La rivoluzione russa
Mentre gli Stati Uniti entrano in guerra, si assiste alla sostanziale fuoriuscita della Russia. Le contraddizioni dell'impero zarista, il fatto che la popolazione agricola non avesse diritti e il peso di una lunga guerra negativa portano alla crisi della dinastia dei Romanov e al crollo del loro potere. Nel febbraio del '17 ha luogo una rivoluzione liberaldemocratica; inizialmente si parla di ammutinamento militare, in quanto non c'era un progetto politico.
I tumulti di San Pietroburgo
A marzo (calendario ortodosso) vi sono dei tumulti in città a San Pietroburgo, i quali si trasformano in rivoluzione che si verifica inizialmente come un rifiuto della guerra. Vengono richiamati dal fronte i soldati russi che, invece di sedare le rivolte, si schierano dalla parte degli insorti. Di fronte a ciò, lo Zar abdica in favore del fratello. Si forma un governo provvisorio che ritiene di dover innanzitutto gestire la guerra. La Duma esprime un governo provvisorio (principe L'Vov-Kerensky), non rappresentativo della società russa, ma della media o alta borghesia, delle famiglie abbienti (parlamento consultivo), che ha interesse nel proseguire con la guerra avendo rapporti commerciali con l'occidente. La guerra continua, ma in maniera stanca. I soldati si ritirano, le truppe combattono con malavoglia e ciò favorisce l'avanzata tedesca sul fronte orientale (marzo-settembre '17).
Il ritorno di Lenin e le Tesi di Aprile
Nel frattempo, Vladimir Il'ic Ul'janov, con lo pseudonimo di Lenin, rientra in Russia dopo l'esilio in Svizzera. Egli era il capo della fazione più intransigente del socialismo russo. Nel '14 il partito socialista era illegale e agiva in clandestinità e soprattutto era suddiviso in due fazioni contrapposte: menscevichi (minoritari, più moderati) e bolscevichi (maggioritari, più radicali). Al momento dello scoppio del conflitto, si trovava in Svizzera, paese neutrale che si era accordato con la Germania per far transitare Lenin attraverso il territorio tedesco senza problemi. I tedeschi avevano interesse nel ritorno in patria di Lenin poiché mediante molteplici discorsi avevano compreso che, se una volta tornato fosse salito al potere con i suoi bolscevichi, la Russia avrebbe firmato la pace ritirandosi dal conflitto. Quando fa ritorno a San Pietroburgo trova una situazione abbastanza caotica: governo provvisorio, la guerra continua, società ribolle e rifiuta la guerra, soviet si stanno sviluppando nuovi consigli/organismi comprendenti soldati e operai, i quali si affermano come una sorta di contropotere del governo provvisorio.
Una volta rientrato, pubblica le Tesi di Aprile secondo le quali: la rivoluzione del proletariato, seguendo gli insegnamenti di Marx, avverrà in Russia, perché in questo territorio vi è una massa enorme di diseredati, i quali ulteriormente vessati dalla guerra, possono ribaltare la situazione.
La rivoluzione di ottobre
La rivoluzione di ottobre si verifica sotto il seguente slogan: "il potere in mano ai soviet." Nel novembre/dicembre '17 si tengono le elezioni organizzate dai bolscevichi, i quali non ottengono molti voti, quindi, la maggioranza va ai socialisti rivoluzionari. Quando Lenin si accorge di non avere la maggioranza nell'assemblea costituente, a gennaio del '18, decide di scioglierla, mandando le guardie armate. Questo episodio viene visto come un esperimento autoritario, negando la dialettica democratica, che serve solo alle classi borghesi per avere il predominio nella società.
Il partito comunista dei bolscevichi si autoproclama come primo partito governatore in Russia, acquisisce tutti i poteri. Tale passaggio cruciale coincide con un altro elemento: Lenin si rende conto che è necessario firmare la pace con la Germania, la quale avanza delle pretese enormi. La pace di Brest sancisce la vittoria tedesca sul fronte orientale in quanto guadagna territori a scapito della Russia (quando la Germania è sconfitta, i bolscevichi riacquistano territori occupandoli).
La guerra civile e la nascita dell'URSS
Sempre nel '18 si assiste alla guerra civile che vede opporsi i bianchi (sostenitori dello zar come sovrano assoluto, sostenitori dello zar come monarca costituzionale) e i rossi (comunisti bolscevichi di Lenin). Si pensava vincessero i bianchi poiché ampiamente estesi, al contrario, in quanto costituivano un gruppo enorme non erano coesi e non finalizzati ad un obiettivo comune come i rossi; trasformazione radicale della società con creazione dell'armata rossa guidata da Trotsky. I bolscevichi nel febbraio del '18 decidono di fucilare tutta la famiglia imperiale russa, è un atto rivoluzionario per troncare il passato, si parla di terrore rosso, in quanto indirizzato ai nemici di classe.
Dicembre 1922: nasce l'URSS. Nascono tante repubbliche come, ad esempio, la Georgia. Il potere è sempre nelle mani del partito comunista e della sua leadership.
Le elezioni e il comunismo di guerra
I socialisti rivoluzionari ottengono la maggioranza alle elezioni per l'assemblea costituente, successivamente nel gennaio del '18 questa assemblea viene sciolta e i membri vengono messi fuori legge dai bolscevichi, i quali, sulla base della guerra sociale che sta iniziando, accentrano il potere nelle loro mani ed infine si trasformano in "partito comunista".
