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21. SCRITTORI GRECI DELLA CONTROVERSIA ARIANA
Il Cristianesimo dell’età di Costantino è caratterizzato da due aspetti: l’interesse per il passato glorioso, cioè
per l’epoca dei martiri, e l’esaltazione del tempo presente,cioè della pace resa possibile dal “tredicesimo
Apostolo”, l’Imperatore stesso. In quest’epoca sorse una controversia, quella suscitata da Ario e dai suoi
seguaci, che finì col mettere in pericolo la stabilità della Chiesa e l’esistenza stessa del Cristianesimo.
La condanna ufficiale di Ario, voluta dall’Imperatore (era la prima volta che un imperatore interveniva in
problemi di fede), sembrò ai contemporanei un efficace argine.
-ARIO: presbitero di Alessandria, aveva cominciato a predicare le sue dottrine attorno al 310-320.
Il vescovo di Alessandria, Alessandro, convocò Ario a un dibattito pubblico,confutandone le dottrine, ma
non per questo il presbitero smise di predicare, anzi intensificò il suo apostolato. Alessandro quindi
convocò un concilio di vescovi, egiziani ed africani, scomunicò Ario e i suoi sostenitori (322-323 d.C.).
Le notizie su Ario sono poche e malsicure poiché ‘damnatio memoriae’. Sarebbe nato attorno al
260,avrebbe aderito alle dottrine dei meliziani, i quali dal 305 guidati dal vescovo Melizio di Licopoli,
avevano rifiutato ogni comunione con coloro che avevano rinnegato la fede durante la persecuzione di
Diocleziano, ma poi, terminata la persecuzione, cercavano di farsi riammettere in seno alla Chiesa, avendo
abbandonato la loro intransigenza. Ario, che a quell’epoca era diacono, fu riammesso in seguito nella
Chiesa e consacrato sacerdote da Achilla,successore di Pietro, morto durante la persecuzione di
Diocleziano. Dal 312 Alessandro fu a capo della Chiesa di Alessandria e proprio in quel tempo Ario cominciò
a predicare. Il nuovo vescovo stimava Ario ed aveva visto in lui la persona adatta a rinvigorire la cultura
cristiana ad Alessandria, gravemente compromessa dopo la persecuzione di Diocleziano. La morte avvenuta
nel 336, fu presentata dai suoi nemici come una punizione divina. Ario era accusato di sottolineare
l’assoluta trascendenza ed unicità di Dio, considerato nella persona del Padre. Dio non comunica a nessuno
e a nulla la sua natura e tutto ciò che esiste ha origine dal nulla. Il Figlio non essendo vero Dio era
considerato creatura,anche se la più perfetta tra esse. Cristo porta nel mondo la salvezza non perché
rinnova la natura umana assumendola in sé,ma solo come modello di bontà e di santità. Non ci è rimasta
alcuna opera intera di Ario ma una certa fama assunse la composizione “Thalia” (Il Banchetto) che era un
opera in versi di carattere popolare e ciò attirava le critiche degli oppositori,i quali dicevano che le dottrine
eretiche di Ario si potevano diffondere solo tra gli illetterati.
La controversia ariana fra Chiesa e Impero una volta condannato Ario non si dette per vinto ma contattò
altri vescovi fuori Alessandria in cerca di approvazione. Un’altra novità nella controversia ariana è
rappresentata dall’intervento dello Stato in un problema di fede. Quando parliamo di imperatori come
Costantino e Teodosio non dobbiamo immaginare che essi si dedicassero allo studio delle Scritture e che
decidessero da soli in materia di fede: accanto ad essi stavano dei vescovi che li consigliavano. Si instaura
nel corso del IV secolo il ‘sistema politico-religioso’ del “Cesaropapismo”, tipico del mondo bizantino e si
assiste alla contrapposizione fra Stato e Chiesa, contrapposizione che si ritrova in tutto il Medioevo
occidentale. A questo punto Costantino si vide costretto ad intervenire,per garantire, la pace dell’Impero.
Inviò una lettere ad Ario e ad Alessandro, rimproverandoli per aver scatenato una pericolosa contesa e per
non aver cercato di risolvere i loro dissensi ‘da filosofi’, cioè con discussioni teoriche.
Il Concilio di Nicea i vescovi che presero parte al Concilio di Nicea furono prevalentemente orientali,
nonostante le aspettative di Costantino. I lavori del Concilio iniziarono il 20 Maggio 325 sotto la presidenza
di Costantino. Ossio di Cordova, in qualità di fiduciario dell’imperatore, subentrò nei giorni successivi.
I lavori si conclusero il 25 luglio con la formulazione di un “Simbolo”, cioè di una formula riassuntiva di
fede. Pare che il Simbolo sia stato formulato prendendo come base un credo precedente, opportunamente
modificato in funzione antiariana. La formula afferma che il Figlio è ‘della stessa sostanza del Padre’
significa che il Figlio, a differenza di quel che diceva Ario, non è creatura e ha la stessa natura divina del
CONSUSTANZIALITA’
Padre.
-ATANASIO: nato nel 295,divenne ancor giovane vescovo di Alessandria,subito dopo la morte di Alessandro
nel 328. Nel 332 Ario era riuscito a farsi ascoltare da Costantino, per cui Atanasio divenne subito oggetto
degli strali degli Ariani venne accusato di aver tolto di mezzo Arsenio, vescovo di Ipposele, e di aver
fomentato atti violenti contro i meliziani. Costantino ingiunse ad Atanasio di riammettere Ario ad
Alessandria perché, sosteneva, aveva riconosciuto i suoi errori e si diceva pentito. Atanasio rifiutò
recisamente guadagnandosi le antipatie di Costantino. Costantino convocò un Concilio a Tiro nel 335 per
mettere sotto accusa Atanasio. Atanasio prese tempo, poi si recò a Tiro insieme ad alcuni vescovi egiziani
che avrebbero potuto sostenerlo. Essi però non furono ammessi al concilio perché non erano stati invitati.
