'Unità della lingua italiana e dei mezzi per diffonderla (1868). Prendeva le stesse idee che avevano guidato l'ultima revisione linguistica dei Promessi sposi: occorreva diffondere un solo modello linguistico parlato, individuato nell'uso fiorentino. La relazione suggeriva diversi provvedimenti: la redazione di un dizionario di Firenze, la preferenza di maestri toscani. Solo il primo venne realizzato: in Novo vocabolario della lingua italiana di Giorgini fu pubblicato tra il 1870 e il 1897. L'idea di diffondere il fiorentino era semplice, ma sottovalutava alcune circostanze: Firenze non sarebbe rimasta la capitale e che non avrebbe potuto rappresentare il centro della nazione. La proposta di Ascoli Propose un'idea più complessa: la lingua nazionale sarebbe nata grazie all'aumento dell'istruzione, alla libera circolazione delle idee, e non per effetto di un'imposizione. Era necessario agire.sui fattori storico-culturali ed economici che determinano l'uso linguistico: una società che crea una lingua da sé. Alla fine, la lingua comune si è diffusa con il consolidarsi della nazione.LA LINGUA DELL'USO
Il ruolo dei libri per ragazzi
I libri scritti per l'istruzione dei bambini e dei ragazzi si rivelarono efficienti strumenti di diffusione del toscano teorizzato da Manzoni. I due libri di successo, Pinocchio e Cuore, diffusero una lingua parlata familiare, fatta di frasi semplici e di molte espressioni toscane.
La diffusione dei giornali
I giornali, che iniziano a essere venduti nelle edicole, raggiunsero un pubblico vasto, anche perché la progressiva estensione del diritto di voto aveva fatto nascere un'opinione pubblicata interessata alle vicende politiche e di cronaca, e contribuirono all'unificazione linguistica.
LA LINGUA DELLA PROSA LETTERARIA
Il modello linguistico manzoniano non è stato recepito
Sul piano linguistico,
L'omogeneità colloquiale, basata sul fiorentino, era difficile da ottenere e gli scrittori erano ancora orientati verso la lingua della tradizione. Fino al XIX secolo la lingua narrativa era più vicina all'edizione dei Promessi sposi del 1827. Nei romanzi (es: Cento anni e Confessioni d'un italiano) domina la varietà degli stili e la colloquialità è ottenuta mescolando elementi regionali a toscanismi.
L'espressionismo linguistico degli scapigliati
Gli scapigliati ricercavano una lingua diversa da quella colloquiale e da quella tradizionale: creano una lingua più moderna e autonoma. Danno vita a una prima forma di espressionismo linguistico: accostamenti di parole inventate, arcaismi, termini dialettali e parole della scienza.
Lingua dei romanzi e dialetti
I veristi si posero il problema del rapporto tra lingua del romanzo e dialetti: una letteratura che rappresentava le condizioni sociali non poteva ignorare la realtà dialettale.
La soluzione di Capuana è una non soluzione: scrive di aver improvvisato una prosa mezza francese, mezza regionale e mezza confusionale. Invece, con Verga la lingua del narratore si uniforma a quella dei personaggi ed è caratterizzata dai fenomeni dell'oralità tipici di ogni parlata italiana.MEMORIALISTICA GLI SCRITTI AUTOBIOGRAFICI
Alcuni dei libri più importanti dell'800 italiano sono gli scritti autobiografici, come "I miei ricordi" di Massimo d'Azeglio. Le autobiografie romantiche erano legate al modello della confessione. Chi scriveva di sé voleva dare della propria vita una descrizione con una traiettoria ascendente: da una gioventù sbagliata, il protagonista-narratore raggiungeva la maturità e la saggezza. Il genere si diffuse alla fine del '700 ed ebbe grande successo tra gli scrittori romantici: questo era il genere più adatto per lo scavo psicologico e per il racconto delle proprie vicende.
sentimentali.
AUTOBIOGRAFIA POLITICA
In Italia le autobiografie subiscono una torsione in senso politico, tanto che è più opportuno parlare di memorialistica: mentre la prima considera la vita dell'individuo nel suo complesso, nella seconda la memoria è più legata alla contingenza, cioè al ruolo che il protagonista-narratore ha avuto all'interno di un determinato ambiente o momento storico.
PARLARE DI SÉ
Il memorialista vuole parlare di sé in una prospettiva che da molto rilievo alla dimensione pubblica e sociale del suo agire. Pellico, d'Azeglio e Abba si rendono conto che le loro vite sono state plasmate da eventi collettivi dei quali sono stati parte attiva.
LE MEMORIA PER FARE GLI ITALIANI
I memorialisti italiani parlano delle proprie esperienze perché servano da guida e ispirazione ai posteri, o, come nel caso di d'Azeglio, per educare i giovani. Le memorie dei patrioti vengono usate per rafforzare negli
studenti il senso di appartenenza a uno Stato ancora giovane, insomma per "fare gli italiani".
MASSIMO D'AZEGLIO LA VITA E LE OPERE
La pittura, la letteratura
Massimo Taparelli, marchese d'Azeglio, nasce a Torino nel 1798 in una famiglia aristocratica, conservatrice e cattolica. Abbandona presto l'esercito e si trasferisce a Roma, dove si dedica alla pittura, dipingendo tele di soggetto storico. Nel 1831 sposa Giulia Manzoni che muore dopo aver dato alla luce Alessandra. L'anno successivo si risposa con Luisa Blondel, ma i troppi tradimenti porteranno alla separazione. Comincia a interessarsi alla letteratura: scrive il romanzo storico Ettore Fieramosca.
L'impegno in politica
Si dedica attivamente alla politica: sostenitore dell'Unità, ma favorevole alla posizione neoguelfa (unificazione nazionale sotto il Regno di Sardegna e della Chiesa), nel 1844 gli viene offerta la guida dei liberali italiani. L'anno successivo inizia un viaggio per
Cari circoli democratici mazziniani,
Vorrei rivolgervi un appello affinché consideriate seriamente l'importanza di evitare congiure e sommosse come strumenti per raggiungere i vostri obiettivi politici.
Capisco che la vostra passione per la democrazia e la giustizia vi spinga a cercare soluzioni immediate e drastiche per combattere le ingiustizie e le oppressioni che vedete intorno a voi. Tuttavia, è importante ricordare che la violenza e l'instabilità politica non sono mai la strada migliore per raggiungere il cambiamento duraturo.
Le congiure e le sommosse possono sembrare mezzi efficaci per rovesciare regimi autoritari o corrotti, ma spesso portano solo a un ciclo infinito di violenza e repressione. Inoltre, queste azioni illegali minano la credibilità del vostro movimento e alienano potenziali alleati che potrebbero condividere i vostri ideali.
Vi incoraggio invece a concentrarvi sulle vie pacifiche e democratiche per portare avanti la vostra causa. La partecipazione attiva alla politica, la promozione di idee progressiste e l'organizzazione di iniziative di sensibilizzazione possono avere un impatto significativo sulla società senza ricorrere alla violenza.
Ricordate che la democrazia è un processo lungo e complesso, che richiede pazienza e perseveranza. Lavorate per costruire coalizioni, coinvolgere i cittadini e promuovere il dialogo aperto e costruttivo. Solo attraverso un impegno costante e pacifico potrete ottenere un cambiamento reale e duraturo.
Vi invito quindi a riflettere sulle conseguenze delle vostre azioni e a considerare alternative non violente per perseguire i vostri ideali. Solo così potrete veramente contribuire a costruire una società più giusta e democratica.
Vi ringrazio per l'attenzione e per la vostra riflessione su questo importante tema.