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I TESTI PIU’ ANTICHI OCCITANI
“Boecis”
• Si ipotizza che sia il gesto più antico tra tutti quelli che abbiamo (mancano delle
testimonianze esterne in appoggio a questa ipotesi)
• Indizi paleografici dicono che il manoscritto appartiene all’XI secolo (non molto dopo il
1000)
• Le prime informazioni del frammento risalgono al XVIII secolo, per poi essere riscoperto nel
1813 nella biblioteca municipale di Orleans
•
Poema di 257 decasillabi forma poetica simile all’epica francese in cui però l’assonanza è
già sostituita dalla rima
• Trama: vita di Boezio che il medioevo aveva trasformato in martire cristiano
• Caratteristiche:
- Conservazione di a tonica
- AU si mantiene in causa
- assente la dittongazione spontanea
- manca un tratta tipico del provenzale cioè il dittongo condizionato da suono palatale ( /j/ e
/w/) dovremo aspettare la tradizione lirica
- perdita di n divenuta finale e davanti alla -s finale
- mancata rappresentazione della l ed n palatalizzata a causa della incapacità della pratica
scrittoria (più tardi sarà il, gn, lh, nh)
- /k/ + a a volte palatalizzato e a volte no (esitazioni varie punto di incontro tra nord e
sud?)
- Quindi si pensa che il testo sia dell’area del Limosino (-en per la 3^ persona plurale;
soluzione dello iato per v; conservazione di p in forme come IPSE)
- Presenza della declinazione bicasuale
- Perfetti con le formi forti in c e g e forme deboli della prima coniugazione
“Chanson de Sainte Foi”
• Difficile da collocare cronologicamente e si pensa che sia della metà dell’XI secolo
• Ne parla lo studioso Fauchet nel 1581 e poi del manoscritto non se ne ha più traccia
(vengono trascritte nel 1817 da Raynourd le rime del primo)
• 1901: riscoperta del manoscritto nella biblioteca di Leyden (catalogato nel 1716 col nome
di Ausias March la firma ha permesso il riconoscimento
• Le caratteristiche indicano che l’opera fu scritta nella parte meridionale dell’area
provenzale, molto probabilmente nell’area di Narbona
• La canzone è la seconda parte di 4
• Consta di 593 ottosillabi, raggruppata in lasse di lunghezza diseguale
• Caratteristiche:
- Testo interamente rimato (per lo più con rime maschili)
- Prima lassa = riferimenti all’originale latino
- L’autore, seguendo alcuni riferimento a un profitto nella poesia, sarebbe il primo
esempio nella letteratura romanza di un cantore professionista e dello sfruttamento
a fini secolari di temi cari alla Chiesa
- Quarta lassa: ambientazione ad Agen
- N finale si mantiene in tutta la poesia (a parte in razo)
- N si conserva davanti a -s finale
- Le velari rimangono davanti ad a
- Ch corrisponde a /k/
- Desinenza -an regolare nella terza persona plurale dei verbi della prima coniugazione
- Desinenza -en è completamente assente > -on / pronome enclitico
- Desinenze del futuro anteriore 1^ sing. AI > ei
- Terminazione in -ai è l’uso corrente del provenzale
• Dopo questa opera non ci sono opere scritte in provenzale delle quali si possa dire con
certezza che siano più antiche della lirica profana
Dopo la “Sainte Fei” abbiamo un frammento della vita di Alessandro Magna che presenta legami
con l’area provenzale sia un aspetto notevolmente arcaico (non prima del XII secolo però).
Stessa osservazione da applicare a due poemetti provenienti da San Marziale di Limonge (ora a
Parigi), di cui è un canto di Natale.
Scritti in prosa appaiono prima al sud e poi al nord nei primi anni del XII secolo e sono soprattutto
documenti legali (latino rimane in uso fino a quel tempo ma con molte parole e frasi in volgare).
Primo testo in prosa provenzale è del 1102, viene dal Rodez ed è una donazione.
Prima della fine dell’XI secolo Guglielmo duca d’Aquitania aveva già cominciato la sua produzione
(è il più antico dei trovatori)
- Le sue poesie dimostrano che calcano un modello già esercitato e che le sue sono le prime
a essere trascritte in grazia (vd. Origini nobili dell’autore)
Comunque l’origine del provenzale medievale è da collocare nella parte centrale dei domini di
Guglielmo di Poitiers, poi nei possedimenti nella Lingua d’oc dei conti di Tolosa (vd. Lingua d’ oc
occidentale).
Molti studiosi hanno identificato il provenzale letterario con il dialetto di Limoges perché da qui è
giunta una vasta produzione (riferimento nella grammatica di un trovatore catalano che dice che il
provenzale della lirica = “lemosi” nel senso più amplio possibile).
L’origine della lingua letteraria è da trovare però nell’impiego che aveva nell’istruzione religiosa
(centri ecclesiastici di Limonges e Narbona, con Tolosa che fa da anello di collegamento)
Provenzale può essere definito come una koinè lingua che si è sviluppata come espressione
letteraria comune ad una vasta area e che si è assimilata elementi dialettali diversi (italiano ha
avuto una formazione simile) *****
L’INFLUENZA DEL PROVENZALE
Un secolo di letteratura provenzale ha influenzato tutte le letterature europee
- In area germanica influenza mediata dal Francese ma non mancano contatti diretti
- Dopo la cadita delle corti provenzali sappiamo che Peire CVidal (uno dei principali
trovatori) si è spinto fino in Ungheria
- Marcabruno e bernart de Ventadorn si sono spinti nelle corti anglonormanne d’Inghiterra
- A sud dei pirenei e in Italia maggiore influenza
Area ibero-romanza:
Prima della crociata anti albigese sappiamo di alcuni trovatori catalani che scrivevano in
provenzale
- Poesia più antica è quella del re Alfonso I di Catalogna (1162-1196)
- Alla corte catalana i trovatori saranno sempre i benvenuti anche dopo il declino del potere
occitano
I poeti catalani scrivono in provenzale fino a ca. XV secolo (però caratteristiche del catalano nella
produzione).
Non è facile tuttavia distinguere tra prestiti ed evoluzioni autoctone in quanto le due aree sono
sempre state molto legate fin dall’antica Roma.
Pare che alcuni trovatori siano giunti fino in Galizia e Portogallo poesia lirica scritta con moduli
trovadorici ma nel dialetto locale
Area Italiana:
In Italia i poeti esuli trovano il loro principale rifugio
- Si forma una scuola (come in Catalogna) di poeti locali che scrivevano in provenzale
(Sordello di Mantova scrive tra il 1220 e il 1260 ca. 40 poesie)
- La poesia trobadorica si sviluppò anche in Sicilia alla corte di Federico II in cui scrivevano in
modulo provenzale ma in lingua locale
- Vocabolario italiano accoglie prestiti in lingua d’oc e d’Oil
- Dante e Petrarca subirono il fascino della letteratura provenzale Recupero della critica
provenzale è dovuta soprattutto agli Umanisti italiani del Cinquecento che cercavano i
modelli delle due corone
- I canzonieri provenzali continuano a essere interessanti e a essere trascritti in Italia
poesia provenzale largamente conservata da manoscritti di origine italiana.
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