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Estratto del documento

C).

Replicazione:

1) Endocitosi: fusione con endosomi pH-dipendenti. Il virus influenzale A ha la proteina M2

sensibile all’ amantadina e alla rimantadina.

2) Gemmazione della membrana cellulare: neuroaminidasi (NA) ha un ruolo nella gemmazione

e nel rilascio dei virioni dalle cellule delle mucose respiratorie. È sensibile ai bloccanti della

NA, ovvero oseltamivir e zanamivir.

Variabilità dei virus influenzali: essi hanno una variazione amminoacidica che permette la

sierotipizzazione e la classificazione.

Sierotipizzazione influenzavirus di tipo A: ci sono circa 15-16 sierotipi di HA e 9 di NA. I più diffusi

nell’uomo sono H1, H2, H3, N1, N2. I virus influenzali degli uccelli presentano in superficie tutte le

verianti di H e di N. I virus influenzali si classificano in base a quali H e quali N hanno:

Tipo del virus/luogo dell’identificazione/n° del laboratorio/anno di isolamento/varianti di H e N:

es. A/Mosca/10/99 (H3N2) oppure A/Nuova Caledonia/20/99 (H1N1)

Variabilità genetica:

 Antigenic drift o deriva genica (influenzavirus A e B): variazione graduale nel tempo che

presuppone la formulazione di un nuovo vaccino ogni anno. Dovuto all’accumulo

progressivo di mutazioni geniche con conseguente cambiamento nella sequenza

aminoacidica. Causa le epidemie influenzali.

 Antigenic shift (influenzavirus A): si ha riassortimento tra i frammenti genici di due ceppi

umani o di un virus umano e di uno animale. Avviene grazie alla frammentazione del

genoma di due virioni diversi che vanno dentro la stessa cellula. In questi casi solitamente i

due genomi si tengono separati, ma può capitare che si uniscano generando un nuovo

virus che provoca grosse epidemie. Causa le pandemie influenzali. Un’ ipotesi è che lo shift

dei virus infettivi umani abbiano gli uccelli acquatici come sorgente.

Dopo il riassortimento dei geni 4 e 6 per HA e NA, il nuovo virus elide la risposta immune

dell’ospite ed è causa di gravi pandemie. Questa infezione è impossibile da eradicare a causa

dell’ampia variabilità genica e dell’interscambio tra virus influenzali A umani e animali.

Antigenic shift nel XX secolo:

1918: compare il virus H1N1

1957: compare il virus H2N2 (al posto di H1N1)

1968: compare il virus H3N2 (al posto di H2N2)

1977: ricompare il virus H1N1

Attualmente circolano i virus H1N1 e H3N2.

Patogenesi e cenni clinici:

Sindrome respiratoria acuta e contagiosa, ma non persistente, i pazienti presentano sintomi

generalizzati dovuti alla risposta infiammatoria dell’organismo. Essa porta a brividi, febbre elevata,

malessere generale, cefalea, dolori muscolari, rapidamente seguiti da tosse secca, mal di gola,

congestione nasale, spesso si ha la congiuntivite e a volte dolori addominali. In seguito ad altre

infezioni si può avere nausea, vomito e diarrea. La sintomatologia dura da 2 a 7 giorni e spesso ci

si sente indeboliti anche qualche giorno dopo la guarigione fino a 1-2 settimane. Il tutto è

preceduto da una breve incubazione (48-72 ore) durante le quali il virus, contratto per inalazione,

di infetta le vie respiratorie superiori distruggendo le cellule ciliate, le ciglia e desquamando le

cellule secernenti muco. La malattia poi può evolvere in tre modi: si può avere la normale sindrome

influenza con la conseguente guarigione, la sindrome di Reye, che porta a morte e colpisce

soprattutto i bambini e sembra associata all’uso di aspirina, oppure la polmonite causata da

sovrainfezioni batteriche di pneumococco e da H. influenzae.

