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Gli esordi dell'esegesi occidentale

I primi tentativi di un'esegesi, e di commento delle Scritture in latino, per noi sono abbastanza oscuri.

  1. Reticio, vescovo di Autun, che partecipò al sinodo di Arles nel 314, aveva lasciato un commentario del Cantico dei Cantici, ancora ammirato da Girolamo, ma anche criticato per il suo "stile agghindato e scorrevole al ritmo del coturno gallico", forse intendendo una maniera magniloquente tipica dei Gallo-Romani (per altro la stessa espressione Girolamo la userà per giudicare Ilario di Pointiers). Il frammento dell'opera di Reticio che ci perviene non ci permette di capire se si ispirò al celebre commentario di Origine sempre sul Cantico dei Cantici.
  2. Vittorino di Ptuj, morto martire nel 309, non conosceva bene il latino quanto il greco, a detta di Girolamo. Scrisse il Commentario sull'Apocalisse, cercando di leggere il mistero di...
cristonelle visioni di Giovanni, ma riesce solo ad accumulare una variegatadocumentazione sui versetti scritturistica, senza formulare un pensiero edun’esegesi salda. Per documentazione variegata si intende il mescolareparafrasi e osservazioni isolate, mostrando quindi una tecnica esegetica ancoraagli esordi e frammentaria. Vittorino scrisse anche commentari su diversi libri dell’Antico Testamento, dicui Girolamo ci ha tramandato solo la lista. L’opera di Vittorino ha soprattutto significato storico, essa infatti testimonia lamediazione operata dalla cultrua cristiana dell’Illirico tra l’esegesi greca del IIIsecolo e lo sviluppo di un’esegesi latina autonoma e non più subordinata aTertulliano o Cipriano. si sviluppa nell’ultima persecuzione, 3) Il genere letterario degli Atti dei martiri,soprattutto in Africa, nella direzione di una stilizzazione edificante. Tra i piùcelebri atti citiamo quelli dei martiri militari Massimiliano di

Thevesta, Marcello di Tangeri, Tipasio di Tigava, di cui oggi noi possediamo forme successivamente rimaneggiate a causa dell'espansione del culto dei martiri.

LA GENERAZIONE DI ILARIO DI POITIERS

Il consolidamento e l'affermazione della posizione ufficiale della Chiesa cristiana nell'Impero trova espressione nell'arte e nell'architettura principalmente. Lentamente si instaura un cristianesimo che si lega alle strutture politiche, mentre il paganesimo muore di stenti. Nel 354 il calligrafo Furio Dionisio redige un Calendario, che oggi ci porta testimonianza di come alla metà del IV secolo questo nuovo equilibrio di forze sia assodato. Nella prima metà del IV secolo, molti documenti testimoniano lo sforzo compiuto per riorganizzare gli archivi delle Chiese, profondamente sconvolte dall'ultima persecuzione, e probabilmente quest'ultima è la causa del rallentamento della produzione letteraria.

Inoltre le problematiche della Chiesa non si

estinsero dopo la raggiunta libertà di culto, in quanto internamente le eresie sussistevano. In Africa lo scisma donatista fu aggravato da rancori personali, dai particolarismi regionali... finirà per logorare per più di un secolo le più antiche comunità cristiane dell'Occidente. Le conseguenze dell'eresia ariana sono molto più gravi e finirà col divenire un affare di stato dati i disordini pubblici, progressivamente gli imperatori prenderanno partito in materia teologica, ad esempio Costanzo II di impegno nella difesa dell'arianesimo, imponendolo a tutto l'occidente in nome della ragion di stato. L'abuso di potere farà insorgere, sia sul piano politico che letterario, un pastore sconosciuto in una piccola città della Gallia, Ilario di Poitiers, che diverrà il primo dei 4 grandi della latinità cristiana, precedendo di una generazione Ambrogio, Girolamo e.

Agostino. UN CONVERTITO VELENOSO: FIRMICO MATERNO.

È un rappresentante tipico di quei nuovi cristiani, la cui conversione è un semplice rivolgimento, più che un cambiamento profondo si mentalità conforma alla metanoia (processo di conversione intellettuale, morale, spirituale) evangelica. Egli originario di Siracusa, scrisse:

  1. clarissimus, discorso apologetico del 350, rivolto agli imperatori Costanzo e Costante;
  2. Perì matheseos, trattato di astrologia in 8 libri, redatto prima della conversione.
  3. De errore profanarum religionum, scritto in favore del cristianesimo.

Materno è un conoscitore delle religioni orientali e delle loro liturgie, e nel testo le confuta con una maniera aggressiva che ricorda Tertulliano. Nel testo all'alessandrina, usa passi delle scritture, e usa la mitologia evemeristica richiama versi del Deuteronomio contro gli infedeli di Jahvè, esortando gli imperatori ad innalzare il vessillo della fede contro i ribelli.