Differenza principale tra socialisti rivoluzionari e bolscevichi: i socialisti rivoluzionari volevano dare la terra in proprietà ai contadini; per questo motivo prendono molti voti in parlamento, ma non avevano il personale politico per opporsi ai bolscevichi. I bolscevichi ritenevano che la direzione giusta da prendere fosse quella che portasse verso la costruzione di uno stato collettivista e soprattutto comunista, secondo i dettami di Marx che troviamo espressi nell'opera "Il Capitale".
La visione collettivista di Lenin condizionerà il periodo successivo della guerra civile, che dal punto di vista socioeconomico è noto come "Comunismo di guerra". La guerra civile impone delle scelte molto drastiche dettate da forti necessità: molti agricoltori non volevano dare la quota di prodotti stabilita poiché temevano una grave carestia. Talvolta, chi non rispettava l'ordine espresso dall'alto veniva punito o sequestrato. Perciò la guerra civile non si svolse solo tra bianchi e rossi, ma anche nelle campagne in quanto i contadini opponevano resistenza. Si tratta, quindi, di una gestione forzata dell'economia, in un periodo molto duro anche nella quotidianità per tutta la popolazione, in particolar modo per i contadini a causa delle derrate alimentari.
La Nep e l'eredità di Lenin
Dopo la guerra civile 1921/22, Lenin riconobbe che il comunismo di guerra non potesse continuare. Inoltre, sosteneva che la rivoluzione russa dovesse diffondersi, trionfando anche al di fuori dei confini russi, specialmente in Germania, in questo paese molto industrializzato doveva avvenire una trasformazione radicale. L'idea che l'Europa potesse essere un terreno fertilissimo per una rivoluzione non si spense immediatamente dopo la fine della guerra; vi furono alcuni tentativi: Rosa Luxemburg con la Lega di Spartaco: gli spartachisti tedeschi cercarono di imitare le azioni bolsceviche russe, senza riuscirci, l'unico elemento che condividono è l'essere usciti sconfitti dalla prima guerra mondiale (La Germania dagli alleati e la Russia dai tedeschi, pace di Brest Litovsk). Dunque, Lenin si rese conto che gli altri stati non possedevano le medesime caratteristiche della Russia per avviare una rivoluzione efficace.
Questa mancata diffusione della rivoluzione lo costrinse ad istituire la Nep, nuova politica economica. Lo stato collettivista lasciò alcuni margini d'autonomia ai contadini; si incoraggia di fatto una forma di piccola proprietà privata, si recupera l'idea dei socialisti rivoluzionari. I contadini che riescono a valorizzare le loro terre possono commerciare e guadagnare.
Possiamo considerarla una forma di privatizzazione? Sì, le grandi industrie rimangono di proprietà statale, al contrario, la piccola industria resta privata. I traffici commerciali si intensificano, specialmente per quanto concerne la diffusione del petrolio. Per molti anni la Russia si era isolata sul piano commerciale.
Lenin morì nel 1924. A partire da questa data iniziò la lotta per la successione che vide opporsi Stalin e Trotsky.
La Terza Internazionale
Nel 1919 nacque la Terza Internazionale, che si pose in profonda rottura con la II. La III era necessaria affinché i veri rivoluzionari dei vari paesi europei lasciassero i propri partiti socialisti (i quali avevano tradito le idee marxiste) e si coalizzassero col fine ultimo della diffusione del comunismo in Europa.
Dunque la III internazionale serviva per far aderire tutti i partiti comunisti che erano nati o dovevano ancora nascere dalla scissione dei socialisti. Questa organizzazione si propone di coordinare i partiti comunisti di tutto il mondo. La III internazionale aveva una forza molto maggiore rispetto alla II, perché quest'ultima non era appoggiata e sostenuta da uno stato, bensì da una federazione di stati; al contrario, la III aveva alle sue spalle URSS che destinava a questa organizzazione delle risorse significative.
Nell'estate del 1920 si tenne il secondo congresso della III, durante il quale vennero emanati i seguenti punti:
- I partiti che si richiamano al modello russo, che desiderano avere dei sostegni da parte dell'URSS, devono espellere dal proprio seno i militanti che credono ancora nelle idee socialdemocratiche.
- Altra condizione: se questi partiti vogliono un appoggio dall'URSS devono obbedire alle regole che vengono dal Comintern, commissione della III internazionale. I partiti comunisti dell'occidente vedono nel partito comunista dell'URSS un modello di riferimento. URSS agiva secondo l'interesse del partito comunista.
L'Europa dopo la prima guerra mondiale
Germania: in sede di trattato a Versailles si considera la Germania come diretta responsabile dello scoppio del conflitto. In realtà si tratta di un falso storico; vigevano tensioni tra tutte le nazioni, tuttavia la Germania aveva fatto del militarismo un'esaltazione continua ed era molto potente. Questa valutazione di principio va tenuta presente perché a livello territoriale la Germania subisce perdite importanti:
- La Saar viene spartita e gestita da vari stati, tale luogo era fondamentale soprattutto per la molteplicità di giacimenti e le miniere.
- Alsazia e Lorena vengono annesse nuovamente alla Francia.
- Perde parte della Danimarca.
- Le vengono sottratti alcuni territori ad oriente che andarono a formare la Polonia.
- Inoltre, tale stato viene diviso in due: la Germania si separa dalla Prussia e viene creato il cosiddetto "corridoio di Danzica".