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Gli imperi non esistono più
Dopo la fine della prima guerra mondiale, venne indetta dai vincitori una conferenza di pace, che si aprì a Parigi il 18 gennaio del 1919. Vennero siglati vari trattati: quello di Versailles con la Germania, quello di Saint Germain con l'Austria e quello di Neully con la Bulgaria. Gli sconfitti dovevano eseguire la volontà dei vincitori. I Francesi si caratterizzarono per una maggiore volontà punitiva, gli Inglesi si mostrarono più duttili, gli Italiani si preoccuparono soprattutto dei loro interessi e gli Americani tennero fede ai 14 punti. La Russia Sovietica fu esclusa da ogni accordo. I secolari imperi multinazionali scomparvero. I nuovi stati assunsero tutti forma nazionale e repubblicana. Unica eccezione il regno dei serbi croati e sloveni, creatosi con l'assorbimento dei territori ex asburgici, abitati da croati sloveni e bosniaci nel preesistente stato monarchico serbo. Solo nel 1929 questo regno avrebbe assunto ilnome di Jugoslavia. Per fortuna dei Russi, le clausole del trattato di brest-litovsk vennero presto vanificate dal collasso della Germania stessa. Il paese stava comunque entrando in una spirale di violenza intensa, di cui si resero responsabili i bolscevichi. Questo conflitto è stato descritto come una guerra civile tra i rossi e bianchi, cioè tra rivoluzionari bolscevichi e fautori di una restaurazione del regime zarista. Il governo bolscevico, insediato a Mosca e a San Pietroburgo, controllava una porzione dell'immenso territorio dell'ex impero, in cui stava provando a creare una società comunista di guerra. Gli si contrapponeva una quantità di gruppi armati e governi locali, sia d'ispirazione filo zarista, che menscevica. Nelle zone non russe, si costituirono governi nazionali indipendenti. Una guerra di tutti contro tutti e senza regole. La fame e le sofferenze furono indicibili. Complicò ulteriormente la situazione, l'intervento
delle truppe dell'intesa a sostegno dei bianchi, che peraltro non conseguì grandi risultati. Il nuovo regime ne uscì anzirafforzato. La guerra civile finì nel 1921, con la vittoria del governo di Lenin, del Partito Comunista e dellasua armata rossa. L'intesa sostenne allora i paesi confinanti, confidando che potessero costituire un cosiddetto cordonesanitario, per bloccare l'epidemia bolscevica. Un momento cruciale, nel 1921, fu quando i russi vennero sconfitti dalla Polonia. Si resero indipendenti anche la Finlandia, l'Estonia e la Lettonia. Vennero inglobati dal regime bolscevicoUcraina, Armenia, Georgia. Tutti quanti nel 1922 entrarono a far parte accanto alla Russia, di uno statofederale che assunse il nome di unione delle Repubbliche Socialiste sovietiche. Oltre alla Jugoslavia nascevano anche Ungheria e Cecoslovacchia. Cecoslovacchia e Romania rappresentavano una sorta di cintura di sicurezza, creata dall'Intesa, per tenere abada, leeventuali velleità di rivincita dell'Austria e dell'Ungheria. Austria e Ungheria furono i paesi più pesantemente colpiti dai Trattati di Pace. La prima rimase un piccolo paese con una capitale Vienna. L'Ungheria perse circa i due terzi dei propri territori. La Bulgaria se la cavò tutto sommato non troppo male, il danno maggiore fu rappresentato dalla perdita dell'accesso al Mar Egeo. Tra Bulgaria e Grecia fu previsto anche uno scambio di popolazione su base volontaria. La Germania che paradossalmente venne privata di meno territorio rispetto agli altri, perse tutte le colonie, fu costretta a restituire l'Alsazia e la Lorena alla Francia e dovette cedere alcuni territori della Prussia orientale alla Polonia; la città di Danzica fu posta nella bizzarra posizione di città libera e ai polacchi fu consegnato un cosiddetto corridoio, che isolava La Prussia orientale dal resto del paese. Fu abolita la leva obbligatoria, fu vietato l'uso.di gas asfissianti, carri armati, sommergibili, aerei e dirigibili e furono limitate le navi. La zona della Saar fu sottoposta a uno statuto provvisorio. I Tedeschi dovevano pagare per i danni di guerra: fu stabilita la cifra iperbolica di 132 milioni di Marchi oro. I Francesi dichiararono che, se Tedeschi non avessero pagato, loro non avrebbero saldato i debiti contratti durante la guerra con gli Americani; anche i rivoluzionari russi si rifiutarono di onorare i debiti contratti dall'impero zarista, soprattutto con i Francesi. I Francesi non avevano nessuna intenzione di abbandonare la logica punitiva. Tre punti vennero seguiti:- La Germania aveva interamente la colpa della guerra, di tutte le perdite e di tutte le devastazioni subite
- Guglielmo II e altri membri dell'establishment tedesco andavano consegnati a una corte di giustizia alleata, in quanto criminali di guerra
- La Germania sarebbe potuta entrare nella Società delle Nazioni, solo dichiarandosi pronta
Potesse essere realizzato dentro i confini del loro arretrato e semidistrutto paese. Pensavano innanzitutto alla Germania e poi all'Inghilterra, paesi economicamente avanzati, immaginando che lì il ruolo centrale sarebbe stato giocato dalla classe operaia della grande industria.
