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Lezione dell’11.04.18 la Repubblica missionaria
il principio di sovranità popolare rimetteva in discussione tutti i poteri del
“ancien régime”, la cui legittimità si basava sull’anzianità del potere dinastico,
supposto essere un segno della loro origine divina. Come l’Europa ha
considerato la rivoluzione? Come si è comportata la Francia riguardo all’Europa
dei sovrani? Quali legami tra la Francia rivoluzionaria e l’Europa?
L’Europa e la Francia repubblicana
L’Europa incontra la rivoluzione
Nel 700, le idee dell’illuminismo hanno toccato tutta l’Europa e sono state
all’origine di un’agitazione politica, in particolare nei Paesi Bassi e nelle colonie
americane. La rivoluzione francese non è dunque stata un fenomeno isolato,
ma è stata di più grande ampiezza e le sue conseguenze furono pertanto molto
più profonde. Intellettuali, scienziati, uomini d’affari hanno espresso il loro
entusiasmo per gli eventi della Francia. Paine è eletto deputato all’assemblea
nazionale del 1792. Considerato dai Montanari come un alleato dei Girondini, è
gradualmente messo da parte, in particolare da Robespierre, quindi
imprigionato nel dicembre 1793. Nei Paesi Bassi, un movimento rivoluzionario
iniziato fin dagli anni 1780, è ispirato dai Lumi e la rivoluzione americana.
L’avvocato Paulus ha vissuto un tempo in esilio a Parigi, favorevole alla
rivoluzione, ha frequentato i patrioti. Pubblica nel 1793 un testo contro la
schiavitù. In Germania, la Renania è la prima e la più radicale a sostenere la
rivoluzione francese. Proclama l sua adesione alla rivoluzione francese nel
marzo 1793. Intellettuali tedeschi come Kant, Fichte, Hegel scelgono
pubblicamente in favore della rivoluzione francese. L’Italia era stata una dei
focolari dei Lumi, soprattutto a Milano e Firenze. Un’élite sociale ed intellettuale
accoglie favorevolmente la rivoluzione francese. Associazioni d’ispirazione
repubblicana, a volte massonici, si formano nella maggior parte delle grandi
città della penisola, sono incoraggiati dai rappresentanti francesi in Italia come
Hugon de Bassonville a Roma. Si leggono i giornali, si commentano gli eventi, si
diffondono le notizie. Filippo Buonarroti, entusiasmato dalla rivoluzione, si reca
in Francia dove pubblica un giornale rivoluzionario, “il giornale patriottico della
Corsica”. Compie diversi missioni per la Convenzione in Corsica poi nel
Piemonte dove diffonde le idee Robespierriste. Sotto il Direttorio, partecipa alla
Cospirazione degli Uguali. La maggior parte dei riformatori dei Lumi da prova
della prudenza di fronte alla radicalizzazione della rivoluzione in Francia.
Una diplomazia nuova?
I filosofi dei Lumi, pur difendendo l’idea di pace come obiettivo auspicabile,
ammettevano la sua impossibilità. I rivoluzionari furono confrontati alla
questione della guerra a causa del conflitto che opponeva la Spagna
Lezione dell’11.04.18
all’Inghilterra e che rischia di trascinare la Francia nel gioco delle alleanze. Il
22 maggio 1790, l’assemblea legislativa decreta:
Il diritto di pace e della guerra appartiene alla nazione che rinuncia ad
intraprendere qualsiasi guerra al fine di fare conquiste, si impegna a non
usare le sue forze contro la libertà di nessun popolo.
Il re è incaricato di gestire le questioni esterne in nome della nazione e
deve informare l’assemblea, che dispone di un potere decisionale.
La possibilità della guerra non è stata definitivamente allontanata. I dibattiti
sulla guerra sono vivi nella Convenzione e nel Club dei Giacobini. I punti di vista
evolvono secondo la situazione militare, ovvero il territorio nazionale da
difendere, quindi sostegno della Francia chiesto dai movimenti giacobini del
Belgio, della Germania, dell’Italia. Fu Kant, che elaborò la teoria repubblicana
delle relazioni internazionali del “progetto di pace perpetua”:
La guerra è uno stato di barbarie poiché l’uomo non è naturalmente
buono. Per la sua natura, vive in uno stato di violenza, brutalità, guerra.
Ne la religione ne i re hanno cambiato la situazione. La pace non è uno
stato di natura. Le società civilizzate devono costruirla
La repubblica stabilisce leggi per permettere a ciascuno di vivere
liberamente. La morale naturale obbliga ogni individuo a rispettare gli
altri individui. L’uomo lascia lo stato di natura per giungere allo stato di
diritto.
Le relazioni tra gli stati non devono obbedire al fortissimo, che risulta non
dalla guerra ma dal diritto morale. Uno stato deve essere considerato
come una società umana, una persona giuridica e non come un territorio,
proprietà privata di cui il sovrano disporre a modo suo.
Ogni stato ha il diritto al rispetto della sua esistenza e della sua integrità
territoriale. Le repubbliche rinunciano al diritto di guerra. Gli eserciti
permanenti devono essere proscritti. La pace è la conseguenza della
repubblica. I popoli, che subiscono gli oltraggi della guerra, non possono
volerla. La pace sarà la conseguenza della libertà e della repubblica. Per
garantire le buone relazioni tra esse, sei repubbliche stabiliranno le
federazioni.