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La locuzione latina O felix culpa, tradotta letteralmente, significa o colpa felice. La frase, derivata da un'omelia di sant'Agostino, è tratta dalla liturgia della Chiesa, e precisamente dall'Exultet o Preconio pasquale, che viene a tutt'oggi cantato il Sabato Santo per la benedizione del cero pasquale. La Chiesa arriva a definire "beata" la colpa di Adamo, perché essa procurò agli uomini i vantaggi infinitamente superiori del Redentore (O felix culpa, quae talem ac tantum meruit habere Redemptorem). Il catechismo cattolico riporta la frase nell'ambito di una citazione di san Tommaso d'Aquino: "Nulla si oppone al fatto che la natura umana sia stata destinata ad un fine più alto dopo il peccato. Dio permette, infatti, che ci siano i mali per trarre da essi un bene più grande. Da qui il detto di san Paolo: 'Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia' (Romani 5, 20). Perciò".nella benedizione del cero pasquale si dice: "O felice colpa, che ha meritato un tale e così grande Redentore!" "Rigettate un errore Firmico lancia ultimatum ai suoi vecchi confratelli pagani: così calamitoso e abbandonate infine gli attaccamenti di un'anima empia". Mobilita contro i pagani il sole, ove l'astro divinizzato scongiura i suoi adoratori di cessare di rivolgergli un culto, accumula mitologie riducendole a storielle assurde o indecenti. ILARIO DI POITIERS Il periodo più fecondo nel quale scrisse fu dal suo esilio in Africa alla morte di Costanzo, quindi dal 356 al 361. Ilario fu pioniere della storiografia trinitaria, dell'esegesi ecclesiastica, della polemica oratoria, della teologia scritturistica e della poesia innica. Vita d'Ilario, Fortunato, nel VI secolo scriverà la ricca di dettagli, infatti secondo Fortunato egli fu vescovo, ma si sarebbe anche sposato e avrebbe avuto una figlia, ma comunque la.

Biografia di Ilario precedente al 356 rimane un mistero.…

Le Opere:

  1. De Trinitate: trattato ove confessa il suo itinerario interiore. Ilario, futuro vescovo di Poitiers, s'interroga sul significato dell'esistenza, insistendo sulle tappe intellettuali della ricerca, mostrando così un'esigenza speculativa. La ricerca di Dio è sia intellettuale che spirituale, e questa duplice consonanza mostra la tradizione letteraria religiosa sia latina che greca. Nel testo appare il legame con il pensiero romano, in particolare ciceroniano, già il movimento dell'incipit ove dichiara la profondità della sua conversione, ricorda l'avvio del De oratore ciceroniano. Dai proemi di Sallustio, forse conosciuti indirettamente tramite Lattanzio, derivano le riflessioni sull'otium e sull'opulentia.

  2. La ricerca di Dio lo porta anche ad interrogarsi sul problema classico della felicità, mentre concepisce alla maniera platonica l'Essere.

supremo come Bellezza assoluta. La ricchezza di temi, la nobiltà e la calma densità della loro espressione letteraria mostrano la qualità della cultura di Ilario, proveniente da una famiglia gallo-romana.

LA VITA ESEMPLARE E MOVIMENTATA

Divenuto vescovo di Poitiers poco dopo la metà del secolo, Ilario anziché subire le pretese dell'imperatore Costanzo, formulate dai vescovi occidentali nel corso dei Concili di Arles (353) e di Milano (355), riunì intorno a sé i pastori ortodossi della Gallia ostili all'arianesimo. Nel 356 Ilario ricevette un'ingiunzione al fine di presentarsi per una capitolazione al Concilio di Béziers, e non presentatosi fu esiliato da Costanzo in Asia minore dal 356 al 360. Questo soggiorno di Ilario riaprì al cristianesimo occidentale le fonti greche della teologia, dell'esegesi, dell'innodica, della spiritualità monastica. Ilario fu presente anche ai concili di Selucia.

diCostantinopoli (350-360), e scoprì nel corso di questi soggiorni un mondo intellettuale e spirituale nuovo. Ilario, più di Atanasio di Alessandria, diventerà un mediatore tra una Gallia cristiana e una letteratura greca cristiana, tumultuosamente stimolata dalle conseguenze della questione ariana. Egli scrive: "Io era da molto tempo battezzato ma non avevo mai sentito parlare del simbolo di Nicea", questa affermazione ci dà un'idea della lunga sonnolenza letteraria delle Chiesa galliche prima dell'offensiva dottrinale di Costanzo nel 353, ma anche del ruolo fondamentale che Ilario svolse nel rinnovamento della latinità cristiana. EVOLUZIONE DELLA SUA ESEGESI L'opera di Ilario è ricca e varia, si occupò di esegesi alle estremità della sua breve carriera letteraria, ed emerge quanto importante sia stato l'apporto degli anni di esilio. 1) In Evangelium Matthei commentarius, opera scritta primadella sua partenza, esemplifica la prima maniera. Si cita solo Tertulliano e Cipriano e improbabile sarà l'utilizzo di fonti greche, così come non ci sono allusioni alla questione ariana. L'opera intende preparare i cristiani ad una lettura personale delle Scritture, seguendo la tradizione: - Il raggruppamento di versetti è spesso in corrispondenza con le divisioni in capitoli delle Veteres Latinae, il che indica una lettura liturgica delle Scritture. - Si tiene conto dell'antico uso del commentario grammaticale agli autori, sia nelle categorie, che nei metodi che nel vocabolario. - Il commento al Pater si richiama fortemente alla tradizione dottrinale dei grandi africani del III secolo (elemento di autonomia di Ilario). Ilario supera i rischi di una frammentazione imposta dai metodi grammaticali, e mostra così il suo vigore intellettuale individuando nel Vangelo coerenti strutture di pensiero che esprimono l
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A.A. 2009-2010
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/06 Letteratura cristiana antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura cristiana antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Pollastri Alessandra.