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Per quanto concerne il lavoro possiamo individuare tre caratteristiche fondamentali:
1. È l’unico fattore attivo della produzione;
2. Non è separabile dal lavoratore;
3. Può essere indiretto (nel caso delle materie, della loro trasformazione) e viene calcolato
in base alla quantità di tempo necessaria per produrre un solo prodotto, o diretto (nel caso
della struttura, in esso rientrano il funzionamento dei macchinari, lo svolgimento di attività
complementari, amministrative e accessorie);
4. Ha capacità produttiva, o meglio, il lavoratore ha una data capacità produttiva. Nei
calcoli, come nel caso degli Impianti, si tiene conto della capacità produttiva massima.
N.B: bisogna tener conto che ogni prestazione è condizionata dalla cosiddetta equazione
personale del lavoratore, ossia della cultura, dell’abilità, della motivazione e dei modelli
mentali propri del lavoratore stesso.
Il fabbisogno unitario è costituito dal tempo necessario per produrre un solo prodotto, il
fabbisogno complessivo è rappresentato dal tempo necessario per produrre un volume di
produzione e si calcola, moltiplicando il fabbisogno unitario per il volume di produzione di
riferimento: QL(T)= qL x QP(T).
Analogamente agli Impianti, è necessario calcolare il numero di lavoratori necessari per un
certo volume di produzione: NL= QL(T) x KL(T). Tale numero si calcola moltiplicando il
fabbisogno complessivo di lavoro per la capacità produttiva dei lavoratori tenendo conto
del fattore tempo (T). Anche in questo caso, come per la sezione Impianti, nel caso non ci
sia la possibilità di assumere un tot di lavoratori necessari alla produzione, è opportuno
‘’dilatare ‘’ il tempo necessario alla produzione e quindi calcolare il tempo necessario: KT=
QP(T) x KL(T), dove il rapporto tra la capacità produttiva e i volumi di riferimento va a
determinare l’unità di tempo necessaria per quella determinata produzione.
5. CONOSCENZE
Le conoscenze possono essere codificate o esplicite (brevetti ecc), o non codificate o
implicite (le procedure automatiche che il lavoratore impiega senza esserne consapevole).
Le conoscenze formano il know how, il know when e il know where e spesso possono
essere ricomprese nelle altre sezioni: per esempio il know how può essere ricompreso
direttamente nel lavoro, le conoscenze acquisite da soggetti esterni (consulenze ecc)
possono essere comprese tra i Servizi ecc.
Le indichiamo con B, ma sono fattori difficili da individuare, per essi non si determinano ne
fattori unitari ne fattori complessivi.
N.B. Per conoscenze si intende il complesso di conoscenze proprie dell’organizzazione,
non del singolo individuo che la compone.
Facendo un breve riepilogo possiamo osservare che per quanto riguarda le categorie
Materie e Servizi per calcolare il fabbisogno complessivo è sufficiente tener conto del
fabbisogno unitario e dei volumi di produzione di riferimento, mentre per gli Impianti e il
Lavoro svolgono un’importante ruolo la capacità produttiva KI e il tempo T. Nel caso di
queste ultime due categorie, bisogna però tenere a mente il fatto che, volendo ampliare la
capacità produttiva, nel caso del Lavoro vi è molta più flessibilità, infatti il numero dei
lavoratori può variare molto più facilmente, mentre per ampliare il complesso di impianti
esistenti il processo è molto più lungo e può essere attuato come fatto eccezionale e non
normale.
FUNZIONE DI PRODUZIONE
La funzione di produzione determina la combinazione produttiva ottimale delle molteplici
produzioni, impiegando congiuntamente i vari fattori compresi nelle differenti categorie. In
sostanza la funzione di produzione indica i fabbisogni unitari di ogni fattore tenendo conto
del programma di utilizzo, dei vincoli, e le sue eventuali incompatibilità. La combinazione
produttiva invece determina i volumi da ottenere dei diversi prodotti, i quali rappresentano
l’output del sistema produttivo.
I calcoli necessari per ottenere la funzione di produzione sono affidati al responsabile
tecnico della produzione.
Ma per effettuare la scelta ottimale di produzione non è sufficiente calcolare la funzione di
produzione, infatti è necessario calcolare anche i valori e svolgere un accurato programma
di produzione, in modo che i volumi di produzione vengano ottimizzati al fine di rispettare
valori di costo, ricavo e risultato tenendo conto della domanda proveniente dai
consumatori. Questo compito è affidato al responsabile economico della produzione.
Vediamo nello specifico che cosa significa.
2.4 La produzione quale trasformazione economica. Costi, ricavi e risultati
LA TRASFORMAZIONE ECONOMICA (slide 22, pagina 70)
Facciamo due premesse.
I produttori:
1. Acquisiscono i fattori non solo dai lavoratori, ma anche da fornitori esterni
all’organizzazione (tout court). L’insieme dei fornitori viene detto bacino di input o mercato
di approvvigionamento.
2. Cedono le produzioni ad altre organizzazioni, chiamate clienti. L’insieme dei clienti
costituisce un bacino di vendita o mercato di sbocco.
Gli input e gli output acquisiscono valore tramite i prezzi. I prezzi per l’approvvigionamento
(acquisto, valore negativo degli output) sono i prezzi-costo, quelli per la cessione (vendita,
valore positivo degli output) i prezzi-ricavo. I primi determineranno i costi per
l’approvvigionamento, i secondi i ricavi di cessione.