Qualsiasi trattato di pace deve essere considerato perpetuo. La parola
data e gli impegni devono essere rispettati.
Il progetto di creare un diritto internazionale per salvaguardare la pace fu
cominciato, nel 19esimo secolo.
Una guerra rivoluzionaria
Ansiosi dell’organizzazione di un esercito da parte degli emigrati alla frontiera
del Reno, alcuni deputati raccomandano di condurre una guerra preventiva. Le
minacce formulate nel manifesto del duca di Brunswick, indirizzato dall’esercito
austro-prussiano e contro rivoluzionario agli abitanti della Francia, non soltanto
Lezione dell’11.04.18
partecipano alla caduta del re, ma convincono la Convenziona nazionale della
necessità di diffondere la rivoluzione. Il 19 novembre 1792, la convenzione
promette fraternità e aiuto ai popoli che vogliono recuperare la libertà. Le
prime vittorie francesi pongono il problema dello status politico degli spazi
occupati dagli eserciti francesi. Il 15 dicembre 1792, la convenzione vota un
decreto sull’amministrazione rivoluzionaria francese dei paesi conquistati. Due
articoli citano:
ARTICOLO 1: nei paesi che sono o saranno conquistati dagli eserciti della
repubblica, i generali proclameranno immediatamente, la sovranità del
popolo, la soppressione di tutte le autorità stabilite, imposte o contributi
esistenti, l’abolizione della decima, del feudalesimo, dei diritti signorili,
fissi o casuali, delle banalità, del vincolo reale e personale, dei privilegi di
caccia e predica, dei lavori forzati, della nobiltà e generalmente di tutti i
privilegi
ARTICOLO 2: annunceranno al popolo che gli portano pace, soccorso,
fraternità, libertà ed uguaglianza.
Gli eserciti repubblicani sono incaricati di abolire l’ancien régime nei paesi
occupati, convocare il popolo in assemblee primarie o comunali, per creare ed
organizzare un’amministrazione ed una giustizia provvisorie.
L’Europa rivoluzionaria
Un accoglienza favorevole
Il 1° febbraio 1793, la convenzione francese dichiara guerra all’Inghilterra ed
alle province collegate. Guillaume V è spinto all’esilio in Inghilterra e lo stesso
giorno. Il comitato di Amsterdam prende il controllo del municipio della città, in
nome della repubblica batava. Nonostante il disaccordo tra federalisti e
centralizzatori, la costituzione è adottata nel 1798. È simile a quella del
Direttorio francese. L’esercito dell’Italia è affidato ad un giovane ufficiale
sconosciuto, che si è fatto osservare per aver difeso la convenzione contro n
colpo di stato monarchico, cosa che gli ha valso il soprannome di generale
Vendémiaire. L’esercito francese condotto da Bonaparte penetra nella penisola.
I giacobini italiani lo accolgono come un liberatore. Ugo Foscolo partecipò
attivamente alle sedute della società patriottica d’istruzione pubblica. Aderisce
completamente al programma di trasformazione democratica e repubblicana
della vecchia repubblica aristocratica. Insiste particolarmente sulla necessità di
una pedagogia popolare per riformare i costumi. Si impegna della guardia
nazionale della repubblica cisalpina e partecipa alla campagna dell’esercito
francese contro la coalizione russo-austriaca.
Le repubbliche sorelle
La prima assemblea nazionale batava si riunisce il 1° maggio 1796 e redige
una costituzione. Un primo progetto è respinto da un referendum, mentre un
Lezione dell’11.04.18
progetto ispirato dalla costituzione francese è approvato. Il 12 giugno, un
nuovo colpo di stato caccia dal potere i redattori della costituzione e installa al
loro posto un governo di moderati, il comitato batavo. Combinata alla Francia
nella guerra contro l’Inghilterra, la repubblica batava diventa rapidamente uno
dei suoi satelliti. Napoleone riorganizza l’Italia:
A nord del Po’ crea la repubblica transpadana, al sud del Po’ la repubblica
cispadana, si uniscono per creare la repubblica cisalpina con capitale
Milano.
La repubblica ligure è formata dalla repubblica oligarchica di Genova.
La repubblica romana è formata con gli stati del papa.
La repubblica partenopea (Napoli) è costituita nel 1779.
Toscana e Piemonte amministrati dalla Francia.
Bonaparte cede la repubblica di Venezia all’Austria (trattato di
Campoformio)
Le costituzioni si ispirano dalla costituzione termidoriana della Francia, mentre i
giacobini italiani richiedo generalmente riforme più radicali. Queste repubbliche
non beneficiano di una vera indipendenza, anche nelle regioni in cui i
rappresentanti italiani beneficiano di una più grande autonomi.
La fine dell’ancien régime
La presenza francese è caratterizzata dalla trasformazione
dell’amministrazione. La cronologia differisce secondo le regioni ma i principi
generali sono simili:
Abolizione dei diritti feudali
Soppressione di alcune comunità religiose ed espropriazione dei loro beni e
della chiesa
Istituzione del matrimonio civile
Riorganizzazione del sistema giuridico
Leggi d’istruzione pubblica
Gli aspetti contestati sono:
La centralizzazione (contro il federalismo)
La coscrizione che produce insoddisfazione e resistenza (arruolamento)
Assenza di libertà politiche
Queste trasformazioni sono rese possibili grazie al sostegno delle élite