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IGURA

La curva di domanda può essere attraverso l’equazione di una retta lineare inclinata

– in cui l’intercetta

negativamente pari a p = a bq, a rappresenta la disponibilità massima

a pagare che ciascun consumatore ritiene accettabile. Infatti per prezzi superiori al punto

di intercetta a nessun consumatore sarà disposto ad acquistare il bene in oggetto. Man

p’

mano che il prezzo si riduce la quantità domandata aumenterà e ad un livello di prezzo

q’.

la quantità domandata sarà pari a Quindi avendo messo in relazione la curva di

domanda con l’utilità marginale possiamo evidenziare una serie di elementi che si

desumono dallo studio della domanda di mercato:

 Dato il prezzo p, possiamo determinare la quantità domandata dal mercato.

Graficamente questo valore lo ricaviamo dal punto di incontro tra la retta del

p’ q’.

prezzo e la curva di domanda. Nel nostro esempio dato otteniamo

 possiamo individuare l’utilità marginale e la disponibilità a

Data la quantità q,

pagare, da parte del mercato, che corrisponde al punto sulla curva di domanda

q’ p’.

ottenuto proiettando la quantità sulla curva. Nel nostro caso dato otteniamo

 che rappresenta l’area

È possibile individuare il surplus del consumatore,

compresa fra la curva di domanda e la retta del prezzo ed è pari alla differenza fra

la disponibilità a pagare e il prezzo per tutte le unità acquistate. Nel nostro caso è

pari all’area SC. 4

Altro elemento da introdurre al fine di meglio comprendere gli aspetti che tratteremo in

seguito riguarda i concetti di offerta dell’impresa e dell’industria. Anche qui è possibile

introdurre un sistema di assi cartesiani dove sull’asse delle ordinate indichiamo il prezzo

p e su quella delle ascisse la quantità q in riferimento ad un generico bene prodotto. Se

prendiamo in considerazione un produttore allora è possibile individuare la curva di

offerta del singolo che indica la disponibilità a vendere una certa quantità di prodotto per

4

i diversi livelli di prezzo individuati . Passando al caso in cui il numero dei produttori è

molto grande allora è possibile tracciare la cura di offerta del mercato (S) che in tal caso

La curva di offerta ci dice quale quantità l’impresa, o l’industria,

è continua. è disposta a

produrre per un dato livello di prezzo oppure per ogni data quantità da produrre qual è il

prezzo minimo al quale si è disposti a produrre. In realtà non è sempre possibile parlare

di curva di offerta perché le imprese non possono, in alcuni mercati, decidere il prezzo e

5

le quantità da collocare sul mercato . Per ovviare a teli problematica si preferisce prendere

dell’impresa o dell’industria, che

in considerazione la curva di costo marginale (MC),

esprime l’offerta dell’impresa ed è un concetto utilizzabile in tutte le forme di mercato.

Quindi la curva del costo marginale ci dice qual è il costo, per l’impresa o per l’industria,

per produrre una data quantità di prodotto e a quale prezzo si è disposti a venderla. Inoltre

che il costo marginale rappresenta il costo che l’impresa deve

è importante ricordare

sostenere per produrre una quantità aggiuntiva di prodotto o in altri termini esso ci dice

la variazione del costo totale in seguito alla produzione aggiuntiva di output.

Matematicamente il costo marginale rappresenta la derivata del costo totale rispetto alla

MC = ∂CT/∂q.

quantità prodotta: I teorici marginalisti ipotizzano che i costi marginali e

medi abbiano un andamento ad “U” dovuto al fenomeno dei rendimenti di scala prima

crescenti, il che giustifica una riduzione dei costi, e poi decrescenti, il che determina un

aumento dei costi. Questa ipotesi è spiegata ricorrendo alla considerazione che in una

prima fase si migliora l’efficienza organizzativa mentre in una seconda fase si perde tale

4 Anche in tal caso abbiamo una curva di offerta a gradini in quanto siamo nel discreto.

Mentre in concorrenza perfetta il prezzo è dato e quindi ha senso parlare di offerta dell’impresa e

5

dell’industria, nel caso di monopolio l’impressa decide prezzo e quantità ed il riferimento più appropriato

è il costo marginale. 5

6

efficienza a causa di problematiche organizzative . Ritornando alla nostra curva di offerta

o di costo marginale:

F 2

IGURA

Come si evince dal grafico la curva di offerta S è pari al costo marginale MC e ci permette

di individuare il surplus del produttore, o dei produttori, per un certo valore di prezzo e

p’).

quantità che nel nostro caso sono la coppia di coordinate (q’; Il surplus del produttore

è dato dall’area compresa tra la retta del prezzo p’

SP e la curva di offerta o costo

marginale S=MC. In altri termini il surplus del produttore ottenuto dalla produzione di

una singola unità di bene è la differenza fra l’ammontare che il venditore riceve per tale

unità e i costi sostenuti per produrlo e sommando queste differenze per le quantità totali

si ottiene il surplus totale del produttore. Ora possiamo introdurre un altro concetto

fondamentale che è quello di efficienza allocativa che si realizza quando le risorse di una

società vengono allocate nel modo più efficiente possibile considerando come data la

L’efficienza allocativa si ottiene quando il

7

domanda, i costi e la tecnologia disponibile .

surplus totale, dato dalla somma del surplus del consumatore e del produttore, è

L’ipotesi dei costi ad “U” è fondamentale per rendere l’equilibrio dell’impresa un traguardo raggiungibile

6

e reale almeno in teoria. Diverse sono le critiche rivolte ai teorici marginalisti proprio su tale particolare

ipotesi.

