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MATERIALI ISA:

De Pascale: sono tutti su letteratura di viaggio.

Emanueli non è da studiare, è tra i materiali ISA ma è dello scorso anno.

Piovene, profilo biografico: lo useremo per parlare di Piovene.

Testo le stelle fredde.

Saggi da studiare. 18

Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate. Angelica Villegas Alban

Romanzo pirandelliano: importanza del tema dello sdoppiamento.

Lo sdoppiamento, alla luce della poetica dell’umorismo pirandelliana, è un elemento centrale.

La poetica dell’umorismo si basa sulla scomposizione della realtà, e da un’impossibilità di avere una realtà unitaria

dell’individuo. Si tratta di ascendenti del tema stesso e della cultura romantica europea, soprattutto di quella tedesca.

C’è un altro possibile ascendente del versante italiano a dimostrazione di una comunanza di argomento, soprattutto nel

personaggio de si tratta di di Emilio de marchi, uscito postumo.

Il fu Mattia Pascal: Redivivo,

Presenta il caso di un personaggio creduto morto che poi ritorna; è un’impostazione simile a quella che troviamo ne Il

in cui il personaggio si sdoppia perché dopo la sua morte accidentale assume un’altra identità, quella

fu Mattia Pascal,

di Adriano Meis?

Questa autobiografia viene interpretata in modo anomalo rispetto alla tradizione, è curiosa la prospettiva di un

personaggio/narratore che comincia a raccontare la propria vicenda dopo la sua morte (nel romanzo afferma di essere

morto). È un’autobiografia trattata in un modo alternativo; anche Italo Svevo utilizza un modo alternativo per la

struttura autobiografica de La coscienza di Zeno.

Il modello di pirandelliano viene citato in maniera diretta sul saggio su ed è considerato umorismo in

L’umorismo,

senso stretto, che risponde ai criteri della poetica pirandelliana.

Stern trattava la sua autobiografia in modo anomalo, tant’è vero che come ricordavamo, dà la parola al personaggio

narratore ancora prima che lui nasca.

Pirandello ne (già indicato come punto di inizio della stagione umoristica di Pirandello), nella

Il fu Mattia Pascal

premessa, mette in guardia dalla possibile interpretazione naturalistica della vicenda.

Le prime influenze pirandelliana venivano dalla corrente naturalista ottocentesca e il suo primo impianto è influenzato

dal movimento naturalista; questo invece si discosta dall’impianto naturalista.

È una premessa in cui Pirandello prende le distanze dalla narrativa precedente, ottocentesca, per dare via alla sua

stagione umorista.

Il personaggio in maniera improbabile si dichiara morto; unica certezza della vita è il proprio nome. Il fu mattia pascal

inizia con una premessa.

Il fu Mattia Pascal

Premessa

Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal.

Cominciamo a intravedere l’importanza che assume la categoria del nome. In questa

Uno, nessuno, centomila

categoria sarà identificata come una di quelle forme della realtà molteplice da cui allontanarsi.

E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de' miei amici o conoscenti dimostrava d'aver perduto il senno fino al

punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli

rispondevo:

- Io mi chiamo Mattia Pascal.

- Grazie, caro. Questo lo so.

- E ti par poco?

Non pareva molto, per dir la verità, neanche a me. Ma ignoravo allora che cosa volesse dire il non sapere neppur

questo, il non poter più rispondere, cioè, come prima, all'occorrenza:

- Io mi chiamo Mattia Pascal.

Qualcuno vorrà bene compiangermi (costa così poco), immaginando l'atroce cordoglio d'un disgraziato, al quale

avvenga di scoprire tutt'a un tratto che... sì, niente, insomma: né padre, né madre, né come fu o come non fu; e vorrà

pur bene indignarsi (costa anche meno) della corruzione dei costumi, e de' vizii, e della tristezza dei tempi, che di

tanto male possono esser cagione a un povero innocente.

Già da questo breve periodo possiamo vedere una anticipazione della scrittura un po’ frammentata, simile ad una

riflessione personale. Abbiamo gli elementi che denotano l’interruzione della linearità, sono presenti dei segnali di un

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Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate. Angelica Villegas Alban

andamento non lineare della scrittura, che rispecchia l’impianto scomposto e frammentario, che trova applicazione

nella frammentazione della realtà ma che anche si presenta nel testo e nella struttura stessa.

Ci sono anche un paio di parentesi che rappresentano una sorta di valutazione che il narratore fa, quasi rivolta ad un

pubblico. Anche da un punto di vista formale e visivo la scrittura non è perfettamente lineare ma abbastanza

spezzettata.

Ebbene, si accomodi. Ma è mio dovere avvertirlo che non si tratta propriamente di questo. Potrei qui esporre, di fatti,

in un albero genealogico, l'origine e la discendenza della mia famiglia e dimostrare come qualmente non solo ho

conosciuto mio padre e mia madre, ma e gli antenati miei e le loro azioni, in un lungo decorso di tempo, non tutte

veramente lodevoli.

E allora?

Ecco: il mio caso è assai più strano e diverso; tanto diverso e strano che mi faccio a narrarlo.

Ci sono degli atteggiamenti di critica/presa in giro, nei confronti della normale modalità della introduzione alla

narrazione della storia, tipici della letteratura tradizione, della narratura ottocentesca.

Fui, per circa due anni, non so se più cacciatore di topi che guardiano di libri nella biblioteca che un monsignor

Boccamazza, nel 1803, volle lasciar morendo al nostro Comune.

