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Gorbacev intraprese immediatamente il rinnovamento del Politbjuro con uomini più giovani, già
collaboratori di Andropov o provenienti da esperienze nelle periferie. Boris El’cin fu chiamato a
Mosca per entrare nella segreteria del CC e diventare membro candidato del Politbjuro.
I primi passi sulla strada delle riforme furono compiuti nel solco della campagna moralizzatrice
avviata da Andropov: Gorbacev lanciò una battaglia contro l’alcolismo e i suoi effetti sulla salute e
la produttività dei cittadini, che ebbe conseguenze disastrose sull’economia (distruzione dei vitigni,
lo Stato aveva una fonte di entrata per le imposte sulla vodka). Fu istituito un nuovo organismo
centrale per l’agricoltura, il Gosagroprom, secondo le linee di un progetto che Gorbacev aveva
preparato sin dai tempi di Breznev.
Nel febbraio 1986 si svolse il XXVII Congresso del PCUS, il primo dalla morte di Breznev. Il XII
Piano quinquennale (1986-90) indicò obiettivi ambiziosi: gli investimenti della ristrutturazione delle
fabbriche e nella dotazione di nuovi macchinari che avrebbero dovuto aumentare da un terzo alla
metà degli investimenti statali globali
15.3. Il riformismo di Gorbacev (1986-88)
Durante il XXVII Congresso, Gorbacev sostenne la necessità di attuare una profonda
ristrutturazione (perestroika) del sistema sovietico. Il riformismo di Gorbacev si ispirava al
socialismo dal volto umano della primavera di Praga, ma intendeva rimanere fedele all’eredità di
Lenin: si voleva rendere il sistema socialista più libero e al tempo stesso economicamente più
efficiente, e si confidava nel ruolo propulsore che avrebbe svolto il PCUS.
Nell’estate del 1986 Gorbacev decide di imprimere una svolta rispetto alle misure varate in
continuità con il riformismo andropoviano: reperire nuove risorse economiche era indispensabile se
si voleva evitare che le spese militare prosciugassero le possibilità di investimenti per il
rinnovamento dell’industria. Nel mese di giugno fu attenuato il controllo della censura e promossa
l’inedita prassi dei dibattiti pubblici: cominciava l’epoca della trasparenta, che avrebbe dovuto
mettere la pubblica opinione in condizione di vigilare sull’operato dell’apparato politico-
amministrativo.
Il segretario generale dichiarò che bisognava riempire le “pagine bianche” della storia dell’URSS e
inaugurò una fase di ripensamento della storia nazionale che produsse un terremoto
nell’interpretazione di interi periodo. Si giunse a mettere in discussione le fondamenta dela Russia
sovietica poste con la vittoria bolscevica del 1917
Verso la fine del 1986 Gorbacev aveva concesso la grazia ai detenuti politici e richiamato in
dicembre il dissidente più illustre, Andrej Sacharov, dall’esilio di Gor’ki.
Nel gennaio 1987 Gorbacev aveva convocato un Plenum del CC per mettere in primo piano nei
lavori del Politbjuro l’attuazione delle riforme economiche: si adottava l’espressione “socialismo in
un processo di auto-sviluppo” e si poneva all’ordine del giorno l’obiettivo della democratizzazione
nelle relazioni industriali. Fu introdotta maggiore autonomia per le imprese e consentita la creazione
di un settore privato organizzato in cooperative per i servizi, ma non si ammise il ricorso ai prezzi di
mercato per orientare le scele del management e ciò vanificò gli intenti innovatori.