Si può parlare di influenza quando sono presenti gli influenzavirus A, B o C e si possono rilevare

grazie a test clinici. Sono escluse le virosi che provocano nausea, vomito e diarrea.

NB. L’influenza intestinale non è causata dai virus influenzali ma da altri il nome è scorretto.

Epidemiologia:

Essa si presenta con epidemie annuali e pandemie periodiche e l’infezione può essere subita sia

dagli umani che dagli uccelli e dai mammiferi. Ogni anno ci sono circa 8000 casi di complicazioni

dovute all’infezione. L’influenza è la terza causa di morte in Italia per patologie infettive preceduta

da AIDS e tubercolosi.

Le più grandi epidemie degli ultimi anni sono state: SARS (2003), Aviaria (2006), Influenza suina da

A/H1N1v (2009), ebola (2014). Invece la più grande epidemia di influenza è stata quella spagnola

durante la prima guerra mondiale che causò non meno di 20 milioni di morti.

Essa si contrae per via respiratoria dai soggetti malati da un giorno prima a 4-5 giorni dopo l’inizio

della forma clinica. La trasmissione è area per contatto di goccioline espulse tramite starnuti o

tosse o tramite le mani infettate dal virus.

I risultati della sorveglianza sono espressi come incidenze, dove l’incidenza è il numero di casi

diagnosticati ogni 1000 assistiti/settimana e si riferiscono sempre ai nuovi casi insorti durante la

settimana di riferimento. Per sapere quanti casi di influenza si sono verificati in Italia in una

determinata settimana bisogna moltiplicare il numero di casi diagnosticati ogni settimana per

56.500 secondo una proporzione che stima che la popolazione italiana sia di 56.500.000 individui.

Prevenzione:

L’unico tipo di prevenzione avviene solo tramite il vaccino, solo per i soggetti a rischio, quali i

soggetti con più di 65 anni, i bambini con più di 6 mesi, i soggetti adulti affetti da malattie

croniche, congenite o debilitanti a carico dell’apparato respiratorio, circolatorio o uropoietico, le

donne al secondo e terzo mese di gravidanza, i soggetti addetti ai servizi pubblici di primario

interesse collettivo, il personale a contatto con animali che potrebbero costituire una fonte di

inferzione, il personale di assistenza o i familiari di soggetti ad alto rischio e i bambini reumatici a

cui viene somministrato acido acetilsialico per periodi lunghi e a rischio di sindrome di Reye in

caso di infezione influenzale.

I virus influenzali sono molti labili di fronte ad agenti fisici e chimici dell’ambiente e su di essi sono

attivi tutti i disinfettanti chimici nelle ordinarie modalità di preparazione, lavandosi spesso le mani

e disinfettando gli oggetti entrati a contatto con persone infette può ridurre il rischio di contrarre

la malattia, ma è comunque difficile bloccare l’epidemia in quanto il contagio è per via aerea.

Vaccini:

Ci sono tre formulazioni di vaccino, la più usata è quella a subunità (H e N purificate), che viene

allestito ogni anno, perché ogni anno si hanno delle varianti nuove e viene raccomandato sempre

ai soggetti di categorie particolari. Il vaccino è valido per un determinato ceppo, quando esso

evolve non si è più protetti e bisogna fare un altro vaccino. Poi si ha il vaccino split che è un virus

trattato con etere/detergente. Infine si ha il vaccino classico costituito dal virus intero inattivato

con formalina.

Produzione dei virus dell’influenza di tipo A attenuato a scopo vaccinale: si sfrutta il riassortimento

genico tra un virus patogeno (contro cui si vuole vaccinare) e un virione a virulenza attenuata. Si

selezione il virione riassortante che presenta le glicoproteine HA e NA del virione patogeno e i

geni che conferiscono il carattere attenuato del virione apatogeno.