Nel 1919, fondarono così una nuova Internazionale, che chiamarono Terza, per inglobare il Movimento operaio. A questa assegnarono il compito di coordinare i partiti comunisti, che si stavano formando in vari paesi europei.
Ma la rivoluzione comunista mondiale non scoppiò. I comunisti presero il potere solo in Ungheria. Nel mese di marzo fu chiamato al governo il comunista Bela Kun, che aveva partecipato alla rivoluzione d'ottobre, mentre i socialdemocratici si fusero con i comunisti. L'esperienza durò però solo poche settimane, perché il malcontento scatenato dal terrore rosso, fece perdere consensi al nuovo governo e favorì l'opera di Rumeni e Cecoslovacchi.
che intervennero in armi. In Francia e in Gran Bretagna, l'apparato statale rimase ben saldo. I partiti comunisti si formarono e ottennero consensi, ma trovarono un argine tanto nei conservatori, quanto nei socialdemocratici. Questi ultimi accentuarono la loro veste moderata e si astennero dal creare organismi di contropotere analoghi ai Soviet. La democratizzazione comportò quasi ovunque la concessione del diritto di voto a tutti i maschi adulti e spesso anche il suffragio universale vero, comprendente cioè anche le donne: in Russia nel 1917, in Germania l'anno dopo e negli Stati Uniti nel 1920. La riforma che già prima della guerra era stata realizzata in alcuni stati fu portata avanti anche da paesi non belligeranti: in Danimarca, nei Paesi Bassi e in Svezia. In Gran Bretagna, nel 1918, vennero ammesse al voto solo le donne che avevano compiuto 30 anni. In Francia nel 1945, in Italia l'anno successivo e in Portogallo addirittura nel 1974. La democraziaoptò per il modello dello Stato-Nazione. Crebbe il numero degli Stati, ma proprio per questo apparve più grave, agli occhi dei trionfanti nazionalisti, il problema delle minoranze etnicolinguistiche, che spesso erano state inglobate in uno stato-Nazione, dove dominavano altre nazionalità.
Popolazioni germaniche, già appartenenti all'Impero di Guglielmo II, ma ancor più a quello asburgico, furono infatti inglobate nei nuovi Stati, dove già esisteva una maggioranza slava.
Particolarmente intrecciata si prospetta la questione di Danzica. Nel territorio della città libera, la popolazione era a maggioranza tedesca e a minoranza polacca, mentre nel corridoio era l'opposto.
Un ritorno della Germania a rango di grande potenza avrebbe in futuro comportato il riemergere di tendenze pangermaniste. La Seconda Guerra Mondiale infatti sarebbe scoppiata proprio a Danzica nel 1939.
Possiamo considerare sintomatico delle intolleranze del nuovo
nazionalismo polacco, l'accentuarsi dei sentimenti antisemiti: la presenza eccessiva di popolazioni ebraiche era vissuta, anche a livello di classe dirigente, come un problema, che andava in qualche modo risolto.
Non necessariamente gli stati nati alla fine della prima guerra mondiale avevano davvero veste nazionale.
La Jugoslavia rappresentava una sommatoria di molte nazionalità diverse; si rivelò subito difficile la convivenza tra serbi e croati.
La costituenda Società delle Nazioni avrebbe dovuto farsi garante della libertà dei mari e dei commerci, dell'integrità territoriale e dell'Indipendenza politica di ogni Stato. In essa ogni decisione avrebbe dovuto essere presa democraticamente attraverso pubblici dibattiti. Anche in questo caso le grandi speranze andarono in gran parte deluse. I Trattati di Pace puntarono più alla punizione che alla riconciliazione e in secondo luogo la Società delle Nazioni nacque sotto il segno di una
forte egemonia anglo-francese. Ancorapiù dannosa fu la mancata adesione degli Stati Uniti. Sta di fatto che il Senato americano si rifiutò di votarea favore sia del Trattato di Versailles che dell'ingresso nell'organizzazione internazionale. La Società delleNazioni tenne la sua prima riunione nel novembre del 1920 rivelandosi sostanzialmente inadeguata.
Un’età di crisi
Una delle conseguenze più pesanti della guerra fu rappresentata dal numero spaventoso delle vittime, a cuisi aggiunsero i danni economici e i milioni di ettari di terra devastati, nelle zone di combattimento.
Il fatto che la Germania avesse combattuto sempre fuori dai propri confini, permise, sia al sistemaindustriale che a quello agricolo, paradossalmente, di conservare intatta la loro capacità produttiva.
Le enormi spese di guerra avevano aggravato dappertutto il deficit statale. I paesi dell'Intesa erano staticostretti a ricorrere a prestiti internazionali,
in particolare con gli Stati Uniti. La spesa pubblica aveva indotto tutti gli stati europei, impegnati nel conflitto, a stampare più cartamoneta, determinando un'onda inflazionistica, che colpì duramente le economie nazionali.