A Tiro si nominò una commissione che indagasse sulla situazione in Egitto: Atanasio fuggì a Costantinopoli
ed i vescovi del Concilio lo deposero in sua assenza. Quando l’Imperatore fu di ritorno a Costantinopoli,
Atanasio chiese insistentemente di potergli parlare; Costantino sembrava favorevole ad un incontro, ma
poi si lasciò convincere dagli ariani a confermare l’esilio per Atanasio. Il vescovo di Alessandria si ritirò
quindi a Treviri dove rimase fino alla morte dell’Imperatore, avvenuta nel 337. Fece ritorno ad Alessandria.
Nel 337 venne convocato un nuovo concilio ad Antiochia per volere di Eusebio di Nicomedia e Atanasio
venne deposto e sostituito da Gregorio di Cappadocia. A Roma il vescovo Giulio accolse in amicizia Atanasio
e altri vescovi difensori del “consustanziale” esiliati e convocò un nuovo concilio per riabilitarlo.
I vescovi occidentali organizzarono così in risposta un Concilio a Sardina nel 343 a difesa dei sostenitori di
Nicea contro gli orientali: questo Concilio sancì la rottura fra vescovi d’Oriente e d’Occidente. Dieci anni
dopo, quando l’Imperatore Costanzo sposò una formula di fede moderatamente ariana, la situazione
cambiò di nuovo. Atanasio venne nuovamente condannato e si rifugiò in Egitto, presso alcuni amici monaci.
Dopo 5 anni salì al trono Giuliano l’Apostata che decise di non interferire con gli affari della Chiesa e
permise il ritorno in patria dei vescovi esiliati. Rientrato ad Alessandria,Atanasio convocò un nuovo Concilio
nel 362 cercando in esso di specificare il significato di “sostanza”. Salì poi al trono l’ariano Valente che
riconfermò l’esilio per i vescovi banditi da Costantino e costrinse Atanasio al suo quinto esilio nel 365.
Nel 366 l’esilio venne revocato in quanto l’Imperatore era impegnato a combattere su altri fronti. Atanasio
morì ad Alessandria nel 373. Le sue vicissitudini testimoniano gli sconvolgimenti che turbarono la Chiesa nel
IV secolo. Egli si preoccupò di raccontare, oltre alle sue dottrine teologiche, anche la storia della
controversia di cui era stato uno dei maggiori protagonisti e vengono quindi distinte le opere in
“dogmatiche” e “storiche”.
OPERE DOGMATICHE “Contro gli Ariani”: i destinatari dell’opera sono i Cristiani che devono essere messi
in guardia dal pericolo costituito dalla dottrina di Ario. Viene datato tra il 356-362, gli anni più difficili sotto
Costanzo. Sono 4 libri: il primo risponde alle dottrine espresse da Ario,mette in chiaro il fatto che il Figlio è
assolutamente eterno come il Padre e lo è da sempre (secondo Ario vi fu un periodo in cui <il figlio non
era>. Questo scritto conferma quindi che il Figlio possiede una natura immutabile come il Padre.
Due opere dogmatiche strettamente unite tra loro sono “Contro i Pagani” che è più un’apologia pur sempre
in forma di elementare approccio al Cristianesimo; “Sull’Incarnazione” afferma che l’incarnazione è l’unico
strumento di salvezza per l’uomo in quanto il Figlio si è incarnato solo per salvare l’umanità. La redenzione
è resa possibile dal fatto che colui che si è incarnato è Dio in tutto e per tutto,non è una semplice creatura
come sostenevano gli eretici. I destinatari di quest’opera sono i pagani colti.
OPERE STORICHE storiche in quanto ci danno informazioni sulle origini della controversia ariana e sulla
violenze compiute dagli eretici. Atanasio si prefigge come scopo quello di rispondere alle accuse che gli
venivano mosse,in particolare a quella di autoritarismo. È comunque una biografia di parte quella che ci
viene presentata in quanto scritta solo nei periodi di persecuzione.
OPERA ESEGETICA “Lettera a Marcellino sull’interpretazione dei Salmi”: Atanasio risponde a un suo ricco
amico che gli aveva chiesto come dovessero essere letti i Salmi. Lo scrittore risponde con un’epistola-
trattato, un genere molto in voga all’epoca. I Salmi costituiscono secondo A. un corpo unico, un libro in cui
è racchiuso tutto il sapere storico, profetico e morale dell’Antico Testamento,posseggono valore artistico e
costituiscono un conforto e una guida per tutti i momenti della vita del Cristiano. I toni del trattato sono
quelli distesi e confidenziali di una conversazione tra amici.
OPERE AGIOGRAFICHE ED ASCETICHE dopo la morte di Antonio,il famoso eremita considerato il
fondatore del monachesimo,alcuni monaci chiesero ad Atanasio di scriverne la biografia.
“La Vita di Antonio” è stata scritta in fretta e risulta per questo fresca e immediata, scorrevole e piacevole a
leggersi. Antonio rappresentava l’uomo di Dio, vissuto ad imitazione delle grandi figure dell’A.T. quali Mosè,
Samuele, Elia. Impersonava anche l’ideale di ‘imitatio Christii’ secondo la quale attraverso l’ascesi si
raggiunge la perfezione e si arriva a lottare efficacemente contro il male e contro il demonio. L’asceta è il
nuovo martire: il martire lottava contro le potenze del mondo, l’asceta contro le potenze spirituali.
Atanasio diffuse l’ideal