COSTI DI APPROVVIGIONAMENTO: CM, CS, CI,CL
RICAVI DI CESSIONE: RP
Con la valorizzazione degli input e degli output, tramite i prezzi, la trasformazione
produttiva diventa una trasformazione di valore, una trasformazione ECONOMICA.
COSTO DI PRODUZIONE E COSTO UNITARIO MEDIO
Il costo di produzione è determinato dalla somma dei fattori acquistati e impiegati nella
produzione di un prodotto P tenendo conto delle varie categorie:
CP= CI + CM + CS +CL
Il costo unitario medio è determinato dal rapporto tra il costo di produzione e i volumi di
riferimento e va a costituire il costo della singola unità di prodotto.
cP= CP / QP (costo di produzione della singola unità fratto i volumi di riferimento).
N.B: CP dipende da QP. Infatti all’aumentare di QP il costo unitario medio si riduce in
quanto diminuisce (si contrae) l’incidenza dei fattori di struttura. (VEDI DIMOSTRAZIONE
NELLA SLIDE 24)
In sostanza, il costo di produzione complessivo è il valore necessario per produrre un dato
volume di produzione, ed esprime il valore minimo di cessione di quella produzione; il
costo unitario medio è il costo delle singole unità di prodotto ed esprime il limite minimo del
prezzo di vendita affinché si possa recuperare il costo dei fattori impiegati per la
produzione di quella singola unità.
Il costo unitario medio dipende dalla quantità di prodotti che si vogliono produrre (volumi di
produzione) perché se si produce di più, i costi fissi vengono distribuiti su una maggiore
quantità, viene sfruttata ‘’a pieno ’’ la capacità produttiva degli impianti.
RISULTATO OPERATIVO
Il risultato operativo si ottiene, in poche parole, sottraendo dai ricavi i costi.
RO= RP- RC
In sostanza è ciò che rimane all’azienda dopo aver reintegrato i costi di produzione. Da
questi devono ancora essere sottratte imposte eccetera.
2.5 Misure di performance della trasformazione economica
INDICATORI DI PERFORMANCE DELLA TRASFORMAZIONE ECONOMICA
Per calcolare gli indicatori di performance è necessario avere a disposizione i dati di
prezzo, costo, ricavo e risultato analitico (operativo).
Anche lo stesso risultato operativo analitico è un indicatore di performance in quanto
sintetizza i ricavi ed i costi per ciascuna produzione e per tutte le produzioni
congiuntamente. Come abbiamo già detto, RO si ottiene sottraendo dai ricavi i costi (RO=
RP-CP). Ma se scrivessimo in quest’espressione i ricavi ed i costi direttamente in funzione
dei prezzi di vendita e dei costi unitari di produzione, otterremmo:
ROm= RPm- CPm= (pPmx QPm) – (cPmx QPm) = (pPm-cPm) QPm
Notiamo che quest’espressione fa emergere l’essenza della trasformazione economica,
che è quella di vendere i prodotti a un prezzo minore rispetto al costo unitario medio di
produzione cP.
Questo è reso possibile da quattro funzioni fondamentali:
-funzione commerciale: espandere i volumi di produzione (ossia QP);
-funzione di marketing: innalzare i prezzi di vendita (ossia pP);
-funzione di produzione: contrarre i fabbisogni unitari (ossia qI, qM, qL, qS, ossia il bisogno
di impianti, materie, lavoro e servizi);
-funzione di approvvigionamento: contrarre i prezzi di approvvigionamento dei fattori (ossia
pI, pM ecc, ossia l’approvvigionamento di materie, impianti eccetera).
Tuttavia, essendo il risultato analitico un valore assoluto, non possiamo comprendere
tramite esso quale sia effettivamente il rapporto che intercorre tra il prezzo di un singolo
prodotto e il suo costo. Per questo utilizziamo un altro importante indicatore di
performance che è il ROC (Return On Cost o Mark-Up).
Il ROC esprime il rapporto che c’è tra il risultato operativo e il costo di produzione:
ROCm= ROm/ CPm
Quest’indicatore fa emergere la capacità di un’azienda di produrre un plusvalore rispetto al
valore consumato e ne esprime la dimensione in percentuale.
Altri due indicatori di performance equivalenti al ROC, ma espressi in maniera differente,
sono il CPC e l’E, ossia rispettivamente il Cost Per Cent e l’indice di Economicità.
Il Cost per Cent (o anche Cost/earning o anche Cost/income ratio) indica quante unità
monetarie di costo sono comprese in 100 unità monetarie di ricavo, mentre l’indice di
economicità E, inversamente, indica l’output, ossia il ricavo che si potrebbe idealmente
ottenere con 100 unità di valore di input, ossia di costo.
CPCm = cPm / pPm
Em = pPm / cPm
In sostanza l’economicità dipenderà:
-dalla capacità dell’organizzazione di vendere i propri prodotti a un prezzo superiore ai
costi unitari medi di produzione, o, inversamente, di contrarre i costi unitari medi di
produzione (tecnicamente “applicare un mark up positivo ai costi’’) al fine di ottenere
prezzi di livello adeguato;
-se i prezzi di vendita sono dati dal cliente, dalla capacità dell’organizzazione di produrre a
costi unitari medi inferiori ai prezzi stessi.
CONTO ECONOMICO MULTIMARGINALE
Abbiamo quattro fondamentali margini: valore aggiunto, margine di contribuzione, margine
operativo lordo e reddito operativo (o margine operativo netto).
Il valore aggiunto è il primo margine fondamentale e si quantifica sottraendo dal valo