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L'opera antieretica più importante del II secolo: Adversus Haereses di Ireneo

L'opera di Ireneo, Adversus Haereses, è considerata la più importante opera antieretica del II secolo che ci sia giunta. La sua polemica è dichiarata nei confronti di Valentino, ma in realtà polemizza anche contro il marcionismo e soprattutto il gnosticismo, per la separazione tra il Dio dell'Antico Testamento e il Dio del Nuovo Testamento. Ireneo ci offre quindi una sintesi della riflessione teologica cattolica alla fine del II secolo.

L'argomento principale trattato è la rivelazione progressiva: il Logos ha recuperato l'uomo decaduto a causa del peccato e lo ha preparato per il mistero dell'incarnazione, rendendo tutti gli uomini figli di Dio. Gradualmente, l'uomo viene chiamato ad accogliere il grande "Per"uomo", inteso come carne e anima.

Tuttavia, la dottrina presentata da Giustino ed altri apologisti che subordina il Logos al Padre poteva essere fraintesa come diteismo. La reazione a questa possibile interpretazione fu una tendenza a riaffermare il monoteismo.

Comincia così una polemica in tutta l'Asia, nel tentativo di ristabilire la corretta comprensione della dottrina.

intransigente di stampo giudaico. Il quale propose un'articolazione trinitaria personalizzante all'interno tardo II secolo. Reagì Ippolito, dell'unico Dio. Ippolito però, è soprattutto noto per aver dato inizio alla letteratura d'esegesi d'osservanza fraziona il testo in lemmi brevi e continui corredati da un'essenziale cattolica. Nei suoi commentari interpretazione perlopiù allegorizzante. L'intensa attività dei cristiani s'incentrava nella liturgia, soprattutto eucaristica, descritta così da Giustino: la consacrazione del pane e del vino avveniva tra canti, preghiere, letture bibliche e relativa spiegazione. I canti erano in parte presi dai Salmi, in parte improvvisati. Di antica poesia cristiana è giunto pochissimo a noi, tra cui le Odi di Salomone, giunteci in siriano, in cui i temi centrali della religione sono resi in modo molto l'altro allusivo. Ci sono giunte anche due omelie, una diMelitone di Sardi, anonima. Si parla della Pasquacristiana, che continua ad essere celebrata al modo dei giudei, leggendo il c. 12 dell'Esodo, che descrivel'istituzione della pasqua ebraica alla vigilia della fuga del popolo dall'Egitto: Giovanni interpretò l'agnelloin quell'occasione come prefigurazione di Cristo e della sua redenzione. È proprio su questo cheuccisoMelitone insiste nel suo testo.3: Alessandria cristianaL'ambiente. Clemente1.L'Asia romana è stato il centro cristiano culturalmente più vivace. Già dalla fondazione della città, erapresente una grande comunità giudaica, ellenizzata nella lingua e nella cultura: ciò contribuì molto allatra giudaismo ed ellenismo, iniziativa per la quale fu fondamentale l'applicazione del metodocompatibilitàallegorico. In questo modo si cercava di rendere compatibili con la cultura dominante anche le opere di chinon volevarompere con la propria tradizione. Alla metà del II secolo la comunità di Alessandria è culturalmente dominata dagli gnostici, come Basilide, Valentino, Tolomeo ed Eracleone. La reazione da parte cattolica negli ultimi decenni del secolo, soprattutto con Clemente ed Origene. La loro attività fu principalmente quella di Clemente, più in contatto con l'episcopato locale quello di Origene. Soprattutto scolastica, il loro fine comune era il recupero dell'Ortodossia, e questo con fare polemico. L'attività di Clemente fu anche extrascolastica, soprattutto rivolta ad un pubblico elitario, come notiamo nel Pedagogo, codice di norme morali per cristiani di alta condizione sociale. Clemente fu il primo ad affrontare la questione della compatibilità tra ricchezza e messaggio evangelico, con Quis dives salvetur. Clemente, in quanto maestro, preferiva la comunicazione orale. Negli "Stromati" sviluppa la polemica antignostica facendo

Largo uso di elementi allegorizzanti, in modo che il messaggio potesse essere compreso solo da chi ne fosse degno.

Origene tant'è che avvertì per primo l'esigenza di preparare uno strumento Origene maturò una sensibilità filologica, critico di base per la discussione delle scritture, gli Hexapla. Alla struttura filologica, affiancò la distinzione doppia della realtà, ovvero mondo intelligibile e mondo sensibile: il cristiano semplice resta nell'ambito di quest'ultimo, mentre chi aspira alla perfezione spirituale cerca il mondo intelligibile. Origene cerca, nel suo studio della Scrittura, di rilevare il senso antignostico e la continuità ascendente dell'Antico Testamento al Nuovo Testamento. Queste caratteristiche si rilevano anche nelle sue omelie. Nell'attività di Origene nell'attività scolastica: il notevole riscontro pagano che ebbe la sua attività fu dovuto trovò il

clima idoneo soprattutto per il suo metodo di ricerca filosofica. Il modello del suo insegnamento era tipicamente greco, ispirato alla cultura greca. Il titolo de "I princìpi" è così facendo egli volle dare alla cultura così come cristiana un importante salto di qualità. 3. Dopo Origene Conosciamo poco dello sviluppo culturale in Oriente nella seconda metà del III secolo: sicuramente più importante fu rappresentato dall'imporre del progetto culturale di Origene in Egitto e fuori, l'episodio dato il suo carattere elitario e di alto livello culturale, e l'apertura alla filosofia greca, soprattutto platonica. Scrisse un'Apologia nei confronti di Origene, il quale veniva accusato di essere eccessivamente. Quest'apologia, inoltre, rileva la posizione ambigua di coloro i quali si erano aperti alla filosofia greca. Metodio d'Olimpo, formati con Origene ma lo avversavano. È il caso di il quale.