I contrasti tra conservatori, che volevano frenare le riforme, e riformatori radicali, che criticavano la
cautela di Gorbacev, si inasprirono nei mesi che precedettero la XIX Conferenza del partito,
programmata per giugno 1988 2
Alla XIX Conferenza Gorbacev presentò la propria riforma del governo e del partito: rivitalizzare i
Soviet. Intendeva trasformare il Soviet Supremo in un organo di governo di tipo rappresentativo,
una sorta di parlamento, scelto da un nuovo organismo, il Congresso dei deputati del popolo, eletto
a suffraggio universale con un sistema misto: un terzo dei deputati inviato da circoscrizioni
territoriali, un terzo da circoscrizioni nazionali, u terzo da organizzazioni pubbliche come partito e
sindacati. Gorbacev, inoltre, procedette alla riforma del partito, riducendo l’apparato centrale e
smantellando la Segreteria.
In questo modo Gorbacev minò alle fondamenta la forza del partito prima di decretarne la fine del
monopolio del potere: ciò accadde nel marzo 1990, quando la Costituzione fu emendata per creare
la carica di presidente del Soviet, eletto dal Congresso dei deputati del popolo, ricoperta da
Gorbacev.
15.4. Il “nuovo modo di pensare” in politica estera.
Nella primavera del 1983 il presidente Reagan aveva definito l’URSS “l’impero del male” e
annunciato il varo dell’Iniziativa di difesa strategica (SDI), conosciuta come programma di “Guerre
stellari” o di costruzione delo “Scudo spaziale”. Nel settembre 1984 la TASS, l’agenzia di stampa
ufficiale dell’URSS, dichiarò che i rapporti con gli USA erano al punto più basso della loro storia:
l’Unione Sovietica optò per il boicottaggio delle Olimpiadi di Los Angeles, ma continuò ad
esprimere la volontà di riprendere i colloqui sulla riduzione degli armamenti.
Appena giunto al potere Gorbacev manifestò il proprio intento di rinnovare la politica estera
sovietica. Già in occasione del funerale di Cernenko aveva comunicato la volontà di adottare una
linea di non interferenza nei loro affari interni. Nel mese di agosto una delegazione commerciale
sovietica si recò in visita a Pechino, inaugurando una nuova stagione nelle relazioni cino-sovietiche.
Dalla platea del XXVII Congresso Gorbacev propose agli interlocutori dell’URSS la graduale
soppressione delle armi nucleari entro il 2000 e manifestò l’intento di costruire una convivenza
fondata sul principio dell’interdipendenza. Lo stile politico del nuovo leader sovietico cominciò a
riscuotere successi presso i governi e le opinioni pubbliche. In un incontro tra Reagan e Gorbacev
svoltosi a Reykjavik nell’ottobre 1986 si registrò una convergenza sulla riduzione degli arsenali
necleari, ma l’accordo fu pregiudicato dal rifuto degli USA di posporre l’attuazione dello SDI.
Accantonata questa pregiudiziale da parte sovietica, si giunse a un incontro a Washington nel
dicembre 1987, che si concluse con la firma di un importante trattato sulla riduzione dei missili
intermedi (INF, Intermediate Nuclear Forces). Nel frattempo, in aprile, erano stati siglati gli accordi
per la conclusione della guerra in Afghanistan: l’URSS aveva annunciato il ritiro completo delle
proprie truppe e la volontà di non intervenire negli affari interni di Pakistan e Afghanistan.
L’offensiva diplomatica di Gorbacev non tralasciò l’Europa occidentale: si susseguirono scambi di
visite ufficiali tra Mosca e le principali capitale europee, e con alcuni capi di governo stabilì
rapporti di collaborazione e stima reciproca. Un accordo di riconoscimento fu stipulato tra CEE e
Comecon per favorire una maggiore interazione economica tra Unione Sovietica e Comunità
Europea.
Nel nuovo clima politico vennero spegnendosi anche alcuni focolai di tensione e guerra nel terzo
mondo, ad esempio in Angola, dove cominciò il ritiro delle truppe cubane, o in Cambogia, dove finì
l’occupazione vietnamita. Di fronte all’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein, USA e
URSS condannaro congiuntamente l’iniziativa dell’Iraq e concordarono sulla necessità di porre fine
all’occupazione. 3