Vaccini contro H1N1:

 Focetria: Novartis, HA + NA da virus prodotto su uova embrionale, adiuvante MF59 9,75 mg

 Celvapan: Baxter AG, prodotto su colture cellulari VERO di scimmia, non adiuvante

 Pandemrix: GSK, prodotto su uova embrionale, adiuvante AS03 10,69 mg. In Svizzera non è

possibile somministrarlo nelle donne in gravidanza, nei minore di 18 e nei maggiori di 60

anni per la presenza di un nuovo adiuvante AF03 diverso da quello contenuto in Focetria e

distribuito in Italia. Entrambi contengono squalene.

 Celtura: Novartis, prodotto su colture di cellule MDCK di rene di cane.

 Daronrix: Glaxo, adiuvanti fosfato e idrossido di alluminio 0,45 mg con eccipienti: timorosa

50 µg.

 Panenza: Sanofi Pasteur, prodotto su coltura cellulari, 15 mg, nessun adiuvante

 Humenza: Sanofi Pasteur, prodotto su colture cellulari, 3,8 mg adiuvante AF 03.

Profilassi:

Il soggetto malato deve essere isolato in modo da non infettare altre persone.

Influenza aviaria

Eziologia:

Ceppo H5N1 appartenente agli influenzavirus. Virus con genoma a RNA segmentato in 8

frammenti che sono stati completamente sequenziati.

Patogenesi e cenni clinici:

Essa è una malattia respiratoria acuta i cui sintomi sono febbre, dispnea, linfopenia ed

eventualmente morte. I medicinali usati per curare questa malattia sono: Tamiflu della Roche con

p.a. oseltamivirs (inibitore della neuraminidasi), e Relenza della Merck con p.a. zanamivir (inibitore

della neuraminidasi). Si usano anche Symmetrel con p.a. amantadine e Flumadine con p.a.

rimantadine.

Nell’aprile 2013 è stato isolato in Cina orientale e a Shanghai un nuovo virus: H7N9 che causa

sempre l’influenza aviaria. L’infezione ha una sintomatologia moderata ed è trasmessa solo dai

volatili all’uomo, ed è quindi una zoonosi. Per ora non ci sono stati casi di trasmissione interumana.

Shanghai ha sospeso il commercio e l’importazione di polli vivi e per precauzione più di 20.000

animali sono stati soppressi. I casi di infezione da H7N9 sono in totale 60 con 13 decessi.

Epidemiologia:

Zoonosi di origine volatile nata nelle regioni centrali e settentrionali della Tailandia nel 1993. È una

malattia molto patogena. Nel 2004-2005 sono stati confermati casi di influenza aviaria in Vietnam,

Tailandia, Cambogia e Indonesia con 60 morti. Il Vietnam è stato il paese con più morti, dopo di

che la malattia si è diffusa nel mondo contagiando 370 persone di cui 236 sono morte. Il contagio

mondiale avviene grazie alle migrazioni di uccelli malati. L’ultimo caso è stato in Egitto nel marzo

2007. Il contagio interumano non è ancora stato confermato.

La mortalità è del 50%.

Prevenzione:

Severo controllo delle importazioni di pollame da parte dei veterinari autorizzati, restrizione del

movimento di pollame e dei loro prodotti in un’area di raggio di 5km attorno agli stormi infetti,

immediata quarantena del malato finché gli esami di laboratorio non hanno confermato che il virus

è proprio H5N1. Dopo la conferma bisogna procedere con la distruzione per incenerimento degli

stormi infetti. Formazione di programmi di sorveglianza a livello nazionale per rilevare possibili

infezioni da H5N1 e formazioni di strutture di laboratorio per identificare inequivocabilmente il

virus tramite le analisi RT-PCR. Inoltre la prevenzione può essere attuata tramite la

somministrazione del vaccino alle persone a rischio.

Vaccini:

Presente il vaccino per H5N1 e per dei suoi ceppi mutanti.

Profilassi:

Isola

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
73 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/19 Microbiologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Paolina28 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microbiologia applicata e igiene e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Zanotto Carlo.