Invece presenta una larga apertura verso la filosofia greca, ma accusa Origene per l'eccessivo allegorismo e spiritualismo per quanto riguarda la dottrina della resurrezione dei morti.

Gli inizi delle lettere cristiane in Occidente

1. A Roma

Il cristianesimo si diffuse in ritardo in Occidente, ad eccezione di Roma, e la sua matrice orientale fece sì che inizialmente anche in Occidente ci si esprimeva, a livello letterario e liturgico, in greco. A Roma, furono scritti in greco due importanti testi agiografici: in forma epistolare, una descrizione particolareggiata delle violenze subite dai cristiani di Lione e Vienne, in Gallia. Molto scarni, invece, gli Acta del martirio di Giustino. Ancora in greco si esprime, nel III secolo, lo Pseudo-Ippolito una vasta opera di informazioni su sette gnostiche, in cui l'autore afferma che tutte le eresie provengono dall'influenza delle filosofie greche. Egli venne accusato a Roma di diteismo.

Soprattutto dal vescovo Callisto. I due dissentivano anche sulla questione del perdono per peccati gravi: più concessivo Callisto, più severo Pseudo-Ippolito, il quale voleva una chiesa più elitaria. Fu la transigenza di Callisto a prevalere nell'attività culturale. L'unico rappresentante importante della chiesa romana, con conseguente influsso negativo della Roma del III secolo su Novaziano, il quale condivideva il rigorismo disciplinare dello Pseudo-Ippolito. La sua grande innovazione fu l'uso del latino in ambito letterario al posto del greco.

In Africa la latinizzazione della chiesa fu molto rapida rispetto a Roma, tanto è che il latino fu lingua ufficiale della chiesa già verso la fine del II secolo. Si ipotizza la traduzione in latino dal greco della Scrittura come prima forma di letteratura cristiana in Africa. L'ambiente letterario è molto popolare, come possiamo notare negli Acta.

Dei martiri scillitani, o nella Passio Perpetuae et Felicitas. In Africa il cristianesimo si diffuse molto rapidamente, con esiti letterari significativi: Minucio, Tertulliano, Cipriano e Arnobio. L'impegno apologetico e l'accuratezza formale. Gli argomenti furono caratteristiche unificanti sono all'incirca quelli degli apologisti greci: Tertulliano ne sviluppa il risvolto giuridico, Arnobio la critica della religione pagana, Minucio e Cipriano l'esaltazione della novità vivificante dell'esperienza cristiana. Il modo di esprimersi varia da autore in autore.

Tertulliano e Cipriano familiarmente "magister". Cipriano conosceva bene gli scritti di Tertulliano, tanto da chiamarlo Tertulliano era l'uomo del paradosso, dell'originalità esasperata, dell'estremismo radicale, difensore dell'integrale ascetica purezza della chiesa, che finisce per cercare nei montanisti. Difese contro gnostici e marcioniti.

lacontinuità tra Antico Testamento e Nuovo Testamento, la dignità del corpo, la dottrina della resurrezione dei morti e la realtà della reincarnazione di Cristo. Ambientò la monografia di argomento morale nelle lettere per l'equilibrio attento e misurato cristiane. Cipriano, invece, si caratterizzò preferì aderire immediatamente. Le sue lettere sono le prime di cui abbiamo notizia nell'Occidente cristiano. Il suo martirio verrà descritto nella biografia scritta dal suo diacono Ponzio, inaugurando così il genere biografico nella letteratura cristiana. Il primo poeta cristiano di lingua latina fu Commodiano, di cui restano un poema didascalico in due libri, l'Instructiones, e un Carmen Apologeticum in esametri, che riassume il senso della storia contro giudei e pagani. Dall'epoca Costantiniana alla crisi del mondo antico 2.1: Le lettere cristiane e la svolta costantiniana 1. Il nuovo corso e la.

Storiografia ecclesiastica regioni dell'impero. Durante il III secolo la religione cristiana si era diffusa in tutte le regioni dell'impero. La politica permissiva fece sì che i cristiani non volessero più condurre una vita appartata: ciò rese evidente agli occhi dei tradizionalisti il pericolo che rappresentava il cristianesimo per i principi sociali, morali e religiosi che tenevano fermo l'impero da secoli. L'ultimo tentativo di sconfitta della chiesa fu preceduto da una serie di opere di intellettuali anticristiani, come "Contro i cristiani" di Porfirio. Dal 313 in poi, con Costantino, la religione non viene semplicemente tollerata, ma addirittura favorita. Nascono dunque nuove esigenze, anche e soprattutto dal punto di vista culturale. La novità più importante è la nascita della storiografia cristiana: si avverte ora il bisogno di riflettere sul passato, ripercorrendo le fasi della lunga lotta conclusasi in modo vittorioso. In questo senso

rmazione filosofica lo portò a cercare una via di salvezza che potesse garantire una vita virtuosa. Dopo la conversione, Lattanzio si dedicò alla scrittura di opere teologiche e apologetiche, cercando di difendere e diffondere la fede cristiana. Eusebio, invece, fu un vescovo e storico della Chiesa. La sua opera più famosa è la "Storia Ecclesiastica", in cui traccia la storia del cristianesimo dalle origini fino al suo tempo. Eusebio fu un grande studioso e si impegnò nella difesa della fede cristiana contro le eresie e le persecuzioni. Entrambi Lattanzio ed Eusebio hanno contribuito in modo significativo alla diffusione e alla difesa del cristianesimo nel loro tempo. La loro opera continua ad essere studiata e apprezzata ancora oggi.
Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
18 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/06 Storia delle religioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ninja13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura cristiana antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof gloria anna maria.