7 In questa circostanza si parla di allocativa o efficienza statica proprio perché conosciamo la domanda, i

costi dell’impresa e la tecnologia disponibile. 6

massimizzato. Ciò avviene nel punto in cui la curva del costo marginale incontra la curva

q’’),

di domanda a cui corrispondono le coordinate E (p’’; infatti è facile osservare che

p’’ q’’

per valori di prezzo superiori a e valori di quantità inferiori a si attesta una perdita

di efficienza (detta anche perdita di benessere) pari all’area PB, che è pari alla differenza

q’’ q’.

fra il surplus totale ottenuto ad un livello e quello ottenuto a livello

F 3

IGURA q’),

Supponendo di essere nel punto di coordinata (p’; in cui si realizza la perdita di

benessere, dove le risorse non sono allocate in modo efficiente perché ci sono

consumatori disposti ad acquistare il bene ad un prezzo più basso ed al contempo anche i

produttori avrebbero convenienza ad incrementare la produzione continuando a

conseguire un surplus positivo. Ecco che tale situazione non è conveniente per nessuno

in quanto la perdita PB rappresenta surplus potenziale che viene perso e né i consumatori

appropriarsene. Quindi la situazione in cui si realizza l’efficienza

né i produttori possono q’’)

allocativa è data dal punto di coordinate (p’’; in cui il surplus totale è massimizzato

q’’

e suddiviso tra produttori SP e consumatori SC. Produrre quantità superiori a non

sarebbe possibile in quanto la curva del costo marginale è al di sopra della curva di

domanda e quindi il produttore richiederebbe un prezzo superiore a quello a cui è disposto

il mercato. 7

F 4

IGURA (p’’; q’’)

Da ciò desumiamo che il punto E è un punto di ottimo sociale in cui la società

alloca al meglio le risorse ed il settore del consumo e quello della produzione sono in

quando si realizza l’uguaglianza tra prezzo e

equilibrio, inoltre questo avviene costo

marginale p = MC.

Avendo analizzato alcuni concetti propedeutici allo studio delle forme di mercato

secondo l’approccio marginalista ora passiamo all’analisi specifica della concorrenza

perfetta, del monopolio, della concorrenza monopolistica e dell’oligopolio.

La concorrenza perfetta. 8

Il modello di concorrenza perfetta è basato su cinque ipotesi fondamentali senza le quali

non sarebbero validi i risultati che da esso si evincono:

 L’atomicità; nel mercato ci sono moltissime imprese ciascuna delle quali è così

piccola che il suo comportamento non ha un impatto significativo su quello dei

rivali. Inoltre in tale mercato le imprese sono price taker in quanto considerano il

prezzo come dato e non sono in grado di incidere sul suo livello, esso si forma sul

mercato e viene scelto dalle imprese per collocare il proprio output.

8 LUÍS CABRAL, Economia industriale, Roma, Carocci editore, 2004. 8

 Omogeneità del prodotto; il prodotto offerto è lo stesso per tutti gli operatori di

mercato.

 Informazione perfetta; tutti gli agenti conoscono le informazioni necessarie per

far sì che lo scambio di mercato abbia luogo senza difformità e quindi non ci sono

asimmetrie informative. Questo significa che i prezzi dei mezzi di produzione e

dei beni di consumo, oltre ad essere dati, sono noti sia ai produttori che ai

consumatori.

 Simmetria tecnologica; tutte le imprese hanno accesso alle stesse tecnologie

produttive, quindi non ci sono imprese che possono utilizzare tecnologie migliori

e protette da tutele giuridiche che limitano la diffusione nel mercato.

 Libertà di entrata e uscita; le imprese possono liberamente entrare e uscire dal

mercato in quanto non ci sono barriere che limitano tale possibilità.

L’obiettivo dell’impresa in concorrenza perfetta, così come in altre forme di mercato,

secondo la logica marginalista è la massimizzazione del profitto che si realizza quando il

costo marginale è uguale al ricavo marginale (MC=MR). Sapendo che il profitto è dato

dalla differenza tra ricavi totali e costi totali e considerando che essi sono funzione delle

quantità prodotte e vendute allora massimizzando la funzione del profitto possiamo

dimostrare questa condizione:

π = RT-CT (il profitto è pari alla differenza tra ricavi totali e costi totali).

π = RT(q)-CT(q) (i ricavi totali e i costi totali sono funzione delle quantità prodotte).

max π: ∂π/πq = 0 (massimizziamo la funzione del profitto ponendo la derivata prima pari

a 0. Infatti la derivata prima è nulla in un punto di minimo o di massimo del

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
17 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ECO1987 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Iorio Roberto.