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L’UNITÁ D’ITALIA
Le idee liberali della Francia illuminista e rivoluzionaria erano giunte in Italia attraverso il dominio
napoleonico. Le brevi esperienze delle repubbliche giacobine avevano diffuso quel sentimento di
identità nazionale che aveva poi animato le società segrete ed i primi moti di ribellione nel 1820. In
seguito alcuni sovrani avevano accolto le rimostranze del popolo realizzando riforme liberali e
concedendo costituzioni.
La Prima guerra d’indipendenza
Nel 1848, sull’onda dei moti rivoluzionari scatenatisi in più parti d’Europa, città come Milano (nelle
famose Cinque giornate), Venezia, Parma e Modena insorsero contro i propri oppressori. Il Regno
di Sardegna di Carlo Alberto di Savoia sostenne le rivolte contro l’Austria e fu seguito in guerra
dallo Stato pontificio e dal Regno borbonico delle Due Sicilie. Dopo le prime vittorie dell’Austria
l’esercito di Carlo Alberto fu costretto alla resa. Firmato un armistizio con l’Austria in rispetto dei
vecchi confini stabiliti dal Congresso di Vienna, abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II e si
ritirò in esilio. Col termine della Prima guerra d’indipendenza italiana terminarono quelle rivolte
condotte da autorevoli rivoluzionari come Mazzini e Garibaldi. In quegli anni si stava intanto
affermando il pensiero del nuovo primo ministro del Regno di Sardegna,Camillo Benso di Cavour,
per il quale era indispensabile guadagnare un posto di favore tra le potenze progressiste
dell’Europa occidentale. Per attuare il suo piano, Cavour, impiegò un contingente militare
nella guerra di Crimea. Il buon esito della spedizione consentì Cavor di avvicinarsi alla Francia di
Napoleone III, con la quale firmò gli Accordi di Plombiéres. La Francia s’impegnava a supportare il
Regno di Sardegna contro qualsiasi offensiva austriaca, in cambio dei territori di Nizza e della
Savoia. Era giunto il momento di riprendere la lotta per l’indipendenza.
La Seconda guerra d’indipendenza
Nel 1859, Vittorio Emanuele II provocò il nemico ammassando truppe armate lungo il confine
orientale del Regno di Sardegna, sul fiume Ticino. L’Austria minacciata, rivolse un ultimatum al re
il cui rifiuto portò alla guerra. L’esercito piemontese, guidato da Napoleone III e dal gruppo
volontario di Giuseppe Garibaldi , ottenne importanti vittorie. Le forze austriache ripiegarono sulle
fortificazioni ad est e la Lombardia fu trionfalmente liberata. Il successo riportato dai franco-
piemontesi non tardò ad innescare nuove insurrezioni in altre località d’Italia che chiesero
l’annessione al Regno di Sardegna. Ma Napoleone III si allarmò di fronte a tali richieste, poiché
minacciavano di ampliare il Regno dei Savoia più del previsto; di sua sola iniziativa firmò a
Villafranca un armistizio con l’Imperatore d’Austria. L’accordo tra i due sovrani concesse
la Lombardia al Regno di Sardegna, ma il Veneto e le città insorte rimasero ai precedenti
occupatori.
La spedizione dei Mille e la proclamazione del Regno d’Italia
Mentre a Torino s’inaugurava un nuovo Parlamento esteso all’Italia centrale, nelle città del sud si
verificavano nuove rivolte. Ciò convinse Garibaldi ad organizzare una spedizione per liberare il
meridione dal dominio borbonico. Garibaldi salpò a Genova a capo di oltre 1.000 volontari
(spedizione dei Mille). Giunto in Sicilia sconfisse le truppe borboniche “consegnò” il sud a Vittorio
Emanuele II. L’amministrazione del Regno di Sardegna, fu ampliata a tutte le regioni liberate con
la proclamazione del Regno d’Italia del 17 Marzo 1861. Torino fu eletta capitale e lo Statuto
Albertino divenne la costituzione dell’intero Regno. Sorsero, tuttavia, diversi problemi, legati alla
profonda diversità di territori che per secoli erano stati divisi, per l’alto tasso di analfabetismo e per
la perdita di Cavour.
La Terza guerra d’indipendenza
Pochi anni dopo la proclamazione del Regno d’Italia Firenze ne divenne capitale, con un
provvedimento che di fatto mirava alla liberazione di Roma. In Europa si era assistito
alla vertiginosa crescita della Prussia, che con l’abile cancelliere Bismarck era giunta
all’unificazione degli stati germanici, ed ora intendeva colpire l’Austria. Questo portò ad un’alleanza
con l’Italia. Nel 1866 Prussia e Italia attaccarono l’Austria. Gli italiani furono di fatto sconfitti, ma il
Veneto gli fu comunque concesso. Restava da conquistare Roma
Quando l’esercito di Napoleone III si impegnò in una guerra per le regioni semitedesche
dell’Alsazia e della Lorena, l’Italia approfittò della situazione per agire. Entrò a Roma con un corpo
di spedizione e dopo una breve battaglia presso Porta Pia impugnò la città. Con la legge delle