Qui ci introduce la sua vicenda, ci dice il lavoro che faceva, era un bibliotecario.

È ben chiaro che questo Monsignore dovette conoscer poco l'indole e le abitudini de' suoi concittadini; o forse sperò

che il suo lascito dovesse col tempo e con la comodità accendere nel loro animo l'amore per lo studio. Finora, ne

posso rendere testimonianza, non si è acceso: e questo dico in lode de' miei concittadini: Del dono anzi il Comune si

dimostrò così poco grato al Boccamazza, che non volle neppure erigergli un mezzo busto pur che fosse, e i libri lasciò

per molti e molti anni accatastati in un vasto e umido magazzino, donde poi li trasse, pensate voi in quale stato, per

allogarli nella chiesetta fuori mano di Santa Maria Liberale, non so per qual ragione sconsacrata.

Ci sono qua e là riferimenti sparsi al lettore, lo vedremo anche nel caso di quando il

Uno, nessuno, centomila,

narratore ricorda e riflette, presenta in maniera anche frammentata e spezzettata il proprio pensiero, non si presenta il

vero e proprio flusso di coscienza, sembra quasi una sorta di soliloquio, con la consapevolezza che qualcuno sta

ascoltando; ci sono spesso degli appelli al lettore, dei riferimenti alla figura di un lettore/ascoltatore ideale.

Qua li affidò, senz'alcun discernimento, a titolo di beneficio, e come sinecura, a qualche sfaccendato ben protetto il

quale, per due lire al giorno, stando a guardarli, o anche senza guardarli affatto, ne avesse sopportato per alcune ore il

tanfo della muffa e del vecchiume.

Tal sorte toccò anche a me; e fin dal primo giorno io concepii così misera stima dei libri, siano essi a stampa o

manoscritti (come alcuni antichissimi della nostra biblioteca), che ora non mi sarei mai e poi mai messo a scrivere, se,

come ho detto, non stimassi davvero strano il mio caso e tale da poter servire d'ammaestramento a qualche curioso

lettore, che per avventura, riducendosi finalmente a effetto l'antica speranza della buon'anima di monsignor

Boccamazza, capitasse in questa biblioteca, a cui io lascio questo mio manoscritto, con l'obbligo però che nessuno

possa aprirlo se non cinquant'anni dopo la mia terza, ultima e definitiva morte. Giacché, per il momento (e Dio sa

quanto me ne duole), io sono morto, sì, già due volte, ma la prima per errore, e la seconda... sentirete.

Avvertiamo una parodia, un riferimento alternativo ai cliché tipici della tradizione romanzesca: il ritrovamento del

manoscritto, la motivazione della narrazione, la scrittura del caso strano, tutti elementi che vengono presentati in un

contesto assolutamente anomalo, tanto che si parla di due morti già avvenute.

Questa premessa tende a discostare la narrazione dalla narrativa tradizionale ottocentesca/naturalistica.

Anche lo stesso fondare la propria narrativa su referenti quali Laurence Stern, del ‘700, significava saltare la

tradizione ottocentesca proprio per non essere appaiato a quelle tendenze, ma per essere interpretato come un romanzo

novecentesco fondatosi su modelli settecenteschi. 20

Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate. Angelica Villegas Alban

Premessa seconda (filosofica) a mo’ di scusa

Già nel titolo troviamo “a mo’ di scusa” e possiamo vedere l’atteggiamento che l’autore ha nei confronti della scrittura

e dei cliché.

Nella tradizione della seconda metà del ‘700, il nuovo romanzo italiano, normalmente si usavano dei titoli nei capitoli

ed erano titoli assolutamente didascalici. Erano riassuntivi del contenuto del capitolo, di orientamento per il lettore.

Pirandello utilizza questi titoli in maniera alternativa; non sono più descrittivi ma a volte hanno proprio la funzione

opposta. Sono umoristici in senso pirandelliano, non spiegano anzi evidenziano interrogativi.

L'idea o piuttosto, il consiglio di scrivere mi è venuto dal mio reverendo amico don Eligio Pellegrinotto, che al presente

ha in custodia i libri della Boccamazza, e al quale io affido il manoscritto appena sarà terminato, se mai sarà. Lo scrivo

qua, nella chiesetta sconsacrata, al lume che mi viene dalla lanterna lassù, della cupola; qua, nell'abside riservata al

bibliotecario e chiusa da una bassa cancellata di legno a pilastrini, mentre don Eligio sbuffa sotto l'incarico che si è

eroicamente assunto di mettere un po' d'ordine in questa vera babilonia di libri. Temo che non ne verrà mai a capo.

Nessuno prima di lui s'era curato di sapere, almeno all'ingrosso, dando di sfuggita un'occhiata ai dorsi, che razza di

libri quel Monsignore avesse donato al Comune: si riteneva che tutti o quasi dovessero trattare di materie religiose.

Ora il Pellegrinotto ha scoperto, per maggior sua consolazione, una varietà grandissima di materie nella biblioteca di

Monsignore; e siccome i libri furon presi di qua e di là nel magazzino e accozzati così come venivano sotto mano, la

confusione è indescrivibile.

Anche in un contesto come quello della descrizione del materiale librario, un contesto accessorio, intravediamo gli

elementi della concezione

Dettagli
A.A. 2016-2017
73 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Angelica171290 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Zava Alberto.